Atti della Società Storica Novarese   [BSPN XXII [1928] fasc. II - pp. 217-223]

Verbale della Commissione giudicatrice del secondo Premio Morandi.

L'anno millenovecentoventotto, addi nove febbraio, nella casa del sig. cav. avv. A. Tadini, in Novara, si è riunita la Commissione giudicatrice del secondo Premio Morandi, composta dei signori avvocato Antonio Tadini, delegato della Società Storica Novarese e prof. Giuseppe Lampugnani, delegato dell'Ill.mo sig. Podestà di Novara, per procedere all'assegnazione del Premio Morandi (2° Concorso). Il terzo Commissario, delegato anch'esso dalla Società Storica, cav. Cesare Poma, impedito d'intervenire personalmente, ha inviato una relazione scritta, con giudizio motivato intorno all'unico lavoro presentato per il concorso al Premio stesso.

La Commissione, dopo aver preso visione del Regolamento e del Bando di concorso, regolarmente pubblicati nel Bollettino Storico per la Provincia di Novara, procede a concretare il proprio giudizio sull'unico lavoro presentato al Concorso, che è lo studio del prof. Vito Fedeli su Le Cappelle musicali di Novara, dal secolo XVI a' primordi dell'ottocento.

La Commissione osserva preliminarmente:
a) che lo studio, presentato in doppio esemplare manoscritto, risponde ai requisiti dell'art. 7° del Regolamento per il Premio Morandi;
b) che venne presentato in tempo utile, secondo le modalità del bando di Concorso.
Successivamente, passando all'esame scientifico del lavoro concorrente, e conformando il proprio giudizio a quello espresso nella lettera del Commissario cav. Cesare Poma, la Commissione delibera di prescindere da ogni valutazione del contenuto tecnico musicale dell'opera, il valore del quale è sufficientemente garantito dalla notoria competenza dell'autore, e di limitare il proprio giudizio alla trattazione storica.

Questa risulta fatta con ordine, diligenza e abbondanza di ricerche originali su documenti dei nostri archivi. L'esposizione procede in forma piana e dilettevole. I pregi storici dello studio del prof. Fedeli consistono specialmente nel rivendicare alle Cappelle novaresi un posto notevole nella storia della musica sacra, non inferiore a quello delle più famose di altre città italiane, e di aver dissepolto dall'oblio immeritato nomi di musicisti valorosi, quali Giacomo e Gaudenzio Battistini, autori di pregevoli composizioni, che sarebbero ben degne di risonare ancora ai giorni nostri nelle nostre chiese.

Pertanto la Commissione giudica Le Cappelle musicali di Novara lavoro pregevole anche dal lato storico, e da considerarsi come un buon contributo alla storia artistica Novarese: e quindi delibera alla unanimità di assegnare all'autore, prof. Vito Fedeli, il Premio Morandi.

La Commissione giudicatrice
Antonio Tadini - Giuseppe Lampugnani - C[esare] Poma.

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Pubblichiamo, a complemento della relazione riguardante l'assegnazione del premio Morandi (triennio 1926-1928) il Sommario dell'opera manoscritta presentata dal prof. Vito Fedeli. Sappiamo che la casa editrice Ricordi darà presto alle stampe la dotta monografia di capitale importanza per la storia musicale della nostra città.


LE CAPPELLE MUSICALI DI NOVARA.
San Gaudenzio. La cupola. L'antica basilica. Sua importanza. Privilegi speciali. Caratteristica intronizzazione del vescovo. Codici di notazione gregoriana. I primi organisti. Demolizione della basilica. La città ne erige una più sontuosa. Il patronato del Comune. Cerimonie officiali nella «civica» basilica. Intervento de' pubblici rappresentanti. Funzione della Cappella musicale. I suoi primi maestri. Le musiche di Animuccia e di Palestrina.
Giacomo Battistini. Sua origine ignota. Testimonianze biografiche. Il suo licenziamento dalla cattedrale. I «Motetti» e le «Armonie». Loro speciale testo latino. Caratteri della musica. Il melodista. Alcuni esempi. I suoi lavori teatrali. Una cantata a lui attribuibile. La sua nomina a San Gaudenzio.
Grandi esecuzioni di Musica Sacra. Una straordinaria solennissima festività nella basilica. Otto giorni di musica sacra. Due cantorie e due orchestre. Intervento di celeberrimi musicisti forestieri. Il successo di Battistini come compositore e direttore. Esecuzione di Oratorii.
L'Archivio della Basilica. Preziose raccolte. L'inutilità, nei riguardi musicali, d'una ispezione governativa. Rinvenimento d'antichi manoscritti e autografi. Nuovo ordinamento della sezione musicale. Le composizioni di Giacomo Battistini.
Attività della Cappella. Condizioni della musica sacra nel settecento. Le nuove forme. I tre generi. Musiche a otto voci in due cori. Gli strumenti orchestrali sulla cantoria. Pregi de' lavori di Giacomo Battistini. Sua morte. Suoi discendenti e successori. Una famiglia di musicisti.
Gaudenzio Battistini. Suo valore e sua operosità nella direzione della Cappella. Repertorio. Maestro al cembalo nel Teatro Nuovo. La invadenza dello stile accademico «concertante» nella musica sacra. Tentativo d'abolizione dell'orchestra in San Gaudenzio. Fiera opposizione del Capitolo. Le musiche «piene» e a cappella. Composizioni di Gaudenzio Battistini in ambedue i generi. Sua lunga permanenza nella cappella e sua morte.
Sotto il nuovo regime. Napoleone a Novara. Spogliazione di beni ecclesiastici. Conseguenza per le Cappelle. Il successore di Battistini. Feste centenarie. Musiche straordinarie dirette da Mayr, Donizetti, adolescente, tra i cantori. Successivo decadimento della Cappella. I «maestri all'organo».
Il Duomo. — La romana basilica. Erezione della cattedrale sulle sue rovine. Com'era la chiesa primitiva. Sua distruzione e riedificazione, ufficiatura rituale. Il canto ambrosiano e la riforma gregoriana. Gli antifonari medioevali. Residui d'antiche liturgie novaresi con speciali cantilene gregoriane.
Origini della Cappella. Il lascito Langhi. I «rossini» pueri cantori. Cronologia de' primi maestri. Loro composizioni. La permanenza di Giacomo Battistini. Stato e repertorio della Cappella. I libri corali di Vittoria e di Morales. Licenziamento di Battistini. Riduzione d'organico e nomina d'un «maestro all'organo».
I successivi maestri. Loro lavori. Ripristino della carica di direttore effettivo. Laboriose trattative per la nomina di Benedetto Neri. Sua attività. Il cembalo in chiesa. Contrasti e dimissioni. Ercole Paganini gli succede. Sua breve esistenza. Pietro Generali e il periodo di maggior rinomanza della Cappella. I maestri della musica sacra teatrale. Loro valore ne' riguardi della riforma musicale liturgica.
L'Archivio. Ordinamento della sezione musicale. Musica edita e inedita più notevole. Lasciti e donazioni. Una lettera autobiografica di Marsand.
Conclusione. Merito delle Cappelle novaresi e loro significato nella storia dell'arte. I due maestri più rappresentativi dell'ambiente. Desiderabile diffusione de' loro lavori.
Indice dei nomi.

Al volume storico critico è annessa la raccolta di COMPOSIZIONI DI GIACOMO E GAUDENZIO BATTISTINI scelte, rivedute e realizzate nel basso continuo.

Indice:
Criteri del revisore.
Giacomo Battistini (1665-1719):
Gaudeamus omnes a 4 voci.
Alma Redemptoris Mater a 4 voci, organo e archi.
Messa a 8 voci (in due cori) e organo.
Stabat Mater a 4 voci.
Lauda Sion a 4 voci e organo (incerto).

Gaudenzio Battistini (1722-1800):
Salve Regina a 4 voci.
Statuit ei Dominus a 4 voci.
Regina coeli a 8 voci, organo e archi.
Quindici Motetti a 4 voci e violoncello (non obbligato).
Messa da Requiem a 4 voci.
Fuga: Cum Sancto Spiritu a 4 voci, organo e orchestra.
Dixit (salmo) a 4 voci, organo e orchestra.

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In memoria del prof. C. Vincenzi.
Un lutto che ci colpisce profondamente è la scomparsa del dott. C. Vicenzi per lunghi anni direttore dei Musei del Castello Sforzesco di Milano. Egli era legato alla nostra città da simpatia e da sincera amicizia. Amico del nostro Museo Civico venne più volte a visitarlo. Egli aveva anche ideato e fondato quella Associazione dei Musei locali che avrebbe dovuto, stringendoli in un fascio e ponendoli in fraterna comunione, valorizzarli di fronte al pubblico e all'autorità, illustrarne il materiale, fornir loro in una bella rivista, una voce forte ed ascoltata.
La malattia lunga e grave e la morte poi spezzarono la fibra di questo studioso coltissimo in ogni ramo della storia e dell'arte, di questo ancor giovane direttore delle collezioni milanesi del Castello, anima di artista e di gentiluomo, del quale conserveremo sempre la più affettuosa e devota memoria.

A[lessandro] V[iglio]

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È morto il nostro Socio, Geometra Fiovo Negri. Alla sua Famiglia le nostre vive condoglianze.

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MUSEO CIVICO - ARCHIVIO STORICO
Doni per il 1927
Banca Popolare Cooperativa di Novara, L. 200. (Furono acquistate, con tale somma, opere di storia e di critica d'arte per la biblioteca del Museo).
P. F. Mazzucchelli detto «il Morazzone» di G. Nicodemi, Stabil. Cronaca Prealpina 1927 (Ediz. di 725 esemplari: n. 124).
Dono del Municipio di Novara.
Archivio completo della Casa del sig. Conte Giuseppe Tornielli-Brusati. Di questo ricchissimo archivio importante anche per la storia di Novara e del Novarese, daremo altra volta una descrizione esauriente, appena sarà sistemato negli scaffali già approntati a spese del Comune.
Dono della signora Marchesa Paolucci de' Calboli.
Busto in terracotta rappresentante il Conte Ambasciatore G. Tornielli-Brusati di Vergano, opera di Z. Carestia.
Dono id. id.
Grande Album di firme dei componenti la Colonia italiana di Parigi a S. E. Tornielli-Brusati. Rilegatura in cuoio con fregi di metallo e stemma: intern. pergamena miniata.
Dono id. id.
Busto in gesso raffigurante il Conte Giuseppe Benedetto Tornielli di Vergano Vice Re e Capit. Generale di S. M. in Sardegna etc.
Dono del sig. avv. Conte Marco Caccia di Romentino.
Rapporto ufficiale sulla battaglia di S. Martino del 24 giugno 1859 scritto la sera medesima dal Capitano Conte Gerolamo Avogadro di Colobiano al Colonnello Conte Laforet, Regg.to Cavalleggieri di Monferrato, 2° squadrone. Fascicolo cartonato, in folio, manoscritto. Doc. in parte edito nel volume del Comando del Corpo di S. M. Ufficio Storico La guerra del 1859 per l'Indipendenza d'Italia. Vol. II. Documenti, pag. 420. Manca nel volume la 2.a parte della Relaz. contenente un Elenco dei Militari del 2° Squadrone dei Cavalleggieri di Monferrato che presero parte il 24 giugno 1859 alla Battaglia di S. Martino.
Dono dell'on. E. M. Gray.
1. Fotografia di piccolo formato, di O. F. Mossotti; 2. Decreto di nomina del Mossotti a cavaliere dell'ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro; 3. Decreto di nomina dello stesso a cavaliere dell'ordine civile di Savoia; 4. Sonetto a stampa del dott. Francesco Passerini in morte del Mossotti; 5. Pergamene, in numero di sei, riguardanti diplomi conseguiti da membri della famiglia Mossotti (sec. XVIII e XIX); 6. Diploma di medaglia-ricordo del X Congresso Scientifico ital. di Siena (sett. 1862) al Prof. O. F. Mossotti.
Dono della famiglia Piazza di Carpignano Sesia.
Quattro vasetti unguentarii romani trovati in scavi fortuiti alla cascina Nosaccia di Gravellona L.
Dono del sig. E. Gili - Novara.

