L’Archivio di Stato di Novara: da convento ad archivio:
quattrocento anni di trasformazioni edilizie.

La vicenda costruttiva delle fabbriche che oggi identifichiamo come Archivio di Stato vede il suo avvio con la ricollocazione, alla fine della prima metà del Seicento, delle monache di Santa Maria Maddalena che dal sobborgo di San Gaudenzio si insediano all’interno della città, con la costruzione di una serie di edifici e soprattutto di una nuova chiesa, elemento qualificante e di memoria storica tangibile ancora oggi, in corso Cavallotti angolo via dell’Archivio.
Alla fine del Settecento, sia per l’incameramento dei beni ‘religiosi’ da parte del Demanio sia per l’unificazione ‘forzata’ del monastero della Maddalena con quello dirimpetto di Sant’Agostino, il complesso monastico viene ad assumere una diversa destinazione: inizialmente come casermaggio, in uso prevalentemente alle truppe di passaggio.

Progetto della facciata

All’inizio dell’Ottocento l’intera area sarà frazionata e una parte, nella porzione nord, andrà al Liceo, portando anche alla verifica della consistenza e alla ‘validazione’ dei luoghi quale sede dell’Archivio Notarile. Infatti il fabbricato composto dalle due chiese, interna ed esterna, “costrutto con solidità”, risultava adatto all’inserimento di un “ampio deposito capace di contenere tre ordini di scaffali posti di contro alle pareti”. La cessione di porzioni a privati nel 1810 e soprattutto la localizzazione dei padri Gesuiti nel 1822 nel tessuto edilizio di nord-ovest porterà la Civica Amministrazione di Novara ad acquisire nel 1823 una porzione di fabbrica, del già soppresso monastero della Maddalena, da destinare in parte all’Ufficio d’Insinuazione, conservando in essere l’altra per l’Archivio Notarile.
I locali, periziati dall’ingegnere Stefano Ignazio Melchioni, saranno oggetto nel 1824 del piano operativo dell’ingegnere civico Luigi Orelli, con un intervento che ancora oggi risulta essere chiaramente identificabile, attraverso le sobrie modalità formali e compositive, nel tratto centrale in affaccio sulla stretta già contrada della Maddalena.

Sala "Giuseppe Amelio", con le scaffalature dell'Archivio Notarile

Il 20 giugno 2015 il salone dell’ex chiesa della Maddalena dell’Archivio di Stato è stato intitolato alla memoria di Giuseppe Amelio, scomparso il 12 luglio 2012, già Prefetto di Novara.
Con il coinvolgimento nel 1835 dell’architetto Alessandro Antonelli finalizzato allo studio e alla proposta progettuale di abbellimento del fronte in affaccio sul corso, privo di un vera e propria attuazione, la fase edilizia cerca di garantire rappresentanza a un volume che ancora proponeva linee e ingombri propri di uno spazio liturgico.

Il Genio della conservazione
opera di Giuseppe Argenti

Sarà poi l’architetto Antonio Busser nel 1851 a dare una nuova immagine che troverà nell’elemento plastico dell’Argenti – “statua sedente simboleggiante il genio della conservazione con carte rotoli, ecc. ai piedi, poggiata colla sinistra mano allo stemma civico” – il fulcro decorativo e rappresentativo del nuovo fronte.
Il 1970 segna l’istituzione dell’Archivio di Stato di Novara a cui saranno affidati i locali occupati dall’Archivio Notarile che avrà altra collocazione. Infine nel 2007 si possono inaugurare i nuovi depositi sotterranei e la sede ristrutturata.