Anna Maria Gavello
Ugo Ferrandi esploratore novarese

Dapprima quale componente della spedizione Franzoi (1886), poi su committenza della “Società di esplorazione commerciale”, muovendo dalla costa somala si inoltra allo Harrar (1886-89), a Mansur (1891), a Barbera (1893), a Kisimajo (1895), concludendo con la reggenza (1895-97) della stazione commerciale di Lugh sul Giuba. La serie di intraprese, ricostruita in base a missive, reportages e memorie del Ferrandi può ben dirsi equivalente al tipico diario di un esploratore, denso come è di dati scientifici di ordine geografico, etnografico ed etnologico.

Mario Nagari
Gaetano Cobianchi...

Tipico personaggio risorgimentale, liberale marcatamente antiaustriaco: dal coinvolgimento nelle vicende antiborboniche del 1820-21 nel Napoletano, alla spedizione da Marsiglia nel 1831 in soccorso agli insorti della Emilia-Romagna; per 45 anni esule in Francia avendo per coerenza rifiutato lo indulto emanato nel 1838 dallo imperatore Ferdinando I; a Parigi agente confidenziale del governo sardo nel 1847-1848, e segnatamente frequentatore degli ambienti di diplomatici, aristocratici e letterati. Una originale rivisitazione di epoca: dalle cospirazioni settarie della Carboneria ai moti mazziniani, alle istanze riformatrici e statutarie albertine.

Alfredo Papale
L’Istituto De Pagave ed il pauperismo a Novara nell’Ottocento

Utilizzando il fondo archivistico, finora del tutto inedito, di detto Istituto, ne vengono compiutamente evidenziate le benemerenze nel campo assistenziale di municipalità e cittadinanza, a partire dal 1831 per oltre un secolo e mezzo, dalla “Pia Associazione pel provvisorio mantenimento dei Poveri” alla “Civica Casa d’industria e di ricovero pei Poveri”, al “Civico Istituto De Pagave”.

Roberto Poli
La Confraternita della SS.Trinità...

Una singolare pastoralità confraternale cittadina espletata nella assistenza sanitaria ed ospedaliera per indigenti e pellegrini tra Cinquecento e Settecento, con riferimenti inediti al Collegio dei notai ed alle Università dei fornai e dei sarti.

Luigi Bulferetti e Mario Crenna
Quintino Sella e la provincia di Novara

Il periodo considerato corrisponde alla presenza di Q. S.nel Consiglio provinciale di Novara (che allora amministrava anche il Vercellese ed il Biellese). Nel volume sono riportate le relazioni prefettizie, le sessioni consiliari e gli oggetti trattati: viabilità stradale e ferroviaria, canali irrigatori, il problema del manicomio provinciale e della pellagra, la assistenza agli esposti, la istruzione tecnica, la istituzione della Camera di Commercio. Completano lo studio un profilo biografico di tutti i membri del Consiglio provinciale per gli anni 1862-1884 e gli indici onomastici e toponomastici.

Serie delle 17 carte topografiche degli Stati Sardi relative all’antica provincia novarese

Nella revisione voluta da Quintino Sella ed operata dallo Istituto Topografico Militare di Firenze nel 1875-76 sulla carta topografica degli Stati Sardi, eseguita dagli ufficiali del Corpo Reale dello Stato Maggiore nel 1851, in scala 1:50.000. Fotoriproduzione uscita dalle Officine Grafiche De Agostini, con presentazione di Massimo Quaini.

Mario Crenna
Agli albori della burocrazia fiscale...

