Romanico piemontese - Europa romanica.
Architetture, circolazione di uomini e idee, paesaggi


Il Centro Studi Città e Territorio, in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” sede di Vercelli, ha promosso nel 2014 un convegno dal titolo Romanico piemontese – Europa romanica. Architetture, circolazione di uomini e idee, paesaggi articolato in varie sessioni e rivolto ad architetti, storici dell'arte, urbanisti, storici, archeologi, paesaggisti e quanti altri si occupino di conoscenza, tutela e valorizzazione del patrimonio paesaggistico.
Tra gli studi selezionati dal Comitato scientifico, di cui facevano parte Saverio Lomartire [professore associato di Storia dell’Arte medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro], Germana Gandino [Professore straordinario di Storia medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro], Eleonora Destefanis [Ricercatore in Archeologia Cristiana e medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro], Fabrizio Crivello [Professore Ordinario di Storia dell'arte medievale presso l'Università degli Studi di Torino], Giulia Galeotti [Dottore di Ricerca in Rilievo e Rappresentazione dell'Architettura e dell'Ambiente presso l'Università degli Studi di Firenze], Marco Paperini [dottore di ricerca in Storia Medievale, Università degli Studi di Firenze] e Laura Bernardinello [dottore di ricerca in Storia dell’Architettura, presso l'Università degli Studi di Firenze], troviamo il lavoro di Francesca Bergamaschi, di cui qui possiamo presentare in anteprima l'abstract.

Rapporti tra architettura e liturgia nella Diocesi di Novara tra X e XII secolo: l'area presbiteriale

Nell'autunno del 1937, Paolo Verzone terminò di pubblicare sul Bollettino Storico per la Provincia di Novara il "catalogo" degli edifici romanici del territorio. L'opera, ancora oggi importante punto di partenza per chi si occupa di architettura medievale dell'Italia settentrionale, offriva molteplici spunti a chi avesse voluto impegnarsi nello studio e nella conservazione di documenti materiali di un'epoca culturalmente molto ricca per il novarese.

Heinrich Hübsch, Die Altchristlichen Kirchen nach den Baudenkmalen und lteren Beschreibungen und der Einfluss des altchristlichen Baustyls auf den Kirchenbau aller spteren Perioden. Dargestellt und herausgegeben fr Architecten, Archologen, Geistliche und Kunstfreunde von Dr Hbsch.
Tomo II: Atlas enthaltend 63 Platten nebst deren Erklrung auf drei Bogen, Carlsruhe, 1863. Pl. LIV: Fig. 1. Querschnitt des Doms von Novara; Fig. 2 Durchschnitt der Vorhalle des Doms zu Casale; Fig. 3 Vorder-Faade desselben; Fig. 4 Querschnitt von San Michele zu Pavia; Fig. 5 Querschnitt von Sta Giulia bei Bergamo; Fig. 6. Durchschnitt von San Tommaso in limine zu Bergamo; Fig. 7 bis 13 Details des usseren Hauptgesimses derselben und einiger Capitle im Innern; Fig. 14, 15 und 16. Querschn., Lngenschn. und Seiten-Facade des Doms zu Pisa

L'obiettivo di questo contributo è quello di verificare i progressi sul piano della conoscenza degli edifici e sul loro rapporto con la prassi liturgica, dando particolare attenzione a quelle chiese costruite tra il X e il XII secolo, la cui area presbiteriale non aveva subito particolari modifiche, dal punto di vista architettonico e strutturale, nel corso del tempo.

Heinrich Hübsch, cit.
Tomo II: Atlas enthaltend 63 Platten nebst deren Erklärung auf drei Bogen, Carlsruhe, 1863.
Pl. LIII: dettaglio.
3: Battistero del Duomo di Novara e 4: Il Duomo di Novara separato con atrio dall'antistante Battistero

Avendo a disposizione una documentazione significativa, l'antica cattedrale romanica di Novara è stata scelta come punto di riferimento e di confronto per gli edifici del territorio.
La ricerca stata condotta integrando molteplici tipologie di fonti - documentarie, narrative, iconografiche, materiali - tenendo particolarmente in considerazione il codice LII (34), conservato nella Biblioteca Capitolare di Santa Maria di Novara, che contiene l'"Ordo divinorum officiorum ad usum ecclesie novariensis".
Letta in chiave storico-artistica, questa fonte liturgica ha permesso di puntualizzare le conoscenze inerenti al mosaico pavimentale absidale e agli altari dell'antica cattedrale romanica di Novara, purtroppo distrutta alla fine del XIX secolo(1), nonché di ricavare indicazioni utili al chiarimento della situazione delle chiese cittadine nel XII secolo, di cui rimangono poche tracce.
Delle venticinque totali, di cui alcune perdute e altre irrimediabilmente o parzialmente modificate, solo quelle di Ognissanti(2) e di San Nazzaro alla Costa(3) hanno fornito informazioni interessanti.
Dalla città, l'indagine si è spostata nel territorio diocesano, e sono stati individuati sei edifici [la chiesa di San Giulio di Dulzago(4); la chiesa di San Martino di Morghengo(5); l'oratorio di San Salvatore di Caltignaga(6); l'oratorio di San Nazzaro e Celso di Sologno(7); la chiesa di San Michele di Oleggio(8); la basilica di San Giulio sull'isola di San Giulio di Orta(9)], la cui area presbiteriale non aveva subito particolari modifiche: le indagini hanno permesso di ricavare dati preziosi, sebbene non sia sempre stato possibile integrare le fonti.

