Dall'Ariotta a Marignano
Marignano 1515

UnterwaldenUrs Graf, Soldato con le insegne del cantone di Unterwalden

All'inizio del mese di agosto del 1291 Uri, Svitto e Untervaldo firmano un accordo di protezione contro gli Asburgo, sebbene fossero dipendenti almeno parzialmente direttamente dall'Imperatore, in quanto il territorio era a ridosso del confine imperiale. La Regione del San Gottardo era predestinata già da tempo a svolgere la funzione di asse di transito nella storia della giovane Confederazione, infatti, in primo piano, ci sono gli interessi commerciali con l'Italia, l'accesso sicuro ai mercati del nord Italia e della città di Milano.

Insegna del Cantone Uri alla battaglia di Sempach, 1386

I cantoni della Svizzera centrale svolgono una politica oltre la montagna. In particolare Uri presta aiuto, a partire dal 1403, alla Leventina per opporsi al Ducato di Milano. Nel 1419 Uri e Untervaldo acquistano la città e la Contea di Bellinzona. Uri è la forza trainante a livello della Confederazione. L'obiettivo consiste nel potersi appoggiare alla zona che corrisponde all'attuale Ticino, con lo scopo di controllare il Passo del San Gottardo dal lato sud.

Urs Graf, Picchiere

Dopo la guerra di Borgogna del 1476/1477 la Confederazione diventa indubbiamente la potenza bellica in Europa; i soldati svizzeri in guerra sono temuti e si cerca di arruolarli come mercenari. La lotta degli Asburgo contro la Francia per il potere in Europa avviene in Italia, in particolare attorno al Ducato di Milano. Le note battaglie in Italia, conosciute come Guerre milanesi, iniziano nel 1494 con la spedizione a Napoli da parte di Re Carlo VIII di Francia; il suo reggimento è composto in prevalenza da 8.000 mercenari svizzeri. Gli svizzeri sono presenti in tutte le spedizioni in Italia, sia al soldo di Milano sia quali mercenari della Francia. Nel 1512 gli svizzeri sono i padroni dell'Italia del nord. La battaglia di Novara [Ariotta] del 6 giugno 1513 con la vittoria degli svizzeri viene considerata come l'ultima battaglia del Medioevo. Si tratta principalmente di una battaglia di fanteria, gli svizzeri lottano a ranghi serrati, ma sul fronte francese si ricorre alla forza dell'artiglieria e della cavalleria. Sono quindi passati i tempi della pura lotta di fanteria; questo avrà notevoli conseguenze per gli svizzeri, tre anni dopo a Marignano.


La battaglia di Marignano - 13 e 14 settembre 1515

Franois Clouet, ritratto di Francesco I

Francesco I, successore di Luigi XII sul trono di Francia, avanza pretese sul Ducato di Milano, lo vuole riconquistare e organizza un esercito imponente. Per questo motivo la Dieta federale decreta due chiamate alle armi con l'intenzione di impedire la penetrazione dei francesi oltre le Alpi occidentali.
A causa di posizioni discordanti nella condotta delle operazioni, gli svizzeri si ritirano dalle loro postazioni avanzate ad ovest del Piemonte in direzione della Lombardia e della regione di Milano. Francesco I conduce trattative, con una parte degli svizzeri, che l'8 settembre 1515 sfociano nel Trattato di pace di Gallarate; gli svizzeri dovranno rinunciare con una compensazione in denaro, a una parte dei loro possessi oltre la montagna. I cantoni della Svizzera centrale si oppongono a questo accorodo. Ma le truppe dei cantoni occidentali il 12 settembre 1515 rientrano a casa attraverso i passi, lasciando nell'esercito solo una piccola parte di uomini. Ora gli svizzeri sono in bilico tra la pace e la guerra. Il 10 settembre l'esercito francese raggiunge Marignano (oggi Melegnano) e organizza un campo fortificato nella piana tra San Giuliano risp. Zivido e Marignano.