Visite per il 1927.
Il Museo fu aperto, nel 1927, per 49 domeniche; il numero totale dei visitatori, comprese le numerose scolaresche di Novara e di fuori che, in giorni feriali, visitarono il Museo stesso fu di 7245: media 136 per domenica. In visita straordinaria 731.

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Notiziario   [BSPN XXII [1928] fasc. II - pp. 224-228]


Per il nostro "numero speciale„ dedicato ai palazzi del Broletto numerosissime sono state le approvazioni e le lodi ricevute: lasciamo stare quelle personali ai compilatori della monografia e del progetto e prendiamo atto, con vivo orgoglio, del consenso entusiastico e larghissimo dimostrato alla idea del restauro. L'animo dei Novaresi ha palpitato, una volta tanto, in concordia, per una idea di bellezza, per una speranza di prossimo godimento estetico, per un sentimento di orgoglio civico: riavere, risorto, stupendo, il bel monumento dei nostri avi, il palazzo del Comune antico, nel cuore di Novara antica; riaverlo integro, non più sede della piccola patria comunale, ma di opere d'arte, ma di cimelii preziosi; oasi di riposo spirituale, recinta ed esclusa dal travaglio della quotidiana vita cittadina.

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Regio Ispettore delle biblioteche e degli archivi

È stato recentemente eletto il teol. sac. cav. don Lino Cassani, R. Ispettore onorario dei monumenti antichi, nostro amico e collaboratore, membro del Consiglio Direttivo della Società Storica Novarese. A lui il nostro affettuoso saluto.

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Per l'Abbazia di Sannazzaro Sesia.

L'Italia Giovane, del 23 maggio 1928 (A. VI E. F.) pubblicava queste due lettere:

Novara, 14-V-28. Ill.mo Signor Barone,
L'Abbazia di Sannazzaro Sesia, uno dei più antichi e belli monumenti della nostra regione, illustrato recentemente dal Porter in un'opera grandiosa, visitato or non è molto, dall'Ill.mo Sig. Prefetto di Novara, giace trascurata, ed è lasciata in balìa di un incessante e grave deperimento. Alcune riparazioni ai tetti e al loggiato del chiostro sono urgenti per evitare la rovina rapida e totale degli antichi affreschi benedettini.
Gli uffici competenti non possono far nulla. Penso che un Comitato di volonterosi, capeggiato dalla sua volontà insonne, potrebbe, sig. Barone, provvedere rapidamente ai primi mezzi più urgenti. Vorrei domandare a Lei, Sig. Barone, due cose a nome d'alcuni amici della Società Storica Novarese e cioè: il permesso di includere nel Comitato il Suo Nome autorevole e l'approvazione dell'iniziativa.
Dopo ciò, confido che si verrà a una sicura soluzione.

Con particolare devozione
A[lessandro] Viglio.

Il Segr. Fed. Basile così risponde al Prof. Viglio:

Chiarissimo Professore,
Ho visitata con intelletto d'amore l'Abbazia di Sannazzaro Sesia, e ne sono uscito con nell'animo il lamento muto che viene dalle cose belle offese dall'ignoranza e dall'incuria degli uomini. Se una città di Francia o di Germania possedesse un tale monumento, da anni avrebbe provveduto alla sua salvazione o quantomeno a cacciarne i deturpatori. Le pitture murali sono di un interesse singolare e tutta la decorazione in cotto tale da competere con quanto si ha di meglio in Lombardia. L'insieme poi dei chiostri è di una poesia tale da commuovere. Venivo in quel giorno da una dura amara diatriba e ancora una volta ho provata la consolazione che viene da quella bontà fatta luce e proporzioni che è la bellezza. Sono pertanto lieto e orgoglioso di poter far parte di detto Comitato al quale sin d'ora prometto il più caldo e fattivo appoggio.

Cordialissimamente:
Carlo E. Basile.
14-5-28 - A. VI.

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La seduta del 14 giugno.

Per iniziativa della Società Storica Novarese fu poi costituito un Comitato di personalità e di cittadini di Novara e di Sannazzaro Sesia tra cui, in primo luogo, il Segretario Federale della Provincia, Barone C. E. Basile. Il Comitato tenne la sua prima adunanza nel Salone del Museo Civico il giorno 14 giugno alle ore 15. Presenti il Barone Basile, il Presid. della Soc. Stor. Nov. avv. Tadini, l'avv. Andreoletti, il Podestà e il Vicario di Sannazzaro Sesia, il Padre Barbonaglia, l'avv. E. Silva, il prof. R. Lampugnani, il teol. Cassani, l'ing. M. Rosina, l'ing. Cucchi, il rag. Sancio, l'architetto Lazanio, l'avv. notaio Patriarca, il prof. A. Viglio.

Molto viva e interessante fu la discussione, presieduta dall'avv. Tadini. Il prof. Viglio, premesse alcune brevi notizie intorno all'imponente multanime monumento sacro della nostra regione, propone alla discussione alcuni punti che dovrebbero costituire un programma massimo e un programma minimo per l'azione da intraprendere a salvezza del nobile edificio. L'avv. Andreoletti, aderendo alle proposte del relatore, aggiunge alcuni suggerimenti per la difesa della torre campanaria e per la rapida attuazione del programma minimo che, a giudizio dell'ing. Cucchi e dell'arch. Lazanio, comprende i lavori di assoluta urgenza. Il Barone Basile, offrendo intero e fervido il proprio appoggio per l'iniziativa del Comitato a difesa di una delle poche bellezze monumentali rimaste alla Provincia dopo lo smembramento, ma che bastano da sole a rendere degno di ammirazione tutto un paese, traccia al Comitato le linee di un'azione pratica, che deve comprendere: la raccolta dei fondi necessarii per una sistematica durevole difesa del complesso monumento; la propaganda per la conoscenza del monumento fatta da critici d'arte sui grandi giornali; l'azione per ottenere un riconoscimento ufficiale da parte del Governo dell'interesse nazionale del restauro del monumento.

Dopo alcuni schiarimenti da parte del Podestà di Sannazzaro, geom. Magro, intorno all'opera di difesa da lui iniziata per l'Abbazia, sempre ostacolata e contrastata, e intorno alla sua intenzione di impostare in bilancio una somma annuale considerevole per la conservazione del magnifico tesoro d'arte del suo borgo, si viene alle seguenti determinazioni:
I. Richiamare immediatamente l'attenzione della Sopra Intendenza sul monumento e provocare una sollecita visita conclusiva intorno alle opere da compiere a difesa urgente della gran torre, del chiostro e della Chiesa.
II. Eleggere una commissione finanziaria per la raccolta dei fondi.
III. Invitare qualche critico d'arte ben conosciuto perché richiami l'attenzione sul monumento insigne.
IV. Intraprendere e compiere entro l'estate i primi lavori di salvaguardia dell'edificio e delle pitture del chiostro.

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Il giorno 26 giugno, dopo la seduta della Commissione provinciale d'Arte nella quale era stato posto in discussione l'argomento, alcuni membri, accompagnarono il Sopra Intendente Ing. G. Bertea in una visita a Sannazzaro. Fu dai partecipanti rilevata tutta la gravita e l'urgenza delle riparazioni necessarie alla torre campanaria e al tetto del chiostro soprastante gli affreschi e al pavimento del loggiato.
Le cose sono ora a questo punto. Un sommario preventivo ha fissato che la somma necessaria ai lavori di pura riparazione delle muraglie della torre campanaria, dei tetti, del pavimento, del loggiato s'aggira intorno alle centomila lire. La somma è forte: ma bisognerà trovarla per l'onore della Provincia. All'opera!

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Novaresi all'Esposizione di storia delle scienze.

In Firenze sarà aperta nel prossimo autunno una mostra organizzata sotto il patronato del Primo Ministro allo scopo di raccogliere gli elementi per una storia del contributo dato dall'ingegno italiano in ogni tempo alla origine e allo sviluppo delle scienze.
Il Comitato novarese, nominato dal sig. Podestà e presieduto dal Presid. della Società Storica avvocato A. Tadini, ha compiuto nello scorso anno, il proprio lavoro preparando memorie bio-bibliografiche intorno ai novaresi che segnarono un'orma nel progresso delle scienze nei secoli diversi. Le memorie inviate al Comitato centrale sono le seguenti:
A. Tadini: Memorie su Guido Boggiani, Giuseppe Magistrini, Giovanni Cavalli.
G. Lampugnani: Memoria su Giacinto Morera.
U. Fornari: Memoria su Francesco Manzetti.
S. Nicoletti: Memoria su O. F. Mossotti.
G. Gola: Memoria su Giovanni Biroli.
A. Viglio: Memoria su Giuseppe Ravizza.

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Per l'oratorio quattrocentesco di Gionzana.

Appena condotti a termine i lavori di sistemazione - e sarà tra poco - pubblicheremo il resoconto dei contributi raccolti e delle spese fatte per il restauro che ha già ottenuto il pieno consenso della Sopra Intendenza.

Con particolare devozione
A[lessandro] V[iglio].