Una imponente operazione censitaria articolata su misurazione, notificazione, determinazione dei valori di estimo di beni fondiari e di proprietà immobiliari, nella attesa di imbrigliare anche gli imprendibili redditi mercanteschi.
Varata ufficialmente nel 1549, procedé per tappe, interrotta da incresciose calamità belliche e fastidiosamente attardata da lesive diatribe tra province città e contadi avversanti con cavilli e renitenze la intraprendenza burocratica con cui lo Stato “patrimoniale” intendeva autodefinirsi. Non era bastato che dal problematico “domicilio fiscale” di concezione viscontea (inficiato da capziosità metropolitana, corporativismi cittadini, marginalità di ordinamenti dei contadi, discriminanti prerogative ecclesiastiche) mediante notificazioni si pervenisse nel 1524 al nuovo libro catastale, mirante a sopperire con inoppugnabile acribia esattoriale al collasso erariale provocato dagli alloggiamenti dello esercito cesareo entro i confini del Ducato. La ripartizione di taglie, magazzeni, esazioni forzose di donativi (in più, per Novara, la regalia per la sua promozione a Marchesato), supinamente calcolata sulle arbitrarie contribuzioni vigenti (contestate e tacitate con estemporanee egualanze), rese indifferibile lo aggiornamento amministrativo mediante estimo generale del Ducato.
Alla minuziosa classificazione agraria seguì una sintomatica riluttanza al “fisco espropriatore” da parte di una crescente imprenditorialità, esplicitata dallo accaparramento delle “terre da riso” e dal costituirsi dei “consorzi di acqua” tra ottimati quali i Gallarate, Cattaneo, Caccia, Parpaglione: sintomo manifesto di una ribaltata connotazione patrimoniale cittadina.
La complessità del censimento varato da Carlo V è evidenziata nelle tavole, tra le quali:
(a) Tassa fatta per lo anno 1541 per ciascun moggio di terra dil Novarese cioè lo Arabile;
(b) 1548. Dal primo libro dello estimo catastale di Novara: proprietà fondiarie “civili” in Città, Corpi Santi e Contado, misurate in moggia;
(c) Presenza dei beni fondiari civili (a.1548) ed ecclesiastici (a. 1558) nelle località del Contado e in Corte;
(d) 1548. Ripartizione della proprietà fondiaria nella area dei Corpi Santi;
(e) Misure del territorio novarese, in occasione dello estimo generale dei beni stabili per lo Stato Milanese (8 squadre + i Corpi Santi);
(f) 1551. Misure dei beni ecclesiastici ripartiti per colture, squadre e Corpi Santi;
(g) 1558. Summario dei beni ecclesiastici à Terra per Terra (notificati dai consoli delle comunità);
(h) 1558. Possedimenti di Ordini religiosi e caritativi nel Contado novarese, alle quali fanno seguito 9 tavole relative al «modo di far un sol prezzo a cadauna qualità di ciascuna Città senza dividere à Plebe et à Squadre».

Daniela Giarda
La ricostruzione del movimento sindacale nel Verbano e nel Cusio dal 1943 al 1948

Di base: le documentazioni esistenti presso gli archivi degli Istituti storici della Resistenza in Piemonte e di Novara, come pure della Camera di commercio cittadina, con riscontro di testimonianze orali. Di sfondo: due aree con propria connotazione economico-sociale, con tradizione ed organizzazione sindacale prefascista, poi clandestina in chiave antifascista, rispettivamente diversificata dal grado di incidenza del P.C.I. Trattazione centrale: il tracciato operativo sindacale nello specifico del comprensorio Cusio-Verbano, rapportato alla linea nazionale per coglierne consonanze e difformità lungo questa sequenza di eventi: scioperi del marzo 1943; accordi contrattuali dello autunno 1944 in clima di Repubblica sociale; accordo interconfederale del dicembre 1945; conflitti emersi nella classe lavoratrice alle prese con il rinnovo dei contratti nazionali e correlata mediazione sindacale nel 1946; declamato malessere di partigiani e reduci a Liberazione avvenuta; emergenze provocate da involuta dialettica tra organismi, industriale e sindacale, nel 1947 sfociate nella scissione del sindacato unitario con piena adesione delle commissioni interne, portavoci della base operaia locale, alla C.G.I.L

Giuseppe Capris di Castellamonte
Relazione generale...

Il Capris, nobile canavesano, nel ruolo di Intendente sabaudo per i Territori di nuovo acquisto a seguito delle paci di Vienna (1738) e di Aquisgrana (1748), fornisce agli Uffici centrali (in specie allo Ufficio Generale delle Finanze) relazione sulla situazione finanziaria ed amministrativa a seguito del trapasso dal secolare ordinamento milanese alla situazione vigente nel comprensorio sabaudo.

Giuseppe Ferraris
Gualdi e Gazzi...

