Spigolature

Da Morbelli a Boldini al castello di Novara

di Sandro Callerio

Quando, nell'aprile 2018, fu presentato presso la Galleria Giannoni di Novara "le Risaiole" di Angelo Morbelli, pochi potevano immaginare la complessità e la ricchezza del progetto culturale sviluppato da METS Percorsi d'arte.

Angelo Morbelli, Risaiole

Vita in risaia non era che l'antefatto di "Ottocento in collezione", la mostra che dall'ottobre successivo avrebbe portato migliaia di visitatori tra le mura del Castello di Novara, fino ad allora "scatola" destinata a iniziative di contesto puramente locale.

Carlo Fornara, L'Aquilone

Lo straordinario successo di critica e di pubblico - nella stragrande maggioranza NON locale! - dell'iniziativa consolidò l'intenzione di Mets di proseguire nella realizzazione del percorso intrapreso e nel novembre 2019 fu inaugurata la mostra "Divisionismo - La rivoluzione della luce" che offrì l'occasione di poter vedere alcuni capolavori, provenienti da collezioni private, rarissimamente esposti al pubblico.

Giovanni Segantini - Savognino d’inverno

Neppure SARS-CoV-2 riuscì a diminuire l'interesse per la mostra, che fu riproposta con qualche variazione nell'ottobre 2020 con altrettanto successo.

Carlo Fornara - Vespero d’inverno

L'inverno 2021/2022 offrì l'occasione di una riconsiderazione de "Il mito di Venezia", presentando ancora una volta numerose opere raramente esposte in pubblico e replicando il successo di critica e di pubblico delle due mostre che l'avevano preceduta.

Guglielmo Ciardi, Veduta della laguna veneziana

Il capitolo successivo vide protagonista la "Milano. Da romantica a scapigliata", proponendo una lettura non scontata del contesto storico e culturale nel quale la città meneghina fu dapprima capitale del Regno d’Italia napoleonico, poi sede governatoriale del Lombardisch-venetianische Königreich quindi "capitale" economica del neonato Stato unitario.

Carlo Bossoli, Commemorazione dei caduti delle Cinque Giornate di Milano

Ed eccoci quindi giunti all'oggi.
Come Paolo Tacchini indica nelle prime pagine del catalogo Quando abbiamo avviato il nostro percorso di approfondimento della pittura dell’800 sapevo che prima o poi ci saremmo dovuti confrontare con Boldini, De Nittis, Zandomeneghi e gli Italiens de Paris. ... Su di loro si sono sprecati fiumi di inchiostro e sono state allestite anche troppe mostre ... E allora certo, anche noi avremmo offerto la nostra versione degli «Italiens de Paris».

Degli "italiani a Parigi" relegati ideologicamente in secondo piano, da parte di certa critica, rispetto agli impressionisti e ai protagonisti della rivoluzione delle "Avanguardie", ma che avevano un grandissimo riscontro di critica e di pubblico e le cui opere venivano vendute per cifre da capogiro...

Giovanni Boldini, Omnibus in Place Pigalle

Parigi, la città che già negli anni '20 Walter Benjamin aveva descritto come luogo di concentrazione dei fenomeni alla base della cultura "moderna", è un centro di attrazione irresistibile, come dimostrano le stesse parole di uno dei protagonisti della mostra novarese: Firenze - che, ricordiamolo, in quegli anni era la capitale del neonato Regno d'Italia - mi «fa l'effetto di un sobborgo di un villaggio, mi trovo uggito in un modo terribile, non mi pare piu d'esistere [...] insomma non mi ci posso più soffrire in questo paese. Tutto il mio pensiero finche [sic] starò qui sara quello di pensare per andare a stabilirmi a Parigi.

Giovanni Boldini, Berthe esce per la passeggiata

Dio mio che Donnine [...] quante volte ci sono rimasto accalappiato. Daltronde [sic] era impossibile resistere» e ancora dopo ave incontrato Berthe: «è troppo bella, e troppo buona e troppo amabile, quindi mi sarebbe impossibile di lasciarla ... ho tutti i confortevoli della vita, lavoro molto e mi diverto ... credo che non verro più a Firenze, sono troppo impegnato con Parigi».

Le nuove scoperte, l’originalità del percorso, la possibilità di confrontare personalità e stili tanto diversi rendono anche questa mostra un valido esempio di come si possa unire il valore scientifico della ricerca con la capacità di coinvolgere il grande pubblico e di ciò va senza dubbio dato merito alla curatrice Elisabetta Chiodini, augurandoci che Parigi non sia l'ultima meta di questo viaggio.