13 settembre 1515

Ritratto del Cardinale Matteo Schiner

L'insistenza del Cardinale Schiner, nemico dei Francesi, sfocia il 13 settembre 1515 fuori delle mura della città in una schermaglia con i Francesi da parte della guardia ducale e di una parte della cavalleria papale. Si tratta di un complotto per invocare l'aiuto degli svizzeri, i quali, condotti dal Cardinale Schiner, accorsero davanti alle mura della città di Milano.
L'esercito è ormai sceso in campo e per gli svizzeri spinti dall'orgoglio non c'è più ritorno, malgrado la battaglia in realtà non sia stata voluta dalle due parti contendenti.
Si giunge così alla battaglia, il pomeriggio del 13 settembre 1515, tra San Giuliano risp. Zivido e Melegnano.
L'esercito svizzero conta circa 20.000 uomini e si divide in blocchi di combattimento, vale a dire in un fronte avanzato, in un'unità al centro, altre ai lati a destra e sinistra e un'unità nelle retrovie. Si tratta in genere di truppe di fanteria sorrette da poche forze d'artiglieria e di cavalleria.

Battaglia di Marignano - schieramento delle truppe il 13 settembre

L'esercito francese conta circa 33.000 uomini di fanteria e circa 12.000 uomini a cavallo, in totale circa 45.OOO soldati.
Sono ripartiti in un forte fronte avanzato, nell'unità principale più arretrata e in una forte unità nelle retrovie.
Vi si aggiunge l'artiglieria composta di un alto numero di uomini con armi da fuoco.
La truppa principale occupa un campo fortificato a nordovest di Melegnano.
Malgrado stia calando la notte, gli svizzeri attaccano e disperdono il fronte francese avanzato. Nel buio si scatena attorno al campo una lotta cruenta contro l'unità francese principale.
Le unità in lotta si disgregano e danno luogo a singole azioni isolate.
Sembra che la battaglia volga sempre più in favore degli svizzeri.
Verso mezzanotte, in una notte senza luna, il buio spegne l'impeto della battaglia.
Gli svizzeri non possono così conquistare una vittoria a loro portata di mano.

14 settembre 1515

Battaglia di Marignano - schieramento delle truppe il 14 settembre

La mattina del 14 settembre 1515 gli svizzeri si riuniscono di nuovo. Nonostante le considerevoli perdite e lo sfinimento della truppa, l'esercito svizzero riprende il combattimento all'alba nella consueta formazione. Nel combattimento corpo a corpo gli Svizzeri manifestano la loro superiorit, ma l'imponente artiglieria francese, che gli svizzeri non sono stati in grado di annullare, procura loro grosse perdite. Gli attacchi della cavalleria sono respinti con le ultime forze. Ma in questa fase gli Svizzeri non riescono più a penetrare il centro nemico; le perdite, lo sfinimento e la fame hanno bruciato le loro forze.
L'arrivo di una formazione di cavalleria veneziana, accorsa in aiuto dei Francesi, ha inferto verso le dieci del mattino il colpo decisivo alla battaglia. I cavalieri veneziani arrestano la fuga dei francesi e si avventano sul campo di battaglia.
Vista la situazione, gli ufficiali svizzeri non vedono altra soluzione che quella di interrompere la battaglia. Dopo essersi liberati del nemico ed aver riunito le truppe, l'esercito svizzero verso le undici si ritira in formazione a quadrilatero fino alle mura di Milano. I Francesi non osano disturbare oppure inseguire questa ritirata, condotta con fierezza e disciplina e all'inizio restano sul campo di battaglia.
Le perdite subite sono molto elevate. Si contano fra 14.000 e 18.000 morti, la metà dei quali sono svizzeri.
In Italia la battaglia di Marignano conosciuta come la Battaglia dei Giganti.

Attribuito a Mâitre de la Ratire, Battaglia di Marignano

Il 15 settembre 1515 gli svizzeri si ritirano tra le montagne senza essere disturbati da parte dei francesi. Le cause della sconfitta militare degli svizzeri sono essenzialmente le seguenti:
-  Struttura politica della Confederazione troppo poco compatta, autonomia di singoli cantoni, disaccordi
-  Le regioni della Svizzera occidentale sono poco interessate alla politica milanese caldeggiata dalla Svizzera centrale
-  Alla politica indipendente di grande potenza si oppone la dipendenza legata al soldo dei mandanti stranieri
-  Mancanza di pazienza e di cultura militare rispettivamente di disciplina a tutti i livelli; sistema collettivo di conduzione, mancanza di comandi unitari
-  Inferiorità sul fronte dell'artiglieria e della cavalleria. Trascuratezza dell'equipaggiamento tecnico
-  La tattica scelta per la fanteria, che consiste a far arretrare il nemico mediante l'impeto degli assalti, non è stata perfezionata.