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Notiziario   [BSPN XXII [1928] fasc. III - pp. 347-351]

A Mons. Vincenzo Marucco,

Prevosto del Monserrato, furono recentemente dedicate speciali e solenni onoranze in occasione del suo quarantesimo di parrocchia, a cui hanno partecipato personalità politiche e religiose e cittadini d'ogni ceto.
A Mons. Marucco, membro del Consiglio Direttivo della nostra Società Storica, rivolgiamo da queste pagine il nostro cordiale saluto e il nostro affettuoso augurio. Cogliamo anche molto volontieri l'occasione per esprimere il nostro vivo compiacimento e per ricordare che il Festeggiato è un benemerito degli studi storici della nostra città. Egli fu sempre uno stimolatore coraggioso di iniziative miranti a valorizzare il culto della storia e dell'arte novarese.
A Lui in gran parte si deve se fu possibile al nostro Massara compilare quella preziosa e diligente Monografia sulle opere d'arte celebranti, nei secoli passati, in tutta la Diocesi, il culto di Maria, e al Comitato costituitosi per la celebrazione del VI Centenario della morte di Dante, pubblicare il bel volume: Dante e Novara Al valente, tenace, instancabile direttore dell'Avvisatore il nostro fraterno sincerissimo plauso.

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Del nostro Archivio Storico Comunale

e degli archivi annessi ha parlato, con viva lode, a Palazzo Madama, davanti all'Assemblea del Congresso Storico Subalpino, radunato nei giorni 2, 3, 4 del settembre scorso a Torino, il prof. Corbelli, additandolo come uno degli esempi da imitare nella costituzione del futuro Archivio Storico del Comune della metropoli piemontese.

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Un articolo sui restauri del Palazzo Antico del Comune

è apparso nell'Italia Giovane, organo della Federazione Provinciale Novarese del P. N. F. del 15 settembre scorso, molto preciso nelle accuse di eccessiva lentezza con cui procedevano i lavori preparatorii per la liberazione dell'antico edificio, mentre pronti erano gli studii di carattere storico e architettonico, i denari, le raccolte da collocare nel palazzo restaurato, insomma tutto ciò che dipendeva dalla volontà dei singoli.
La Federazione Fascista in un breve tagliente commento, fatte proprie le idee sostenute nell'articolo, dichiara che non permetterà a nessun costo che si trascuri o in qualsiasi modo si frustri il compimento di questa splendida opera che darà a Novara il diritto di vantare conservato e restaurato uno dei più antichi palazzi d'Italia.
Nel numero del 3 ottobre corr. lo stesso giornale da notizia dei provvedimenti energici presi dal Commissario Prefettizio, comm. Sechi, per una più rapida e concreta attuazione del programma di sistemazione dei locali che accoglieranno gli uffici del Tribunale ora installati nel Broletto e per l'inizio dei lavori nella parte degli edifìci del Broletto ove andrà la Galleria Giannoni.

A[lessandro] V[iglio]

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Antichità romane in Salussola (Biella).

A Salussola, che doveva essere una località importante del Pagus Ictimulorum furono trovati parecchi monumenti dell'epoca romana, che hanno certo grande importanza per la storia locale.

Salussola

I. Basterebbe ricordare la Stele, ritrovata dopo 33 anni di oblio ad Arro. Serve da paracarro, ed è situata sulla sponda sinistra della strada comunale (che da Salussola conduce a S. Damiano di Carisio) a destra entrando nel cortile di F. Spina. Ha la forma di cono tronco deformato; è di pietra dura, color verdastro scuro.
Dimensioni della lapide: altezza m. 0,77 = larghezza alla base m. 0,50; dove c'è l'iscrizione 0,35 = spessore m. 0,37.
Vi è incisa la seguente iscrizione
ATICIA / PF / SECVNDA.
che è cancellata, in parte, dalle ingiurie dei secoli, degli uomini e dei carri.
Fu studiata dal P. Bruzza, Durandi, Mommsen e L. Schiaparelli. Per l'autenticità si veda la «Notizia» dello Schiaparelli negli Atti della R. Accademia delle Scienze di Torino Vol. XXX (1894).

Salussola

II. L'ara, che si trova attualmente presso casa Cornale, ad una trentina di metri della salita «Crosa» che, dalla strada provinciale Biella-Torino, conduce a Salussola Monte.
Dimensioni: altezza m. 0,72; larghezza m. 0,60; spessore m. 0,32.
Porta nella superficie superiore una cavità circolare, che ha un diametro di m. 0,24 e la profondità di cent. 11. Il dado è alto m. 0,51.
Delle 4 facce di essa, due sono quasi lisce e le altre due in rilievo.
In una di queste si vede nettamente scolpito un cacciatore che impugna l'arco; e nell'altra il medesimo che brucia la preda sopra un fuoco acceso su d'un piedestallo.


III. Lucerna, perfettamente conservata, in terra cotta, lunga cent. 8,7; larga 6,5; spessa 2,5.
Fu ritrovata entro un'anfora pure di terracotta, dal fondo crivellato, della capacità di un ettolitro, a S. Secondo nel settembre del 1937.


IV. Pure nell'incantevole conca di S. Secondo alla regione Porte, nel 1849 si scoprì una lapide, portata a Torino e collocata lungo lo scalone dell'Università: ora è al Museo Egiziano.
Il prof. Gazzera la interpreta così:Titus Sextius Titi filius secundus Duumvir juridicundo Eporediae et omnibus honoribus in patria functus Ponderarium cum onmi ornatu pecunia sua fecit(V. F. Rondolino, Cronistoria di Cavaglià).


V. Dal saccheggio fatto a detto Ponderano fu salvato un bassorilievo marmoreo, trasportato a Vercelli nel palazzo Avogadro di Casanova e poi in quello del Municipio (v. Rondolino).


VI. Al Capoluogo, in proprietà Gastaldetti furono trovate (trentanni fa) due tombe, contenenti tre scheletri, di dimensioni superiori alla media comune, bene conservati. Del resto numerose tombe furono rinvenute a S. Secondo, Chiappara, Piano e Vigellio, coperte di lastre di pietra o di embrici di terracotta, che hanno in media m. 0,40 di lunghezza; 0,30 di larghezza e 0,07 di spessore.


VII. Il Ponderario esiste ancora oggi, sepolto, in regione «Porte» (S. Secondo).

Un vecchio si ricorda che gli operai addetti ai lavori di scavo, di notte sono fuggiti tutti, avendo trovato oggetti preziosi e monete d'oro.
Là si dovrebbero riprendere gli scavi, che darebbero buoni risultati: certamente almeno si scoprirebbe la pianta del Ponderario romano.

d[on] Bonardi.

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A Pietro De Giuli,

che fu uno degli studenti feriti e compromessi nei moti politici del 1821, illustrati dal Tadini in q. Rivista (A. XVII, 318, 319; XVIII, 68), venne murata a Cerano, sulla casa dove abitò, una lapide marmorea, senza cerimonie ufficiali, con rito severo. L'epigrafe, dettata dall'ing. E. Guagno, sintetica, semplice, efficace, è questa:

IN QUESTA CASA VISSE SAVIO RETTO MODESTO

PIETRO DE GIULJ

LOTTÒ FRA I PRIMI
NEGLI ALBORI DEL RISORGIMENTO ITALICO
STUDENTE FU FERITO NEI MOTI UNIVERSITARI DEL 21
SOFFERSE CARCERE E PERSECUZIONI
PER LA LIBERTÀ DELLA PATRIA

1799 1873

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Assemblea della Società Storica Novarese.

L'assemblea annuale della Società Storica Novarese è fissata per il giorno di domenica 21 ottobre p. v., alle ore 15, nella Sala Maggiore del nostro Museo Civico con il seguente
ORDINE DEL GIORNO
Relazione morale per l'anno 1927 {Prof. 0. Scarzello). Relazione finanziaria per l'anno 1927 (D. L. Cassani).
I restauri di S. Nazzaro della Costa di Novara (On. avv. A. Rossini).
La cessione del Museo Archeologico di Suno a Novara (D. L. Cassani).
Breve notizia della situazione dei restauri di Gionzana, del Broletto di Novara, e di Sannazzaro Sesia (Prof. A. Viglio).
Relazione intorno a una esplorazione recente della Canonica (Ing. G. Bronzini).
Il restauro compiuto dell'antica chiesa di S. Marta (Arch. G. Lazanio).
Proposta per una futura storia di Novara (Prof. A. Viglio). Eventuali.
Gli inscritti alla Società Storica sono vivamente pregati di intervenire e di rendere così più solenne l'annuale adunata con la loro presenza.

Novara, 9-X-1928.
Il Segretario O[reste] Scarzello
Il Presidente A[ntonio] Tadini.

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Atti della Società Storica Novarese   [BSPN XXII [1928] fasc. IV - pp. 482-503]

Verbale dell'Assemblea Generale del 21 ottobre 1928 - Anno VI E. F.

L'anno millenovecentoventotto, anno VI E. F., addì ventuno del mese di ottobre, alle ore quindici, nella sala maggiore del Museo Civico, in Novara, regolarmente convocata, si tenne l'Assemblea Generale Ordinaria della Società Storica Novarese, per la trattazione del seguente ordine del giorno:
1. Relazione morale per l'anno 1927;
2. Relazione finanziaria per l'anno 1927;
3. I restauri di S. Nazzaro della Costa di Novara;
4. La cessione del Museo Archeologico di Suno a Novara;
5. Breve notizia sulla situazione dei restauri di Gionzana, del Broletto di Novara e di S. Nazzaro Sesia;
6. Relazione intorno ad una esplorazione recente della Canonica;
7. Il restauro dell'antica Chiesa di S. Marta;
8. Proposta per una futura storia di Novara;
9. Eventuali.

