Lutti nella nostra famiglia   [BSPN XXXIV (NUOVA SERIE VI) [1940] N. 2/3 - pp. 119-122]

In memoria di ERNESTO GIUSEPPE LAMPUGNANI
(Novara 30-XII-1877 — 2-V-1940)

Uno dei nostri amici più fedeli, vicino sempre ai nostri studi, alle nostre iniziative, al nostro lavoro, ci è venuto meno. Ernesto Giuseppe Lampugnani è caduto ancora quasi nel fervore delle sue opere, prima di aver dato compimento alla carriera scolastica, prima di aver raggiunto quel riposo che vagheggiava come oasi di nuova vita; è caduto in età buona, quando ancora sorride la prospettiva di alcuni sereni anni di vita e di lavoro conclusivo.

Di lui ricorderemo l'attività di studioso, di insegnante, di alpinista, di combattente.

Le sue gesta alpinistiche, le sue scalate a vette non prima raggiunte o raggiunte per nuove vie, la sua trasvolata del Monte Rosa in aereo col pilota Landini nei primordi del volo e poi le sue prodezze nella grande guerra, premiate con le azzurre decorazioni al valore gli avevano creata una rinomanza di audacia, di tenacia, di coraggio ben meritata.

Di queste imprese restano tracce in alcune delle sue opere, ma di altre egli non volle mai parlare. Poiché ebbe un suo orgoglio tutto particolare che rifuggiva dal far discorso delle cose compiute.

Nell'esercito raggiunse il grado di tenente colonnello degli alpini. E l'aver militato nel Corpo glorioso gli riempiva il cuore di commozione e di gioia. E c'era in questa commozione e in questa gioia non solo il ricordo dell'arma e l'orgoglio di avervi servito, ma anche il sentimento primordiale, istintivo, acutissimo dell'alpe amata fin dalla prima giovinezza come una creatura ineffabile e soave.

Laureato in lettere e insegnante per decenni di tale materia, non si lasciò fossilizzare il cervello da quelle quattro nozioni che debbono essere impartite nelle scuole; ma si tenne sempre al disopra e al di fuori di esse. Amò le letture attente, meditate, costruttive; amò la lettura lenta, paziente, penetrante; e, pur volgendo la sua attenzione, di preferenza, alla letteratura alpinistica, tenne sempre l'occhio all'opera nuova e fresca, fosse narrativa o poetica o critica, letteraria o storica o scientifica. E ne faceva tesoro. Amò anche parlare in pubblico di alcuni temi che più gli erano cari: i suoi monti, le sue scalate, persone e personaggi con cui ebbe dimestichezza e eh' egli conobbe a fondo e furono utili nella vita agli altri. Parlava riposato, calmo, con un lirismo continuo e contenuto, commovendosi, dentro, di quanto diceva.

Dalla vita non volle straniarsi. Fu chiamato a posti importanti nelle organizzazioni sportive e in quella alpinistica in particolare, nel Partito a cui si inscrisse fin dai primi tempi; nelle Amministrazioni pubbliche.

Una delle cariche che tenne con amore e cura particolari, dal 1929 sino alla morte, fu la presidenza delle Biblioteche Negroni e Civica in cui si dimostrò amministratore capace e intelligente, fautore di ogni seria proposta di incremento, di valorizzazione, di degnificazione degli importanti istituti culturali.

Nel decennio e più del suo governo le Biblioteche poterono realizzare notevoli progressi nella loro attrezzatura, nella loro compagine patrimoniale, nelle loro dotazioni.

Dello studioso, dello scrittore parla l'elenco nutrito delle sue pubblicazioni; alcuni altri lavori sono rimasti inediti nel cassetto, che non si decise a pubblicarli. Uno particolarmente sulla storia delle prime vicende medioevali dell'isola di S. Giulio ebbe a cuore e condusse a termine; poi lasciò riposare; poi non riprese più. E fu un vero peccato perché la diligenza grande delle sue prime ricerche e l'importanza dell'argomento meritavano un coronamento dell'opera.

Fu scrittore attento, vigilato, pieno di buon gusto; cultore della parola espressiva, dell'immagine icastica.

Bene avrebbe meritato altri onori e altri segni della sua capacità se non fosse rimasto un po' troppo chiuso in sé stesso e schivo dei contatti ufficiali.

Le sventure famigliari degli ultimi tempi lo avevano profondamente colpito e quasi inimicato alla vita. Tuttavia seppe sopportare stoicamente la sua parte di dolore e appressarsi all'ora della morte con animo forte, confidando nella suprema Bontà e nella Giustizia divina a cui credeva profondamente.

Ora è là nel piccolo camposanto della sua Macugnaga, nella cerchia delle grandi Alpi, vicino al suo primogenito la cui morte prematura fu un poco anche la sua morte.

Alla sua compagna fedele, coraggiosa e dolorosa, vada da queste pagine la parola del conforto. Pinin Lampugnani si è guadagnato in modo duraturo il diritto alla nostra gratitudine e al ricordo dei venturi.

A[lessandro] Viglio.

