Spigolature

Il tesoretto del fornaio

di Luigi Simonetta

Nel minutario del notaio Cesare Achino Maruino di Galliate, custodito presso l’Archivio di Stato di Novara, troviamo un atto, datato al 25 novembre 1617, in cui viene elencato il contenuto della cassa del negozio del defunto mastro Francesco Nicco, fornaro e calderaro in Novara.
L'elenco indica:
€   zecchini nr 4
€   ongari nr 6
€   ducatoni di Milano nr 14 e mezzo
€   ducatoni forastieri nr 2 di cui uno di Venetia e l’altro di Firenze
€   danaro di Monferrato di libre 4 e mezzo
€   filippi duoi e mezzo
€   4 doppie d’argento
€   un quarto di mezza doppia e un mezzo quarto di mezza doppia
€   un danaro di libre 5
€   giustina una semplice
€   giustine due doppie
€   un quarto di crosone
€   danari da venti soldi 9
€   valuta libre una soldi quattro.
Negli atti notarili novaresi dell’epoca tutti i prezzi e i valori vengono indicati in Lire imperiali di Milano, valuta utilizzata per i conteggi, ma il contenuto dell’atto è interessante perchè evidenza come, nella vita reale, venissero materialmente utilizzate le monete più disparate coniate nei vari stati italiani ed esteri.
Vediamo dunque le principali monete elencate:

zecchino – era, dal XIII secolo, la moneta ufficiale della Repubblica Veneta, era d’oro fino del peso di 3,545 grammi, era la moneta più prestigiosa dell’area mediterranea.

Ongaro – era il nome dato in Italia al fiorino ungherese, d’oro, del peso di 3,40 grammi; il conio della moneta era imitato anche da alcune zecche italiane, fra cui quella di Casale.

Ducatone di Milano – era una grossa moneta d’argento battuta per la prima volta a Milano nel 1551 da Carlo V e del valore di lire 5 circa; fu coniata fino al 1604; la moneta riportava sul dritto l’immagine del sovrano di Spagna regnante e sul retro lo stemma reale spagnolo contornato dalla scritta “Mediolani Dux” ovvero il titolo di Duca di Milano che dava il nome alla moneta.
I ducatoni di Venezia e Firenze erano monete d’argento simili, per valore, a quella di Milano.per rapportare il valore delle monete citate si tenga presente che nel 1612 uno zecchino valeva lire imperiali 12 e soldi 9; un ongaro valeva 11 lire e 14 e i ducatoni di Milano e Venezia valevano 8 lire e 17 contro le 9 lire del ducatone di Firenze.
filippo – moneta spagnola che prese il nome dal sovrano iberico di cui portava l’immagine; dal 1604 sostituì il ducatone di Milano che aveva lo stesso valore; sul retro aveva lo stemma degli Sforza- Visconti, di cui gli Asburgo erano eredi.

Giustina – era una moneta veneziana d’argento; per commemorare la battaglia di Lepanto svoltasi nel giorno dedicato a santa Giustina, questa moneta portava impressa sul retro l’immagine di questa santa trafitta da una spada e, sullo sfondo due navi.

Crocione – era una moneta d’argento che aveva circa il valore di un ducatone; probabilmente si tratta qui di un tallero di Emanuele Filiberto con la croce di Savoia sul retro. Lo stesso nome verrà dato due secoli dopo a una moneta austriaca.
Come si vede si trattava di monete di provenienza assai disparata che certamente rendevano abbastanza complicata la vita dei commercianti che dovevano continuamente calcolare il valore effettivo delle molte monete che ricevevano in pagamento.