duomo 1 archrom 5 archrom 6

L'Architettura Romanica nel Novarese - I Monumenti



MERGOZZO - [Montorfano] - San Giovanni

I. – È una chiesetta ad una sola navata con pianta cruciforme, formata cioé di una nave, transetto sporgente ed abside terminale di tracciato semicircolare (figg.183-193).
La navata ed il transetto sono coperti da crociere cupoliformi: due campate per la nave ed una campata per ogni braccio del transetto; le volte hanno notevole monta e sono provviste di archi traversi e costole sporgenti dal muro.
La crociera è coperta da una cupola ottagonale su pennacchi conici: l'abside da una semitazza.
I semipilastri appoggiati ai muri laterali, a metà della nave, sono composti da due lesene ed una colonna sovrapposte: negli angoli interni della facciata coi muri longitudinali vi sono tre spigoli, preparati evidentemente, come quelli dei semipilastri, per le due costole sporgenti dal muro e per lo spigolo d'imposta della volta a crociera: la semicolonna sporgente dai semipilastri è destinata invece all'arco traverso della volta.
Le membrature analoghe all'incrocio del transetto colla nave sono composte da una lesena od una semicolonna reggente gli archi della cupola, mentre l'attigua costola della volta della nave, molto più alta dell'arco della cupola, si appoggia invece su di una mensola.
Negli angoli del transetto vi sono pure "culs de lampe" sporgenti e non membrature nascenti da terra: del resto le lesene e le semicolonne della nave e del transetto hanno più che altro carattere decorativo ed il capitello forma come una robusta mensola incastrata che sorregge il peso trasmesso dagli archi sovrastanti.
I muri sono provvisti esternamente di robusti contrafforti che contengono le spinte della volta.
La muratura è di qualità discreta ma non ottima: i paramenti sono costituiti di blocchi squadrati di pietra ricavati dai massi erratici del Monte Orfano e disposti in corsi orizzontali interrotti frequentemente: la muratura dell'abside è di qualità inferiore a quella della facciata e delle altre parti del monumento ed è formata in larga parte di scapoli di cava.
Lo spessore dei giunti di malta è molto variabile da punto a punto (da uno a cinque centimetri).
In certe parti del monumento, specialmente negli archetti pensili delle cornici, si trovano anche mattoni.


II. - La decorazione dell'edificio è abbastanza varia e relativamente ricca.
Le cornici delle navate sono costituite in genere da archetti pensili senza lesene intermedie: i singoli elementi sono, come abbiamo detto, eseguiti di cotto oppure sono scavati in altrettanti blocchi di pietra ed i peducci sono spesso ornati da scolture di animali, rosette, incisioni e testine.
La lanterna del tiburio ed il fianco a giorno della nave, hanno invece una fascia di archetti intrecciati.
Negli angoli del fabbricato non vi sono lesene a sostegno degli ultimi archetti, ma larghe mensole decorate da fini modanature.
L'abside ha una galleria (fig.192) che ricorda per le proporzioni le teorie di nicchiette a fornice comuni nel sec. XI.
Essa è sormontata da una sagoma ricorrente, e le colonnette di essa sono decorate da scolture analoghe a quelle delle mensole degli archetti pensili; animali, treccie, testine, incisioni a spina pesce ne ornano il fusto oppure il capitello (figg.190 e 191).
Le finestre erano in origine, generalmente, a doppia strombatura arcuate nella parte superiore: quelle della facciata e del fianco a giorno sono decorate rispettivamente da una risega e da un toro ricorrenti e fornite di capitello: quelle dell'abside e del transetto e del tiburio sono invece più semplici.
Il portale è pure decorato da un toro ricorrente con capitelli all'imposta dell'arco (fig.189): questi capitelli sono molto semplici (uno è cubico) ornati da modanature o da foglie incise: l'armilla è contornata da una ghiera di mattoni e percorsa da una specie di incavatura sul bordo interno.
I capitelli interni (fig.188) sono molto semplici essendo formati generalmente da una sporgenza arrotondata alla parte inferiore e percorsa da nervature in aggetto.
Le basi mancano in certi semipilastri ed in altri sono formate da due tori orizzontali separati da una superficie cilindrica abbastanza alta; il tutto riposa su di un basso plinto ed il toro inferiore ha foglie di angolo protezionali.
Nella chiesa si trova pure un capitello del tipo cubico (fig.193), con le facce decorate da incisioni ricorrenti, una margherita a sei petali del tipo carolingio, oppure semplicissimi fregi: questo pezzo architettonico è stato scavato nella parte centrale (fig.193) ed è usato come vasca dell'acqua santa.


