Nuovi ritrovamenti di epoca romana in Novara

di Francesca Bergamaschi, fotografie di Luigi Simonetta

A distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, due dei cantieri aperti in città per l'ammodernamento delle reti di urbanizzazione primaria, ovvero tubature, cavidotti e cunicoli necessari per la distribuzione di acqua, gas, luce e della rete fognaria, hanno restituito interessanti tracce della Novara romana, che non sono certo sfuggite agli occhi dei passanti più attenti e curiosi.

Il basolato apparso nel corso degli scavi in via dei Cattaneo

Il cantiere di via dei Cattaneo, attualmente aperto nella porzione di strada tra corso Italia e la piazzetta antistante la chiesa della Madonna del Cannine, ha restituito un lungo tratto di basolato romano, ovvero la pavimentazione stradale utilizzata in epoca romana per lastricare sia le vie urbane sia le vie di collegamento tra Roma e le periferie. Le lastre utilizzate potevano essere di forme diverse, più o meno squadrate, e venivano accostate per ottenere una pavimentazione il più regolare possibile, adatta a sostenere il peso dei carri, come ha spiegato Giuseppina Spagnolo Garzoli, funzionaria responsabile della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie ed incaricata della tutela del territorio della provincia di Novara.

Il basolato apparso nel corso degli scavi in via dei Cattaneo

La porzione stradale emersa corrisponde ad un cardine minore della città, cioè una delle vie orientate nord-sud e quindi parallela al cardo massimo, ovvero gli attuali corso Cavour e corso Mazzini. Speriamo di riuscire a definirne le dimensioni, e visto che nelle prossime settimane il cantiere interesserà anche il resto della via, non è da escludere che possano emergere sia altri tratti di basolato sia altri reperti, ha proseguito Spagnolo.
Fortunatamente le quote di posizionamento dei tubi e quelle delle emergenze archeologiche non configgono tra loro e qui in via dei Cattaneo il basolato potrà essere conservato ben protetto in situ, dopo essere stato adeguatamente documentato dal punto di vista grafico e fotografico

Particolare dell'area di scavo. Nello strato più profondo si nota il condotto in materiale laterizio.

In occasione di cantieri urbani di questo tipo, che prevedono uno scavo di ampiezza non particolarmente significativa – ha proseguito Spagnolo – si fa ciò che la legge prevede. Nel caso dello scavo tra via Bascapè e via Ferrari, per comprendere meglio ciò che c’era in sezione è stata allargata la trincea di lavoro, e studiata la situazione.
Attualmente i lavori sono già ripresi e chi transita nella zona attigua alla basilica di san Gaudenzio non vede più nulla, ma sotto terra, correttamente conservati, sono stati mantenuti un condotto fognario e quel poco che resta di un complesso abitativo di pregio, situato in una delle insulae più ricche della città. L’andamento del condotto sarà particolarmente significativo per implementare la conoscenza dei tracciati fognari imperiali; i frammenti di "suspensurae", ovvero i sostegni a base cilindrica posti al di sotto delle pavimentazioni, confermano che alcune abitazioni erano dotate dell’ipocausto ovvero quello che noi oggi chiameremmo “riscaldamento a pavimento”, che quindi non necessariamente era utilizzato solo negli edifici termali, ma sicuramente in edifici di un certo pregio.
Da quest’area e dalla zona attualmente occupata dalla sede centrale della Banca Popolare di Novara sin dagli inizi del Novecento e più recentemente erano emersi importanti reperti nel corso di diverse campagne di scavo, e anche quest’ultima emergenza permette di ipotizzare con più certezza che in quest’area c’erano domus signorili.
Sebbene le emergenze emerse siano minime – ha concluso Spagnolo – sono comunque fondamentali per aiutarci a ricostruire, come le tessere di un puzzle, l’aspetto, le caratteristiche e le forme della città di Novara in epoca imperiale
».

Muratura visibile nell'area verde compresa tra via Solaroli e via Dominioni.
Muratura visibile nell'area verde compresa tra via Solaroli e via Dominioni.

Altri resti di manufatti di epoca romana in Novara, a tutti ben noti, sono quelli dei tratti delle antiche mura, emersi nel corso dell’abbattimento del collegio Dominioni e lasciati a vista nell'area verde compresa tra via Solaroli e via Dominioni e quelli portati alla luce negli anni Settanta in piazza Cavour, con l’abbattimento della Birreria Menabrea. In quest'ultimo caso erano stati individuati anche tratti di muro antico sopra il livello del suolo, conservati, come in antica consuetudine, nel corso delle successime modificazioni dell’edificio stesso.
Porzioni delle mura di un edificio di rilevanti dimensioni, frutto dei ritrovamenti avvenuti nel corso della costruzione dell’edificio, sono visibili sul fianco della sede della Banca d’Italia.>
Per un approfondimento delle vicende archeologiche relative al territorio novarese, segnaliamo, dal nostro Bollettino Storico:
- Lino CASSANI, «Per la carta archeologica della provincia di Novara», XXV (1931) 514-519;
- Lino CASSANI, «Un importante sconosciuto monumento romano nel Battistero di Novara ed altri ritrovamenti archeologici», XXVI (1932) 495-50;
- Lino CASSANI, «I ritrovamenti archeologici nella “Novara quadrata” dei Romani», XXXI (1937) 299-341;
- Remo FUMAGALLI, «Appunti per un catalogo della sezione di archeologia del Museo civico di Novara», XLVI (1955) 232-263 + tavv. I-VI;
- Remo FUMAGALLI, «Una scoperta archeologica nel centro di Novara: tomba a cremazione», L (1959) 277-280.