Una ricognizione storica sorprendente per ineccepibile analisi e densità di dati archeologici, documentari, agiotoponomastici.
In una panoramica a tutto orizzonte Ferraris fa rivivere la organizzazione politico-militare longobarda dagli arimanni ai fanti, le consuetudini abitative dalle corti alle “stodegarde”, le costumanze e la religiosità espressa nel culto di S.Martino, S.Giorgio, S.Agata e S.Michele, in parallelo con situazioni cultuali tuttora persistenti, con costante riferimento corografico. Suggestivi gli spunti di indagine su limes longobardo, derivazione dei primi comuni rurali come Biandrate, invasione dei Burgundi, antiche pievi di Palazzo, Quadrata, Pombia.
Lo studio è corredato dal dizionario di cose inconsuete e di voci obsolete,oltre che dagli indici dei nomi di persona e di luogo.

Antonello Rizzi
Il sobborgo cittadino della Bicocca...

Una compendiosa informazione storica, mirata alla circoscritta individuazione del sobborgo, fa da premessa alle due distinte parti di ricerca, concernenti rispettivamente lo assetto demografico (desunto prevalentemente da fonti ecclesiastiche: registri di battesimo-matrimonio-morte, nonché “stati d’anime”) e il regime fondiario in connessione ai rapporti sociali (utilizzando il catasto Teresiano, lo altro del 1771, un colonnario del 1835, un censimento degli anni 70 di quello stesso secolo). Partitamente, i registri parrocchiali sono serviti per formulare indici di natalità e sua stagionalità, periodicità e tassi di mortalità (in specie infantile); incrementi e stasi stagionali dei matrimoni, età e grado di alfabetizzazione dei contraenti. Complementari sono i dati derivati dagli “stati d’anime”: consistenza parentale dei “fuochi” e loro composizione (nucleare, estesa, multipla, individuale), presenza numerica e struttura professionale correlata al tasso di mascolinità, mobilità e correnti migratorie correlate a crisi pestilenziali, epizootiche ed epidemiche. Nella seconda parte, relativa alla proprietà fondiaria (piccola, media e grande – nobiliare, ecclesiastica e livellaria), ne viene illustrata la evoluzione fra Settecento ed Ottocento, a seconda dei tipi di coltura, tenendo conto altresì dei processi inflazionistici del Settecento, delle sconcertanti liquidazioni del patrimonio fondiario ecclesiastico in epoca napoleonica. In chiusura, i contratti ed i protagonisti della attività produttiva; una rievocazione di “tiletti di affittamento”, capitolati, migliorie, rendiconti, appendizi, con protagonismo (decrescente) di fittabili, mezzadri, massari, salariati e stagionali.

Vincenzo D'Errico
Alle origini del credito popolare in Italia...

Un excursus introduttivo: dalle prime società di mutuo soccorso del decennio cavouriano – di antica tradizione corporativa ma di innovativo liberismo mirante ad armonizzare capitale e lavoro, rette e finanziate con i contributi dei soli associati – alla istituzione di piccole attività creditizie, nella seconda metà dello 800 – che affranchino da umiliante beneficenza pubblica e privata, dalla tirannide del Monte di Pietà, dalla abiezione della usura – alla promozione, auspicata dal Luzzatti, di «credito e banche popolari» incentivando mutualismo e cooperativismo. E ciò, seppure con estrema cautela, nel raccogliere e remunerare infiniti rivoli di piccoli risparmi, e soprattutto nella politica degli impieghi a salvaguardia dei soci. Ciò premesso, segue lo iter della fondazione della Banca Popolare di Novara e del suo autonomo inserimento in un tessuto economico che, prevalentemente agricolo, ha già in sé le premesse per un accelerato sviluppo negli ultimi decenni del secolo.

Enrico Marini
Un Novarese in Somalia. Ugo Ferrandi...

Con prefazione di G. Finazzo. Il corposo carteggio autografo che l'Archivio di Stato di Novara inoltrò nel 1931 a Firenze in occasione del primo congresso di studi coloniali per l'allestimento di una mostra, poi dirottato su Roma ed archiviato presso il Museo dell'Istituto Italo-Africano, e finalmente sessant'anni dopo là rintracciato e riscattato dall'oblio, ha consentito di riconsiderare con più immediatezza il “caso Ferrandi”. Un'azione, dapprima esplorativa e poi coloniale, tra componenti etniche eterogenee, entro un mondo mussulmano diffidente verso l'infedele, intransigente verso infiltrazioni di culture estranee alle norme coraniche essenziali, che diede singolare autorevolezza al «padre e signore Ferrandi»: così l'ingenuo ed affettuoso riconoscimento indigeno. Pur dovendo far capo a società geografico-commerciali vincolate al benestare del governo italiano, allora sceso in campo con propositi di espansione entro un contesto di altrui presenze concorrenziali – vicenda qui compiutamente rievocata con inappuntabile ricostruzione storica – l'operosità del Ferrandi evidenzia quanto egli si mantenesse a margine d'ogni arrembaggio colonialistico. Un'azione umanitaria tale che (come ebbe a constatare il noto geografo Dalla Vedova) «era sufficiente dirsi italiano per essere [allora!] bene accolto da quelle popolazioni».

