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L'Architettura Romanica nel Novarese - I Monumenti



Conclusione

La cronologia [3]

Come si vede è sopravissuta circa la metà delle chiese citate e riconosciute con sicurezza: esse ci forniscono altrettanti capisaldi per le date che stabiliremo fra poco per i monumenti studiati in precedenza.
Un altro edificio datato è la Cattedrale di Novara: una preziosa lettera contenuta in un codice della Nazionale di Vienna ci permette di conoscere anno, mese e giorno della sua consacrazione: 17 aprile 1132.
Sorge tuttavia un dubbio: può servire una data di consacrazione per accertare l’epoca di costruzione delle nostre chiese? Sappiamo che in certi casi questa funzione è stata fatta ad edificio incompiuto, per la sola cripta o per il presbiterio, per approfittare del passaggio di qualche importante personaggio del clero o dello stesso Pontefice. È quindi probabile che nel caso della Cattedrale di Novara il Papa Innocenzo II abbia consacrato un edificio non ancora ultimato: quindi, ammettendo che la costruzione sia continuata per un certo periodo di anni, avremo nel 1132 una data media, che definisce ottimamente lo stile della fabbrica.
Per tutte le chiese minori della Diocesi la consacrazione costituisce invece un termine “ante quem” poiché è logico ammettere che la funzione fosse eseguita, di regola, ad opera ultimata: non si conoscono infatti, nell’epoca romanica, esempi di consacrazioni ritardate, fatto invece frequentissimo ai giorni nostri in cui molte chiese sono in funzione da anni essendo state benedette ma non consacrate  (17) .
Coll’aiuto di confronti stilistici e colla guida delle date documentarie testé elencate, potremo ora stabilire la cronologia di tutta la serie.
Una posizione a parte ha senza dubbio il battistero di Novara: esso risale nella sua parte più antica alla fine del V secolo  (18) , cioé alla tarda romanità.
La pianta ottagonale a nicchie con mensole e colonne ed il duplice ingresso trova riscontro, come abbiamo notato, nei due sacelli di Albenga  (19) e Frejus  (20) che risalgono appunto alla fine del V secolo: la muratura può paragonarsi a quella delle fabbriche del S.Lorenzo di Milano, erette nella seconda metà dello stesso secolo : i frammenti di intonaco “signino” che si trovano all’esterno del tamburo nell’edificio novarese ne confermano l’età remota poiché tale intonaco vi è pure in certe parti del S.Lorenzo di Milano ed in altri monumenti coevi.
La data assegnata ha quindi tutte le probabilità di essere genuina, per quanto si debba interpretare, data la scarsezza di monumenti del VI e VII secolo nella nostra regione, con una certa latitudine ed elasticità.
Nulla si conserva del periodo longobardo e carolingio nel territorio dell’attuale Diocesi di Novara; numerose sono invece le chiese del primitivo periodo romanico.
Gli studi recenti hanno riconosciuto che l’architettura nei secoli XI e XII ha subito una chiara evoluzione ed è possibile procedere alla separazione dei monumenti dei due periodi in base a considerazioni di tecnica e di stile senza pericolo di incorrere in gravi errori.
Il primo elemento di giudizio ci viene offerto dalle murature: in quei tempi i muri erano formati da un nucleo centrale di frammenti e ciottoli disposti irregolarmente con malta abbondante e di un rivestimento paramentale: questo aveva carattere molto diverso secondo il tempo di esecuzione. Nel corso del sec.XI si è passati da rozzissime superfici eseguite con ciottoli e frammenti di cotto ricuperato da costruzioni preesistenti ad altre piane eseguite con una certa cura di pietrame e di laterizio con impiego, almeno parziale, di materiale nuovo: nel secolo XII si è avuto poi un vero perfezionamento della tecnica muraria tanto che allo scorcio del duecento si possono ammirare paramenti accuratissimi di mattoni limati e lisciati o blocchi di pietra perfettamente squadrati con sottili giunti di malta.
Questa evoluzione (che va interpretata con intelligenza tenendo anche conto dei mezzi finanziari disponibili in ogni paese, dell’arcaismo delle località rurali e dei materiali a disposizione) è tuttavia per noi la guida più sicura poiché si basa su di una tradizione viva e variabile col tempo ed ha particolare possibilità di essere apprezzata in un’epoca di trasformazione dell’organizzazione industriale; questa è passata infatti, nel tempo che ci interessa, dal basso livello del periodo tardo-carolingio alla fioritura delle attività particolari di quello comunale.


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(17) A. K. PORTER: (Romanesque sculpture of the pilgrimage roads pag.5 in nota) ha detto di non conoscere alcun esempio, nel sec.XII, di consacrazioni ritardate.
(18) Nell’estratto di questo studio relativo al Duomo ed al battistero novarese ho indicato per quest’ultimo, sia pur facendo le dovute riserve, il IX secolo.
Avendo approfondito notevolmente lo studio dei monumenti cristiani dell’Italia settentrionale credo di modificare il parere dato, con sicurezza di essere nel vero.
(19) DE ANGELI D’OSSAT: I battisteri di Albenga e Ventimiglia in Boll. della R. Dep. di St. Patria - Liguria - Sez. Ingauna e Intemelia. 1936 pag.207 ss.In questo eccellente studio l’A. fa un cenno sul battistero di Novara e ne indica la data nel V-VI secolo senza ulteriori specificazioni: osservo tuttavia che la planimetria ottagonale a nicchie si trova anche nell’XI secolo nel battistero di S.Ponzo Canavese e che l’epoca di esso si ottiene solo dall’esame comparativo delle murature e dai considerazioni differenziali circa l’architettura del XI secolo che sarebbe troppo lungo e fuori posto esporre qui.
(20) PFISTER: Il battistero di Fréjus in Rivista di Archeologia cristiana 1928 pag.341 ss.