Vita della Società   [BSPN XLV [1954] n.1]

Scoprimento di una lapide

Come tutta la stampa locale ebbe a suo tempo ad informare, il 25 gennaio u. s. fu scoperta sul lato est della casa Ravasio, all’inizio della via XX Settembre, una lapide destinata ad indicare la località dove sorgeva l’antica basilica sepolcro di S. Gaudenzio, distrutta nel 1553 da Carlo V per necessità militari. Non vogliamo dilungarci a descrivere la austera cerimonia dello scoprimento, avvenuto alla presenza delle maggiori autorità cittadine: ci limiteremo a riferire il discorso tenuto in detta occasione da S. E. Cerruti, presidente della nostra Soc. Storica, promotrice della lapide stessa.

Tra le memorie pubblicate nel presente Bollettino vi è anche lo studio che Mons. Cassani distribuì nell'occasione.

Parole pronunciate dal Presidente della Società Storica Novarese, Ambasciatore Vittorio Cerruti, il 24 gennaio 1954, scoprendosi la lapide apposta al lato est della casa Ravasio, per determinare il luogo in cui sorse la Basilica che fu primo Sepolcro di San Gaudenzio.

Illustrissimo Signor Sindaco,
Signore e Signori,
Una località come Novara, situata in un punto della valle padana dal quale si dipartono due valli che conducono a più valichi alpini, non poteva, sin dai primi tempi delle migrazioni dei popoli, non essere centro importante in cui chi andava e veniva soleva sostare, vettovagliarsi per continuare l’ulteriore viaggio.

Novara quindi, come gli altri centri posti ai piedi delle Alpi, sui due versanti, lungo i fiumi che da questa maestosa catena scendono in ogni direzione, dovette man mano progredire, porsi in grado di compiere degnamente il proprio compito di ospitalità, cosicchè divenne, nella epoca pre-romana, romana e nell’evo medio centro assai importante come lo provano le vestigia di antichi templi pagani, di chiese cristiane, di pubblici edifici, di case private, le tombe, le suppellettili di ogni specie che tornano alla luce quando gli architetti moderni compiono scavi profondi per porre le fondamenta delle nuove costruzioni e gli agricoltori vedono affiorare durante i loro lavori nei campi.

La Società Storica Novarese raccolse e pubblicò con cura i ritrovamenti archeologici, mentre, con non minore impegno, uomini di alto intelletto, dotati di fervido amore per la terra natìa e di passione per le ricerche storiche, andavano consultando le numerose pergamene, gli incunaboli, le memorie ed i diari conservatici per rintracciare in essi dati che consentissero di disporre di una precisa o per lo meno approssimativa fonte per individuare e denominare ì ritrovamenti fatti.

Altri Istituti culturali stanno eseguendo lo studio che a Novara è già stato compiuto pur col proposito di aggiornarlo in base a nuove scoperte, per addivenire alla stesura della planimetria archeologica d’Italia che costituirà un contributo di valore inestimabile per i cultori di questa scienza.

Fra i maggiori ricercatori e studiosi di memorie novaresi va annoverato il Reverendissimo Monsignor Lino Cassani, Canonico della Cattedrale, per il quale i tesori bibliografici esistenti nella Curia Vescovile non hanno segreti.

Cosicchè quando lo scorso anno, in occasione di una tornata della Società Storica Novarese, egli, fondatore di essa e suo Consigliere, fece una comunicazione del più alto interesse sopra lo studio felicemente compiuto per individuare in modo certo in quale punto del sobborgo che dalla città si estende verso l’Agogna fosse esistita la Basilica che fu la prima tomba di San Gaudenzio, il Consiglio unanime deliberò che del ritrovamento non rimanesse soltanto memoria negli atti sociali. Ad ogni cittadino novarese, ad ogni forestiero che percorresse il Baluardo Quintino Sella per bearsi del superbo panorama delle Alpi che di là si gode — e purtroppo dobbiamo oggi dire «si godeva» — volgendo gli occhi in basso nell’antico fossato, là dove il Baluardo si diparte dai propilei sabaudi, potesse leggere la lapide che noi oggi scopriamo.

Il Santo Vescovo e Patrono di Novara, che da sì grande venerazione è circondato nella città e nell’intiera Diocesi, non fu neppur esso, nè vivente nè morto, risparmiato da quelle calamità che gli sconvolgimenti politici inflissero in tante epoche della storia ai suoi figli.