Massimo Firpo e Dario Marcatto
Giovanni Morone e Lorenzo Davidico. Gli incerti del reformare sacra per homines...

Alto prelato di Curia e vescovo di Novara, il Morone, intellettualmente consapevole dell'esigenza di un profondo rinnovamento istituzionale, non precluso alle istanze delle dottrine riformate, alle prese con il barnabita Davidico, inopportunamente fatto vicario e visitatore, nonché “predicatore apostolico”, segnato da ambiziosità ascetiche debordanti in velleitarismi rigoristici pretestuosamente ricondotti alle direttive conciliari di Trento.
Dalla disparità allo scontro: disciplinanti censure da parte del Morone, sue ambiguità pastorali denunciate al Sant'Uffizio dal Davidico.
L'incartamento del processo seguitone rende edotti di quali incongruenze fosse allora inficiato il reformare sacra per homines nella Chiesa novarese maculata da carenze, abusi, incuria dei suoi “curatori d’anime”.

Aa. Vv.
Lago Maggiore, settembre 1943

Testimonianze dirette che documentano il delittuoso antisemitismo dell'epoca fornite da: Aldo Toscano, L'olocausto del Lago Maggiore (settembre-ottobre 1943); Mario Campiglio, Ancora una testimonianza; Teresa Cantoni Gattico, Arona, 15 settembre 1943. A Villa Cantoni (testimonianza orale).

Paola Conti
Per una localizzazione del culto di Mercurio nella Regio XI

Queste le fonti reperite:
67 testi epigrafici, per lo più di aree e cippi votivi,
28 “pezzi” archeologici, in prevalenza bronzetti e lucerne figurate.
L'appariscente esiguità numerica rispetto al comprensorio della romana Regio XI, equivalente all'insieme di Lombardia occidentale, Piemonte a nord del Po, e Valle d'Aosta, trova compensazione nella pregnanza dei dati che l'accurata schedatura – prossima alla decrittazione – ha saputo evidenziare con questa ripartizione storiografica:
1) qualifiche cultuali ed iconografia di Mercurio, per i Romani dux viarum ossia nume tutelare dell'attività commerciale, per i Galli inventor artium et dux itinerum: un'assimilazione derivante da sincretismo religioso, sintomatico di una progrediente romanizzazione. Classica la figurazione di Mercurio con caduceo e borsa del denaro; in assonanza quella gallica del dio affiancato da Rosmerta dea dell'abbondanza con caduceo e cornucopia; presente la triade delle dee Matrone a significare sovrapposizione cultuale e persistenza di tradizioni celtiche;
2) onomastica e categorie sociali dei dedicanti (con prevalenza maschile): dagli ingenui con rilevanza dei tria nomina ai liberti facoltosi commercianti, agli indigeni dal solo cognome di matrice celtica; un'affinità cultuale a tutti i livelli sociali, supponibile riflesso di comunanza civica, peraltro riscontrabile nelle motivazioni delle dediche (dal voto del liberto per l'ottenuta emancipazione a quello del funzionario promosso ad augustale).
Una mappa dei luoghi di culto redatta in base ai rinvenimenti epigrafici ed archeologici consente di ipotizzare come probabili “santuari” del culto di Mercurio in età romana le località di Suno ed Arcisate.

Giovanni Biancardi
Diario storico della 1ª Divisione Ossola «Mario Flaim» di Armando Calzavara

Diario rimasto dattiloscritto, il cui autore, su incarico dell’Ufficio Stralcio del Comando Generale C.V.L. è il comandante stesso «Arca» della Divisione «M. Flaim». Episodicamente denso, ad iniziare dall'8 settembre ’43, con le intricate vicende delle prime bande del Verbano Cusio Ossola di volta in volta indotte a costituirsi in aggregazioni sempre più complesse: le brigate «Valgrande Martire» e «Cesare Battisti», e infine, nell'aprile '45 la Divisione «Flaim». Un'ardua stesura per chi doveva approntare un resoconto autenticamente storico di accadimenti che l'avevano direttamente e costantemente coinvolto.

