Ricordiamo i soci e gli amici scomparsi

17 novembre 2020
Ricordo di Federico Rizzi

di Luigi Simonetta

Federico Rizzi, mancato martedì 17 novembre 2020 all’età di 88 anni, era veramente un novarese DOC, discendeva da una famiglia i piccoli proprietari da secoli residente in Borgo San Martino, era orgoglioso di questa sua “novaresità” e gli piaceva ricordare le piccole glorie di famiglia.
Il nonno Rico, da cui aveva preso il nome, figlio di un mugnaio del sobborgo nativo, aveva combattuto in Francia con Menotti Garibaldi, figlio dell’eroe dei due mondi e la cosa gli aveva dato la fama di “ultimo garibaldino novarese” presso i reduci novaresi delle guerre risorgimentali che guidava ogni anno in un grande corteo per le celebrazioni del XX settembre.
Non era da meno suo padre Amleto Rizzi, geniale autodidatta, direttore della Biblioteca Civica per molti anni e appassionato cultore e raccoglitore di memorie novaresi su cui pubblicò diversi interessanti scritti.
Federico Rizzi, dall’animo generoso e sensibile servì la sua città nell’ambito sociale, era molto legato all’ambiente religioso e mise le sue capacità organizzative al servizio prima dell’Azione Cattolica, poi, fin dalla fondazione, della ONLUS Novara Center contro la fame nel mondo alla cui fondazione partecipò e di cui fu, dal 1985 al 2012, presidente e principale animatore e fu per questo onorato dalla città nel 2004 con il riconoscimento di Novarese dell’anno.
Molto legato alla storia locale Rizzi fu sempre associato alla Società Storica Novarese verso la quale si rese particolarmente benemerito con l’istituzione, a favore delle iniziative promosse dalla nostra Associazione, del fondo “cav. Amleto Rizzi” presso la Fondazione delle Comunità del Novarese.

Le restrizioni vigenti per le norme di sicurezza sanitaria non hanno permesso la partecipazione alle esequie di Federico Rizzi nella misura che avrebbe meritato la sua personalità ma la nostra Associazione è stata degnamente rappresentata dal nostro presidente e da numerosi soci novaresi che lo avevano conosciuto e apprezzato.



27 aprile 2019
Anna Maria Martelli

di Luigi Simonetta

Con Annamaria Martelli, scomparsa il 23 aprile in Sardegna, dove si era ritirata a vivere in serena tranquillità negli ultimi anni, se ne va un pezzo importante della storia della Società Storica Novarese, per la quale aveva ricoperto per un trentennio la carica di Segretario Tesoriere.
Nata a Novara, nel sobborgo di san Martino, nel 1937 - il padre, ingegner Mario Martelli, figlio di un impresario edile di Romentino, fu uno stimatissimo professionista, attivo in molti cantieri di rilievo nel Novarese fin dai primi anni Trenta - e conseguita brillantemente la Laurea, si dedicò all'insegnamento, svolgendo tutta la carriera come docente di matematica presso l'Istituto Tecnico Industriale "giuseppe Omar" di Novara, dove ebbe come collega Don Mario Crenna, in cui subito riconobbe un animo affine - erano entrambi persone di non comune ingegno - con una mentalità aperta e anticonformista e con un grande interesse per l'arte e la cultura.
Quando, alla fine degli anni Settanta, Mario Crenna entrò nel nostro Consiglio direttivo, succedendo poi ad Alfredo Papale come Direttore del Bollettino, chiese subito la sua preziosa collaborazione chiamandola a ricoprire la carica di Segretario Tesoriere. Qualifica invero molto riduttiva rispetto alla portata dell'impegno che Annamaria mise in opera nella nostra Associazione: oltre a provvedere alle incombenze amministrative, fu la principale collaboratrice nelle ricerche storiche di Don Mario, per il quale nutriva una ammirazione sconfinata.
Conscia, come lei stessa diceva, di aver avuto la fortuna di vivere accanto a un uomo di grande levatura culturale, si era ritagliata uno spazio accanto a lui, sempre presente ma sempre un po' defilata, e si era dedicata, anima e corpo, a seguirlo nel suo lavoro, completando con la sua meticolosità e precisione, la mentalità estrosa e geniale di Don Crenna, che aveva per lei una speculare grandissima considerazione.
Come non ricordare il grande attivismo dell'amica Annamaria nella nostra associazione che si concretizzò, non soltanto nella gestione amministrativa e nella precisissima redazione del Bollettino, ma anche nell'organizzazione di gite, incontri e convegni e come non ricordarne la simpatia con cui sapeva sempre intrattenere gli amici dell'associazione nei settimanali incontri del lunedì, presso la vecchia sede di via San Gaudenzio.
Inscindibilmente legata a Don Mario, uscì dal Direttivo per dedicarsi interamente alla sua assistenza negli ultimi tempi della sua malattia, fino alla morte che fu per lei un colpo durissimo.
Chi la conosceva sa che ha certamente affrontato serenamente il suo trapasso nella prospettiva di una ricomposizione nell'Aldilà del sodalizio spirituale che l'aveva unita a Don Mario.
La raggiunga il commosso ricordo di quanti l'hanno conosciuta e apprezzata nella Società Storica Novarese.



