Cronache:

Il tabernacolo di Antonio Pino nella Parrocchiale di Borgomanero e la scultura lignea nel Cusio in epoca barocca

Si è svolta a Borgomanero, lo scorso venerdì 8 febbraio, la prima visita guidata del 2013 nell'ambito del progetto "Forme che volano. 1630-1738. Il barocco nelle provincie di Novara e del Verbano Cusio Ossola".

Organizzata il collaborazione con il Soroptimist Alto Novarese, la visita all’altare maggiore ligneo della Chiesa parrocchiale fa parte dell’intinerario tematico “La scultura lignea”.

Dopo il saluto della presidente del Soroptimist Marisa Zanetta, il presidente di Scrinium Sergio Monferrini ha illustrato il progetto “Forme che volano”.

La dott.ssa Marina Dell’Omo ha guidato i numerosi partecipanti alla riscoperta di un prezioso gioiello dell’arte barocca novarese, opera dello scultore Antonio Pino da Bellagio.

La studiosa ha tracciato un panorama della scultura lignea fra Novarese e Cusio, alla luce delle nuove acquisizioni e scoperte, dovute alla ricerca, durata diversi anni ed intrapresa dall’Associazione Cusius, confluita nel volume “Scultura lignea sacra nel Cusio dal Medioevo all’Ottocento. Arte e devozione”.

Nel panorama degli altari lignei piramidali, quello della Collegiata di Borgomanero occupa un posto di particolare interesse per la sua ricchezza e magnificenza barocca, accentuata dalla ricca doratura.

Antonio Pino nacque a Bellaggio sul lago di Como attorno al 1625/30. Lo sappiamo già attivo nel 1654. Col crescere della sua fama, operò in un vasto territorio, dall’alto Lario fino alle sponde occidentali del Verbano e del Cusio, toccando anche alcuni paesi del cantone Ticino e la Valsesia.

Fra il 1667 ed il 1678 realizzo l’altare maggiore di Borgomanero.

Sono documentate sue botteghe a Bellagio, coadiuvato dal figlio Alfonso, a Sesto Calende, dove opera anche il doratore di Angera Paolo Giussani, con il quale avviò una lunga e proficua collaborazione, e ad Intra.

Tra il 1675 e il 1690 Antonio Pino raggiunge la sua massima notorietà e questo lo obbliga ad essere continuamente in movimento per seguire i numerosi cantieri.

La morte lo colse fra la fine del 1690 ed i primi mesi del 1691, sebbene si ignori il luogo della sua sepoltura.

da una nota di Sergio Monferrini

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