III. - La storia ci offre una probabile antichissima menzione del nostro edificio: in un documento del 17 giugno 885 Raginaldo di Pombia del fu Rapaldo lasciò in eredità alla luminaria del Duomo di Novara un oliveto situato in Mergozzo coerente, da un lato alla "terra Sancti Johannis" dall'altro al "loco Stacionense" e da un terzo alla terra appartenente alla corte di Pallanza (13).
Ora è stato congetturato (14) che il "S.Giovanni" proprietario della terra attigua all'oliveto fosse la chiesetta preesistente alla nostra cappella di Montorfano e che il capitello-acquasantiera attualmente conservato nella chiesa provenisse da quell'antichissimo edificio.
In realtà i motivi scolpiti sul capitello in questione sono di antichissima origine e l'identificazione della chiesa è per ragioni topografiche quanto mai probabile ma, sia in un caso che in un altro, gli elementi a nostra disposizione non ci mettono davanti ad una evidenza indiscutibile.
Possiamo tuttavia ritenere probabile che l'edificio attuale fosse preceduto da un altro molto più antico: la forma, poco usata fra noi, della planimetria a croce, potrebbe spiegarsi coll'ipotesi dell'utilizzazione delle antiche fondazioni.
Delle vicissitudini dell'edificio conosciamo poco: esso era indubbiamente una delle cappelle dipendenti dalla Pieve di Mergozzo elencate nella bolla del 1133 (15) ma non si sa nulla di più.
Il monumento è ben conservato: tranne qualche ritocco operato nel sec. XVIII la struttura romanica si mostra quasi intatta.
L'interno è stato intonacato e dipinto rozzamente a finto marmo, la cupola ha ricevuto l'aggiunta di un brutto lanternino quadrato e alcune finestre furono cambiate di forma oppure otturate: nel 1786 (16) fu costruita una camera contro il muro a giorno ed aperta l'attuale porta nella testata a sud del transetto otturando la finestra esistente: in altra occasione eretto il campaniletto di facciata. Recentemente l'abside fu restaurata e le aperture delle finestre furono ripristinate nella forma originale.

»»» BORGO TICINO - Madonna delle Grazie..

(13) BSSS: LXXVIII doc. XV.
(14) CASSANI: Montorfano di Mergozzo e la sua chiesa.
(15) Cfr: MERGOZZO – Parrocchiale.
(16) CASSANI: Ibid. pag.123.

Immagini

Fig. 183 - Montorfano - S.Giovanni - Pianta
Fig. 184 - Montorfano - S.Giovanni - Facciata
Fig. 185 - Montorfano - S.Giovanni - Lato a giorno
Fig. 186 - Montorfano - S.Giovanni - Pilastri interni
Fig. 187 - Montorfano - S Giovanni - Abside
Fig. 188 - Montorfano - S.Giovanni - Particolari
Fig. 189 - Montorfano - S.Giovanni - Particolari
Fig. 190 - Montorfano - S.Giovanni - Particolari
Fig. 191 - Montorfano - S.Giovanni - Particolari
Fig. 192 - Montoffano - S.Giovanni - Loggetta dell’abside
Fig. 193 - Montorfano - S Giovanni - Capitello