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L'Architettura Romanica nel Novarese - I Monumenti



VERBANIA - [Intra] - Antico San Vittore.

I. - L'edificio (1) è stato completamente distrutto e le memorie di esso, per lo più inventari, non bastano a definirlo dal punto di vista della storia dell'arte.
Era a tre navate coperte da volte (presumibilmente a crociera) e terminate da absidi semicircolari.
Non pare vi fosse transetto ma vi era una cupola che è rappresentata in un disegno del sec. XVIII pubblicato da Müller: la rozzezza estrema di questa rappresentazione grafica non permette pertanto di riconoscere se la cupola circondata da una galleria di piccole arcate e sormontata da un lanternino, appartenesse al periodo romanico o fosse il risultato di un rifacimento.
I pilastri, che risultano da uno schizzo accluso alla relazione del 1694 di un certo ing. Pessina, incaricato di rimodernarli, erano composti di un nucleo rettangolare che portava sia verso la nave che verso la navatella, un gruppo di due lesene sovrapposte: in altre parole la sezione era identica a quella dei pilastri del S.Pietro di Carpignano.
Sotto all'altar maggiore vi era una cripta o "scurolo" illuminato da una finestrella che all'esterno era quasi raso terra.
In facciata, pare vi fosse un nartece che occupava la prima campata di tutte tre le navi e conteneva un altare dedicato a S.Biagio, come nel Duomo di Novara: l'accesso si aveva per due scale di pietra "l'una per contro all'altra" e altre due scale di pietra con sponde di muro salivano poi a due "loggette" esistenti in facciata.
Si potrebbe dubitare dell'esistenza di matronei serviti da piccole torri come in S.Giulio d'Orta e l'antico Duomo di Novara ma non si hanno sicuri elementi di prova al riguardo (2).


II. - La decorazione esterna comprendeva, come abbiamo detto, loggette in facciata e nella cupola.
Le finestre, che sono rozzamente rappresentate nel disegno pubblicato da Müller, erano strette ed alte con archivolto superiore: esse avevano probabilmente aperture a feritoia poiché la chiesa scarseggiava di luce tanto da attirare disposizioni vescovili di ampliamento.
Nell'edificio attuale sono murate due formelle rozzamente scolpite nello stile lombardo: una rappresenta un animale in atto di. mordersi la coda, l'altra un uomo intento a cavalcare un mostro (3).


III. - Non si hanno elementi storici per determinare l'epoca di costruzione della nostra chiesa, la quale d'altra parte, per i due frammenti superstiti e per lo stile dell'edificio quale risulta dalle descrizioni, va riferita al periodo romanico.
La "baxilica et plebe sancti victori que est fundata in loco et fundo intrj" è citata in un documento dell'archivio capitolare Intrese che porta la data del 916 ma che fu riferito dal Müller al 1031 (4): nella bolla Innocenziana del 1133 si elenca, fra le altre, "plebem de intro" (5): non vi è quindi alcun dubbio sulla sua antichità e dignità plebana.
L'antico edificio fu demolito e ricostruito per tutta la parte anteriore nel 1708 a partire dal 13 aprile (6): la parte absidale fu distrutta invece verso la fine del secolo (7).

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(1) Tutto quanto è riferito sulla chiesa di S.Vittore è tratto dal Müller: La collegiata vecchia Intrese pasS.Il Müller si è basato per le sue descrizioni sui documenti e sugli inventari della stessa collegiata e principalmente sull’inventario del 28 aprile 1701 compilato da un canonico Giuseppe Carotti. (Ibid.: pag.7) e su alcuni antichi disegni (in fotografia, nn. 3-4).
(2) Si deve ricordare pertanto che negli antichi Ordini di Visita Pastorale, si parla di diversi altari super voltas il che farebbe pensare proprio a veri matronei relativamente sviluppati. (MÜLLER: Op. cit. pag.19 e nota 23)
(3) MÜLLER: op. cit., illustraz. nel frontispizio ed a pag.24. Le formelle sono murate nella parete a giorno.
(4) MÜLLER: Op. cit. Appendice pag.38 ss.
(5) BSSS: LXXIX doc. CCCXX.
(6) MÜLLER: Op. cit. pag.3 ss.; Novara Sacra 1927 pag.137 ss.
(7) Novara Sacra 1927 Ibid.