Spigolature

Restauri a San Nazzaro della Costa

di Luigi Simonetta

>Il convento dei Santi Nazzaro e Celso in Novara, conosciuto con il nome di san Nazzaro della Costa, in quanto costruito sulla punta di una costa collinare alla periferia di Novara, è di fondazione assai antica; già nell’anno 1124 si ha notizia di un monastero, che nel XIII secolo era sicuramente appartenente alle Clarisse.
L’edificio sacro fu affidato, nel 1444, dal vescovo Bartolomeo Visconti, ai Frati Minori Osservanti, lì introdotti da san Bernardino da Siena, che vi soggiornò con alcuni compagni, nel 1440; da allora il convento fu affidato ai Frati Minori Osservanti (a cui subentrarono, nel 1626, i Frati Minori Riformati) che ingrandirono notevolmente l’originario edificio.
La chiesa francescana era oggetto di grande devozione, vi vollero essere sepolti numerosi nobili cittadini e la potente famiglia Nibbia aveva il patronato su una delle cappelle laterali, su cui ancora campeggia lo stemma del nibbio rosso in campo argenteo.
Testimoniano la prolungata popolarità di cui godette l’ordine francescano le numerose decorazioni a fresco di alta qualità che adornavano la chiesa, databili dal XIII al XVIII secolo, di cui ancora rimangono importanti residui visibili sia nella chiesa che nell’attiguo convento.

Affresco alla base dell’arco trionfale che introduce al presbiterio.

Dopo le soppressioni napoleoniche del 1810 il convento, con la vasta area circostante passò al Demanio che lo cedette, nel 1813, a Giuseppe Antonio Negri, ricco possidente, già proprietario della vicina cascina delle monache di s. Agnese, che utilizzò gli edifici conventuali quali deposito agricolo con l’effetto di un costante degrado.
Giuseppe Negri, nipote di Giuseppe Antonio, dispose che, alla sua morte, avvenuta l’8 dicembre 1900, il complesso conventuale passasse, con altri beni, all’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, ancora oggi proprietario della struttura.

Una campagna di sensibilizzazione sostenuta dalla Società Storica Novarese (1) portò, negli anni Trenta, a un primo restauro del complesso che fu, da allora, affidato ai padri cappuccini.

Sabato 5 febbraio 2011 è stato presentato al pubblico il restaurato presbiterio della chiesa di San Nazzaro della Costa in Novara, al termine di una lunga campagna di restauri, durata un decennio e che aveva inizialmente portato alle scoperta, sotto l’intonaco, dell’Annunciazione rinascimentale, di eccezionale qualità, sopra la cappella centrale destra, scoperta seguita, nel 2004, da quella dell’importante dipinto della Deposizione, databile al XIV secolo, situata in un piccolo locale attiguo alla terza cappella di destra (cappella Nibbia).
Recente poi la riscoperta, sul muro del transetto del ciclo di affreschi sulla vita di Cristo, lavoro a cui è seguito, sempre a cura della ditta Barberis Restauri, il recupero degli affreschi del presbiterio.
Gli affreschi, assai deteriorati e poco leggibili, erano già stati oggetto di restauro nel 1932 e nel 1985 con integrazioni i cui residui sono stati rimossi dall’intervento attuale.

Affresco alla base dell’arco trionfale che introduce al presbiterio.

Oggetto principale del restauro è stato l’affresco della Crocifissione, sulla parete di fondo del presbiterio, il dipinto, raffigura un grande Crocifisso su sfondo scuro, circondato da Angeli e, ai piedi della Croce, Maria, la Maddalena e San Giovanni affiancati da San Francesco e San Bernardino da Siena, la cui figura e il suo simbolo (il sole con al centro il monogramma di Cristo) affrescato sulla volta, ci ricordano il soggiorno del Santo nel convento.
L’affresco quattrocentesco, di ignoto autore di scuola lombarda, è stato liberato da muffe ed efflorescenze, consolidato e integrato, ove possibile, recuperando le cromie originarie.

Uguale intervento è stato fatto sulle vele del soffitto, decorate con i simboli dei quattro Evangelisti. Per chi ricorda il precedente stato di degrado delle immagini, la differenza è notevole, i colori appaiono molto più decisi e netti e le figure ben leggibili, particolarmente nella parte alta dell’affresco e sulla volta.
Sotto la Crocifissione è tornato leggibile l’affresco di Angeli adoranti intorno al vano del tabernacolo, ed è stato riportato alla luce il decoro barocco del sottarco, prima ricoperto dalle scialbature.

Angeli adoranti attorno al tabernacolo

Con questa serie di interventi gran parte del patrimonio artistico della chiesa è stato recuperato ma restano ancora da restaurare gli affreschi della cappella di San Gerolamo e i raffinati affreschi rinascimentali sul frontone della cappella del Crocifisso, oltre ad altri dipinti barocchi, meno importanti artisticamente ma di grande rilevanza storica.

(1) Agostino Salsa, «Il convento di S.Nazzaro della Costa» (documenti), BSPNo XXIII (1929) 135-142, 333-346
Bernardo Barbonaglia, «Gli affreschi del chiostro di Sannazzaro Sesia», BSPNo XXIV (1930) 105-111
Giuseppe LAZANIO, «Relazione sui restauri del Broletto, S.Nazzaro della Costa e S.Nazzaro Sesia», BSPNo XXIV (1930) 328-330