Recensioni e Segnalazioni

L'opera di Giovanni Bordiga
nel risveglio culturale di Venezia tra fine Ottocento e inizio Novecento.

Erminia, Giovanni ed Oreste Bordiga, tre fratelli novaresi che hanno lasciato una traccia profonda nelle città in cui hanno esercitato la propria attività.

Erminia fu per oltre un trentennio Direttrice del Reale Educatorio Maria Adelaide di Palermo, tracciandone la storia in un volume - Cenni storici sul Reale educatorio Maria Adelaide - di particolare successo come dimostrano le quattro edizioni del 1899, 1905, 1923 e 1933. Figura di notevole prestigio nella società palermitana, meritererebbe certamente uno studio approfondito.

Oreste, di cui ricordiamo Del riso e della sua coltivazione. Studio di economia rurale del prof. Oreste Bordiga e di chimica agraria del prof. Leopoldo Silvestrini; con un'aggiunta d'uno studio sulle questioni economiche ed igieniche riflettenti il commercio e la coltivazione del riso del professore Oreste Bordiga fu certamente il più conosciuto dei tre. Studioso di economia agraria, insegnò per moltissimi anni, dal 1884 al 1927, presso la Scuola superiore di agricoltura di Portici, ove si occupò, in particolare, dei problemi agrari del Mezzogiorno.

Eugenio Bellotto, busto di Giovanni Bordiga, Venezia 1934, IUAV, Rettorato.

Giovanni fu personaggio chiave nel panorama culturale veneziano a cavallo tra Ottocento e Novecento, organizzatore instancabile della Biennale e dell’Ateneo Veneto, nonché fondatore dell’Istituto di Architettura di Venezia. Eppure, nonostante il peso che Bordiga ha avuto nella Venezia di fine e inizio secolo, quasi nulla è stato detto e scritto sulla sua figura. Tutti gli aspetti della sua multiforme opera devono essere ricordati e analizzati in una prospettiva che possa mettere insieme i tanti tasselli della sua opera di amministratore e di studioso. Tale l'obiettivo della giornata di studi dedicatagli nel 2012 dall’Ateneo Veneto, di cui il volume pubblica gli atti: Guido Zucconi, «Venezia è una città mondiale. Giovanni Bordiga nel clima di rilancio economico e culturale della città»; Tiziana Agostini, «Il politico repubblicano nell'età di Riccardo Selvatico»; Monica Donaglio, «L'assessore della giunta Selvatico»; Anna Mazzanti, «Il promotore delle Biennali d'arte»; Martina Carrara, «Il fondatore della Scuola superiore di architettura»; Fabrizio Gay, «Il docente di geometria descrittiva»; Pasquale Ventrice, «Il matematico tra storia e didattica»; Babet Trevisan, «L'allestitore della collezione Querini Stampalia»; Sandro G. Franchini, «Il segretario dell'Istituto Veneto di Scienze, lettere ed Arti nei primi anni del fascismo»; Marina Niero, «Il presidente dell'Ateneo Veneto»

Giovanni Bordiga (1854-1933), novarese di nascita, veneziano di adozione, è stato un personaggio chiave in una fase di trasformazione e di rilancio della città lagunare.
Ha ricoperto un numero impressionante di ruoli ufficiali e di mansioni effettive: tra i primi, dobbiamo menzionare il suo impegno di assessore della giunta Selvatico, la sua attività di segretario (poi di presidente) dell'Ateneo Veneto e dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, il suo ruolo di segretario/presidente - dal 1920 - della Biennale. Tra le seconde, dobbiamo annoverare i già citati sforzi per progettare e poi per attivare la Regia Scuola superiore di Architettura. In quell'ambito, nel primo quinquennio degli anni novanta dell'Ottocento, Bordiga figurò dapprima come responsabile dell'Istruzione, poi dei Lavori pubblici. Agì da ispiratore e infine da presidente della Biennale (il suo impegno si rivelò decisivo per la sua prosecuzione dopo il 1918). Anche in questo caso, il suo contributo si divide in due parti, cronologicamente distinte: una prima negli anni novanta dell'Ottocento, una seconda dopo la Grande Guerra.

Lo stesso gap cronologico si registra nel caso della Regia scuola superiore in Architettura, della quale Bordiga risultò essere il principale ideatore, per assumere poi i panni del fondatore e responsabile all'atto di nascita di quello che, nel 1925 si chiamerà I.U.A.V.; fondamentale, per l'avvio e per la messa a fuoco della sua fisionomia didattica, fu la visione di un "artista-scienziato" che egli coltivò sul più lungo periodo, a partire dagli anni novanta dell'Ottocento. [Interessante, a questo proposito, verificare quale possa essere stata la condivisione di pensiero con Alfredo De Andrade.]

Che Bordiga sia stato decisivo per la nascita dello I.U.A.V. è un dato acclarato da tempo ma testimoniato soltanto dal busto che campeggia all'ingresso del Rettorato. Dagli archivi dell'Accademia e dell'Università di Padova è però recentemente emersa la precocità di questo suo progetto per una scuola di architettura che inizialmente avrebbe dovuto realizzarsi in partnership con l'ateneo patavino. La proposta fu anche approvata dal Ministero negli anni novanta dell'Ottocento, ma non decollò per mancanza di fondi.

A tutto questo suo attivismo istituzionale si aggiungano altri aspetti meno noti della sua complessa biografia: le ricerche sulla storia della scienza incentrate sulla figura di Benedetti, e soprattutto gli studi di geometria analitica e proiettiva di cui fu docente prima nelle scuole superiori poi nell'Università. Devono poi essere citate le sue consulenze in materia di statica degli edifici storici e in particolare dei campanili veneziani, all'indomani del clamoroso crollo della torre marciana (1).

Sandro Callerio


(1) «Presentazione» in L'opera di Giovanni Bordiga nel risveglio culturale di Venezia tra fine Ottocento e inizio Novecento - Ateneo Veneto, Venezia 2014.