25 febbraio 2019
Ricordo di Bruno Signorelli

di Filippo Morgantini

Il 20 febbraio scorso è mancato Bruno Signorelli (Torino, 15 novembre 1933 - 20 febbraio 2019), per 25 anni presidente ed eccezionale animatore di una delle più antiche e prestigiose società storiche di Torino, la Società Piemontese di Archeologia e Belle arti (Spaba).
Aveva seguito un'importante carriera tecnico-commerciale nel settore delle macchine agricole della FIAT, laureandosi in architettura nel 1983, presso il Politecnico di Torino, con una tesi sull'ingegner Carlo Bernardo Mosca, relatrice la prof. Micaela Viglino Davico. La laurea in architettura era però tutt'altro che la conclusione di un percorso formativo: a quella data Signorelli poteva già contare almeno 16 anni di attività pubblicistica nel campo della ricerca e della critica architettonica.
Risalgono al 1967, infatti, la sua associazione alla Spaba e i suoi primi interventi, in quella sede, di documentazione dell'architettura barocca in Piemonte. Erano gli anni in cui la Spaba poteva contare su alcune delle più notevoli personalità del mondo accademico e istituzionale, come Nino Carboneri, Noemi Gabrielli, Vittorio Viale, e Signorelli si inserisce a buon titolo in quell'ambiente, con un'attività di ricerca costante, partecipando, tra le altre cose, al convegno internazionale su Bernardo Vittone del 1972. Per quanto Carboneri e Viale costituissero, in quegli anni, dei riferimenti essenziali dal punto di vista culturale, l'azione di Signorelli si basava più specificamente sull'ampliamento dei dati documentari disponibili su personaggi e architetture, preferendo sempre l'allargamento delle conoscenze oggettive alla rielaborazione critica e, soprattutto, all'attribuzionismo su base stilistica.
La ricerca archivistica è stata per Signorelli un'attività coltivata con fiducia ed entusiasmo per tutta la vita, un lavoro appreso e perfezionato sul campo, soprattutto all'Archivio di Stato di Torino, seguendo l'esempio e gli insegnamenti, a quanto amava dire, di Augusta Lange.