Pubblicazioni del Prof. E. G. Lampugnani
1. «L'Aiguille Verte (m. 4127) nella catena del Monte Bianco», in Bollettino del C. A. I., 1904, vol. XXXVII, n. 70.
2. «Tra le vette del Rosa: Lyskamm orientale (m. 4529), Punta Gnifetti (m. 4559), Punta Dufour (m. 4635)», in Rivista del C. A. I., dicembre 1905, vol. XXIV.
3. «Note sulla cultura novarese del sec. X», in Miscellanea Storica Novarese. In onore di R. Tarella, Novara 1906.
4. «La Cresta Orientale del Lyskamm», in Annuario del C. A. Accademico Italiano, Torino 1906.
5. Articoli:
• «In Val Grande»;
• «Monte Rosa»:
   I) Il versante di Alagna;
   II) Una salita al Monte Rosa per la parete valsesiana;
   III) La via di Giovanni Gnifetti;
• «La cresta settentrionale del Corno Bianco»;
• «L'arte in Valsesia», in Valsesia, Paravia, 1907.
6. «Tra i misteri del Cervino: La cresta S del Picco di Tyndall», in «Bollettino del C. A. I.», 1909, vol. XL, n. 73.
7. «Cinquanta anni di alpinismo italiano», nella Pubblicazione per il cinquantenario della fondazione dei C. A. I., Torino 1913.
8. «Tra le pallide Dolomiti», in Bollettino del C. A. I. 1912-1913.
9. Collaborazione per la parte alpinistica valsesiana e del Monterosa alla Guida del Touring Club Italiano (Piemonte e Lombardia, edizione 1914 e segg.).
10. «Per Benito Mussolini. Discorso», edizione del R. Istituto Tecnico O. F. Mossotti», Novara 1926.
11. «Une ascension au Mont Rose par la paroi du Val Sesia», in Revue Alpine, Section Lyonnaise du C. A. F., Lyon 1926, vol. XXVII.
12. «Sacre memorie di guerra», Associazione Nazionale Combattenti, Sezione di Novara, Novara 1927.
13. «Il Mombarone di Valsessera», in Il Biellese, nel Cinquantenario di Quintino Sella, C. A. I., Sezione di Biella. Viassone, Ivrea 1928-1929.
14. Vette: Ricordi di ascensioni e di esplorazioni nei gruppi del Monte Bianco, Monte Rosa e Cervino, Viassone, Ivrea 1929. (In collaborazione).
15. «La cresta Nord del Corno Bianco», in Bollettino mensile della Sezione di Milano del C. A. I., maggio 1929, anno VII.
16. La catena del Monte Bianco, traduzione dal francese di Henry Bregeault, De Agostini, Novara 1929.
17. «Ugo Ferrandi». Nota commemorativa in Bollettino Storico della Provincia di Novara, XXIII, 1929.
• Id. in Annuario del R. Istituto Tecnico O. F. Mossotti, Novara 1929.
• Id. in La Geografia, I. G. D. A., 1929.
18. «Valsesia, Biellese, Ossola», in Piemonte, del T. C. I., Milano 1930.
19. «Guido Rey», in Alpinismo, C. A. I., Sezione di Torino, Torino 1936 (numero unico).
20. «Le vette di Antonio Locatelli», in Annuario 1936-37 della Sezione di Bergamo del C. A. I.
21. Vette. Seconda edizione, Monter, Torino, pp. 380.

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Musei Civici e Biblioteche: acquisti e doni
[BSPN XXXIV (NUOVA SERIE VI) [1940] N. 4 - pp. 223-228]


STATISTICA DELLE BIBLIOTECHE NEGRONI E CIVICA

DONI NEL 1940 - XVIII-XIX.

 VolumiOpuscoli
Beltrami Mons. Rocco-104
Cerruti S. E. Dott. Vittorio33-
Gray Dott. Gran Cordone Ezio Maria171
Stoppani Avv. Comm. Carlo20-
Tencaioli Comm. O. F.517
Viganotti Avv. Comm. A.53-
Viglio Dott. Alessandro2384
Diversi3175
Totali182281


La Sezione di Novara della R. Deputazione Subalpina di Storia Patria affida alla Biblioteca Civica tutte le pubblicazioni che riceve in cambio ed in omaggio, che, per il 1940 furono N. 34.

Schede compilate nel 1940.

Principali1.277
Di materia o soggetto1.894
Di richiamo o spoglio89
Di argomento novarese137
Totale3.397

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Biblioteca Civica e Negroni.

Statistica dei libri entrati in Biblioteca nell'anno 1940 - XVIII-XIX.

statistica 1940

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STATISTICA DEI LIBRI ENTRATI IN BIBLIOTECA NEL 1940 - XVIII-XIX SECONDO LE PROVENIENZE

CIVICA:

Opere678
Volumi250
Opuscoli479
Totale729

 VolumiOpuscoli
Per acquisto3336
Per doni e omaggi179276
Per diritto di stampa30158
Dal Municipio89
Totali250479


NEGRONI:

Opere650
Volumi546
Opuscoli132
Totale678

 VolumiOpuscoli
Per acquisto543127
Per doni e omaggi35
Per diritto di stampa--
Dal Municipio--
Totali546132

Opere entrate nell'anno 1940
distinte per soggetto
.

SoggettoN.
Argomento novarese121
Romanzi43
Educazione - Igiene - Medicina - Sport51
Belle Arti50
Religione - Filosofia - Morale65
Agricoltura, industria e Scienze tecniche55
Scienze matematiche9
Geografia90
Storia, Difesa nazionale197
Letteratura397
Scienze politicha, economiche, sociali180
Diversi30

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Classificazione delle opere date in lettura secondo le materie nel 1940 - XVIII-XIX.

statistica 1940

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Libri dati a prestito a domicilio nel 1940 - XVIII-XIX.
Statistica mensile

statistica 1940

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Statistica dei lettori nel 1940 - XVIII-XIX.

statistica 1940

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Nel 1940 usufruirono del prestito di libri a domicilio N. 449 persone così distribuite:

statistica 1940

Al 31 dicembre 1940-XIX erano a prestito N. 235 libri.

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MUSEO CIVICO E GALLERIA D'ARTE MODERNA "PAOLO E ADELE GIANNONI„

PROSPETTO DEI VISITATORI NELL'ANNO 1940
(Dal 1 Gennaio al 31 Dicembre).

statistica 1940

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