Sicchè dall’accurato studio di Monsignor Cassani, di Don Lino, com’egli modestamente ama di essere chiamato, noi apprendiamo che la Basilica-Sepolcro di San Gaudenzio, subendo le sorti della guerra, fu demolita nel 1553 da Carlo V Imperatore, per ragioni militari, ma ricostruita dalle pie genti del luogo dieci anni più tardi. Tutti allora, a cominciare dai canonici di San Gaudenzio, si diedero d’attorno per recare pietre e quant'altro occorresse per il rifacimento della Chiesa. E per una fortunata coincidenza questo lavoro ebbe inizio proprio nel giorno odierno dell’anno 1563, il 24 gennaio di 381 anni fa.

La Chiesa non fu peraltro più tomba del Santo, chè le spoglie Sue mortali erano già conservate in San Vincenzo, chiesetta oggi demolita che faceva parte del corpo della Basilica maestosa che, collocata al centro della città, porta il nome di San Gaudenzio, e vi rimase sino al compimento dell’arca conservata nello scurolo che dal 1711 ne costituisce la degnissima sepoltura nonchè il più prezioso tesoro di Novara.

Se della piccola Chiesa eretta dalla pietà dei fedeli, là dov'era stata la Basilica-Sepolcro del Santo, non esiste più traccia, lo si deve ad una seconda demolizione ordinata pur essa per ragioni belliche nel 1727, cioè negli ultimi anni della dominazione austriaca, dal Conte Daun, Governatore di Milano. Ne dà notizia certa il Prevosto del Duomo, Martinelli, che lasciò scritto di avere assistito con i propri occhi alla demolizione, indica il luogo, ne descrive le fasi e traccia con grande cura la pianta esatta della Chiesa abbattuta.

Sappiamo dunque oggi in modo sicuro che in questo punto esistette la Basilica-Sepolero del nostro Patrono.

La Società Storica Novarese esprime i più vivi ringraziamenti al Signor Sindaco per avere voluto con la sua presenza dare solennità a questo scoprimento e con l’affissione di un vistoso manifesto invitare la cittadinanza a prenderne conoscenza invitandola a presenziare una cerimonia che può sembrare di poco momento, ma acquista importariza quale segno che Novara continua a tenere in alto onore i problemi culturali.

Questo scoprimento vuole soprattutto essere un omaggio reso al Santo Protettore della Città e della Diocesi che, intercedendo presso l’Altissimo, le salvò dalle distruzioni, dalle carestie, dai malanni, dai saccheggi durante i tristi eventi bellici di recente ed infausta memoria.



Verbale dell'assemblea della Società Storica Novarese
13 marzp 1954

Il giorno 13 marzo, come da previa comunicazione, è stata convocata l'assemblea della Società. Alle ore 15,30 il Presidente dichiara aperta la seduta, notando la mancanza di numerosi soci. Letto ed approvato il verbale della seduta precedente, il Presidente dà lettura del bilancio dell’anno trascorso, chiusosi con un disavanzo passivo di L. 34.634.

Il Presidente crede opportuno attirare l’attenzione dei soci sul fatto che le quole sociali per il 1953 e quelle riscosse in quest'anno per arretrati nonchè quelle di soci vitalizi e benemeriti ammontano a L. 165.000 mentre le spese ordinarie, costituite in gran parte dalla pubblicazione dei Bollettini semestrali (L. 207.000) ammontano a L. 229.646. Se si è potuto far fronte a questa spesa ed a quelle straordinarie ammontanti a L. 78.000 per la lapide ad Ugo Ferrandi e in ricordo dell’antica Chiesa di S. Gaudenzio sulla casa Ravasio, lo si deve al contributo di L. 100.000 della Banca Popolare di Novara, che generosamente sovviene il massimo Ente Culturale della Provincia; ed alla graziosa offerta di un quintale di carta da parte delle Cartiere Burgo di Romagnano Sesia, che consente di risparmiare una spesa non indifferente.

La S.S.N. si trova dunque nella situazione, che potrebbe sembrare paradossale, di spendere per ogni socio, unicamente per il Bolleilino, una somma maggiore della quota sociale annua che è di L. 500. Potrebbe venire osservato da qualche socio che allora sarebbe meglio non fare propaganda per ottenere altre adesioni. A ciò si risponde che si ritiene invece necessario propagare l’esistenza della S.S.N., e cercare di ottenere ulteriori adesioni. Anzi, in queste ultime settimane, con il volonteroso aiuto di parecchi soci, la campagna iniziata in proposito ha dato i migliori frutti, perchè sono stati iscritti cinque nuovi soci vitalizi, nove soci benemeriti, e trentadue soci annuali.