All'inizio degli anni ‘70 risale la lunga collaborazione col più giovane Riccardo Nelva, laureato ingegnere nel 1971 e poi professore di architettura tecnica presso le facoltà d'ingegneria di Udine e di Torino, col quale si apre al campo dell'architettura Liberty, scrivendo a due mani, tra numerose altre cose, la piccola ma fortunata monografia su Pietro Fenoglio, pubblicata presso l'editore Dedalo nel 1979.
Dopo la laurea Signorelli allarga ancora di più i suoi interessi con varie ricerche sull'architettura militare e le infrastrutture territoriali sette-ottocentesche, toccando vari aspetti della storia diplomatica e militare del Piemonte;
nel 1988 inaugura un altro importante filone di ricerca, che coltiverà lungamente con straordinaria passione, relativo all'organizzazione e all'attività edilizia della Compagnia di Gesù.
A partire dal 1985 è collaboratore fisso del Dizionario Biografico degli Italiani, per il quale compila oltre 30 voci; dal 2000 al 2004 compila anche alcune voci per il rifacimento del Thieme-Baecker, edito della Saur di Monaco di Baviera; dal 1967 al 2001 pubblica regolarmente articoli e recensioni relativi alla storia dell'architettura nel periodico torinese Edilizia.
A questa imponente attività editoriale e di ricerca, a cui in questa sede è solo possibile accennare brevemente, Signorelli aggiunge col pensionamento l'incarico istituzionale della presidenza e direzione della Spaba: nel triennio 1992-1994 ne è vicepresidente, dal 1995 al 2019 ininterrottamente presidente.
Davvero arduo dare un'idea dell'incessante lavoro di stimolo e animazione culturale svolto da Signorelli attraverso la Spaba in tutti questi anni. Innanzitutto va considerato lo spazio dedicato alla ricerca filologica in tutti i settori d'interesse della Società, dall'archeologia all'architettura moderna, dalle fortificazioni alle arti minori, concretizzato attraverso conferenze periodiche in sede, o organizzato in convegni a tema, come quelli dedicati al Canavese (1993), al Pinerolese (1994), a Vittorio Avondo (1995), alla Compagnia di Gesù nella Provincia di Torino (1997), a Pietro Della Vedova (1999), tanto per citarne alcuni, cui corrisponde un'altrettanto impegnativa attività editoriale di cura e pubblicazione dei vari interventi, parte raccolti nel Bollettino della Società, parte nella serie dei Quaderni di Archeologia e Arte in Piemonte, altri ancora nella serie degli Atti. Un lavoro organizzativo e un impegno finanziario svolti con risorse via via sempre più limitate, a causa del sostanziale e progressivo abbandono delle società storiche da parte di istituzioni, enti finanziari, mondo accademico. Un secondo settore d'intervento, al quale la Spaba di Bruno Signorelli ha sempre dato la massima attenzione, è quello della divulgazione, da segnalare in particolare per la qualità delle puntuali proposte di partecipazione alla vita culturale del paese, con visite guidate alle principali esposizioni artistiche italiane, quando possibile seguite dai curatori o dai collaboratori delle mostre stesse.
Ancora più significativi i veri e propri viaggi di studio a tema, sia in Italia sia all'estero, proposti almeno una volta all'anno ai soci, che configurano un turismo culturale di notevole livello e di grande originalità; infine il supporto scientifico dato ad altre iniziative di divulgazione svolte in collaborazione con alcune istituzioni, tra cui le ben note e apprezzate “rivelazioni barocche”, serie di visite guidate ai monumenti piemontesi proposte annualmente al pubblico e oggi, purtroppo, interrotte.
Singolare outsider, Bruno Signorelli, ha dato un contributo alla vita culturale di Torino di notevole peso e di particolare qualità, non sempre riconosciuto adeguatamente, forse anche per il suo carattere schivo e alieno da compromessi, e la sua figura lascia oggi un vuoto che pare davvero difficile colmare.



5 luglio 2017
Ricordo di Marco Rosci

di Francesca Bergamaschi

Nato a Novara nel 1928, dopo la formazione classica, Rosci studia all'Università Statale di Milano con Maria Luisa Gengaro e Paolo D'Ancona, relatore della sua tesi dal titolo Manierismo ed Accademismo dal Rinascimento all'età neoclassica, discussa nel 1951 e pubblicata in ACME nel 1956.
Già assistente volontario presso la cattedra di Storia dell'arte dal 1952, dopo una breve esperienza come docente negli istituti superiori di Novara, nel 1957 diventa assistente incaricato alla Statale e l'anno successivo assistente ordinario di Anna Maria Brizio.
Dopo il perfezionamento in Storia dell'Arte nel 1961, dal 1965 diviene professore di Storia della Critica d'Arte all'Università Statale di Milano e dal 1973 si trasferisce all'Università di Torino, concludendo la carriera nel 2000 presso la Facoltà di Lettere dell'Università del Piemonte Orientale (Vercelli).