Mario Crenna
Le avventure e i disastri di Rosina Antonio Maria Secondo Eustachio...

Annotazioni pressoché quotidiane di un ventenne (classe 1791) caporale del V Reggimento dell'XI Corpo della Grande Armata napoleonica impegnata nella cosiddetta “battaglia delle Nazioni” culminata nella sconfitta di Lipsia del 10 ottobre 1813: un percorso di guerra che, iniziato a Bolzano il 6 novembre 1812, dal Tirolo si protrasse alla Prussia, e dalla Polonia alla Renania, fino al rientro al natio paese di Borgolavezzaro il 2 maggio 1814.

Mario Crenna
1543-1602. Così si evolse la fiscalità di Stato

Con le appendici:
–1548. Esercenti della Città di Novara
–1562. Lista del valimento mercimoniale
– Il traffico di merci a Novara nell’anno 1580: I tre metodi di calcolo del valore mercimoniale delle Città
–1608: Apparato mercantile della Città.
La ricerca costituisce la parte conclusiva dello studio Agli albori della burocrazia fiscale. Il censimento di Carlo V nella provincia di Novara (BSPN 1987-88).
Vi si esamina l'affermarsi del corporativismo mercantile, refrattario a procedimenti fiscali desumibili da accertamenti governativi.

San Carlo a Cannobio

Interventi di G. Zaccheo, Premessa al convegno; A. Quacquarelli, Prolusione al convegno; A. Paredi, Profilo di San Carlo; A. L. Stoppa, L’ultimo viaggio di San Carlo e la tappa a Cannobio; A. Zammaretti, Le numerose presenze di San Carlo a Cannobio e nella sua Pieve; T. Valsesia, Riandando per la “strada Borromea”.

Nel IV centenario di Carlo Bascapé vescovo di Novara

Interventi di: Claudio Costantini, Gli insegnamenti della Controriforma; Massimo Firpo, Il cardinal Giovanni Morone tra Riforma e Controriforma; Mario Fois, La Riforma dei vescovi al Concilio di Trento. Una cesura tra due epoche; Sergio Pagano, Linee di governo episcopale di Carlo Bascapé (1593-1615); M. Firpo, Concludendo: due storiografie a confronto; S.Pagano, Saggio per una bibliografia ragionata di Carlo Bascapé.

I 900 anni del Comune di Biandrate

Interventi di Gian Savino Pene Vidari, Carte di franchigia e “carta blandraina”; Aldo A. Settia, L’incastellamento nell’Italia del nord nei secoli IX-XIII; Renato Comba, Sviluppo dell’economia rurale nell’Italia comunale (registraz.); Francesco Panero, L’origine del comune nell’Italia nord-occidentale. Aspetti sociali e trasformazioni istituzionali; Enrico Rizzi, Dalla piana novarese agli alpeggi del Monte Rosa. Luoghi e vicende dei conti di Biandrate.

Alfredo Papale
I regesti di Sant’Agata di Novara in un volume dell’Archivio Molli

Regestazione (di anonimo archivista) di 175 documenti risalenti ai secoli XII (1), XIII (36), XIV (68), XV (63), XVI (7) + uno non datato: tutti relativi al monastero di S.Agata, in origine dell’ordine degli Umiliati, ad inizio ’400 su istanze riformatrici passato a quello francescano di S.Benedetto, e nel 1514 posto sotto giurisdizione dei Canonici Regolari di S.Agostino della Congregazione Lateranense. Una vicenda che si evidenzia nei documenti con coinvolgimento di magistrature cittadine e di apparati notarili entro l’immancabile corredo di acquisizioni, permute e trapassi di proprietà fondiarie, affittanze enfiteutiche o livellarie, con dovizia di riferimenti topografici e toponomastici

Mario Crenna
Liber omnium benefitiorum Civitatis et totius Dioecesis Novariae...

Compilato per la riscossione della decima papale del 1546, il Liber elenca dettagliatamente ed al gran completo le componenti dell’apparato beneficiale della diocesi novarese: nominativi e qualifiche dei prebendati, ammontare dei rispettivi redditi, tipologie dei proventi, dalla Mensa episcopale ai semplici clericati, ai giuspatronati, fino alle oblazioni derivanti dalle singole località (specificandone il numero dei gruppi famigliari e degli abitanti).