Presiede l'adunanza l'avv. cav. uff. Ettore Silva, vice-Presidente della Società Storica; ed è presente l'Ill.mo Sig. Commissario Prefettizio di Novara, comm. Giacomo Sechi, espressamente invitato dal Consiglio Direttivo.
All'Assemblea sono personalmente intervenuti i soci: Ajmone Gr. Uff. Ing. Ercole, Allorio ing. Guido, Bagnati can. Giovanni. Barlassina can. Giovanni, Bossi avv. Ettore, Bronzini ing. Giuseppe, Cassani cav. don Lino, Cesare prof. Rosa, Cipollino dott. Ottavio, Colombo not. Davide, Conti cav. prof. Carlo, Cucchi ing. Giuseppe, Curti avv. comm. Alberico, Fedeli prof. Vito, Filippetti not. G., Finazzi avv. Marco, Frego cav. Gaudenzio, Lampugnani prof. Rinaldo, Lazanio arch. Giovanni, Marchisio gr. uff. dott. C. Felice (anche in rappresentanza della Provincia di Novara), Marucco mons. Vincenzo, Marzoni ing. Luigi, Pellagatta mons. Giovanni, Ravizzotti sig. Beniamino, Rizzotti geom. Umberto, Rossi comm. Giuseppe, Scarzello prof. Oreste, Tarella ing. comm. Alberto. Verzone ing. Paolo, Viglio prof. Alessandro, Airoldi sig. Antonio.
Altri soci inoltre intervengono durante lo svolgimento della discussione.
Hanno mandato la loro adesione, scusando con lettera l'assenza, oppure si sono fatti rappresentare dagli intervenuti il Presidente avv. Tadini e i soci on. Aldo Rossini, on. E. M. Gray, Andenna sac. Federico, Beltrami mons. Rocco, Caccia di Romentino conte Marco, Durio avv. Alberto, Fioccardi gr. uff. Colonnello Vittorio, Guagno ing. Enrico, Lampugnani prof. Giuseppe, Morengo prof. Mario, Rosina ing. Mario, Svanellini prof. don Paolo, Pagani cav. don Andrea, Carini Toffoletti dott. Margherita, Della Porta avv. prof. Guglielmo.
Funge da Segretario il prof. O. Scarzello.
Alle ore 15,30, essendo trascorsa mezz'ora da quella fissata per la convocazione (art. 9 dello Statuto sociale) il Vice Presidente, avv. Silva, dichiara aperta la seduta, e comunica all'Assemblea che il Presidente avv. Tadini, essendo impossibilitato a partecipare all'adunanza per motivi improvvisamente sopraggiunti, gli ha inviato una lettera, incaricandolo di sostituirlo nella Presidenza. Inoltre l'avv. Tadini, spiacente dell'imprevisto contrattempo, considerando che ragioni personali non gli permettano di dedicare alla Società Storica tutta l'attività che egli desidera, con la medesima lettera ha presentato le dimissioni dalla carica di Presidente.
L'avv. Silva propone che l'Assemblea, confermando la piena fiducia e la viva riconoscenza della Società Storica verso l'avv. Tadini, respinga le dimissioni da lui presentate, e lo riconfermi con voto solenne nella carica finora così degnamente tenuta. L'Assemblea accoglie con vivo applauso la proposta dell'avv. Silva, e lo incarica di far conoscere all'avv. Tadini il voto unanime dei Soci, che lo riconferma Presidente della Società Storica.

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In seguito il Segretario, dietro invito del Presidente, dà lettura delle adesioni, e quindi presenta all'Assemblea la seguente
Relazione sull'andamento della Società Storica Novarese
nell'anno 1927-1928.

Onorevoli consoci,
La relazione morale per l'anno 1927-28, che abbiamo l'onore di sottoporre alla approvazione dell'Assemblea, sarà molto breve, perché non abbiamo da registrare nessun fatto nuovo nell'andamento generale della Società, la quale ha proceduto regolarmente ed attivamente allo svolgimento del programma fissato dallo Statuto sociale e dalle precedenti Assemblee.
Il numero dei soci - non ostante alcune inevitabili e dolorose perdite, compensate però da nuove iscrizioni - si è conservato all'altezza considerevole di quello dell'anno precedente; ciò che per noi è causa di vera soddisfazione, perche è il migliore indice della vitalità del nostro Sodalizio e la miglior promessa per l'avvenire.
Nel Consiglio Direttivo della Società, - in seguito alle dimissioni presentate a suo tempo dal prof. Vito Fedeli, concorrente al secondo Premio Morandi - è rimasta vacante la carica di uno dei Consiglieri.
La convocazione della presente Assemblea Generale Ordinaria, per deliberazione del Consiglio Direttivo è stata protratta di alcuni mesi oltre il termine stabilito dallo Statuto Sociale. Prima d'ora in vero non sarebbe stato possibile presentare ai Soci un rendiconto completo e soddisfacente sull'azione svolta dalla Società, in relazione agli impegni, assunti nella precedente Assemblea, la cui effettuazione, per un complesso di cause diverse, si protrasse più a lungo di quanto si potesse logicamente prevedere.
Confidiamo tuttavia che il ritardo sarà giustificato dalla valutazione dei risultati conseguiti: risultati che ci permettono di guardare con compiacimento all'opera compiuta.
L'attività della Società nostra nell'anno 1927-28 si rivolse sopra tutto alla protezione e alla conservazione dei monumenti archeologici, storici e artistici della nostra regione. Senza entrare in particolari circostanziati, che saranno in seguito illustrati all'Assemblea dai singoli relatori, ci limitiamo ad enunciare i vari argomenti, che furono oggetto del nostro interessamento.

I. La Società Storica ha condotto felicemente a termine le pratiche per il trasferimento del materiale archeologico del Comune di Suno al Museo Lapidario della Canonica nella nostra città. Il trasporto si compie in questi giorni: in seguito si attenderà alla collocazione definitiva dei vari pezzi.
II. I restauri dell'antico Palazzo del Comune di Novara, ora destinato come sede del Museo Civico e della Collezione d'arte moderna del cav. Giannoni, sono iniziati, e si ha affidamento che saranno condotti a termine con alacrità.
III. Il Comitato, sorto in seno alla Società nostra, per i restauri all'abbazia benedettina di S. Nazaro Sesia sta iniziando, concordemente con le Autorità Superiori e con le Autorità locali, un'opera attiva, la quale anzi tutto si prefigge di procedere all'esecuzione di alcuni lavori d'urgenza imprescindibile. In seguito il Comitato attenderà allo studio e alla preparazione dei mezzi necessarii per condurre a compimento una sistemazione completa, decorosa e in tutto degna dell'insigne monumento storico.
IV. I lavori di restauro alla Chiesetta della Madonna del Latte in Gionzana e quelli per la Chiesa di Santa Marta, presso l'Agogna, sono stati felicemente compiuti.
V. Furono eseguiti, con risultati interessanti, alcuni assaggi alle finestre e ai muri del cortile interno nel chiostro della Canonica, e alla loggetta da cui Petrarca parlò al popolo Novarese.
VI. Un nuovo programma di lavori si prospetta per il futuro prossimo come campo d'esplicazione dell'attività nostra. Tra questi lavori in modo speciale interesserà l'Assemblea il progetto di ridare vita alla chiesetta di,S. Nazaro della Costa, che racchiude in sé tanta storia, tanta bellezza e tanta poesia.

Il Bollettino Storico per la Provincia di Novara - sostenuto dall'interessamento dei Soci e dall'attività incessante del suo Direttore e dei collaboratori, sempre volenterosi e numerosi - ha raggiunto il XXII anno di sua vivace esistenza, attestando al mondo degli studiosi l'attività del nostro Sodalizio. A ragione quindi possiamo compiacerci di questa nostra pubblicazione, che tiene alto il nome di Novara nel campo intellettuale.

Con la fine dell'anno 1927 si chiuse il termine di ammissione al concorso per il secondo Premio Morandi. Il concorso si svolse regolarmente, come i Soci avranno preso conoscenza dalla relazione della Commissione giudicatrice, pubblicata nel secondo fascicolo della presente annata del Bollettino Storico. È da rilevare, anche per questo concorso, la scarsità eccessiva di concorrenti, probabilmente dovuta alla esiguità del Premio. Si prospetta pertanto l'opportunità di una revisione del Regolamento per il Premio stesso: allo scopo di renderlo meglio rispondente al proprio fine di promuovere ricerche profonde e originali nel campo dei nostri studi. Il Consiglio Direttivo si propone di esaminare a fondo la questione, e terrà volentieri conto dei suggerimenti in proposito che venissero presentati da parte dei Soci.

Nella fiducia che la presente Assemblea voglia approvare se non i risultati, almeno gl'intendimenti che hanno sorretto l'opera nostra, chiudiamo la presente esposizione, augurando alla benemerita Società Storica Novarese un avvenire sempre più fattivo e rigoglioso.

Per il Consiglio Direttivo
Il Segretario: O. Scarzello.

L'Assemblea approva con voto unanime e senza osservazioni la relazione presentata.
Quindi il Tesoriere della Società presenta i seguenti resoconti finanziari.

A - Società Storica Novarese
Stato di Cassa
al 1 gennaio 1928

Entrata

  Lire
1. Libretto della Cassa Risparmio (N. 53835) 1067,72
2. Avanzi nel conto 1926 586,00
3. Contributo (L. 5) spettante alla Società sulla quota annua (L. 28) dei Soci 1130,00
4. Offerta della Banca Popolare di Novara 300,00
Totale Entrata 3283,72


Uscita

  Lire
1. Contributo eccezionale al Bollettino Storico 600,00
2. Spese per stampati, posta ecc. per l'Assemblea del 1927. (Nota Tip. Cattaneo) 54,60
3. Alla collettrice delle bollette dei Soci (Mò) 60,00
4. Quote di spese posta del Bollettino Storico 40,00
5. Spese francobolli per il Bollettino 10,00
6. Altra nota Tip. Cattaneo per stampati 15,10
7. Imprestato provvisoriamente al Premio Morandi 500,00
Totale Uscita 1179,70


Riepilogo

  Lire
Entrata 3283,72
Uscita 1179,70
Cassa 2104,02
Credito sul Premio Morandi 500,00
Totale Attivo Società Storica 2604,02

B - Premio Morandi
Stato di Cassa
al 1 gennaio 1928

Entrata

  Lire
Entrata 1. Avanzi degli anni precedenti depositati sul Libretto Cassa Risparmio n. 53836 385,00
2- Interessi di questo libretto 10,94
3. Interessi di questo libretto 16,12
4. Interessi Consolidato 5 % di L. 3000 annuali 150,00
5. Avuto a prestito dalla Società Storica 500,00
Totale Entrata 1062,00


Uscita

  Lire
1. Pagato al prof. V. Fedeli, vincitore del Premio 1000,00


Riepilogo

  Lire
Entrata 1062,06
Uscita 1000,00
Residuo 62,06


Osservazioni

Il Premio Morandi deve ricevere il contributo del Comune di Novara di L. 300; ed ha un debito verso la Società Storica di L. 500.

Il Tesoriere: L. Cassani.

