Recensioni e Segnalazioni

Una linea chiamata Cadorna.

Come sinteticamente chiarito nell'«Introduzione» del colonnello Cristiano Maria Dechigi, capo dell'Ufficio storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, solo nella prima metà degli anni '10 del XX secolo "l'Italia avviò un piano costruttivo di forti corazzati ed altri apprestamenti permanenti a sbarramento delle direttrici di invasione provenienti dalla Svizzera, in corrispondenza della Valle del Toce, Valtellina, lago Maggiore e lago di Como".

L'invio di cospicue truppe tedesche nello scenario bellico alpino, benché la Germania non fosse ancora formalmente in guerra con l'Italia, indusse, nell'agosto 1915, il generale Cadorna ad ordinare lo studio di una linea difensiva continua ed un potenziamento dei confini con la Svizzera.

Settore Verbano-Toce - Gruppo di Intra - Tipo normale di trincea - sezione trasversale [particolare].

Il puntuale studio della ricca, e praticamente inedita, documentazione conservata presso l'Archivio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito e l'Istituto Storico di Cultura dell'Arma del Genio, confrontata con quella conservata negli archivi territoriali locali, ed integrata dal prezioso Fondo Cesare Chiodi dell'Archivio Storico del Politecnico di Milano, ha permesso la ricostruzione delle vicende relative alla concezione, progettazione e, parziale, realizzazione delle opere previste inizialmente a difesa della "via napoleonica" del Sempione ed in seguito dell'intera area verbanese del confine italo-svizzero.

Leonardo Parachini può così individuare le diverse fasi, e i differenti approcci strategici, che portano alla ridefinizione delle periodizzazioni - 1898-1915. la difesa del Sempione; 1911-1914. Lo sbarramento della valle del Toce; 1915. La difesa del lago Maggiore; 1912-1915. La Fortezza Sempione Toce; 1916. L'Ufficio Tecnico Staccatodel Comando Supremo; 1917-1918. Occupazione Avanzata Frontiera Nord ed infine 1916-1918. Le fortificazioni della Linea Cadorna - ed alla individuazione precisa degli "autori" dei differenti progetti, contribuendo ad aprire nuovi scenari per gli studi futuri. Termina infatti affermando:

Detto questo, sorge allora spontanea un'altra domanda: ma chi decise di continuare i lavori nonostante il cessato pericolo? Non sembrerebbe Cadorna, il quale a conclusione del suo saggio così si rammarica: «un colossale lavoro di fortificazioni e di strade è stato condotto a termine, con ingentissima spesa e - ciò che più conta — impiegando una enorme quantità di manodopera, che avrebbe trovato utilissimo impiego sulla fronte italo-austriaca, tanto per perfezionare le difese di prima linea delle varie armate, quanto per condurre a compimento le difese di seconda e terza linea, le quali, quando il disastro di Caporetto sopravvenne, erano ancora molto imperfette» (1).

La documentazione militare consultata per la stesura del presente saggio non ha offerto elementi utili per stabilire chi e perché ha ordinato il proseguimento dei lavori dopo il maggio 1917, di conseguenza per poter dare una risposta chiara e definitiva a questi quesiti sarà indispensabile in futuro ampliare l'orizzonte della ricerca anche agli archivi Segli organi di governo e amministrativi dello Stato e in particolar modo studiare le carte della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Guerra relative agli anni 1915-1918.

Di grande aiuto, per questi "studi futuri", le indicazioni fornite dalle pagine di Debora Chiarelli, cui si deve la dettagliata descrizione dei vari fondi documentali conservati presso l'Archivio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, l'Istituto Storico di Cultura dell'Arma del Genio, l'Archivio Centrale dello Stato, gli Archivi di Stato di Verbania e di Milano, gli Archivi Storici del Politecnico di Milano e gli Archivi Storici di alcuni dei Comuni interessati dalle opere.
Una "piccola" ma importante pubblicazione, quindi, ricca di elementi capaci di fornire ulteriori e molteplici spunti di ricerca - valga per tutti l'approfondimento relativo alla documentazione fotografica - che non dovrà mancare nella biblioteca di quanti desiderino arricchire la propria conoscenza delle vicende dei nostri territori nel periodo della Grande Guerra.

Sandro Callerio


(1) Luigi Cadorna, Altre pagine sulla grande guerra, Mondadori, Milano 1925.