Acuto interprete di molte stagioni della storia dell'arte e dell'architettura dei territori nei quali ha insegnato, Marco Rosci ha dedicato numerosi studi all'arte lombarda e valsesiana del Seicento grazie alla lunga e feconda amicizia con Giovanni Testori e si è dedicato con passione infinita e acuta intelligenza allo studio di uno dei grandi protagonisti della pittura del Seicento, Giovan Battista Crespi detto il Cerano. Memorabili la mostra monografica a Novara nel 1964, la monografia nel 2000 e la grande mostra milanese del 2001.

Rosci amava aprire strade poco battute dagli studi, come evidenziano le sue significative pagine sugli architetti Sebastiano Serlio, Andrea Palladio e Benedetto Alfieri, su Giulio Cesare Procaccini, sul Pianca, sul pittore bergamasco Evaristo Baschenis, maestro delle nature morte, o ancora i suoi studi sull'Ottocento piemontese e lombardo, tra cui spiccano il volume Il volto della Lombardia scritto nel 1975 con Maria Cristina Gozzoli e i tre monumentali cataloghi curati nel 1980 con Enrico Castelnuovo a corredo della grande mostra dedicata allaCultura figurativa e architettonica negli Stati del Regno di Sardegna (1773-1861).

Interessanti anche le monografie di alcuni artisti contemporanei - a lui legati da fraterna amicizia, tra i quali Aimone, Bodini e Bonfantini.
Risale al 1958 un suo articolo comparso nel nostro Bollettino , intitolato «Per la cronologia del Tanzio» [BSPN XLIX n.2, pp. 148-156).
La bibliografia completa di Rosci è contenuta nel testo edito da Interlinea Le frontiere dell'arte. Una raccolta di testi di Marco Rosci con saggi in suo onore.



maggio 2017
Ricordo di Anna Prandina

di Anna Denes

Siamo rimasti desolati e tristi, un mese fa, all'indomani della morte di Anna. Ancora ci rattristiamo pensandola, Anna ci manca, ma forse adesso è serena, e noi vogliamo ricordarla in un modo che a lei piacerebbe.
Da tre anni, come volontaria in sezione novarese della Biblioteca, seguiva alcuni lavori di ricerca e valorizzazione del patrimonio librario.
L'elenco della sua produzione da solo spiega l'amore di Anna per i documenti, per il ruolo della biblioteca come servizio civico e fonte insostituibile di conosenza:
● la catalogazione e pubblicazione "on line" dei dati relativi a gran parte della parte “storica” della Sezione Novarese (edizioni dal '500 a fine '800);
● un elenco per argomenti degli articoli apparsi sui Bullettini Ufficiali del periodo della Grande Guerra;
● la catalogazione e pubblicazione "on line" dei dati e degli indici dei citati Bullettini;
● la catalogazione e pubblicazione "on line" dell'elenco dei documenti novaresi della donazione della famiglia di Arialdo Daverio.
Insieme stavamo inserendo abstract relativi ai testi sulla Prima Guerra Mondiale, e svolgendo un controllo su elenchi di spoglio di riviste locali ( e continuer...emo).
Ha inoltre collaborato all'organizzazione di alcuni percorsi di “laboratorio” sulle fonti rivolti alle scuole medie: in particolare abbiamo proposto il percorso “il giorno e l'anno in cui sono nato”.
●Nel 2015 Anna, Pinuccia ed io abbiamo allestito due mostre di giornali locali relative a: prima Guerra Mondiale e Resistenza.
Avevamo iniziato un lavoro di “promozione culturale”, quello che quaranta anni fa avremmo voluto fare più sistematicamente, assunte nel 1976 come operatrici bibliotecarie al servizio prestito.
Ha lasciato una cartella con appunti su alcuni dei lavori di ricerca che seguiva, una biblografia sul referendum costituzionale del 1946, un elenco ragionato delle guide di Novara ottocentesche, una ricerca bibliografica per un utente, un elenco di necrologi pubblicati sui gornali locali a partire dal 1901, una proposta di analisi di racconti resistenziali pubblicati in “La Stella Alpina” tra la fine del 1945 e il 1946. Abbiamo intenzione di valorizzare queste tracce di lavoro e farne patrimonio per tutti.
La sua passione per la ricerca sui documenti è sfociata in alcuni studi che qui ricordiamo:
Nulla è più certo della morte, nulla è più incerto dell'ora della morte – I nomi dei defunti sepolti sotto il pavimento della Chiesa Parrochiale di Fontaneto, Parroccghia di Fontaneto d'Agogna, Fontaneto 1999;
l'introduzione al volume: Foto Ricordando - “Fontaneto immagini di un paese e della sua gente”, Comitato Sant'Alessandro 2000, Fontaneto 2000;
«L'inappuntabile manager di fine '600 Pietro Gaspare Grazioli», in BSPN XCIV n. 1, pp. 97-128;
«L'ospedale psichiatrico di Novara. Due inchieste interne sulla sua gestione», in BSPN XCVII n. 1, pp. 113-210.



