Note e documenti

La Società Archeologica per il Museo Patrio Novarese
Appendici


Appendice I - Elenco dei soci della Società Archeologica

Rappresentanza ed Amministrazione: Fassò ing. Giuseppe, Presidente; Serrazzi cav. Antonio, Caire cav. dott. Pietro, Cerri geom. Giuseppe, Consiglieri.
Consulta Archeologica: Rusconi avv. Antonio, Tarella avv. Raffaele, Pampuri ing. Giuseppe, Caire cav. dott. Pietro, Serrazzi avv. Pietro, Massazza ing. Pietro.
Soci fondatori: Morbio cav. Carlo, Tettone cav. prof. Leone, Prato-Previde avv. Alessandro, Mattachini avv. Luigi, Benzi avv. Costanzo, Prina cav. Luigi Gottardo, Tornielli conte Ottaviano, Panzarasa avv. Ercole, Negretti ing. Carlo, Donzelli avv. Carlo, Caccia di Romentino conte Gaudenzio, Tornielli-Bellini cav. avv. Marco, Peroni Giuseppe negoziante, Bollati cav. Attilio, Conelli Giuseppe Antonio, Stoppani ing. Cesare, Olina avv. not. Giuseppe, Bono avv. Napoleone, Leonardi di Casalino conte Luigi, Berra Giacomo.
(Segue l'elenco dei Soci temporanei).



Appendice II - Statuto della Società Archeologica pel Museo Patrio Novarese

Art. I - Scopo della Società
1. È costituita una Società in Novara allo scopo di raccogliere, conservare, esporre ed illustrare gli oggetti antichi, i quali possano servire alla Storia Novarese.
2. A tal uopo sarà iniziato un Museo nel quale saranno collocati gli oggetti che perverranno alla Società sia per dono che per acquisto.
3. Inoltre la Società procurerà di essere informata dei ritrovamenti di oggetti antichi che potessero interessarla, affinchè quando lo credesse opportuno, deleghi qualche socio ad assistere e curare tali scoperte.
Art. II - Costituzione della Società
1. La Società si compone di soci fondatori perpetui e di soci temporanei.
2. Sono soci fondatori perpetui coloro che sottoscriveranno il presente Statuto pagando una quota d'entrata di L. 50, oltre la quota annua di L. 20.
3. Sono socj temporanei quelli che pagheranno la sola quota annua, la quale si intenderà obbligatoria per anni cinque.
4. Potranno anche essere socj onorarj coloro che pel loro grado o per servizj resi alla Società, o per importanza di dono si rendessero benemeriti della medesima.
Art. III - Amministrazione
1. La Società è rappresentata ed amministrata da un Presidente, Vice Presidente e tre Consiglieri fra cui sarà scelto il Segretario ed il Tesoriere i quali saranno nominati fra i Soci fondatori nella riunione generale dei Socj.
2. Nella stessa riunione generale sarà pure nominata una Consulta Archeologica composta di sei membri, scelta fra i Soci più periti di studj archeologici e storici. Essi presteranno la loro opera all'Amministrazione per ordinare ed illustrare gli oggetti raccolti.
3. L'Amministrazione e la Consulta rimarranno in carica per anni cinque. Saranno esclusi dagl'ufficj di cui ne' due precedenti paragrafi quei Soci fondatori che non vorranno continuare la contribuzione temporanea dopo il quinquennio.
4. L'Amministrazione convocherà almeno una volta in ciascun anno tutti i Soci e presenterà il rendiconto annuo della gestione, e sottoporrà alla discussione i progetti che crederà utili al miglioramento dell'Istituzione.
5. L'assemblea potrà essere convocata anche in via straordinaria dalla Presidenza sempre quando lo credesse necessario od opportuno.
Art. IV - Nuovi Socj
In avvenire la proposta d'un nuovo Socio dovrà essere fatta almeno da tre Soci fondatori per mezzo della Presidenza. Il candidato che mediante votazione a scrutinio segreto ottiene due terzi dei voti dei Soci presenti si ritiene ammesso.
Art. V - Conservazione degli Oggetti Sociali
1. A cura dell'Amministrazione sarà tenuto esatto registro di tutti gli oggetti mano mano che verranno donati alla Società.
2. Ogni oggetto donato al Museo porterà il nome del Donatore.
3. Nel registro di cui al paragrafo 1. gli oggetti saranno designati secondo le indicazioni fornite dal Donatore.
La Consulta però potrà unirvi le rettifiche che crederà necessarie.
4. L'Amministrazione rimane garante degli oggetti pervenutile nel tempo del la sua gestione e di quelli ricevuti in consegna dall'Amministrazione precedente.
5. Le adunanze private e pubbliche della Consulta, l'esposizione degli oggetti e l'ammessione del pubblico al Museo saranno determinati da regolamenti fatti per cura dell'Amministrazione.
6. L'Amministrazione non potrà alienare o cambiare gli oggetti del Museo: potrà però formare un elenco degli oggetti duplicati ed ottenere dalla Società riunita la facoltà di permutarli.
7. Ove il Municipio di questa Città credesse di contribuire allo sviluppo ed all'incremento della presente istituzione avrà diritto di delegare in aggiunta ai Membri d'Amministrazione di cui sopra, due Consiglieri Comunali.
La Società farà pervenire annualmente al Consiglio Comunale copia del resoconto della gestione e dell'incremento del Museo.
8. In caso di dissoluzione della Società, tutto il materiale sociale sarà devoluto al Municipio a condizione che ne mantenga la destinazione e lo conservi a pubblico vantaggio.
Art. VI
La Società si intenderà costituita appena siasi ottenuta la adesione di 20 Soci fondatori e di 30 temporanei.
In tal caso a cura i Promotori saranno convocati i Soci, i quali passeranno tosto alla nomina dell'Amministrazione.



