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L'Architettura Romanica nel Novarese - I Monumenti



CAVAGLIO - Sant'Ambrogio

I. - Le condizioni di rovina in cui si trova il monumento ne rendono lo studio difficile.
Era ad una sola navata di forma quasi trapezia (fig.53) terminata da un’abside semicircolare preceduta da un brevissimo tratto di volta a botte contraffortata all’esterno da lesene sporgenti.
A circa due terzi della navata si scorgono, appoggiati ai muri laterali, i resti di un semipilastro composto di due lesene sovrapposte in aggetto: all’esterno, nei punti corrispondenti, vi sono contrafforti di debole aggetto (fig.54).
Evidentemente in questo punto la navata era traversata da un arco traverso.
Nasce il dubbio che vi fossero volte: se vi erano volte su tutta la navata, non potevano essere, data la disposizione planimetrica, che a botte: ma perché mettervi un solo arco traverso a due terzi della nave e non due equidistanti?
E perché mettere contrafforti esterni per tenere in sesto la volta a botte dell’abside, di ampiezza minore ed avente un piedritto già ispessito dalla risega interna e lasciare muri sottili lateralmente alle navate dove la spinta era maggiore?
Queste obbiezioni mi pare facciano escludere l’ipotesi di volta a botte su tutta la nave, poco probabile di per se stessa perché le volte a botte sulle navate non vennero usate, fra noi, che in casi sporadici ed eccezionali.
Poco probabile appare anche l’ipotesi che vi fosse solo un tratto di volta a botte sul tratto fra l’abside e l’arco trasverso: perché non ispessire anche qui il muro?
Perché l’arco trasverso avrebbe avuto una ghiera sporgente, dimostrata dalla sezione dei semipilastri, da ambedue le parti?
Così pure poco probabile appare l’ipotesi che il tratto fra l’abside e l’arco trasverso fosse coperto da una crociera: ammettendo che la risega inferiore del semipilastro continuasse in una costola sporgente dalla parete, dove si sarebbe impostata tale costola?
Contro il tratto absidale in cui non vi è alcuna piccola risega?
È probabile che non vi fossero volte di sorta ma che vi fosse solo un arco trasverso ed un tetto in vista: l’arco trasverso aveva sulle fronti una ghiera in aggetto continuata nelle riseghe dai semipilastri laterali, e serviva, oltre che a scopi statici, a separare il presbiterio o meglio la parte destinata alle funzioni, dal pubblico, inquadrandolo altresì nella cornice d’un arco
Le murature sono di due tipi: la chiesa venne ricostruita nella parte superiore pochi anni dopo la sua costruzione.
Infatti la parte inferiore dell’abside e del muri laterali è eseguita con ciottoli disposti a spina pesce separati da incisioni orizzontali eseguite colla punta della cazzuola sulla malta fresca: negli spigoli e nelle lesene in aggetto sono usati invece conci squadrati in pietra con giunti di malta relativamente spessi ripassati colla cazzuola (fig.54).
La parte inferiore dell’abside conserva evidenti tracce delle sue finestre originali, otturate con una muratura antichissima (fig.54).
La parte superiore dell’abside e del muro a giorno appaiono invece eseguite con muratura mista di ciottoli, pietra e mattoni ed è di qualità migliore (fig.55).
I mattoni sono piccoli e ben disposti, i ciottoli sono a spina pesce, i blocchi di pietra sono disposti saltuariamente qua e là e sono di tipo identico a quelli della costruzione primitiva: la malta è stata guastata dalle intemperie molto di più di quella della parte sottostante, il che non permette di valutare appieno il perfezionamento di esecuzione che si riscontra indiscutibile solo nella parte eseguita in mattoni, sebbene sia manifesto anche nella parte in ciottoli.
Le finestre dell’abside furono costruite al di sopra delle primitive (figg.54 e 55).
Appare quindi evidente che la costruzione primitiva venne dopo qualche anno danneggiata gravemente da un incendio o dalla mano dell’uomo e che venne ricostruita nella parte superiore secondo le linee precedenti, otturando per altro le finestre absidali per ricostruirle più alte: forse il monumento venne sopraelevato.


II. - La decorazione del monumento è riconoscibile solo più nella cornice d’archetti dell’abside ed in una porta laterale.
La porta laterale (fig.56) appartiene alla costruzione primitiva ed è di forma rettangolare con soprastante lunetta centinata in isfondo.
La muratura è in pietra concia, ma nell’archivolto della lunetta vi sono anche dei conci in cotto con manifesto effetto di policromia.
Nello sguancio sono tuttora riconoscibili gli incavi per il perno verticale di rotazione della porta e per la traversa in legno di chiusura.
Le primitive finestre dell’abside erano apparecchiate in ciottoli e del solito tipo a doppio sguancio.
Esiste anche traccia di una finestra di pianta rettangolare, cioé senza mazzette o sguanci nel muro a giorno sopra alla porta laterale già descritta: vi si rinvengono anche un piccolo secretarium od armadietto-nicchia interno ed uno esterno (fig.53).
La cornice d’archetti dell’abside è accuratamente eseguita in mattoni apparecchiati attorno a conci semicircolari in pietra: non vi sono lesene intermedie e gli archetti ricorrevano senza intermissioni per tutto lo sviluppo della curva absidale.
Tale cornice appartiene al restauro eseguito pochi anni dopo la costruzione della chiesa: alla stessa fase costruttiva appartiene l’archivolto della conca absidale eseguito in conci policromi piuttosto irregolari (fig.55): il concio di chiave è ornato da un intreccio scolpito.
Le finestre della parte superiore dell’abside sono molto alte e strette coll’archivolto centinato ed a doppia strombatura: sono apparecchiate accuratamente in mattoni (fig.54).