Le conseguenze della battaglia

Dopo la disfatta di Marignano i cantoni svizzeri rinunciano alla loro politica d'espansione e rinunciano dalla politica europea e italiana.
La Francia tenta di accordarsi con la Svizzera, la quale dispone sempre ancora di mercenari temuti e che godono di considerazione. Il 29 novembre 1516 a Friborgo, i tredici cantoni e i loro alleati firmano con la Francia e il Duca di Milano un trattato di pace, denominato Pace Perpetua.

Alla Svizzera vengono confermati dei privilegi commerciali (con Lione, città delle esposizioni, e Milano); in seguito viene concessa la libertà del commercio reciproco. Francesco I si impegna a versare somme ragguardevoli (costi bellici degli Svizzeri) e pensioni. Agli Svizzeri rimangono le Signorie di Mendrisio, Lugano, Locamo, la Valle Maggia (l'attuale Ticino), ai Grigionesi rimane la Valtellina con Bormio e Chiavenna (fino al 1797). Per contro la Val d'Ossola è stata persa definitivamente, per la mancanza di unanimità nella politica della Confederazione.

La Pace Perpetua è una tappa importante verso il Trattato di difesa del 1521, che prevede la messa a disposizione della Francia dei reggimenti svizzeri. Questo significa che la politica estera della Confederazione si orienta verso la Francia. Tale sistema politico militare persiste fino alla Rivoluzione francese del 1789; è stata la costante delle relazioni estere della Confederazione come pure un importante fattore della politica interna.

6 giugno 1513 - Battaglia dell'Ariotta
Medaglia commemorativa del V centenario

di Antonio Poggi Steffanina


La Delegazione Fai di Novara su proposta del tesoriere Antonio Poggi Steffanina, ha promosso la realizzazione di una medaglia commemorativa per celebrare i 500 anni della battaglia, avvenuta a Novara il 6 giugno1513, presso la cascina Ariotta - nel territorio dell’attuale frazione di Pernate - come da secolare tradizione.
L'iniziativa, resa possibile grazie al contributo della Fondazione Castello Visconteo Sforzesco di Novara e di "Numismatica Novaria" di Giuliana Dellupi, ha ottenuto il patrocinio dalla Società Storica Novarese.
Nello scontro, definito dagli storici militari "l'ultima battaglia del medioevo", si affrontarono da una parte il Duca di Milano Massimiliano Sforza, supportato dai soldati mercenari svizzeri e dall'altra l’esercito francese di Luigi XII agli ordini di Louis II De La Tremouille e Gian Giacomo Trivulzio. L'esercito svizzero, attaccando di sorpresa su tre differenti fronti le truppe francesi accampate nei dintorni di Novara, ebbe la meglio, riportando il milanese sotto il controllo dello Sforza.

Al diritto è rappresentato un momento della battaglia, ricavato da un bozzetto elaborato dal galliatese Elio Bozzola, che con grande passione ha gentilmente messo a disposizione per questo progetto la propria arte ed esperienza.
Il rovescio riporta un breve testo descrittivo dell’esito dello scontro: 6 giugno 1513: l’esercito francese del Re Luigi XII, comandato da Gian Giacomo Trivulzio e da Louis de La Tromoille, accampatosi presso la cascina Ariotta di Novara, è attaccato e sconfitto dall’esercito svizzero assoldato dal duca di Milano Massimiliano Sforza.
La medaglia, del diametro di 45 millimetri, è stata magistralmente coniata in bronzo dall’esperto medagliasta Stefano Banfi di Monza; a richiesta potrà essere realizzata anche in argento e in oro.
Chi fosse interessato può comunicare la propria prenotazione alla Delegazione FAI.