L'Assemblea approva senza osservazioni le due relazioni finanziarie e si congratula col relatore. In seguito il Presidente dà la parola al socio mons. Pellagatta, il quale riferisce sul terzo argomento dell'ordine del giorno, in sostituzione e per incarico di S. E. l'on. Aldo Rossini, impedito di intervenire personalmente all'Assemblea.
Il relatore, dopo aver accennato all'importanza storica e artistica dell'antico convento francescano di S. Nazaro della Costa, lasciato per tanti anni in condizioni di deplorevole abbandono, presenta all'Assemblea due documenti, che sono indice eloquente dell'azione che l'Amministrazione dell'Ospedale Maggiore di Novara, proprietaria attualmente del fabbricato, sta svolgendo affinchè il vetusto monumento, degnamente restaurato, sia riaperto al culto.
Il primo documento, è una convenzione stabilita in questi giorni tra l'Amministrazione dell'Ospedale Maggiore e i M. R. Padri Cappuccini della Provincia Religiosa di S. Giuseppe da Leonessa (Alessandria), in forza della quale l'Ospedale cede in uso alla Congregazione dei Cappuccini il caseggiato costituito dall'antica Chiesa e Convento detto di San Nazzaro, e l'annesso orto, che formava anch'esso parte dell'antico convento. La Congregazione dei Cappuccini a sua volta s'impegna di eseguire a sue spese i necessari restauri alla chiesa e al chiostro, a seconda delle modalità che verranno prescritte dalla Sopraintendenza dei Monumenti, rispettando tutto quanto è rimasto dell'antica costruzione e conservando la forma primitiva dell'edificio; e di riaprire immediatamente al culto la chiesetta. In essa saranno degnamente ricordati e onorati i Caduti nella grande guerra alla cui memoria sarà dedicata una apposita cappella: un'altra verrà dedicata ai Benefattori dell'Ospedale ed altra ai Novaresi insigni. Inoltre è intendimento delle due parti, - con il consenso e l'appoggio dell'Amministrazione Comunale di Novara e delle Superiori Autorità, - di destinare il piazzale antistante alla chiesa e i terreni finitimi per impiantare il Parco della Rimembranza, che tutt'ora manca nella nostra città. Così nel sacrario rinnovellato verranno a fondersi arte e storia, Religione e Patria.
Il secondo documento è un progetto dell'architetto Lazanio per i restauri alla chiesa e al chiostro: i lavori, tecnicamente non difficili, conserveranno tutto quel che resta ancora dell'antica costruzione, specialmente i preziosi affreschi dell'interno.

L'Assemblea accoglie con vivo applauso la comunicazione di mons. Pellagatta: e quindi inizia la discussione sull'opera che potrà ancora svolgere la Società Storica per appoggiare la nobile iniziativa.
Sull'argomento prendono la parola i soci Marchisio e Cassani per segnalare la benemerenza dell'Ordine Francescano e il significato morale e civile, oltreché religioso, del ritorno dell'italianissima istituzione all'antica sede: Finazzi per raccomandare una vigilanza speciale per la conservazione degli affreschi, documento di valore inestimabile per l'arte nostra nel quattrocento; Bronzini e Lampugnani sopra i particolari tecnici dei restauri e sulla necessità di affrettarne l'esecuzione.
Il prof. Viglio comunica che il socio not. Davide Colombo, per esprimere la sua soddisfazione e la sua riconoscenza per l'avvenimento, offre la somma di lire cinquecento, da destinarsi alla pubblicazione di una monografia che illustri lo storico convento, e che ricordi il padre suo che in tempi passati fu fautore entusiasta e solitario dell'idea che oggi diviene realtà.
Il munifico atto del not. Colombo è accolto dal vivissimo applauso dell'Assemblea, la quale esprime il voto che la Società Storica, assumendosi l'incarico di preparare e pubblicare la monografia suddetta, contribuisca in tal modo ad illustrare al pubblico novarese l'alto significato e il valore artistico della chiesa che sta risorgendo a nuova vita.

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Sul quarto numero dell'ordine del giorno, il socio don Lino Cassani legge la seguente

Relazione sul Museo di Suno e su altri avanzi archeologici.

La nostra Società per la parte archeologica ha realizzato il programma che si era fissato per quest'anno: la cessione del Museo Archeologico di Suno al Museo archeologico di Novara.
Le pratiche necessarie non furono diffìcili per la deferentissima adesione di tutti gli enti interessati: furono un po' lunghe e fastidiose per lo smarrimento dell'autorizzazione governativa (che pure era stata la prima ad arrivare) nel passaggio dall'uno all'altro ufficio competente: e furono anche gradite sotto l'aspetto di una gita a Suno di tre Membri della Società per constatare anzitutto se esisteva ancora qualche cosa di quel Museo, che si diceva disperso.
Realmente la copiosissima e rara suppellettile archeologica, disposta su varii ordini di bancate addossate alle quattro pareti di un'ampio salone, quale io stesso avevo ammirato aiumi anni prima della guerra, consistente in numerosissimi fìttili, monete, armi, statuette, bronzi, ecc. tutto era miseramente scomparso negli anni del cosidetto bolscevismo, quando a Novara stessa una autorità cittadina di allora, aveva proposto di dare ordine all'Archivio Storico di Novara con uno zolfanello.
Quanto rimaneva però fu bastante per suscitare la nostra meraviglia: lì cippi o are romane riparate sotto la gronda del tetto nel cortile della casa comunale. A giorni, cioè non appena l'alto Magistrato, che ora tiene il governo del nostro Municipio, potrà, mantenendo una autorevole parola dataci l'anno scorso, mettere a nostra disposizione i mezzi di trasporto e di ordinamento, noi avremo la gioie di vedere tutte queste quattordici are schierate sul fianco settentrionale del portico della Canonica, là in compagnia di 32 altre loro consorelle ed altri molti marmi letterati romani. Acquisto cospicuo, per cui Novara potrà andare lieta di una raccolta di marmi romani scritti, quale forse ben poche, o nessuna, città di provincia possa vantare.
Bisogna dire, è un patto fatto, che non tutte queste are sono destinate a rimanere nel chiostro della Canonica: alcune, ma pochissime, sono destinate ad ornare i Musei dell'antico palazzo del comune, ossia del Broletto, quando sarà debitanférite restaurato. Al prof. Viglio, che è tanto buono quanto bravo, in premio della sua attività a favore della storia e dell'arte Novarese, daremo (per il suo Museo s'intende) l'ara più bella «il Valerius» di fino marmo bianco, che per eleganza, per il suo interesse e per la conservazione è ben paragonabile ai celebri monumenti di Narcisio in Pallanza, di Cisone ed Elarantide e di Appia Faventina di Novara. Se non gli basterà gli daremo anche il celebre Mogetius di granito. Qualora volesse proprio di più, per dare risalto ai Musei del risorto palazzo del Broletto, prenda pure anche il «Premius fidelis», che tornato illeso dalla guerra scioglie un voto alla vittoria. Ma non di più. Il resto starà bene nel chiostro che il gran Longobardo Novarese, S. Adalgiso, al tempo dei Franchi, ha innalzato per il clero Maggiore della città, nella casa cioè più antica (nonostante gli infiniti cambiamenti di stile) di Novara; e dove dormono le più antiche carte della nostra storia.
Per questo acquisto noi dobbiamo dire grazie all'illustriss. sig. Podestà di Suno, comm. avv. Gaspare Voli, al quale la Società nostra vorrà mandare io spero un plauso di lode e di gratitudine.

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Passando ad altro; come semplice notizia, posso comunicare che quest'anno gli scavi casuali nel nostro territorio sono stati archeologicamente negativi, fatta eccezione di tre belle anfore allungate venute in luce questa estate nello scavo in piazza S. Giovanni, e precisamente dietro alla statua di Carlo Emanuele III. Esse giacevano a tre metri di profondità, a ridosso una dell'altra, con la bocca rivolta ad oriente, senza alcuna preparazione né pel giacimento, né per la difesa intorno. Probabile segno di collocazione non originale.
La prima fu spezzata dagli operai che la credettero uno di quei camini in terra cotta, cosidetti Bottacchi.
Le altre, salvate per merito del prof. Rinaldo Lampugnani, che sul luogo sorvegliava i lavori del Teatro Coccia, non poterono essere estratte intere per la difficile loro giacitura o forse più per l'imperizia degli operai.
L'ultima venuta in luce e che pareva difesa dai cocci di un'altra maggiore, rotta pur essa, conteneva terriccio con cenere e carboni, ma senza fibule, bronzi, ambre, o altro segno qualsiasi come si trovano nelle vere sepolture.

Comunque questa zona di terra ha già dato altri monumenti, che si trovano nella Canonica; e sta bene tenerla d'occhio.
Forse non sarà fuor di luogo dire una parola sui ruderi, messi in un piccolo recinto esterno e dentro il cortile del nuovo palazzo della Banca d'Italia.
Preciserò:
1.) sulla area della chiesa di S. Marco, della casa Tarella, Banca d'Italia e vie adiacenti sorgeva nell'epoca romana un'edifìcio publico di grande entità se lo si giudica dagli avanzi, di cui nel Gallarati, da cruste marmoree, dalle formelle per stufa, mosaici, ecc. venuti in luce di recente e principalmente dalle amplissime linee delle fondamenta come dal loro spessore.
2.) Sgraziatamente ben poco fu conservato di questi segni di grandezza romana.
3) Tra il Ministero della P. I. e la Direzione della Banca d'Italia fu fatta una convenzione in cui si stabiliva che i blocchi delle fondamenta di questo edificio fossero messi là, dove furono messi, e là fossero conservati.
4.) Il Senatore Schiàparelli si era riservato, a suo agio e a spese della Banca d'Italia, sempre in base alla predetta convenzione, di dare poi egli - con metodo - un contorno a questi blocchi, illustrandoli anche con un disegno delle fondamenta inciso su d'una tavola di marmo.
5.) Che questi ruderi non si debbano toccare lo dice anche un processo penale dolorosamente avvenuto.
6.) Quando il Sen. Schiaparelli, dopo di avere preparato, sulla carta, la sistemazione metodica di questi ruderi si preparava ad attuarla, per sventura morì.
7.) Nell'attesa della successione dello Schiaparelli fu suscitata nella stampa novarese una campagna contro questi ruderi.
8.) La reggenza della Soprintendenza delle Antichità del Piemonte e Liguria, debitamente e ripetutamente informata di tutto, non osò prendersi la responsabilità di mettere la mano sui ruderi in questiofie.
9.) D. Lino, da quel che dicono, perché io non ho letto, ha fatto le spese delle lagnanze della stampa; ma D. Lino, che non aveva la facoltà di nominare il successore del Sen. Schiaparelli, ha informato debitamente di tutto l'Autorità Superiore ed ha riconosciuto, come riconosce la libertà di stampa e anche, come si dice in latino macheronico, il ius murmurandi. Ma il ius di gettare nell'Agogna ruderi romani non lo ammetterei se non per i barbari.
Nel centro di Roma, in uno spiazzo erbato, si vedono alcuni ruderi perfettamente simili ai nostri di Via Béscapè; sono gli avanzi delle antiche mura serviane. Ciò di cui si gloria Roma non può essere vergogna a Novara se non per chi Roma ignora.

L[ino] Cassani.

L'Assemblea applaude la dotta e vivace esposizione del relatore, ed accoglie unanime la sua proposta di inviare un voto di plauso al sig. Podestà di Suno per la sua saggia deliberazione, la quale provvede alla conservazione definitiva di un materiale prezioso e nello stesso tempo ne rende più facile la conoscenza e lo studio a quanti s'interessano del passato della nostra regione.

