Spigolature

Le Bollette di sanità

di Luigi Simonetta

In un faldone dell’Archvio di Stato di Novara, contenente le minute del notaio novarese Gian Maria Dusnotti, ho ritrovato questa interessante bolletta di sanità.

Bolletta di sanità datata 24 dicembre 1598

La bolletta è datata 24 dicembre 1598 e ci riporta quindi all’epoca della peste che colpì soprattutto il Piemonte occidentale e a cui dobbiamo la nascita del Santuario di Oropa che sorse proprio in scioglimento di un voto della città di Biella che, contagiata dalla pestilenza, fece promessa alla Madonna nera di intervenire sull’oratorio già esistente, stanziando all’uopo cento ducatoni da impiegarsi per ingrandire la chiesa.
Anche a Novara evidentemente qualche caso si era verificato o comunque si temeva l’arrivo del contagio e quindi la Deputazione di sanità aveva imposto l’uso delle Bollette di sanità per controllare la circolazione di merci e di persone; senza questi documenti che attestavano almeno la apparente salute dei viaggiatori e dei luoghi di partenza non si veniva ammessi all’interno della cerchia delle mura.
Nel documento, un prestampato a cui andavano aggiunti il paese di provenienza e i dati della persona autorizzata, si dice:

Deputat(ione) della Sanità di Cameri Contado di Novara
Si parte di qui, per Iddio gratia,
libero da ogni sospetto di peste
per andar a Novara Mr Gio. Dottore Co.(llegiato)
Gio. Speciani a cavallo, et Gio. Toschano
a piedi di statura medio (e barba) chiara
di età di anni 30 di statura granda
di barba >bionda.
Data in detto luogo Adi 24 xmbre 1598
Testa deputato

Non ho potuto individuare con certezza i personaggi: lo Speciano apparteneva probabilmente alla omonima famiglia cremonese dalla quale era uscito anche Cesare, vescovo di Novara dal 1565 al 1591; i Testa, originari di Cameri, facevano parte del corpo decurionale; i Toscani, tuttora presenti a Cameri esercitavano attività mercantili in Novara.
Il documento è ornato dal sigillo della Deputazione di Sanità novarese con la figura di San Gaudenzio benedicente sovrastante lo scudo crociato della Città di Novara, inserito in un ovale con la scritta: D. SANITATIS NOVARIAE all’intorno e le lettere S.G. (San Gaudenzio) a fianco.
Osserviamo il piccolo errore dell’incisore del sigillo che, ignaro delle convenzioni araldiche (o forse non conoscendo i colori dello stemma civico che aveva magari visto stampato solo in bianco e nero) utilizzò nello scudo il tratteggio orizzontale che, nelle regole codificate, identifica l’azzurro anzichè quello verticale che identifica il rosso.
Altra piccola osservazione: fra i dati identificativi prestampati non compare il colore dei capelli ma quello della barba, evidentemente l’uso della barba era talmente diffuso, in quell’epoca, da renderla, per l’identificazione delle persone, un elemento più importante dei capelli che venivano nascosti alla vista da cappelli, cappucci o elmi.