La maggiore efficienza numerica costituisce uno degli elementi di maggior valutazione da parte dell'Ente Nazionale della Cellulosa e della Carta che pone a disposizione della Presidenza del Consiglio una rilevante somma per essere distribuita agli Enti che curano pubblicazioni di elevato valore culturale a carattere nazionale.

La Presidenza ha fatto i passi necessari per ottenere tale contributo che era già stato accordato alla S.S.N nel 1952 e che occorrerà procurare di ottenere ogni anno. Si potrebbe con questa provvidenza sperare di disporre di un’entrata di L. 550.000, che, pur non essendo ingente, potrebbe dare maggior respiro per le iniziative che la S.S.N. dovesse prendere. Il Presidente conclude il suo dire invitando i soci presenti a fare le osservazioni che ritengono opportune.

Il Comm. Boroli esprime la proposta di elevare la quota sociale a L. 1000, approvato dal socio sig. Ravizzotti, che esprime felicitazioni per la regolarità con cui sono sempre usciti i Bollettini; mentre Mons. Cassani lamenta i ritardi ingiustificati della tipografia, confermati dalla cons. dott. Virgili. Il sig. Fumagalli, membro della Commissione dei musei auspica che si possa creare una collaborazione fra i soci della S.S.N. ed i Musei cittadini, in modo che i primi possano diventare «Amici dei musei cittadini», con accesso gratuito ai musei stessi. I! Presidente si dichiara favorevole, tanto più che ciò può servire anche ad allargare le collezioni dei musei.

Tornando poi alla discussione sulla quota sociale, l'avv. Piras esprime il parere che per il 1954 sia meglio non apportare cambiamenti, e per il futuro sia bene riflettere; il socio ing. Mazzinari nota l’enorme divario fra le entrate e le uscite, e dichiara necessario l'aumento: si passa ai voti e pertanto si decide di portare la quota a L. 1000 per il 1955.

Il Presidente continua ad esaminare l’ordine del giorno, il cui terzo punto riguarda l’eventuale aggiornamento dello Statuto Sociale; il Presidente a tale proposito si sofferma soprattutto sul premio Morandi, la cui entità è ormai una cifra assolutamente ridicola; la discussione allora verte sul problema se fare consistere il premio in una medaglia, o mantenere la somma in denaro, opportunamente aggiornata. Il sig. Ravizzotti propende per una medaglia che sia riconoscimento morale, ma Mons. Cassani oppone che il denaro purtroppo è oggi il più forte incentivo che possa spingere dei giovani a lavorare, e pertanto si decide di mantenere il premio in denaro, con l’approvazione dell’assemblea.

Il Presidente propone la nomina di una Commissione di non meno di cinque membri e non più di sette per studiare le pratiche necessarie.

Il Presidente passa poi a trattare dell’aggiornamento dello Statuto Sociale su altri punti, per adeguarlo alla situazione odierna: in proposito propone la nomina di una Commissione di cinque membri, previa approvazione da parte dell’assemblea, per queste modifiche.

Infine il Presidente comunica l’invito da parte della Società di Studi Storici Archeologici Artistici della Provincia di Cuneo al Congresso dell’ 11, 12, 13 aprile p. v., e prega il socio avv. Piras di rappresentare la S.S.N. al Congresso, anche in considerazione del fatto che egli ha compiuto gli studi in quella città. Piras cortesemente accetta.

Infine per esaurimento degli argomenti la seduta è tolta alle 16,30.

Immediatamente si riunisce il Consiglio. Sono presenti i consiglieri Boroli, Cassani, Cucchi, Leigheb, Pezza, Torelli, Verdina, Virgili. Si approva un contributo di L. 10.000 alla Cronistoria Novarese del sig. Rizzi. Viene nominata la commissione per apportare le modifiche allo Statuto Sociale: sono scelti il Presidente Ecc. Cerruti, il Vice-Presidente prof. Leigheb, la Segretaria dott. Cucchi, la consigliera prof. Virgili, il consigliere avv. Stoppani. Si ritiene opportuno creare l’auspicato legame fra la S.S.N. e i Musei.

Esauriti gli argomenti, la seduta è tolta alle 17,10.



Rendiconto economico - Anno 1953   [BSPN XLV [1954] n.1 - pp. 96-97]

Rendiconto economico esercizio 1953

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