Successivamente il prof. Viglio riferisce sui lavori eseguiti nella chiesetta della Madonna del Latte di Gionzana. Ricorda come il Comitato per i restauri relativi in un primo tempo si fosse proposto un programma massimo - cioè restituzione integrale della chiesa nella forma primitiva - sul quale si dovette soprassedere per le enormi difficoltà finanziarie, ed un programma minimo, che oggi è compiutamente attuato. I lavoro eseguiti sono essenzialmente tre: I. rimozione dell'altare centrale, ingombrante sproporzionato e del tutto stonato con il rimanente delia chiesa, oltre che dannoso per la vista e la conservazione degli affreschi dell'abside; II. costruzione di un altare nuovo, più piccolo e meglio intonato, nel luogo dove originariamente era collocata ba venerata Immagine che da nome alla chiesetta, la quale Immagine venne restituita al suo posto primitivo; III. Sistemazione degli affreschi, senza ritocchi alle figure, ma con incorniciamento sopra uno sfondo a tinta neutra ed uniforme; la stessa tinta venne estesa anche alla volta, per renderne meno stridente il contrasto con il resto della chiesa.

I lavori suddetti hanno già ottenuto l'approvazione della R, Sopraintendenza sui monumenti. Il Segretario del comitato sta preparando il rendiconto delle spese: alle quali hanno volonterosamente contribuito per la massima parte le famiglie facoltose di Gionzana, offrendo così un esempio di civismo e di munificenza, che il Comitato è ben lieto di segnalare all'Assemblea.

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L'anno 1928 vedrà realizzata, in massima parte, una delle più vive aspirazioni della Società Storica, i restauri ai Palazzi del Comune e del Podestà, che tanto interesse hanno destato anche nella cittadinanza novarese. Le difficoltà principali, che si presentarono all'attuazione della nobile iniziativa, non furono tanto di ordine finanziario, in quanto che il cospicuo contributo della Banca Popolare di Novara forniva i mezzi per l'esecuzione dei lavori più urgenti e fondamentali; ma derivarono dalla necessità di trovare altri locali per sistemarvi gli Uffici Giudiziari. Il problema s'innestava in tal modo con quello complicatissimo della sistemazione generale di tutti gli Uffici cittadini, e sollevò difficoltà e contrasti diversi, che fecero perdere molto tempo e… molta pazienza. Per buona fortuna con l'avvento del comm. Sechi a capo dell'Amministrazione cittadina le pratiche vennero riprese con nuova energia, le difficoltà furono superate, ed ora i lavori sono incominciati e proseguono con ritmo di attività sempre crescente. Pertanto il relatore a nome della Società Storica rivolge un plauso vivissimo al comm. Sechi per lo slancio e l'energia con cui ha affrontato la questione, esprimendo la certezza che Egli saprà risolverla in tutto conforme ai desideri già altre volte espressi dalla nostra Assemblea. E a nome dei presenti esprime l'augurio che a Lui sia concessa la nobile soddisfazione d'inaugurare nel nuovo edificio restaurato i Musei e le collezioni d'arte, che saranno futuro decoro della nostra città- II comm. Sechi ringrazia vivamente, dichiarando che entro la prossima primavera sarà già possibile sistemare nella storica sede la Collezione d'arte moderna del cav. Giannoni.

Proseguendo nella sua esposizione il prof. Viglio passa a riferire sull'Abbazia Benedettina di San Nazzaro Sesia, per la quale purtroppo si è ancora molto lontano dal raggiungimento di risultati soddisfacenti. 'Nella seduta del Comitato apposito, tenutasi il 14 giugno del corrente anno, con l'intervento del Barone G. E. Basile, si erano prospettati anche per questo monumento, di valore e di fama mondiale, due programmi, massimo e minimo. L'attuazione del primo prospetta il restauro integrale del chiostro, della chiesa e della torre campanaria: ma richiede così larga disponibilità di mezzi fìnnziari (cento mila lire sono preventivate per le sole riparazioni alla t^rre campanaria) che per il momento non può neppure essere preso in seria considerazione. Il programma minimo comprende le riparazioni più urgenti, specialmente quelle necessarie per la conservazione dei preziosi affreschi del chiostro, in via di progressivo deperimento. Per maggior sfortuna una bufera, scatenatasi su quella plaga nello scorso agosto, ha gravemente danneggiato il tetto e rese più gravi le lesioni dell'edificio. Furono fatti sopraluoghi da parte della Sopraintendenza sui monumenti, fu riconosciuta la gravita dei danni e l'urgente necessità di ripararli, ma in conclusione nulla di concreto è stato fatto. Le autorità locali, Podestà e Parroco, pur avendo dimostrato di essere animati dai migliori propositi, non hanno i mezzi di provvedere con quella sollecitudine che è necessaria. La Società Storica non può restare inerte di fronte alla grave minaccia che incombe sul monumento più insigne della nostra provincia. Occorre che le riparazioni d'urgenza assoluta siano eseguite ad ogni costo prima dell'inverno imminente. Le spese richieste per sopperire alle urgenze assolute per fortuna non sono eccessivamente rilevanti: e si devono trovare i mezzi necessari per provvedervi. Con quest'intendimento la Società Storica e il Comitato si metteranno in relazioni con le Autorità locali per iniziare al più presto possibile un'azione concreta. L'Assemblea approva la relazione del prof. Viglio e da mandato al Consiglio Direttivo di prendere le decisioni che saranno richieste dal caso urgente. Il socio ing. Verzone promette di pubblicare prossimamente sul Bollettino Storico un suo studio sull'importantissimo monumento.

Passando a trattare il sesto argomento dell'ordine del giorno, il socio ing. Bronzini, invitato dal Presidente, riferisce ampiamente sui risultati di alcuni assaggi da lui eseguiti lungo le pareti del cortile interno del Chiostro della Canonica, il più antico edificio di Novara, la cui esistenza appare documentata fin dal secolo IX. Dopo alcuni tentativi infruttuosi, si scopersero sotto l'attuale intonaco tracce molto eloquenti delle belle decorazioni di un tempo. Le finestre del primo piano, lungo i lati meridionale ed orientale, mostrarono gli avanzi di una ricchissima decorazione in cotto, eseguita verso la fine del quattrocento, con materiale analogo a quello che era stato impiegato per le finestre della Casa della Ministreria dei Poveri. Nella parete settentrionale si scopersero i pilastri di un portico a solaio al primo piano, anch'esso costruzione del secolo XV. Lungo la parete occidentale apparvero i resti di mensole in pietra, successivamente tagliate via, che servivano di sostegno ad una specie di ballatoio esterno ad archi, di cui si vedono ancora le tracce per tutta la lunghezza del muro, e che metteva in comunicazione il Duomo con il primo piano della casa dei Canonici. Infine nella rete stessa apparvero due graziose colonnette, con capitelli: che già fin dal secolo XV sostenevano una loggetta, la famosa loggetta da cui Francesco Petrarca arringò il popolo Novarese.

Per meglio illustrare l'importanza degli avanzi ricondotti alla luce, il relatore presenta all'Assemblea alcune fotografie che ne riproducono con evidenza i particolari più significativi. Altre ricerche promette di eseguire ancora, sui risultati delle quali renderà conto nelle prossime adunanze.

L'Assemblea, che ha seguito con vivo interesse la relazione, applaude l'oratore ed approva unanime la proposta del prof. Lampugnani di esprimere un voto di plauso e di riconoscenza all'ing. Bronzini, infaticabile ricercatore delle bellezze artistiche del nostro passato. Inoltre il prof. Viglio propone, tra il consenso unanime dei presenti, che la Società Storica contribuisca almeno in parte, alle spese non indifferenti che l'ing. Bronzini ha generosamente sostenuto per compiere i suoi lavori di ricerca.

Sempre a proposito del cortile della Canonica e del Museo lapidario l'avv. Finazzi rinnova le deplorazioni, già altre volte espresse dalla Società Storica, riguardo alla trascuratezza nella sorveglianza del prezioso materiale archeologico in esso conservato. Gli ultimi affreschi del portico vanno lentamente rovinando, così alcune lapidi, come, ad esempio, la lastra tombale della nobile signora Caravera, madre dell'arcivescovo Aicardo.

Il teologo Cassani esprime il parere che la sorveglianza e la custodia del Museo potrebbero essere assunte dall'Autorità Municipale, naturale tutrice di tutte le memorie cittadine, e spera che l'onorevole Commissario Prefettizio vorrà interessarsi della questione. Un'intesa tra i Canonici della Cattedrale, proprietari del locale, e il Municipio di Novara allo scopo suddetto sarebbe veramente auspicata dalla Società Storica. Anche su questo punto il Commissario Prefettizio promette di tener conto del voto espresso dall'Assemblea.

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Successivamente l'architetto Lazanio, dietro invito del Presidente, da lettura all'Assemblea, della seguente relazione sopra

I restauri di S. Marta.

Basteranno due sole parole per illuminare sui restauri da me compiuti nella parte restante dell'antica chiesa di S. Marta.
La più urgente riparazione che occorreva eseguire era la ricostruzione della volta secondo le linee originarie. Essa venne rifatta, meno l'imposta, in mattoni vuoti, su costoloni cilindrici eseguiti appositamente dalle fornaci Bottacchi secondo il calco tratto dagli antichi. Essa fu costruita armando esclusivamente i costoloni, servendosi di un tamburo mobile per l'armatura degli spicchi, ed in essa fu rimessa in sito la chiave originaria, in pietra arenaria, che fu trovata ancora intatta fra i rottami della demolizione.

Tutta la ricostruzione di questa importante parte venne eseguita in poco più di una settimana, tracciamento ed armatura compresa, da operai milanesi specializzati in lavori del genere. Immediatamente dopo la chiusura della chiave la volta venne disarmata, non facendo alcun cedimento notevole.

Le murature vennero ripristinate allo statu quo ante adoperando i vecchi mattoni rinvenuti nei rottami per i rappezzi, e cercando di unire il meglio possibile filare a filare. Lo nuove parti vennero mascherate un poco con aspersioni di acqua sporca di fuliggine e di terra d'ombra.

Vennero ripristinate le antiche finestre rifacendo qualche mazzetta e qualche frammento di voltino mancante. Nella bifora centrale della facciata venne riprodotta fedelmente la colonnina centrale di cui si conservava ancora l'imoscapo ed il capitello.

I serramenti vennero lavorati rozzamente ad imitazione dell'antico, coi vetri legati in piombo coi soli antoni senza telaro maestro, epperciò ruotanti sui vecchi cardini, trovati ancora al loro posto.

La porta venne aperta ove già era stata ricavata in rottura sulla fronte del fabbricato, e vi fu applicato un serramento moderno. Il prospetto venne isolato demolendo il cassero antistante di modo che la superba facciata ora, si può ammirare in tutta la sua imponenza, senza ingombri che ne sminuiscano l'effetto veramente scenografico.

II pavimento fu ricavato in cotto a spina pesce e l'interno fu tutto intonacato a calce. Nello scrostare l'antica arricciatura vennero in luce esempi di decorazione nel contorno delle finestre e nelle parti restanti dei costoloni. All'ingiro di ogni luce abbiamo una fascia di finto paramento, la quale nella parte superiore al voltino è sormontata da una caratteristica fiammetta. Sui costoloni si ritrovò una decorazione geometrica che fu riprodotta, peccato, non troppo fedelmente.