ottobre 2016
Ricordo di Fernando Andoardi

di Luigi Simonetta

Sabato 15 ottobre 2016 si sono celebrati, nella chiesa di San Martino, i funerali del nostro socio Fernando Andoardi, grande appassionato di storia locale novarese e nostro fedele sostenitore fin dalla giovinezza.
Appassionato raccoglitore di memorie novaresi si vantava di possedere l'intera collezione del nostro Bollettino Storico, una delle poche in mani private.
Aveva curato due libri di foto e cartoline antiche novaresi - Novara Belle Epoque e Novara nella cartolina antica - che avevano avuto notevole diffusione e aveva curato l'edizione del libro Morire a ventanni. Lettere dal fronte di Giuseppe Piccolini di Momo; era anche stato fra i principali promotori dell'edizione del bel libro di G. Morreale su Borgo San Martino.
Molto legato alla Società Storica Novarese, fu un attivissimo collaboratore di Alessando Aspesi e fece parte per molti anni del consiglio Direttivo; nel 1979 fu Segretario di redazione del Bollettino e svolse le funzioni di Segretario della nostra associazione durante la lunga malattia del Segretario Contini.
Alla Famiglia Andoardi vadano le più sentite condoglianze della Società Storica Novarese.



28 novembre 2015
La scomparsa di Carlo Brugo

Apprendiamo la notizia della scomparsa di Carlo Brugo, Presidente del Museo Storico Etnografico della Bassa Valsesia di Romagnano.
La Società Storica si unisce al dolore dei famigliari ricordando la sua straordinaria disponibilit e la passione per la divulgazione della storia e delle tradizioni di Romagnano Sesia, nonch il suo impegno nella conservazione e valorizzazione dei beni culturali.



giugno 2014
È mancata Emanuela Ribezzi

di Luigi Simonetta

Ci è giunta la triste notizia dell'improvvisa scomparsa, a soli 58 anni, della Signora Emanuela Ribezzi, colpita da un infarto sul posto di lavoro, all'Archivio di Stato di Novara.
Tutti i frequentatori dell'archivio avevano avuto modo di conoscerla mentre, con la consueta tranquillità e gentilezza, ascoltava le loro richieste di documenti cercando sempre di dare un aiuto concreto ai ricercatori.
Lascia il marito e tre figli, a cui vanno le più sentite condoglianze della Società Storica Novarese.



novembre 2013
mancata Marina Airoldi Tuniz

di Luigi Simonetta

Marcella Vallascas, Marina Airoldi e Susanna Borlandelli

Venerdì 1 novembre morta, dopo una lunga malattia, l'amica Marina Airoldi, ben conosciuta dagli appassionati di storia locale per le sue ricerche su molti aspetti della storia novarese, pubblicate in numerosi testi fra i quali ricordiamo, in particolare, quello riguardante l'Orfanatrofio di Santa Lucia.
Collaboratrice della rivista Novarien, organo della Associazione di Storia della Chiesa Novarese, faceva parte del direttivo dell'Associazione Scrinium – amici dell'Archivio di Stato di Novara.
Era persona di grande affabilità che gli amici ricorderanno sempre con simpatia.
Al consorte, Dorino Tuniz, vanno le più sincere condoglianze della Società Storica Novarese.



