Note e documenti

Il "restauro" di Palazzo Bellini

di Luigi Broggi

Nell'anno 1900, la Banca Popolare di Novara, davanti all'ognora crescente sviluppo dei suoi affari ed al grande aumento della sua clientela, deliberava l'acquisto dello storico Palazzo Bellini, allo scopo di crearsi una sede stabile e di dare ai proprii uffici e al loro funzionamento un impulso e un indirizzo assolutamente moderni.

Il Palazzo Bellini, splendido esempio, specialmente nell'interno, della squisita eleganza dell'arte del settecento, è strettamente legato alla storia del nostro Risorgimento.
Fu in questo Palazzo che il re Carlo Alberto, la sera dell'infausta giornata del 23 Marzo 1849, abdicava apri alla Corona in favore del figlio Vittorio Emanuele II — fu parimenti in esso che Napoleone III sostò nel Giugno 1859, movendo verso la Lombardia contro gli Austriaci, come nostro alleato.
Le due epoche storiche sono ricordate in due grandi lapidi che stanno ai lati dell'ingresso principale sulla via Negroni.


Quando la Banca Popolare nel 1900 fece l'acquisto della proprietà Bellini, questa constava del Palazzo propriamente detto apri, prospiciente la via Negroni, la fronte del quale era però meno ampia dell'attuale, con parte della decorazione architettonica appena accennata.
Dietro il palazzo, la proprietà si estendeva verso via S. Gaudenzio ed era occupata da casupole rispondenti in gran parte a trasformazioni di vecchie scuderie e servizi rustici della casa padronale.
Sull'angolo fra la via Negroni e la via San Gaudenzio la proprietà era divisa da una piccola chiesa e dalla casa dei parroci della Chiesa di S. Gaudenzio.
Occorsero lunghe pratiche e grandi sforzi per poter sopprimere questa specie di cuneo che s'innestava nella proprietà ed ottenere così la continuità nei locali.

Nel 1903 la Banca decise la costruzione della propria sede sulla proprietà ex-Bellini.
Il programma del lavoro constava di due parti distinte e cioè il ristauro dell'antico Palazzo che doveva essere ispirato al massimo rispetto e alla più scrupolosa fedeltà alle splendide vestigie esistenti apri e la costruzione della parte nuova che doveva rispondere ai concetti più moderni delle costruzioni bancarie.
Nella nuova costruzione si collocarono tutti i servizii che dovevano essere in contatto col pubblico: la parte monumentale dell'antico palazzo fu riservata alle funzioni di rappresentanza della Banca e cioè sala del Consiglio, della Presidenza, del Comitato dei Sindaci, della Direzione, della Segreteria, ecc.
Nella parte moderna si credette opportuno staccarsi dallo stile del Palazzo antico e perché sarebbe stato impossibile il seguirne anche da lontano la ricchezza, e perché esso male si sarebbe prestato a quella semplicità che è indispensabile adottare in locali per uffici, dove devono vivere e lavorare molte persone. Si curò sovratutto di ottenere molta aria e molta luce, quindi grandi aperture, grandi vetrate, e la muratura ridotta alle minime proporzioni.

L'ingresso alla Banca apri fu conservato dalla porta dell'antico Palazzo. Arrivando nel cortile e volgendo a sinistra, di fronte allo scalone monumentale apri che conduce al 1° piano , si trova subito l'entrata alla parte nuova della costruzione, e dopo un atrio d'aspetto, la sala degli sportelli. Intorno a questa si svolgono tutti i servizi a contatto col pubblico; quelli di Tesoreria Comunale e di Esattoria Consorziale, hanno un ingresso speciale da via S. Gaudenzio. Al primo piano, nel grande locale che si estende per tutta la lunghezza di via S. Gaudenzio, sono collocati tutti gli uffici di contabilità, ragioneria, controllo, ecc.
Dalla sala degli sportelli apri una scala di marmo conduce al sotterraneo, ove si trova il locale di custodia delle Cassette di sicurezza, costruito secondo i metodi più moderni e il cui impianto fu affidato alla casa Arnheim di Berlino.
Altra scala conduce invece all'abitazione del Direttore e mediante comodi passaggi alle sale dell'antico Palazzo.

Fra le sale monumentali di cui più sopra si fece parola, merita speciale menzione quella chiamata dell'abdicazione, adibita ora alla Presidenza, nella quale la Banca ebbe cura di far mettere una ricca lapide commemorante l'avvenimento coll'iscrizione che qui si riporta.

S. M. IL RE CARLO ALBERTO
LA SERA DEL 23 MARZO DELL'ANNO 1849
RADUNATI IN QUESTA SALA ALLE ORE NOVE E UN QVARTO
S.A.R. IL DUCA DI GENOVA - S.A.R. IL DUCA DI SAVOIA
L'AVV. CARLO CADORNA MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
ED I GENERALI
ALBERTO CZARNONSKV ALESSANDRO DELLA MARMORA
CARLO DELLA MARMORA - LUIGI FECIA DI COSSATO - GIACOMO DVRANDO
RITENENDO COMITVTA L'OPERA SUA
DOPO L'INFELICE BATTAGLIA COMBATTUTA IN QUEL GIORNO
NELLA QVALE INDARNO AVEVA SPERATO TROVARE LA MORTE
FERMO NEL PROPOSITO
DI PROVVEDERE COL SACRIFICIO DI SE STESSO
ALL'ONORE E ALL'INTERESSE DELLA PATRIA
ABDICO ALLA CORONA DEL REGNO
CON LE MEMORANDE PAROLE
DA OVESTO MOMENTO NON SONO PIU IL RE
IL RE È VITTORIO MIO FIGLIO

L'iscrizione fu dettata dal Prof. Comm. Ettore Stampini di Torino.
La lapide è opera del Cav. Lomazzi di Milano.
Sull'origine del Palazzo fu trovata una lapide interessante che ci indica quali furono i primi proprietari.

NICOLAUS • CAMILLUS
FT • JOSEF • FRATRES
DEBALIOTIS • EDIFITIUM
CURARUNT • SUO • ET
AMICORUM • COMODO
ANNO • SALUTIS
MDCLXXX

La lapide fu murata a sinistra della porta d'ingresso verso strada, al di sopra di quella che rammenta l'abdicazione di Carlo Alberto.
La Banca fece murare, simmetricamente a questa, un'altra lapide che rammenta il ristauro del Palazzo e la costruzione della sua nuova sede; volle anche con cortese pensiero fosse in essa ricordato l'autore dei lavori.
La iscrizione latina, opera del Prof. Stampini più sopra ricordato, è la seguente:

HASCE • EDES
AD • CIVITATIS • COMMODA
AD • DECUS • ORNAMENTUMQUE • URBIS
ARGENTARIA • POPULARIS • NOVARIENSIS
RESTITUIT • AN • MDCCCCVI
CVM • ESSET • OPERIS • REDEMPTOR
AL • BROGGI • ARCHITECTUS • MEDIOLANENSIS

I lavori di ristauro e di costruzione cominciarono nel 1904.
La nuova sede fu aperta al pubblico il 28 Ottobre 1907.
Credo doveroso, chiudendo queste brevi notizie, additare al pubblico encomio la Presidenza e la Direzione della Banca Popolare di Novara, le quali, in tutto quanto ebbe rapporto principalmente col ristauro dell'antico e storico Palazzo, portarono una non comune nobiltà di concetti e larghezza di criterii, concedendo tutti i mezzi che furono richiesti perche la risurrezione artistica, a cui si mirava, riescisse la più perfetta possibile.