Il Bollettino Storico nel gioco delle fortune novaresi

La storia sarebbe un vaniloquio o un astrattismo altrettanto ricreativo quanto improducente, secondo uno slogan volgare e la definizione sbarazzina di molti avvezzi a tramare la loro giornata di aspirazioni esclusivamente finanziarie, restii a guardare al di là dello steccato delle loro attività e tanto meno ad aggiornare la propria cultura.
Ma in realtà la storia non è più, come una volta, una pura divagazione letteraria stilizzata nella più o meno innovata, obbiettiva, organica, completa, romanzata e dilettevole rielaborazione delle narrative precedenti.
Essa, dopo i grandi e solitari precursori — archetipo il Muratori — via via assurti a maestri di nuove sensibilità orientatrici, s'è automaticamente revisionata e riformata, ricomponendosi in dignità e austerità di scienza; rimodernando la propria attrezzatura e il proprio tecnicismo esplorativo, informativo e critico; rassodando le proprie ricostruzioni sulla base anche delle scienze collaterali, coll'uso rigoroso della prova e della riprova, dell'analisi e della sintesi foggiando tale apparato dimostrativo, denso di formule e di citazioni, da meritare più volte ai propri saggi da parte degli inesperti l'onorifica qualifica di scritti eruditi e perciò ... barbosi, epiteti che per converso li staccano dall'alato semplicismo della letteratura per elevarli appunto, adeguarli e assimilarli alle redazioni delle altre scienze esatte, i cui testi riescono parimenti ingrati e repellenti al lettore profano nei loro massicci schieramenti di sigle, di formule e d'equazioni, ma tutte, le une e le altre, concordemente spasmodicamente puntanti alla ricerca e alla rivelazione di verità spesso fondamentali e talvolta sorprendenti.
Direttive, prospettive sommarie e riorganizzatrici della nuova storiografia, le quali, nutrite, almeno per l'Italia, da un immensa raccolta di materiali probatorii criticamente e competentemente ripassati al vaglio delle nuove luci provincia per provincia, potranno anzitutto consentire il rifacimento completo e armonico, riveduto e corretto, perfetto e verace della storia nazionale e per altro verso agevolare, entro la millenaria catena dei fenomeni umani, la scoperta e l'individuazione delle leggi bio e psico-ambientali che li hanno determinati: nozioni e conquiste in travaglio formativo, che feconderanno lo sviluppo d'una psicanalisi storica, dottrina atta a spiegare gli eventi passati e — analogamente alla prassi dell'astronomia e della fisica — a dischiudere ed a corroborare le possibilità della previsione scientifica anche di quelli del futuro immediato.
Nuova visione e nuova funzione, le quali bandiranno l'improvvisazione empirica e antiquata, nonché l'ignoranza della psicanalisi storica, dagli indispensabili requisiti dei candidati alla responsabilità della guida dei popoli: liberi timonieri fin che si vuole, ma tecnicamente preparati alla veggenza scientifica anche sul piano politico.
A corollario di queste sue caratteristiche essenziali, ma non uniche ed esclusive, la storiografia modernissima colle sue periodiche apoteosi accende gli animi di fulgidi ideali, ma sopratutto esplica altresì un'azione valorizzatrice di energie latenti, di monumenti e di panorami, confluendo così nello sgancio di impulsi e d'attrattive sempre freschi al redditizio sviluppo di quel turismo provinciale e nazionale, che economisti di cartello vanno proprio nei giorni volgenti segnalando e auspicando quale fonte non ancora esausta e quale propulsore prezioso e fattivo di più intensa circolazione e di afflussi monetali per le nostre aree economicamente depresse e pur ricche di seducenti bellezze naturali o artistiche.
Non astrattismo dunque e sterile perditempo la storia, bensì scienza e pubblica valuta ad un tempo! Anzi, giunti a questa svolta così squisitamente attuale e utilitaria, è il caso di chiederci come Novara abbia accolto il rinnovamento storiografico e quale contributo abbia offerto alla revisione della propria storia.
Risposta pronta riassuntiva luminosa: da circa mezzo secolo Novara brilla allineata tra le più fervide ed operose avanguardie della nuova via, diana e vessillo di raduno, cenacolo dal perenne fermento, fucina riforgiatrice di valori noti o occulti, organo propagatore ultraquarantennale Il Bollettino Storico per la Provincia di Novara, varato coi tipi solidali di G. Cantone nel 1907 nella subalpina atmosfera carica d'irradiazioni gabottiane, epilogo ideale del travaglio e della tradizione febbrili rappresentati dalla locale scia Morbio - Ravizza - Rusconi - Tarella, ma per la fede esuberante volitiva concreta dell'inobliabile eroico caro G. B. Morandi. Nobile impresa perfezionata dal colto e dinamico nostro Viglio sotto le due successive gestose presidenze sociali dell'on. E. M. Gray e di S. E. l'ambasciatore dr. Vittorio Cerutti.
