VITA DELLA SOCIETÀ   [BSPN LXXI [1982] n.2 - pp. 315-317]

Sabato 4 dicembre si è tenuta l'annuale assemblea sociale, in seno alla quale la prof. Maria Franca Baroni ed il dott. Alfredo Papale hanno offerto agli uditori due pregevoli saggi di ricerca, che — opportunamente completati — figureranno nel prossimo fascicolo.
Qui riportiamo uno stralcio della comunicazione rivolta ai Soci dal Direttore [Mario Crenna n.d.r.] del Bollettino.

...Cercando di investirmi dell'incarico affidatomi, mi sono riletto ciò che ebbero a dire i precedenti direttori.
Ad esempio il prof. Viglio, nel 1917, si esprimeva così: «Ricordando G.B. Morandi nel secondo anniversario della sua morte, stretti intorno a questo Bollettino come ad un vessillo pacifico modesto e tenace, continuiamo l'opera di ricerca e di studio intorno ad un passato redento da ogni passione e composto in calma. Il Bollettino risorto per cooperazione intelligente di enti e di colti cittadini ha visto crescere intorno le simpatie e le adesioni. Nel nome di Morandi ognuno di noi vuole continuare nell'opera buona e bella di tener vivo questo piccolo fuoco sacro sull'altare della nostra città beneamata».

In questo fraseggio ho colto il pendolarismo di quella efficienza in cui si evidenzia la vita della Società. Ma quale Società?

Le difficoltà erano queste in origine: «...Si ondeggiava tra la fondazione di una società di cittadini colti, quella di un giornale letterario, di una rivista storica e la costituzione di un fondo per incoraggiare e sussidiare le pubblicazioni di giovani studiosi».

Questo si scriveva nel 1915; voi sapete che il Bollettino è stato fondato nel 1907. Allora «l'idea di una rivista dignitosa di argomento storico sembrò meno presuntuosa e rischiosa».

A prescindere dai momenti politici, oggi possiamo dire che una rivista dignitosa non può essere evidenziatrice di una società di cittadini colti intesa come una specie di clan di sapienti, in quanto assistiamo ad una enorme proliferazione di curiosità e di impegni singoli, spesso divergenti o per lo meno dispersivi (dispersivi dal punto di vista di un ricercatore di cose novaresi, defatigato metodologicamente dalla quantità delle piste).

Un altro grosso limite è quel profetismo per cui nemo propheta in patria, ed al quale fa da corollario la scarsa possibilità di smunire l'altro grosso inciampo del «Lei non sa...».

Pure corrosivo del valore di un Bollettino per la Provincia di Novara (provincia, quindi provinciale, il che non significa provincialismo) è il rischio — a livello metodologico — di esaltare in gigantografia il dato storico, in presenza di una certa velocità di intraprendenza rispondente a non so quale malinteso pluralismo, col risultato di spiazzare fortemente la scientificità della ricerca.

È pure sottile la tentazione di emanare fonti come frutto di una esaltante compilazione entro la quale può annidarsi una suggestione di scuola, di indirizzo, di interpretazione, maldestri sostitutivi alla sana diagnostica storica.

Se mi avete seguito in queste parole inutili, capirete l'innovazione che maturava nell'aria, logicamente: collegarci cioè con un comitato scientifico che rispondesse allo scopo
— di una revisione benevola, affinchè il particolare non scenda al particolarismo e la curiosità non si tramuti in funambolismo, trattandosi qui di un bollettino che intende mantenersi al di sopra del livello di prodotto dilettantesco, pur non arrogandosi la pretesa di movenze da edizione critica; esso si equilibra tra curiosità scientifica e tollerabile palestra di aneddotica.
— Un secondo fine è di ottenere il suggerimento di tipo monografico, onde evitare lo scadimento a miscellanea di disparati argomenti.
— Essenziale, mediante le personalità componenti detto comitato, avere un aggancio con le correnti universitarie ... in modo tale che «questo focherello fatto con legna nostra», come piace affermare al nostro Presidente, sia una combustione di buona qualità calorica ... L'aggiornamento o la segnalazione che ce ne può derivare permetterà indubbiamente di sostenerci in quello scambio che il dott. Papale ha incrementato con enti culturali di varia specie e che ci vanno rifornendo di produzioni estremamente valide, di fronte alle quali non possiamo permetterci di sfigurare...

Se ne avvantaggerebbe anche il rapporto «interno» con tutta la rete di biblioteche e librerie della nostra provincia, alcune delle quali sono autentici cenacoli a cui fanno capo molti ricercatori locali, sia pure sostenuti dall'interesse di un editore: individuare tali ricercatori, coordinarli, persuaderli che il ricorso alla nostra società può senz'altro somministrare loro un valido aiuto di verifica, suggerimento, confronto e ambientazione per il loro studio, in modo tale che — attraverso loro — possa essere riproposto e coordinato il patrimonio culturale novarese non più visto a tasselli ... Un ricercatore a noi esterno sarebbe invitato a collazionare agevolmente i dati che la buona volontà, l'intuizione, l'acume o — se si vuole — l'artigianato locale posso avere evidenziato.

... Ci si potrebbe in tal modo tirar fuori dallo scoop giornalistico e fare storia ed alimentare un insieme di ricerca meritevole.

Anche qui mi rifaccio allo stile del Morandi, fondatore del nostro Bollettino: «il suo odio erano la contraffazione, la finzione, la volgarità, l'arrivismo, l'esibizionismo e ogni sorta di ciarlataneria che urtava tremendamente la sua sensibilità. Non ebbe ambizioni politiche e rifuggì da schermaglie e da lotte».

Se vogliamo tener fede allo spirito di codesti fondatori, varrebbe la pena di valutare la portata delle innovazioni, se così le vogliamo chiamare ...

L'impostazione del presente Bollettino riflette siffatto presupposto ... Anche il settore «Note e commenti» risponde all'intenzione di raccogliere i dati sparsi, spesso patrimonio di curiosità locale: riprendendole da informazioni giornalistiche frutto di momentaneo e presto bruciato interesse riflettente il bisogno di battere sul tempo, le notizie sono state da noi girate ad esperti che — con obiettività — le hanno trasformate in informazioni più meditate e consistenti.

A dimostrazione della nostra apertura ai gruppi che lavorano nel campo delle discipline storiche, con i quali assolutamente non entriamo in tenzone, stanno le relazioni che anticipano di molto, in attesa degli atti, convegni storici di associazioni parallele alla nostra.

Come nota di redazione, in questo quadro di intenti, abbiamo voluto fornire ai nostri lettori un corredo maggiore di quanto non possa essere un semplice invito: uno stelloncino sul Frasconi, visto da noi proprio nello spirito della nostra Società, di «assommare»; così come il Frasconi è stato una figura non chiusa in serico bozzolo, bensì catalizzatrice di tutti gli spiriti migliori del suo tempo, ai quali somministrò le proprie (come lui diceva) opericciole.

[La redazione, dicembre 1982]

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