aprile 2013
Addio a Franco Guerra

di Luigi Simonetta

Avevo telefonato all'amico Guerra, nello scorso febbraio, per avvisarlo di una riunione di consiglio della Società Storica Novarese e, sapendo che aveva qualche problema di salute, mi ero offerto di passare a prenderlo se avesse desiderato di partecipare.
Era felicissimo di sentirmi ma aveva risposto che al pomeriggio ormai non usciva più, perché le forze lo stavano pian piano abbandonando: “la candela si sta spegnendo!” mi disse e quando gli risposi che ci attendevamo di vederlo almeno alla prossima assemblea dei soci, prevista per il mese di maggio, mi disse che temeva di non esserci più, per quel periodo...
Parlava con il consueto buonumore e vigore, tanto che mi ero convinto che stesse comunque abbastanza bene e le sue fossero solo battute scaramantiche.
Purtroppo venerdì 12 aprile ho saputo, con dispiacere, che il nostro socio aveva terminato la sua esistenza terrena.Aveva 86 anni.
Era iscritto alla Società Storica fin dalla gioventù e, da molti anni, ricopriva la carica di Revisore dei Conti dell'Associazione.

Franco Guerra, Storia illustrata della battaglia di novara del 28 marzo 1849

Appassionato ricercatore e collezionista di documenti riguardanti la storia novarese, aveva accumulato, in anni di costanti ricerche, una imponente documentazione, degna di un museo. Curava da anni una rubrica di storia locale sul settimanale diocesano l'Azione e veniva spesso chiamato a parlare delle sue ricerche risorgimentali.
In particolare aveva focalizzato i suoi interessi su tutto quello che riguardava la battaglia di Novara del 23 marzo 1849 e aveva presentato il materiale raccolto, commentato da schede molto approfondite, in due volumi, editi da Interlinea, che gli hanno dato notorietà, a livello nazionale, quale maggior esperto della Battaglia di Novara.
Quanti hanno avuto il piacere di conoscerlo conserveranno sempre il ricordo della sua forte personalità e della sua grande simpatia.



novembre 2012
Ricordo di Rita Favergiotti

di Luigi Simonetta

Lo scorso novembre è morta, all'età di 86 anni, Rita Favergiotti, grande appassionata di storia locale e nostra associata fin dalla gioventù, oltre ad essere nota per i molteplici impegni nel mondo del volontariato e dell'associazionismo cattolico, era archivista, da decenni, della parrocchia di san Martino e tenace raccoglitrice di memorie del sobborgo natio.

Rita Favergiotti

Aveva già collaborato con la nostra rubrica e, qualche tempo fa, ci aveva proposto, per le “spigolature di storia”, la pubblicazione del testo delle Regole, da lei ritrovate e trascritte, di una congregazione di suore laiche, attive nel Borgo san Martino nella prima metà del Novecento.
Lo pubblichiamo premettendo una nota tratta dal testo che stava preparando assieme a Luigi Simonetta.



luglio 2012
La scomparsa del Prefetto Amelio

di Luigi Simonetta -

Lo scorso 12 luglio è tragicamente scomparso Giuseppe Adolfo Amelio, già Prefetto di Novara.
Nato a Catanzaro nel 1950 e laureato in Giurisprudenza a Roma, aveva prestato servizio dal 1979 nelle prefetture di Asti e di Torino e presso la Presidenza della Repubblica, assumendo poi l'incarico di Vicedirettore generale di "Torino 2006" per la gestione degli impianti olimpici. Nel 2008 aveva assunto le funzioni di Prefetto nella nostra città, dove si era ben presto fatto conoscere e apprezzare per l'affabilità, la competenza e la cultura, dimostrate nei quattro anni di permananza a Novara.