Maria Franca Baroni
Novara e la sua diocesi nel Medioevo attraverso le pergamene dell’Archivio di Stato

Trascrizione di 142 pergamene, dal marzo 1183 al maggio 1400, corredate di regesto, apparato critico, indici analitici dei nomi delle persone e dei luoghi. Nella premessa, le vicende delle pergamene e la loro provenienza archivistica sono illustrate da Giovanni Silengo.

Maria Franca Baroni
L’Ospedale della Carità di Novara...

Edizione del corpus di 243 documenti (con regestazione, note critiche; indici di persone e di luoghi) contenuti in copia nel Codice Vetus, dall’agosto 1153 al dicembre 1339, relativi a diritti e possedimenti in città e vicinanze, amministrati dall’Ospedale della Carità. In apertura, l’ampia informazione di Giovanni Silengo sull’organico dell’archivio dell’Ospedale e sugli ordinamenti archivistici, dall’inventario del sec.XVI fino a quello attuale.

Mario Crenna
Fonti archivistiche: il fondo pergamenaceo di San Vittore di Cannobio

Dalla regestazione delle 79 pergamene (1215-1787), circoscritto patrimonio documentale riposto nell’archivio prepositurale di Cannobio, si riaffacciano i patronimici, le locuzioni vernacole, i toponimi, nonché i ricorrenti nomi dei casati “nobili” illustrati da GioFrancesco del Sasso Carmino nell’Informazione istorica del Borgo si Cannobio. Numerosi i riferimenti alla gestione della caneparia o fabbriceria della “chiesuola confezionata” nel giro d’anni dal 1332 al 1480 per i “Vicini” dell’impervia località di Carmine: gestione che si tradusse in acquisti e contratti enfiteutici, affittanze livellarie ed investiture massarezze, capitolati e lettere monitoriali di scomunica per inadempienze, intimazioni consolari per morosità, in un panorama agrario contrassegnato perlopiù da olivi, salici, castagni e pergole di viti. Storicamente rilevante un dossier che attesta il perdurante obbligo, imposto per sentenza emanata nel 1183 agli homines de Machagno et de Valvedascha, di contribuire con decima alla “fabbrica” della chiesa matrice (e per loro “battesimale”) di S.Vittore, alla costruzione del suo campanile e alla provvista di campana. Altrettanto significativa dell’involuzione di fine secolo la Bolla con cui Gregorio XIII prescrive l’assegnazione delle rendite della vacante abbazia di S.Eusebio all’indigente Mensa canonicale di S.Vittore, già proposta da Carlo Borromeo.

Mario Crenna
Fonti archivistiche: il fondo pergamenaceo della ex Fondazione Galletti di Domodossola

La regestazione del fondo documentale depositato presso l'ex Fondazione, ora parte integrante della Biblioteca Antica e proprietà del Comune di Domodossola, è servita a ridefinirne la cronologia imperfetta suggerita da vecchia schedatura, oltre a chiarirne la consistenza numerica così ripartita: Ossola inferiore (docc.3, 1440- 1503); Valle Anzasca (docc. 32, 1401-1644); Domodossola e dintorni (docc. 68, 1392-1739); Valle Divedro (docc. 8, 1444-1607); Valle Antigorio (docc. 9, 1377-1621); Valle Vigezzo (docc. 68, 1374-1704), oltre a 7 docc. extraterritoriali ed extravaganti (1400-1782). Tra le regestazioni di atti di locazioni, vendite, fittanze d'ambiente e costume ossolano, tipiche disposizioni testamentarie e assegnazioni dotali nonché prebendali stanno segnalate in trascrizione: la credenza di tutta la Valle tenutasi nel 1544 per accordarsi sulla spesa di un ricorso a Carlo V onde ottenere conferma imperiale delle libertà altra volta concesse dal Conte di Virtù; la serie di garanzie professionali richieste e date sotto giuramento nel 1656 al vescovo di Sion da un notaio all'atto di sua nomina. Con commento a margine viene segnalata la sparizione di almeno 30 pergamene confermata dalle superstiti schede del loro anonimo regestatore, dai tratti graficamente ottocenteschi, di discreta frequentazione paleografica ed autore di argute postillature (forse Guido Bustico?).