III. - L’antichità del luogo è provata da una lapide romana rinvenuta (1); in antico venne chiamato Cavaglio Superiore, poi semplicemente Cavaglio, distinguendolo così dall’antico Cavaglio Inferiore, ora Cavaglietto, mentre Cavaglio di Mezzo venne chiamata la regione ove esisteva il Monastero delle monache di S.Pietro di Cavaglietto, posta appunto fra i due paesi (2).
Il luogo di Cavaglio è ricordato in documenti fin dal 1030 (3).
È tradizione costante che S.Ambrogio fosse la parrocchiale più antica di Cavaglio: gli abitanti di esso, due volte l’anno si portano processionalmente a pregare in esso il 20 gennaio ed il secondo giorno delle Rogazioni (4).
La chiesa di S.Ambrogio venne consacrata con ogni probabilità dal Vescovo Litefredo che tenne la Cattedra Novarese dal 1122 al 1149 (5).
Infatti nelle testimonianze della causa fra i Canonici Novaresi del 1157, Guglielmo pievano di Sizzano testimonia di aver visto consacrare dal Vescovo Litefredo ecclesias petrorii, agamii, dromelitti, cavalli cioé le chiese di Proh, Ghemme, Dormelletto e Cavaglio (6).
Siccome nessuna delle tre chiese ricordate insieme a Cavaglio sembra fosse chiesa di Monastero, si può escludere che la chiesa di Cavaglio in parola fosse quella del Monastero di S.Pietro di Castellazzo in Cavaglio Mezzano: nello stesso documento anzi una chiesa di monastero è chiamata esplicitamente, nel caso di S.Giulio di Dulzago, col titolo del Santo, mentre il titolo ecclesia vale per la chiesa cioé chiesa di comunità, pieve o capella secondo i casi.
Né si può pensare si tratti di un piccolo oratorio eretto da un monastero, poiché ad una piccola costruzione si dà, nei citati testimoniali, il nome di oratorium, e ciò nel caso di Proh (7).
A Cavaglio vi era poi necessità, al principio del sec. XII, di costruire una chiesa, perché la cappella di S.Pietro, ivi esistente, era stata donata nel 1092 dai coniugi Otto ed Otta al Monastero cluniacense (8): il popolo aveva quindi bisogno di una basilica propria ed indipendente.
Noi possiamo quindi credere fiduciosamente che la chiesa di S.Ambrogio fosse la chiesa di Cavaglio e che sia stata consacrata fra il 1122 e il 1148.
Della storia posteriore di essa nulla ci e noto; né sappiamo in che anno sia stata danneggiata e ricostruita nella parte superiore, né in quale sia stata rovinata definitivamente ed abbandonata: nel 1596 aveva già persa la dignità parrocchiale (9).
Nel 1820, con decreto 20 febbraio del Cardinale Vescovo Morozzo, il casale di S.Ambrogio colla chiesa in rovina vennero smembrati dalla parrocchia di Cavaglio ed uniti a quella di Fontaneto (10).

»»» FONTANETO D’AGOGNA - S. Fabiano e S. Sebastiano.

(1) C.I.L.: Vol. V. II. num. 6591: tale lapide riportata per primo da GALLARATI (N. XIII) era incastrata nel muro laterale a destra dell’entrata nella chiesa di S.Pietro Apostolo ora distrutta. (Cfr. MAGGIOTTI: Notizie di Cavaglietto pag.237 nota 2). Tale chiesa di S.Pietro Apostolo deve essere identificata, con ogni probabilità con quella donata dai coniugi Otto ed Otta al priorato di S.Pietro di Castelletto (cfr.: Cavaglietto S.Pietro) ad ogni modo l’uso di materiali romani di spoglio dimostra che il monumento ora scomparso era di alta antichità.
(2) Cfr.: MAGGIOTTI: Notizie di Cavaglietto, passim.
(3) BSSS: LXXVIII doc. CLXIV.
(4) MAGGIOTTI: pag.240; Novara Sacra 1930 pag.298; FRANCESCHI: Fontaneto pag.41.
(5) SAVIO: Vescovi I, pag.269.
(6) BSSS: LXXIX doc. CCCXCIV pag.303.
(7) Cfr.: Cavaglietto. S.Pietro.
(8) BSSS: LXXIX doc. CCCXCVI pag.312.
(9) In tale anno al 30 giugno venne consacrata la attuale chiesa parrocchiale, ingrandita poi nei secoli XVII e XVIII: cfr. MAGGIOTTI: Notizie pag.240 ss.; Novara Sacra 1930 pag.298-299.
(10) MAGGIOTTI: pag.240 Novara Sacra 1930 pag.298.

Immagini

Fig. 53 - Cavaglio - S.Ambrogio - Pianta delle rovine
Fig. 54 - Cavaglio - S.Ambrogio - Abside e parete a giorno
Fig. 55. Cavaglio – S.Ambrogio - Interno
Fig. 56 - Cavaglio – S.Ambrogio - Porta laterale