Il complesso della costruzione riuscì, però, soddisfacente.

Su di un fianco della chiesa venne issata una campanella su di un castello formato da un archetto in paramento, sormontato da un tettuccio. Questo particolare è prettamente moderno, ma indispensabile ed è intonato all'architettura generale del monumento.

Il proprietario del fondo, sig. Sguazzini, che con tanta prodigalità si accinse all'impresa, fece trasportare, restaurandolo, il bell'altare barocco che aveva nell'oratorio, completando la balaustra.

Esso venne posto nel fondo della chiesa e fu sopraelevato di due gradini. Ai suoi fianchi vennero sistemati due piccoli locali chiusi da una elegante specchiatura di legno nello stesso stile dell'altare. Essi servono un po' da sacristia e per riporvi gli arredi sacri.

Furono pure restaurati fedelmente i diversi quadri che erano nell'oratorio, notevole fra gli altri la pala dell'altare di Giov. Batt. Crespi.

Nel complesso il restauro risultò bene data la mano d'opera che, esclusa quella che rifece la volta, ^era tutt'altro che specializzata.

Novara così, per la volontà di un suo cittadino che, proprietario della cascina, volle restituire al primitivo culto quel monumento, riacquista una bella chiesuola semidistrutta e viene ad inaugurare con questo primo ripristino una serie di restauri che, come abbiamo nel cuore, speriamo sia feconda di insegnamenti nella storia e nell'arte.

G[iovanni] Lazanio.

L'Assemblea approva ed applaude la pregevole relazione dell'arch. Lazanio inoltre delibera unanime che venga espresso un voto di plauso vivissimo della Società Storica al signor Sguazzini, il quale con la sua illuminata munificenza si è reso benemerito della storia e dell'arte novarese.

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Infine, passando a trattare il penultimo argomento dell'ordine del giorno, il prof. Viglio fa osservare come Novara manchi di una storia cittadina che risponda alle esigenze della scienza moderna. Le opere del Bianchini e del Morbio - senza dubbio benemerite e notevoli per i tempi in cui furono scritte - sono ormai insufficienti. I loro autori mancavano quasi completamente di critica, si servivano di fonti molto sospette e sopra tutto ignoravano (e non poteva essere altrimenti) quasi tutto l'importante e voluminoso materiale documentario, che venne pubblicato solamente in questi ultimi anni. Ricorda il giudizio severo in proposito di G. B. Morandi - colui che forse avrebbe potuto essere lo storico cittadino - il quale dichiarava assolutamente inutile correggere o confutare gli errori del Morbio e del Bianchini, poiché la storia di Novara doveva essere impostata su basi completamente nuove e diverse.

D'altra parte un tentativo di scrivere la storia completa della nostra città oggi sarebbe forse ancora prematuro, perché ancora troppe sono le lacune e i periodi inesplorati. Nell'attesa che sorga tra noi l'auspicato storico, gli studiosi presenti potrebbero spianargli la via, coordinando l'abbondante materiale di pubblicazioni documentarie e di monografie particolari, che sono venute alla luce negli ultimi decenni. Inoltre occorre stimolare le ricerche sui periodi ancora meno noti.

Per agevolare la soluzione di questi due problemi e nello stesso tempo per diffondere l'interesse storico nella cittadinanza, il prof. Viglio propone che si segua l'esempio della Società Storica di Pavia, la quale da qualche anno tiene pubbliche letture di argomenti di storia municipale. La nostra Società Storica è in grado d'intraprendere un'azione analoga, tanto più che egli conosce tra i Soci parecchi competenti che sono disposti a collaborare per la bella iniziativa. Tali concetti il relatore riassume nel seguente ordine del giorno, che sottopone all'approvazione dell'Assemblea.

La Società Storica Novarese promuoverà per la prossimi ma primavera un corso di letture di storia novarese da «tenersi in sede opportuna, previi accordi con le Autorità cittadine. Le letture (cinque o sei al massimo) tratteranno in forma viva e attraente quei periodi di storia locale per cui la pubblicazione dei documenti e gli studi preti paratorii già compiuti permettano la sintesi larga profonda e sicura. Tali letture, frutto di esperienza e di studio amoroso, costituiranno come i pilastri angolari dell'edificio solido di una coscienziosa storia futura di Novara.

La Società Storica Novarese curerà la pubblicazione annua di un volume contenente tali letture storiche, e coti stituirà così una collezione intitolata Biblioteca della Società storica Novarese.

A questa gioiosa rinascita della città che si abbellisce «creandosi nuove vie e nuovi edifici, restaurando il volto «dei suoi magnifici monumenti antichi, è doveroso che la Società Storica Novarese risponda con un'intensificazione «della sua operosità, e dimostri che non resta anchilosata «nello studio del passato, ma persegue fervidamente le mete ideali dell'avvenire.

L'ordine del giorno del relatore è approvato con vivo applauso dall'Assemblea, la quale stabilisce che le prime letture storiche debbano tenersi nella prossima primavera.

Nessuno dei soci presenti avendo domandato la parola sull'ultimo argomento dell'ordine del giorno, alle ore 18,30 il Presidente ringrazia gl'intervenuti e dichiara chiusa l'Assemblea.

Il Presidente: E[ttore] Silva.
Il Segretario Relatore: O[reste] Scarzello.

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Nomina di Socio Benemerito.

Il Consiglio Direttivo della Società Storica Novarese - nella seduta del 25 novembre u. s. - volendo attestare all'Ill. mo Sig. comm. Giacomo Sechi, Commissario Prefettizio della città di Novara, il plauso vivissimo e la profonda riconoscenza per l'appoggio da Lui costantemente e validamente concesso a tutte le iniziative della Società Storica, intese alla protezione e alla valorizzazione delle memorie storiche locali; segnalando tra le altre sue benemerenze il grande impulso dato ai restauri dell'antico Palazzo del Comune e il trasferimento e la sistemazione del materiale archeologico di Suno nel Museo Lapidario di Novara; a voti unanimi ha nominato il comm. Giacomo Sechi Socio Benemerito della Società Storica Novarese.

Il Vice Presidente: E[ttore] Silva.
Il Segretario: O[reste] Scarzello.

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Lutti nella famiglia della Società Storica Novarese.

Il 25 ottobre scorso, nella sua casa modesta di Via G. Ravizza, in Novara, è morto Ugo Ferrandi. Ha voluto anche nel giorno della morte, che non si parlasse di lui, che non si desse importanza all'uomo. Egli ha legato alla Città la ricchissima sua biblioteca e la sua abbondante raccolta etnografica di Somalia.
Di Ugo iFerrandi, che fu nostro Socio vitalizio dirà degnamente, nel prossimo numero, il dott. Giuseppe Lampugnani.
Oggi ci limitiamo a pubblicare l'eloquente manifesto che, in occasione delle onoranze di trigesima, ha pubblicato il Commissario al Comune, comm. Sechi.

Novaresi!
Da un mese la salma di un nostro grande concittadino dorme nel camposanlo dei nostri avi Egli volle sparire ignoto ed avviarsi solitario senza pompe e senza clamori all'eternità. Ed il Suo volere fu da noi rispettato. Ma ora che il Suo fulgido nome appartiene alla Storia noi dobbiamo venerarne ed esaltarne la luce gloriosa. L'umile prece del sacerdote salmodiante solo, come Egli aveva voluto, dietro alla povera bara si converla in altezza di canto ed in solenne celebrazione; e tutti i concittadini del Grande nel trigesimo della Sua morte portino il loro devoto spirilo nel bel San Gaudenzio della nostra Novara ed innalzino al Cielo la preghiera propiziatrice con alto suffragio.
Perche, o Novaresi, UGO FERRANDI marinaio di tutti gli oceani, esploratore dell'Africa tenebrosa tra i più audaci, fu il pioniere assertore di quella Italia imperiale che ora si afferma. Egli ha portato la Sua anima ansiosa dei destini della Patria ai confini estremi dove issare il nostro tricolore vittorioso, diede il Suo sangue perché la bandiera d'Italia non s'ammainasse, vendicò Egli solo italiano l'eccidio di fratelli Eroi, fu il primo a rintuzzare la tracotanza dei vincitori dì Adua, fu il costruttore dei capisaldi del nostro dominio coloniale dì Somalia, il donatore generoso di Barderà e di Lugh.
Egli servì sempre in purità ed in silenzio, donò sempre e nulla chiese mai come i grandi e veri Eroi della Patria e dell'Umanità.
A Lui che ha onorato la nostra Novara la nostra gratitudine per l'orgoglio che ci fa alteri di un'elettissima gloria cittadina.

Dal Municipio, 20 novembre 1928 (anno VII).
Il Commissario Prefettizio: Sechi.

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Il giorno 27 novembre, di sera, nel salone dello storico Palazzo Bellini della Banca Popolare S. E. Piero Bolzon in una vivida orazione celebrò l'opera e la memoria non peritura del Capitano Ferrandi. Dalle lontane terre di Somalia ci giunge l'eco di fervide dimostrazioni di compianto avvenute in Mogadiscio e in altri luoghi per la morte del nostro illustre Concittadino.

Ad Arona è morto, in avanzata età, il nostro Socio prof. sac. A. Galbusera, Rettore del Collegio De Filippi.

A[lessandro] V[iglio]

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NOTIZIARIO   [BSPN XXII [1928] fasc. IV - pp. 504-510]

Broletto.

Continuano e sono ormai al termine i lavori di adattamento dei locali per gli uffici giudiziari, nel Palazzo del Mercato. Trasferiti tali uffici dal Broletto alla nuova sede, comincieranno immediatamente i lavori di adattamento e di restauro del Palazzetto del Podestà, di quello di ponente e della Galleria per collocarvi la raccolta Giannoni.
Il giorno 6 dicembre 1928 è stato concluso l'appalto per i lavori di restauro che avranno inizio prima della fine dell'anno corrente.

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San Nàzzaro della Costa.

Sono cominciati i primi lavori di liberazione e di ripulitura della chiesa. Per Pasqua i Padri Cappuccini, preparate alcune celle, vi andranno ad abitare in una diecina. La Chiesa sarà riconsacrata e aperta al pubblico. Intanto, mentre si lavora da una parte a raccogliere e a procurare i fondi necessarii, dall'altra si intensificano gli studii per un progetto completo di restauro e per la pubblicazione di una monografia storica sull'importante monumento.

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Museo lapidario di Suno e Quadriportico della Canonica.