Un bollettino, che coi suoi attuali 45 volumi sopravvanza già di gran lunga il complesso librario di tutte le storie provinciali novaresi pubblicate dal Bascapè all'ossolano De Vit, ed asceso ormai all'aurea dignità di una vera minieresca Enciclopedia Storica di indispensabile e preziosissima consultazione per ogni varietà di studio e per ogni settore della vasta provincia.
Dalla poderosa collezione del Bollettino si svolge infatti un interessantissimo lungo metraggio figurato e anche sonoro, nel quale sfilano più o meno colorite le immagini e le caratteristiche di tutti i comuni della circoscrizione politica e diocesana considerata in tutte le varianti millenarie del rispettivo assetto territoriale, dalle origini alla contemporaneità, e nel quale i temi più svariati si avvicendano all'orecchio teso in forma di echi folcloristici o di lontani sussurri musicali e all'occhio estasiato in una fantasmagoria di drammi politici, patriottici e" militari risuscitati nelle nuove certezze; di schemi economici, geografici, geologici, demografici, agricoli; di cimelii romani e preromani; di visioni cattoliche e paleocristiane; di beati e di santi; di profili biografici e dovizie biblio-grafiche; di panorami lacuali e alpini; di fasti e nefasti; di scenari architettonici e pittorici; di palazzi e di case coloniche montane, di rocche e di castelli; d'incunabuli e d'altre, altre irridescenze ancora e grafe, siglate le une e le altre da un magnifico manipolo di firme, che vanno dal Morandi al Viglio, dal Gabotto al Bornate, al Bustico, al Cavigioli, al Cassani, al Decio, al De Regibus, al Barocelli, al Cesare, al Durio, al Ferraris, al Lampugnani, al Romeno, al Rasario, al Rossini, al Salsa, allo Strigini, al Viora, al Fedeli, al Daverio, al Landini, al Leone, al Lizier, al Lazanio, al Massara, al Massia, al Pagani, al Poma, al Pellini, al Ramponi, al Salsotto, allo Scarzello, al Sella, al Serra, al Tadini, al Mor, al Nigra, al Verzone, alla Virgili, allo Zammaretti, al Widloecher ecc.: tutto un impeto collettivo di vitalità e di amore volto ardentemente allo studio ed all'esaltazione scientifica e artistica della nostra terra, tale da poter superare, in tenace avventurata edificante regolarità di sue manifestazioni editoriali, anche i cicli sfavorevoli e perturbatori delle due annose guerre mondiali.
Malgrado tanta propagazione di luce, anche reclamistica e sfruttabile, su cose e luoghi, su attrattive panoramiche o climatiche novaresi, operata dagli spontanei e disinteressati collaboratori del Bollettino, troppa gente, specie troppi Comuni e troppe Pro Loco continuano da beneficiari inconsapevoli o indifferenti ad ignorarne o misconoscerne l'azione valorizzatrice. Sarebbe ora che finalmente volontari e interessati della stimolazione turistica si comprendessero e che i secondi, integrando la lodevole funzione di attivisti illuminati del tornaconto del proprio loco, pedissequi intelligenti dei benemeriti esempi della città di Novara e dei suoi più insigni Istituti pubblici, si decidessero a fiancheggiare di loro tangibile adesione la fruttifera opera del Bollettino. Bisogna aver fede anche nelle energie ideali o scientifiche in quanto facilmente convertibili in energie di realtà e di vita!
A suasione degli increduli, a riscaldo dei frigidi posso richiamare gli immediati effetti maliardi profusi su studiosi e buongustai dell'antico — tanto per fare l'esempio — dalle quattro splendide monografie redatte dal Nigra, dal Viglio, dallo Scarzello e dal Verzone a rispettiva illustrazione de La casa Della Porta, del Broletto [L’antico Palazzo del Comune di Novara e gli edifici minori del Broletto], del Museo Lapidario di Novara e de L'Architettura Romanica nel Novarese, mete, appena svelate, di escursioni e di tappe ammirative sia per la città che per i villaggi sperduti tra i tornanti del monte.
E — modestia bandita — vie più io stesso incalzo e documento l'iniziativa rammentando a riprova anche l'apporto recentissimo e positivo della mia stesura Attualità e Romanità della Sempione - Genova per Novara -Tortona (inserita nel Bollettino del 1949) alla sospirata e conclusiva deliberazione interprovinciale della costruzione del ponte padano di Pieve del Cairo, che, suggellando il rettifilo di marcia, lo raccorcier di circa 18 Km. in confronto del percorso via Alessandria e ravviverà gli scambi motorizzati di cose e persone col Biellese, colla Valsesia, col Novarese, col Gallaratese, col Verbano e colla Svizzera.
Storia dunque, possiamo confermare, è vita e tale è appunto la missione del Bollettino di Novara, lustro e campione vivacissimo ormai indiscusso della storiografia provinciale d'Italia. Storia voce del passato, incubatrice dello avvenire!

[Francesco Pezza, «Il Bollettino Storico nel gioco delle fortune novaresi» in Novaria - Rassegna di attività municipale, n. 5, marzo 1952]