Fig. 47. - Sologno - SS. Nazario e Celso - Interno [da Paolo Verzone, L'architettura romanica nel novarese, in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, XXVI [1932], tav. XX]

Le considerazioni emerse nell'economia del lavoro costituiscono, quindi, i primi dati di una ricerca che ha interessato alcuni edifici del territorio, a partire comunque dal caso emblematico dell'antica Cattedrale cittadina: anche se la sua area presbiteriale ha subito modifiche importanti nel corso del tempo, sono stati conservati, solo in parte decontestualizzati, sia il mosaico pavimentale absidale sia due altari, di cui uno era sicuramente là collocato.
Allo stato delle ricerche, pare ancora complesso riuscire a trarre delle conclusioni soddisfacenti che decodifichino il rapporto tra architettura e liturgia nel romanico novarese: non sempre semplice riuscire ad integrare i risultati delle analisi di carattere generale sviluppati dai liturgisti - il cui taglio prettamente teologico e teorico, quasi privo di riferimenti alle testimonianze materiali - con gli studi storico artistici - quando sono in grado di utilizzare le rare fonti liturgiche reperibili - per interpretare ed approfondire la conoscenza dei reperti materiali nel modo più completo possibile.
È importante, quindi, sottolineare che anche per il Piemonte, come per altre regioni italiane, non esiste ancora uno studio sistematico delle strutture presbiteriali e degli altari in esse presenti dall'epoca tardoantica fino a tutto il medioevo. In parte, la carenza si può giustificare per l'esiguità delle strutture originarie conservate e la scarsità dei documenti ad essa relative; in parte, proprio perché l'altare, costituendo il centro della celebrazione liturgica che si svolge nell'area presbiteriale, è tra le strutture dell'arredo interno quella più soggetta ad adeguamenti funzionali e a rinnovamenti dettati dal cambiamento del gusto estetico.

Francesca Bergamaschi *

(*) Le note e i riferimenti ipertestuali presenti in questa pagina, così come le note introduttive, sono una integrazione redazionale.
(1) Per una lettura introduttiva relativa alle vicende dell'abbattimento dell'antico Duomo si veda lo studio di Filippo Morgantini La "scoperta" dei monumenti storici della città.
(2) Vincenzo Gilla Gremigni, La scoperta di un tempio novarese dell'epoca di Pier Lombardo, in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, XLIV [1953], n. 2 pagg. 75-86.
(3) Notiziario: Il restauro di s.Nazaro della Costa, in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, XXI [1927], n. 4 pagg. 477-487; Agostino Salsa, Il convento di S.Nazzaro della Costa in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, XXIII [1929], n. 1 pagg. 135-142 e n. 3/4 pagg. 333-346; Alessandro M. Viglio, La chiesa e il convento di S.Nazaro della Costa (col progetto di restauro di G. Lazanio) in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, XXIII [1929], n. 2 pagg. 1-115; Atti della Società Storica Novarese: Relazione sui restauri del Broletto, S.Nazzaro della Costa e S.Nazzaro Sesia, di Giovanni Lazanio in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, XXIV [1930], n. 2/3 pagg. 318-344.
(4) Thesis: Daniela Cantatore, Alberto Perego, «San Giulio di Dulzago: percorso filologiche ed ipotesi di conservazione», in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, LXXVIII [1987], n. 2 pagg. 641-673.
(5) Thesis: Angelo Raimondi, «San Martino di Morghengo: ipotesi storico-filologiche per un approccio al restauro», in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, LXXVIII [1987], n. 2 pagg. 641-673.
(6) Paolo Verzone, «L'architettura romanica nel novarese» - CALTIGNAGA - S.Salvatore - al Cimitero., in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, XXVI [1932], pagg. 427-458 + tavv. I-XXVI
(7) Paolo Verzone, «L'architettura romanica nel novarese» - SOLOGNO. – S.Nazario e Celso., in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, XXVI [1932], pagg. 427-458 + tavv. I-XXVI
(8) Lino Cassani, «La basilica di San Michele in Oleggio», in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, XIV [1920] n. 3 - 125-153; Raul Capra, La basilica di San Michele di Oleggio, S.S.N. 1968, pp. 18 e tavv. XX
(9) Paolo Verzone, «L'architettura romanica nel novarese» - ISOLA S.GIULIO - S.Giulio, in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, XXX [1936] pagg. 61-128 + tavv. XCI-CXXXVI; Carlo Nigra, «Osservazioni all'articolo di P. Verzone sul S. Giulio d'Orta», in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, XXX [1936], IV pagg. 289-292.