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L'Architettura Romanica nel Novarese - I Monumenti



VERBANIA - [Pallanza] - San Remigio

I. - La chiesa (figg.275 - 276) consiste di una nave di tre campate, terminata da una quarta di presbiterio e da un'abside semicircolare, e di una navatella verso giorno, composta essa pure di tre campate, di un tratto (molto breve) di presbiterio e di un'absidiola del rinascimento.
Al lato a notte della nave è appoggiato un campaniletto ed alla facciata un portico (fig.277).
Le due absidi sono coperte da semitazze, la nave da quattro campate di volta a crociera, la navatella pure da volte a crociera.
Le volte della nave hanno archi trasversi ma non costole sporgenti dai muri laterali: esse sono costruite su pianta rettangolare col lato più lungo nel senso trasversale e sono sensibilmente rialzate in sommità con forma che tende, in certo modo, piuttosto alla piramide che alla cupola sferica.
Quelle della navatella sono simili per forma ma hanno costole sporgenti dal muro e sono costruite su pianta rettangolare col lato lungo disposto nel senso longitudinale.
I pilastri sono -costituiti di un grosso nucleo di pianta rettangolare a cui sono applicati sia verso la nave che verso la navatella dei fasci di membrature (figg.278 / 279).
I semipilastri appoggiati al muro a notte della nave sono costituiti da una lesena ed una semicolonna oppure da due o tre lesene sovrapposte: analoghe membrature si osservano dall'altra parte della navata.
I semipilastri appoggiati al muro a giorno della navatella sono formati di una semicolonna e due lesene sovrapposte: si ha così un sistema completo di supporti per tutte le nervature e gli aggetti della volta (costole sporgenti dal muro, spigoli di crociera ed archi trasversi).
Il muro esterno della navatella e quello della nave sono rinforzati da lesene molto aggettate e larghe (cm. 60 x 25 circa) che costituiscono altrettanti contrafforti in corrispondenza dei semipilastri.
Il campanile, piccolo e di pianta quadrata, è costituito da una semplice canna di muratura provvista di finestre solo nella cella campanaria.
La muratura della navatella sembra indicare una fase costruttiva un poco più recente di quella della nave: parrebbe così fondata l'impressione che si ha dalla forma dei pilastri interni, che cioé la navatella sia stata aggiunta in un secondo tempo aprendo le arcate di comunicazione in rottura.
Infatti nella nave i paramenti della facciata sono di blocchi rozzamente squadrati a cui sono interpolati pezzi di mattone mentre quelli delle pareti laterali sono di pietrame in corsi appena segnati ed i blocchi squadrati, sia pure in modo sommario, sono usati solo nei contrafforti e nell'abside: invece nella navatella la facciata ha un apparecchio ben curato di pietra da taglio con giunti di malta molto sottili (circa 1 cm.) ed il muro a giorno è di buoni scapoli di cava disposti in corsi orizzontali e blocchi squadrati; sono usati con una certa larghezza.
Il campanile è eseguito di pietrame in modo simile alla nave.
Le volte, per quel che risulta nei punti ove manca l'intonaco, sono formate di materiale minuto disposto in corsi abbastanza regolari e normalmente agli spigoli: gli archi trasversi hanno forma lunata, sono cioé più spessi in chiave che all'imposta.


II. - La decorazione esterna è limitata alle solite cornici di archetti pensili e lesene: nell'abside vi sono gruppi di tre, nei muri laterali e nella facciata gruppi numerosi: in un tratto del muro a notte della nave vi sono due file di archetti, una quale cornice terminale, l'altra a metà altezza (8).
L'esecuzione di queste archeggiature è varia da punto a punto: nella nave, e cioé sulla facciata, nei muri laterali e nell'abside, l'apparecchio è eseguito di materiali minuti (mattoni o pietrame) intorno ad un concio semicircolare di pietra: invece nella facciata della navatella si trovano archetti "rampanti" scavati collo scalpello in blocchi di pietra: anche questo particolare sembrerebbe confermare le osservazioni fatte in precedenza sul carattere più recente della navata minore ma la presenza di parecchie anomalie anche nella stessa nave (9) fa pensare piuttosto a riprese di lavoro.
Le finestre sono molto semplici, a doppio sguancio, del solito tipo a feritoia: il portale è arcuato ed è percorso da una sagoma ricorrente.
I capitelli, generalmente di forme semplicissime, non sono privi di interesse.
Il primo della nave a sinistra entrando è cubico-sferico, senz'abaco con la faccia principale e la curva del cuscino ornato da semplici rabeschi.
Il secondo ha dentelli simili a quelli del S.Giulio d'Orta: il terzo è costituito da un semplice abaco.
Il primo della nave a destra entrando è del tipo cubico, colle facce ornate da rabeschi e da un rozzo viso umano: il secondo a destra è un abaco scantonato, il terzo è una semplice lastra.
Il primo capitello, a sinistra a partire dalla facciata, nella navatella è del tipo cubico con alto abaco decorato da foglie ricorrenti: il secondo pure a sinistra è cubico scantonato colle facce e le sgusciature ornate da fogliami rudimentali.
Il primo a destra, nella navatella, è ornato da una fila di rozze foglie nervate, ed ha un alto abaco liscio.
Il secondo, pure a destra, è cubico scantonato colla faccia principale ornato da un rozzo uccello ed ha scantonature a foglia.