Mario Crenna
Gli Statuti di Valle Antigorio. Un cimelio storico

Riprodotti dalla edizione ginevrina del 1685, stanno a testimoniare l’insofferenza secolare della comunità d’Antigorio, incuneata tra Vallesi e Svizzeri, alle sudditanze politiche viscontee, sabaude e sforzesche, come già alle cupidigie dinastiche o mercantesche – di Francesi, di Imperiali, di Eidgenossen – subentrate alle arcaiche “mungiture” feudaliche comunali e vescovili.

Iscrizioni antiche novaresi

Opera inedita (msS.in Biblioteca Civica di Vercelli). Previa introduzione storico-critica, l’A. cita e commenta: i 45 “marmi novaresi” collocati nel claustro della canonica della cattedrale novarese, 37 iscrizioni rinvenute (o citate da autori classici) in città; 53 in varie località della diocesi, con l’aggiunta di 14 iscrizioni primeve cristiane della Chiesa novarese.

Carte antiche del monastero di Sant’Agnese di Novara...

«Preziosissime carte antiche già dell’archivio del monistero di S.Agnese di Novara dell’ordine di S.Chiara, state salvate dal comune naufragio nella soppressione fatta dal cessato Governo [napoleonico] e donate a me cerimoniere Frasconi per conservarle dalla madre badessa Calderara». Tre le serie di sue regestazioni dal 1079 al 1309 (docc. 1-134); dal 1309 al 1425 (docc. 135-300); dal 1425 al 1643 (docc. 301-359). Ovviamente costellato da atti di vendite, permute, locazioni, quietanze e diffide, decime e proventi prebendali, vi sta documentato il protagonismo di una prima comunità claustrale cluniacense residente nel monastero di S.Pietro a Cavaglio, «monache nere d’abito non meno che di costumi» e perciò riformate dal vescovo Sigebaldo Cavallazzi, sostituendole con altre dell’ordine osservante di S.Chiara, poi trasferite in tempi calamitosi nei monasteri cittadini di S.Pietro, di S.Nazaro, di S.Domenico e di S.Agnese.

Topografia antica di Novara e suoi sobborghi

Opera inedita dell’insigne paleografo novarese (1754-1836). Attraverso i documenti dei vari archivi da lui riordinati l’A. dà preziose informazioni su case, piazze, vie e istituzioni laiche della città.

Documenti risguardanti le chiese, monisteri, conventi e spedali già esistenti in Novara...

Altra fondamentale opera inedita dell’insigne paleografo novarese, che attraverso i documenti dà preziose informazioni sull’apparato ecclesiale della città.

Mario Crenna
Archivio della Veneranda Confraternita di S.Giovanni Battista...

«... una confraternita che per la venerabile antichità sua le altre tutte sorpassa... per gli amplissimi suoi privileggj in nulla cede di splendore alle più cospicue d’Italia...». Così il Frasconi nel dar resoconto del compiuto riordino dell’archivio confraternale nel corposo volume Esposizione delle carte d’archivio. Vi premette una circostanziata panoramica storica a principiare dalle primitive pie aggregazioni affermatesi nel sec.IV. Dalla catalogazione documentale in 17 ripartizioni viene posta in risalto la prestanza e la multiforme operosità della confraternita pur entro vicissitudini d’epoca e conflittualità cittadine.

Giovanni Battista Morandi
Il Castello di Novara dalle origini al 1500

Opera del 1912 (riprodotta in ediz. anastatica): una trattazione storico-architettonica ampiamente documentata.

Giovanni Battista Morandi
Contributo alla storia del vestire nel Medioevo

Riprodotto in ed. anastatica da BSPN 1923, il saggio può definirsi un “auspicato ed erudito glossario” (tale l’impostazione editoriale): alle singole voci d’abbigliamento ricorrenti dal ’300 al ’500, collezionate su autentica “spigolatura” tra guardaroba castellani, corredi nuziali, campionari mercanteschi, nonché attingendo a memorie diaristiche e fonti letterarie d’epoca, stanno abbinate allusive dissertazioni evocatrici di criteri e costumanze di vita vissuta.