Appendice III - Museum Novariense

Karole de Morbiis,
patriciae Novariensis clasissime historiae patriae scientissime cultor
perpetue rerumque Urbis nostrae diligentissime narrator.
Viri a rebus antiquis Novariae inquirendis servandisque
hoc chirographo monitum volumus
Te Conlegii nostri omnium consensi
Honorarium Presidem esse cooptatum.

datum Novariae XI Kal. Februarias MDCCCLXXVII



Joseph Fassò
Petrus Caire
Raphael Tarella
Alexander Prato Previde
Antonius de Rusconibus
Petrus Massazza
Joseph Pampuri
Antonius Serrazzi



Appendice IV - Rapporto: La Torre delle Ore

Novara, giugno 1878
L'uso di aggiungere alle case ed ai palagi privati, vuoi per difesa vuoi per bisogno di guadagnar cielo specialmente nelle terre chiuse da mura e bastite, è antichissimo in tutte le città subalpine.
A Novara erano così numerose le torri, da vedersi disciplinate con un espresso capitolo dei nostri Statuti.
Nel libro 3° pag. 126 [e. CXIV] così è disposto: Qui de solario sive turre ad rixas sive stremum [sic; corr. sturmum] traxerit vel permiserit trahi, componat prò banno libras decem imperìalium, nisi turris vel solarium fuerit ejus cui injuria fuerit irrogata, et nisi fecerit prò sua defentione vel domesticorum [add.: suorum], vel alicujus qui ad domum ejus fugerit: non tamen contro potestatem.
Delle moltissime torri novaresi, ad esempio quella degli Alzalendini, de' Boniperti, de' Tornielli, de' Bosoni, ecc, tutte state distrutte per ordine del governo ispanico, tre sole rimasero superstiti: cioè il torrione del Comune dove era la campana dei Paratici e le altre due torri denominate le turres longae.
La torre del Comune, decapitata non sono molti anni, stava eretta in un angolo del palazzo comunale prospiciente la piazza del Duomo; qual torre col tempo venne destinata a carcere pei malfattori.
Sulle pareti interne della torre stessa vedesi anche oggidì un avanzo di dipinto rappresentante la Pietà, e tra gli sbiaditi colori di essa leggonsi scalfiti i nomi dei poveri reclusi, che non avevano trovato pietà presso gli uomini.
Di questo torrione parlano documenti del secolo XII, dovendosi ricordare che, se fino al secolo XI il palazzo del Comune era nel sobborgo di S. Gaudenzio fuori mura, dopo il 1200 cioè dopo la pace di Costanza, la repubblica novarese aveva costrutto verso la piazza del Duomo un nuovo palazzo di governo, e ciò sia pel bisogno di collocare la sede municipale in luogo più sicuro, sia per le addizioni che richiedevano il fossato e le fortificazioni della Città.
Cosicché il palazzo del Comune era già in Novara, assai prima che nel 1346 il Podestà Tomasino Lampugnano pensasse ad ampliarlo colla costruzione del nuovo braccio verso nord, dove ora sono le sale del Tribunale.
Rapporto poi alle turres longae, una di esse è l'attuale torre della Provincia.
Essa apparteneva al conte Caccia di Castellazzo il cui erede fu un marchese Natta d'Isola.
È questa la turris magna appellata turris longa di cui parlano molti documenti dei nostri archivi.
L'altra torre longa è quella ora denominata la torre delle Ore.
Anche queste torri vengono indicate nei documenti antichi siccome erette nella parrocchia di S. Pietro de Civitate nella contrada della Crocia o Croce Bianca.
Frasconi riporta un atto del 1344 che parla di una casa nella parrocchia di S. Pietro in contrata putei de la Crocia seu via de turribus longis.
L'antichità di queste due torri, e specialmente di quella denominata "delle ore", viene comprovata anche dalla sua struttura, dalla forma del materiale laterizio, dall'enorme spessore delle pareti, quali usavansi soltanto nelle torri defensionali nel medioevo.
Per cui la leggenda scolpita a punta di chiodo nella sommità di essa verso lo sporto di ponente (interlinea: levante), e dicente

1552     ottb
FIAN...     ...ME
DIOLA     OC...
NDC     COMUNIT
AEDIFICAVIT

sembra riferirsi o all'orologio a peso, allora applicato alla torre per la prima volta, poiché appunto in quegli anni si introdussero e gli orologi a tasca e gli orologi a peso per pubblico servizio, oppure sembra riferirsi alla campana ivi collocata ed al fonditore di essa.
Infatti in giro alla campana attuale, che è fessa e va rifusa, esiste una leggenda che dice essere stata la medesima rifusa nel 1705 perché spezzata.
La qual cosa prova che quella campana spezzata esisteva già anticamente.
E se calcoliamo la durata della campana odierna, cioè dall'anno 1705 al 1878, ed applichiamo la stessa durata a quella precedente, facilmente arriviamo alla data della iscrizione suddetta. [!]
Probabilmente è dall'alto di queste due torri che nel 1495 i Novaresi assediati coll'Orléans da Lodovico il Moro facevano trepidanti i segnali di soccorso, come narra la cronaca del Benedetto.
Ma tolto questo avvenimento, non sembra che la torre in discorso rechi seco altra memoria che interessi la città nostra.
E quindi, spoglia come si trova di ogni importanzastorica e di ogni pregio d'arte, non merita certamente l'onore né di un restauro né quello di venir trasmessa alle future generazioni.