III. - In Pallanza vennero ritrovate lapidi romane ed altre antichità (10) ed in una famosa carta dell'855, già ricordata a proposito di S.Giovanni di Montorfano si cita la "curte Palanza" (11): è quindi fuori di dubbio l'origine remota di questa cittadina.
La nostra chiesa di S.Remigio è riconosciuta insieme alle altre della diocesi novarese dalla Bolla Innocenziana del 1133 a Litefredo ed è citata esplicitamente col suo nome "Plebem Baueni cum capellis suiS.Capellam Sancti Angeli et Sancti Remigii...." (12).
Appare da queste parole che essa non aveva dignità plebana ma dipendeva dalla Pieve di Baveno.
L'esser citata, particolarmente, col proprio titolo insieme all'altra chiesa locale di S.Angelo ne dimostra tuttavia l'importanza: esse infatti erano officiate da tre canonici già prima del 1218 (13).
Nel sec. XIV (pare nel 1341) le funzioni parrocchiali furono trasferite all'altra chiesa di S.Leonardo (14) e la chiesetta di S.Remigio rest� abbandonata e trascurata finché nel sec. XVI venne sottratta allo sfacelo per opera di un Gerolamo Appiani, ostiario del Senato Milanese, il quale fece restaurare l'edificio.
Pare fosse intenzione di questo mecenate di ridursi ad abitare quale eremita nella chiesetta ed infatti fece innalzare il porticato antistante per formare una camera ad uso abitazione: inoltre egli fece preparare una cripta pei benefattori e murare un busto colle proprie sembianze ed una lapide commemorativa che porta la data 1591 (15).
La chiesa contiene pregevoli affreschi del XV e XVI secolo (16).
Il secolo scorso il monumento fu intonacato ed imbiancato con grave danno di molte altre pitture che ora sono nascoste alla vista: recentemente, a partire dal 1914 (17), il monumento fu restaurato distruggendo parte del porticato addossato dall'Appiani alla facciata.

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(8) A. K. PORTER: (Lomb. Arch. III pag.13) ha osservato che in questo punto i semi pilastri interni accusano una netta variazione di forma cosicché sarebbe logico pensare che la porzione di muro che contiene la cornice più bassa sia stata eretta per una navatella e che in seguito si sia cambiato il progetto costruendo la navatella a sud della nave, rimanendo come prova delle incertezze durante la costruzione i semipilastri di tre elementi sovrapposti, e la cornice a metà altezza.
(9) Già si è osservata la discontinuit� delle sezioni dei pilastri: si può aggiungere che i muri della nave, mostrano dalla penultima all’ultima campata, verso giorno, una sensibile differenza di esecuzione(fig.276) che il muro della navatella verso giorno, l’absidiola ed il presbiterio della nave non hanno cornici d’archetti pensili, mentre queste archeggiature si ritrovano nelle altre parti che sul muro a notte della nave esistono grossi contrafforti mentre sul muro a sud non vi sono che semplici lesene.
(10) DE VIT: Lago Maggiore I pagg.108, 123.
(11) BSSS: LXXVIII doc. XV.
(12) BSSS LXXIX doc. CCCXX.
(13) Novara Sacra 1929 pag.231: il beneficio venne diviso fra i tre canonici nel 1341 (DE VIT: Lago Maggiore I pag.482).
(14) DE VIT: Ibid.
(15) VIANI: Pallanza antica e Pallanza nuova pag.115.
(16) VIANI: Ibid. 114. Sulle vicissitudini. ecclesiastiche della chiesa di S.Leonardo in .seguito all’eredit� di buona parte delle sostanze dell’Appiani, lasciate con testamento 18 ottobre 1605 cfr. DE VIT: Lago Maggiore IV pag.55 sS.Essa fu provvista anche di una collegiata con un prevosto e quattro canonici.
(17) Cfr. A. K. PORTER: Lomb. Architecture III pag.127-128.

Immagini

Fig. 275 - Pallanza - S.Remigio - Lato a giorno
Fig. 276 - Pallanza - S.Remigio - Abside e lato a notte
Fig. 277 - Pallanza - S.Remigio - Facciata
Fig. 278 - Pallanza • S.Remigio - Interno della nave
Fig. 279 – Pallanza - S.Remigio - Interno della navatella a giorno