Il Prefetto Amelio durante la presentazione dei restauri di Palazzo Natta

Persona molto attenta al mondo della cultura, aveva più volte ospitato, nella prestigiosa sede di Palazzo Natta, mostre e conferenze e lo si vedeva con frequenza presente a manifestazioni culturali a cui partecipava, non per presenzialismo istituzionale, ma per effettivo interesse personale.
Particolare interesse aveva poi sempre dimostrato per la storia locale, partecipando frequentemente agli incontri organizzati presso l'Archivio di Stato.
Anche la nostra Associazione si unisce al generale cordoglio per la sua improvvisa scomparsa, in un incidente stradale nei pressi di Villafranca.



6 gennaio 2012
Addio a Mario Crenna

di Luigi Simonetta

Mario Crenna, Direttore del Bollettino Storico per la Provincia di Novara

La Società Storica Novarese e il mondo culturale e intellettuale di Novara e del suo territorio, nel senso più vasto del termine, hanno perso uno dei loro esponenti pi importanti. Nella scorsa notte è deceduto don Mario Crenna, Direttore Responsabile del Bollettino Storico per la Provincia di Novara, la più antica rivista di storia locale – fondata da Giovanni Battista Morandi nel 1907 – e una delle più autorevoli pubblicazioni scientifiche a livello nazionale.
Don Mario Crenna, 88 anni, risiedeva da qualche tempo a Cavallirio, dopo aver lasciato Prato Sesia, dove aveva vissuto per lunghi anni. Plurilaureato in materie storiche e letterarie, oltre che in teologia, Crenna si è dedicato sin da giovane, dopo aver abbracciato il sacerdozio, agli studi storiografici. Di particolare rilievo le sue analisi sulla fiscalità all’epoca di Carlo V e le scoperte sulla "Cantina dei Santi" di Romagnano Sesia. Le sue ricerche erano rivolte, in particolare, al tardo medioevo, all’epoca sforzesca e al periodo della dominazione spagnola, tra ’500 e ’600; ma le sue conoscenze spaziavano su tutto l’arco storico e su più discipline.
Era Direttore del Bollettino Storico da quasi trent’anni, essendo stato nominato nel 1982, e la pubblicazione esce con la sua firma e la sua inconfondibile impostazione dal 1983. Ancora attivissimo nonostante l’età e i problemi fisici, stava lavorando alla chiusura dell’ultimo numero del Bollettino, che vedrà la luce nei prossimi mesi.
Negli ultimi anni si era battuto per trovare una sede idonea per la Società Storica Novarese, dotata di una ricchissima biblioteca, grazie anche agli scambi con associazioni similari di tutta Italia e di diversi paesi europei, situata da tempo in locali provvisori.
Don Crenna lascia un vuoto notevole nella comunità degli studiosi novaresi e non solo, ma anche un ricordo duraturo per la sua opera, la vivacità intellettuale e la carica umana.



marzo 2010
Ricordo di Giovanni Barbero

di Luigi Simonetta

Nello scorso mese di febbraio mancato il professor Giovanni Barbero, socio della Società Storica Novarese in cui aveva anche ricoperto, per molti anni, la carica di consigliere.
Era stato allievo e assistente, all'Universit di Torino, del noto storico Piero Pieri, grande studioso del Risorgimento Italiano, ed aveva insegnato Letteratura e Storia alle Scuole Magistrali e all'Istituto Mossotti di Novara.

Il professor Giovanni Barbero con gli allievi della V ragioneria dell'anno scolastico 1972/73

Il professor Barbero, grande appassionato di storia patria, era assai conosciuto per i suoi studi sull'Ottocento novarese e, in particolare, sulla battaglia della Bicocca, argomenti su cui diede alle stampe numerosi scritti, molti dei quali furono pubblicati sul nostro bollettino.
Negli ultimi anni era stato molto coinvolto nell'organizzazione delle attivit del Comitato per il Parco della Battaglia della Bicocca.
Il mio personale ricordo legato agli anni in cui lo ebbi come insegnante all'Istituto Tecnico Mossotti, anni in cui ebbi modo di apprezzarlo, sia come persona giusta, semplice e cordiale, sia come insegnante validissimo e di lui ancora ricordo, a distanza di un quarantennio, le lezioni in cui tentava di trasferire ai suoi allievi, con competenza e passione, il suo grande amore per le Belle Lettere e per la Storia.