Francesco Pezza
L'Ordine Mortariense e l'abbazia mitrata di S.Croce

Edita nel. 1923, la ricerca concerne l’ordine monastico di regola agostiniana e di matrice aristocratica fondato nel 1080 da prete Adamo da Mortara (Pavia), ideatore del complesso abbaziale di S.Croce con consistente accredito fondiario, ben presto inserito tra Cistercensi e Cluniacensi quale polo di spiritualità e di studi teologici; avvalorato poi da crescenti aggregazioni di priorati, prepositure, chiese ed ospedali in più province piemontesi, liguri e lombarde; vieppiù connotato da rimarchevoli diplomi imperiali e da ingente patrimonio terriero fruttuosamente gestito mediante apparato irrigatorio, bonifiche, coltura intensiva, conduzione mezzadrile e colonica. Al suo protagonismo entro la complessità della vita pubblica dei secc. XII-XIV seguì il declino, causato da nepotismi ed usurpazioni fino all’obliterante fusione con la Congregazione Lateranense, sanzionata da Bolla pontificia nel 1449.

Carlo Nigra
Torri castelli e case forti del Piemonte...

Edita in occasione del Congresso della R. Deputazione Subalpina di Storia Patria tenutosi a Novara (16-18 settembre 1937), l’opera (riprodotta in edizione anastatica, con 112 pp. di fotografie e disegni dell’A.) contiene una sintetica ed accurata documentazione storica ed illustrativa di quanto esiste in merito sul territorio novarese, costituendo quindi un insostituibile strumento d’informazione e di studio.

Silvio Pellini
Le fortificazioni di Novara

Apparso a puntate sulla “Gazzetta di Novara” nel 1902 (nn. 471-524), successivamente edito come volume a sé stante, lo studio prende in esame le fasi progressive di munizionamento della città dall’epoca romana, alle concessioni imperiali (di Enrico V) di mura e torri, alla costruzione del castello (Francesco Torriani), alle fortificazioni viscontee e sforzesche, fino alla svendita governativa delle aree fortificate nel 1800.

Ferdinando Gabotto
Per la storia del Novarese nell’alto medioevo...

Già comparsa in 3 puntate sul “Bollettino storico” negli anni 1917-18, l’opera costituisce un’approfondita e dotta disamina del mondo laico ed ecclesiastico novarese in epoca alto-medievale, condotta in base a dettagliata analisi dei documenti d’epoca.

Augusto Lizier
Le scuole di Novara ed il Liceo-Convitto

Edita nel 1908 in occasione del 1° centenario del Liceo-Convitto di Novara, l’opera è un eccezionale excursus storico dai primordi educativi della Romanità fino alle esperienze didattiche contemporanee all’A., mediante individuazione e ricognizione critica delle fonti.

Filippo M. Ferro
La storia di San Lorenzo al pozzo...

In 8° grande, con 13 illustrazioni in b/n.

Raul Capra
La basilica di San Michele di Oleggio

In 8° grande, con illustrazioni in b/n e a colori.

G. B. Ferro e F. M. Ferro
Affreschi novaresi del Quattrocento

In 8° grande, con 68 illustrazioni in b/n e a colori.

Aa. Vv.
La pittura del Sei e Settecento nel Novarese

Il volume (prefaz. di M. Crenna, saggio di D. Gnemmi, catalogo di F. M. Ferro e M. Dell’Omo, con 192 riproduzioni in b/n), prima catalogazione generale di quadri e affreschi di quest’epoca presenti nella provincia di Novara, nella Valsesia e nell’Ossola, si propone quale punto di partenza per una più approfondita ricerca di opere pittoriche secentesche e settecentesche su tutto il territorio.

Davide Ramoni
Lineamenti per uno studio sui pittori vigezzini

Preziosa compilazione di biografie e di schede di opere lungo uno sviluppo cronologico di quattro secoli di pittura vigezzina, rintracciando ricche giacenze in collezioni private, recensendo interi cicli di affreschi: s’impone pressoché come unica fonte cui attingere senza remore per qualsiasi futuro lavoro di più ampio respiro e di più complessa analisi critica.

Antonio Aina
L'Abbazia di San Nazzaro Sesia

In 8° grande, con 16 illustrazioni a colori.

Casimiro Debiaggi
Castelli novaresi

In 8° grande, con 12 illustrazioni a colori.

Aurora Scotti – Bruno Gorni – Alfredo Papale
La collezione De Pagave

In 8° grande, con 18 tavole in b/n.