Le quattordici are romane e l'operculum di sarcofago sono oramai al loro posto nel lato di settentrione del Quadriportico della nostra Canonica. Si sta preparando, d'accordo col sig. Commissario comm. Sechi, un programma di lavori di abbellimento e di decorosa sistemazione di tutto il monumento, mentre l'ing. Bronzini continua nel suo paziente lavoro di esplorazione delle finestre e della muratura. Per la primavera prossima, faremo coincidere con la sistemazione della Canonica la pubblicazione della «Relazione Bronzini» e di una guida del prof. Scarzello sui monumenti ivi raccolti.

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Relazione intorno ai restauri compiuti nell'Oratorio della Madonna del Latte di Gionzana e resoconto finanziario.

Il 21 maggio 1924, con una circolare (v. Bollett. Stor. per la Prov. di Novara (XVIII, 185) proponevo di «restituire la mistica bellezza luminosa all'Oratorio campestre sacro alla religione e all'arte». Annunciavo nello stesso tempo, l'adesione fervida dell'allora sindaco comm. dott. D. Bocci e invitavo ad aderire al Comitato che si stava costituendo. Molti concittadini e abitanti del territorio di Gionzana diedero il loro nome ed offrirono poi il denaro occorrente.

Nel Corriere di Novara del 27 giugno 1925, dando una breve notizia storico-artistica dell'oratorio campestre tutto ridente d'affreschi e annunciando la scoperta di nuovi affreschi fatta già nell'anno precedente sulla parete interna di ponente, dal Parroco don Giuseppe Giudici, con opera paziente e meritoria, proponevo di fare intorno alle pitture murali quei pochi lavori delicati che servissero a conservarle e a metterle meglio in evidenza: di ridurre l'altezza e lo spessore dell'aitar maggiore troppo ingombrante e causa di umidità all'abside tutto trescato; di trasportare da questo altare alla parete originaria, sopra un piccolo altare intonato all'ambiente, l'affresco della Madonna che denomina l'Oratorio; inoltre di fare tutte le riparazioni necessarie al tetto, al pavimento, alle finestre.

Furono costituiti un Comitato d'onore del quale fecero parte tutti gli oblatori e autorità civili e religiose, e un Comitato esecutivo formato di membri della Società Storica Novarese.

Ecco ora il resoconto dei lavori eseguiti e delle spese fatte nell'Oratorio. Si provvide anzitutto alla riduzione dell'Aitar Maggiore: gli affreschi dell'abside si avvantaggiarono così per la miglior luce e per la più completa circolazione dell'aria é poterono essere ammirati meglio senza tutto l'ingombro del pietrame inutile che avevano dinanzi; si collocò degnamente l'ancona della Madonna del Latte erigendo un altare di contro alla parete di levante; ma questo, pure essendo di bel disegno e fatto di ricchi marmi, posto in luogo, apparve alquanto sproporzionato e poco adatto.

Allora l'architetto G. Lazanio progettò un nuovo altare più semplice, più conforme allo stile dell'oratorio e degli affreschi e meno ingombrante. Questo sarà collocato, in vece dell'altro, fra uno o due mesi al più tardi. È opera del marmista Zara di Novara.

Durante l'estate scorsa, il pittore G. Vanzaghi, per invito del Gomitato, provvide a incorniciare in un bordo intonato gli affreschi e a dare una tinta neutra uniforme alle pareti senza affreschi, prima decorate con fascie orizzontali di diverso colore e sconvenienti; la tinta, diligentemente studiata per l'intonazione e per la resistenza, ha ottenuto perfettamente lo scopo di dare risalto e rilievo soltanto ai dipinti. Così si dica del soffitto. A proposito del quale, è da notare che, così com'è, costituisce una stonatura architettonica, poiché l'oratorio aveva originariamente il suo tetto a due spioventi coi travicelli decorati, visibili dalla chiesetta; la volta sostituita al tetto primitivo innalzato, fu una infelice idea di alcuni decenni or sono. Ricostruire integralmente la fisionomia originaria dell'oratorio sarebbe stato vivo desiderio del Comitato: ma la somma raccolta non poteva bastare a un programma completo di restauri.

A ogni modo fu convenientemente riparato il tetto una prima volta a spese del Comune di Novara, che si mostrò largo di consensi e di aiuti al Comitato e poi ancora, definitivamente, a spese del Comitato.

In conclusione, dirò che il Sopra Intendente ing. G. Bertea approvò pienamente le opere compiute.

È ora dovere del Comitato ringraziare vivissimamente il Comune di Novara per il suo valido concorso, la Società Storica Novarese che diede il contributo di parecchi suoi soci che non risparmiarono visite, consigli e lavoro e costituirono, in larga misura, il Comitato esecutivo pro Gionzana, tutti i buoni che concorsero, col denaro o con altro mezzo, ad aiutare il compimento dell'impresa.

Ed ecco, infine, il
Resoconto finanziario delle entrate e delle spese
quale risulta dalla contabilità diligentissima del Cassiere cav. ing. Mario Rosina.
Entrate

  Lire
Conte avv. Gaudenzio Tornielli di Vergano200,00
Banca Popolare di (Novara (in 4 versamenti)1400,00
Comune di Novara1000,00
Sig. Silvano Milanini, Gionzana300,00
Sig. Egidio Castano, agricoltore200,00
Sig. Marinone Giovanni, agricoltore200,00
Sigg. Fratelli Brustia, Agognate100,00
Banco Ambrosiano, (Novara200,00
On. Barone Romano Gianotti100,00
Banca Piccolo Credito Novarese350,00
Banca Agricola Novarese200,00
Ing. Mario Rosina100,00
Fratelli Bagnati, Gionzana150,00
Gr. Uff. Ing. E. Ajmone150,00
Società Storica 'Novarese100,00
Gr. Uff. Colonn. V. Fioccardi100,00
Sig. Angelo Oldani, Bordeaux100,00
Cav. Uff. A. Giannoni100,00
Signora Maria e cav. D. Galbani100,00
Famiglia Pellizzari, Casalgiate100,00
Sig.ra Nicola Giuseppina in Colli Lanzi100,00
Famiglia Ruggerone, Cascina Motta100,00
Sig. Gius. Pavarini, S, Pietro100,00
Fratelli Invernizzi e Madre, Gionzana50,00
Gav. Luigi Ruggerone, Vicolungo80,00
Sig. Angelo Invernizzi, Gionzana75,00
Sig. Carrera Gerolamo50,00
Mons. V. Marucco50,00
Prof. A. Massara10,00
Sig. Brustia G., iCascina Luserone10,00
Gruppetto di visitatori dell'Oratorio25,00
Fratelli Tiraboschi, Gionzana135,00
Fratelli Mauro, Gionzana20,00
Interessi delle somme depositate a tutto il 1927153,85
 6068,85

Spese

Al marmista Zara2526,00
Al Capomastro Monsù Giuseppe1100,00
Al falegname Tarantola100,00
A Ossella e Meynero per vetri60,00
Al pittore Vanzaghi1700,00
Al Comitato per spese di viaggi, circolari, posta, etc.120,00
Al fabbro Capel Badino per rete metallica25,00
Ai tipografo Cattaneo per circolari resoconto, spedizione e posta20,00
 5650,00

Riassunto

Attivo6068,85
Passivo5650,00
Residuo418,85

oltre gli interessi del 1028.

Conclusione.

La sottoscrizione è ancora aperta per coloro che desiderassero di non esser esclusi dal contribuire all'opera. Resterebbero alcune altre riparazioni da fare ad affreschi esterni, al pavimento del piccolo pronao, alla sacrestia anch'essa affrescata.
I nuovi contributi, aggiunti al piccolo avanzo potrebbero permetterci di perfezionare il restauro del prezioso oratorio.
Novara, 1 dicembre 1928.

Per il Comitato: Prof. A[lessandro] V[iglio]

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Suppellettile romana a Carpignano Sesia.

Da un Memoriale scritto dal dott. Mucci Domenico (1874) rilevo queste notizie:
Atterratasi nel 1873 una antichissima boscaglia comunale detta di S. Michele ed alienatosi il terreno a piccoli lotti, nell'appezzamento di proprietà del sig. Giroldi, nel muovere la terra si scopersero 15 urne cinerarie. Erano poste a distanza regolare una dall'altra di circa un metro e mezzo ed alla profondità del suolo antico di circa 80 centimetri.
Erano urne di terracotta e coperte da lastra quadrangolare della stessa materia, dello spessore di 4 cm. con un bordo sporgente da un lato.
Le urne eran di forma ovoidale, non verniciate e con unico ornamento, alcune righe circolari intorno al collo.
Nessuna si è potuta levare intiera per il cattivo stato in cui furono rinvenute. Alcune misuravano 30 cm. al circolo superiore, 40 al medio, 20 all'inferiore; un'altezza dai 50 ai 60 cm.
Una sola era custodita in una cassetta quadrangolare in mattoni. Alcune erano contornate di pietre messe senz'ordine, altre dalla semplice terra. Eran piene di ghiaia e terriccio e talune contenevano anche qualche frammento di ossa calcinate. L'urna chiusa nella cassetta conteneva oltre le ossa (ho riconosciuto un epistrofeo con apofisi odontoide) un vaso lacrimatorio di vetro opacato a forma di pallottola peduncolata e conteneva una materia nerognola che non era terra, un altro vasetto di terra cotta e una medaglia.
La moneta è di rame del diametro di 29 mm. circa e pesa 9 grammi. In un lato vi è effigiata, la testa di Augusto con le parole:

Divus - Augustus - Ater.

Nell'altro lato vi è l'impronta di un sarcofago quadrato con ai lati le lettere S. C. e sotto la parola Roviden.
I contorni della medaglia non sono improntati ed i cerchi che racchiudono l'effigie di Augusto e del sarcofago non sono concentrici col cerchio della medaglia.

Alcuni anni or sono (credo nel 1894 o 95), in un prato di mia proprietà, in regione Incastrino, è pure stata trovata una tomba fatta con lastroni di terra cotta. Essa conteneva vasetti, piattelli ed una lampada di tufo (la lampada la conservo tuttora). La località è distante dal luogo ove furono trovate le urne sopra descritte di circa un chilometro andando verso il Sesia. (Comunicazione del Pittore D. Piazza di Carpignano Sesia).

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Per l'Abazia di Sannazzaro Sesia.

Siamo informati all'ultimo momento che la Chiesa e la loggia sopra gli affreschi del Chiostro sono, se Dio vuole, al coperto.
Col concorso del Comune di Sannazzaro Sesia (ne facciamo viva lode al solerte suo Podestà) che ha messo subito a disposizione L. 2000, del R. Economato (L. 1000), del Fondo per il Culto (L. 1000), e della Chiesa (L. 600), sono stati condotti a compimento i lavori di copertura dei tetti ridotti in tristi condizioni e aperti come impluvii sul tempio e sulla loggia del Chiostro. Possiamo tirare il fiato. Nell'inverno si faranno i preparativi per la battaglia campale dei restauri alla gran torre e al chiostro.

A[lessandro] V[iglio]

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