Appello agli abbonati del Bollettino Storico non soci della Società Storica.
Il Consiglio Direttivo della Società Storica Novarese nell'adunanza del giorno 18 gennaio u. s. ha deliberato di rivolgere un caldo appello ai signori abbonati del Bollettino Storico per la Provincia di Novara, invitandoli - in nome di quell'ideale di cultura e di amore delle memorie patrie e cittadine, che ci è comune, - a volersi iscrivere come soci regolari della Società Storica.
Entrando a far parte del nostro sodalizio i signori abbonati - senza alcun aumento di contributo della quota annuale - parteciperanno a tutti i diritti dei soci; e giovandosi del loro ambito concorso la nostra Società potrà con la prossima Assemblea generale iniziare un periodo di più intensa attività scientifica.
Per agevolare l'ingresso dei nuovi soci il Consiglio Direttivo ha deliberato di accogliere come soci tutti i signori abbonati che ne facciano domanda (mediante lettera o cartolina postale) al Presidente della Società Storica, avv. Antonio Tadini, oppure al Direttore del Bollettino, prof. Alessandro Viglio.
Il recapito per entrambi è presso il MUSEO CIVICO di NOVARA.
Il Consiglio Direttivo della Società Storica Novarese.
Avviso di concorso al secondo Premio Morandi.
In osservanza alle disposizioni statutarie per l'assegnazione del PREMIO MORANDI, la SOCIETÀ STORICA NOVARESE bandisce un premio di LIRE MILLE, da assegnarsi il 31 dicembre 1927, alla migliore pubblicazione illustrativa della Storia di Novara e delle regioni la cui storia si connetta intimamente con quella di Novara.
I lavori concorrenti devono essere presentati o inviati alla Presidenza della Società Storica, presso il Museo-Archivio Storico di Novara, non più tardi del 31 ottobre 1927.
I manoscritti dovranno essere presentati in doppio esemplare, chiaramente scritti e ordinati: le pubblicazioni dovranno essere presentate in triplice copia e non dovranno essere di data anteriore al 1 gennaio 1926.
Per eventuali schiarimenti rivolgersi alla Presidenza del la Società Storica, all'indirizzo sopra citato.
Il Segretario: O[reste] Scarzello
Il Presidente: A[ntonio] Tadini
N. B. Per conoscenza degli interessati riproduciamo gli articoli del «Regolamento per il Premio Morandi» relativi ai concorrenti:
4. - I concorrenti dovranno presentare alla Presidenza della Società Storica Novarese i loro lavori - scritti o stampati - non oltre il 31 ottobre dell'anno in cui scadrà il triennio.
5. - Il giudizio della Commissione verrà pubblicato sul Bollettino Storico della Provincia di Novara.
6. - È in facoltà della Commissione di assegnare - ove lo ritenga opportuno - una parte soltanto del premio o di suddividere la somma totale fra due o più concorrenti.
7. - I lavori concorrenti al Premio Morandi per essere accolti in esame dovranno soddisfare a questi requisiti:
a) Dovranno trattare di argomento strettamente attinente alla storia antica, medioevale o moderna di Novara e del Novarese.
b) Se inediti dovranno essere presentati in doppio esemplare, chiaramente scritti e ordinati.
c) Se già a stampa, dovranno esser di data non anteriore al primo anno del triennio in corso e saranno presentati in numero di tre copie.
Verbale della Commissione giudicatrice del primo Premio Morandi.
L'anno millenovecentoventiquattro addì trenta del mese di giugno - nella sala del Civico Museo - in Novara - si è riunita la Commissione speciale nominata ai sensi dell'art. 3 del Regolamento sul Premio Morandi, e composta dei signori: avv. Alessandro Giordano, assessore per la pubblica istruzione, delegato dal Municipio di Novara, cav. avv. Antonio Tadini e prof. Oreste Scarzello, delegati dalla Società Storica Novarese, per deliberare sull'assegnazione del primo premio Morandi.
La Commissione giudicatrice - avendo preso visione del Regolamento per il premio suddetto, e constatato che il bando di concorso venne regolarmente pubblicato sul numero 1 del Bollettino Storico per la Provincia di Novara dell'anno 1920 - passa all'esame dell'unica pubblicazione concorrente, che è il «Contributo alla storia del vestire nel medio evo» dello stesso prof. G. B. Morandi. Detta opera, rimasta inedita per la morte dell'autore, venne più tardi pubblicata in un numero speciale del Bollettino della Società Storica Novarese, uscito in occasione del trasporto della salma del Morandi dal Cimitero di guerra di S. Pietro all'Isonzo a quello di Novara.
La pubblicazione fu presentata al concorso dal prof. A. Viglio, direttore del Bollettino Storico, che ne ha la proprietà letteraria, per concessione della famiglia Morandi; ed è accompagnata dalla dichiarazione espressa che l'importo del premio, che eventualmente le venisse assegnato, sarebbe destinato come «contributo del Bollettino Storico alle onoranze al compianto storico - soldato di Novara, prof. G. B. Morandi».
La Commissione osserva anzi tutto:
1. che la pubblicazione risponde ai requisiti voluti dall'art. 7 del Regolamento precitato;
2. che venne presentata in tempo utile e secondo le modalità indicate nel bando di concorso.
Successivamente - passando all'esame scientifico del lavoro concorrente - la Commissione rileva in esso pregi singolari per acutezza d'indagini, profondità di cultura e sicura conoscenza dell'argomento trattato.
Il «Contributo alla storia del vestire nel medio evo» è l'opera di una mente matura agli studi storici, degna di lode non solo per l'acume critico e per l'elegante precisione di forma, ma sopra tutto per i risultati delle indagini, che, interessando in special modo la storia locale, offrono non minore interesse per la storia generale del costume.
Per tali considerazioni la Commissione unanime giudica degno di premio il «Contributo alla storia del vestire nel medio evo» di G. B. Morandi, e delibera che il primo Premio Morandi sia assegnato al Bollettino Storico per la Provincia di Novara, e per esso al suo Direttore prof. Alessandro Viglio; con la condizione che l'importo del premio stesso sia destinato a contribuire alle spese per il monumento sepolcrale del glorioso estinto.
La Commissione giudicatrice: Avv. A[lessandro] Giordano; Antonio Tadini; O[reste] Scarzello, segretario-relatore.
Doni al Museo Civico Archivio Storico NEL 1924
► Mascella superiore di pesce spada dell' Oceano Indiano.
Dono del dott. Clemente Ferraris di Novara.
► N. 5 vasi fittili di varia forma e 4 fibule frammentate dell'epoca di Golasecca, trovate in un fondo in regione di S. Martino tra Biandrate e Vicolungo.
Dono del sig. geometra cav. Felice Borgomanero e del contadino Andrea Besali di Biandrate, scopritore.
► Calco in gesso della testa di Cristo per il tabernacolo del Monserrato, dello scultore Z. Carestia.
Dono del cav. prof. scult. G. Rossi di Novara.
► Sciabola d'ordinanza del rag. tenente M. Fava, caduto in guerra e decorato di medaglia d'argento.
Dono del cav. Domenico Fava.
► Lire italiane 200:
elargizione della Banca Popolare di Novara per il 1924.
► Collezione di venti proclami e manifesti pubblicati in occasione dei moti del 1821, alcuni d'interesse novarese.
Dono del cav. avv. Antonio Tadini.
► Pergamena del 1840 ricordante la posa della prima pietra della Casa degli Oblati, ora abbattuta; alcuni frammenti di pavimento mosaico, e di mattoni dell'epoca romana; fotografie e disegno di una pianta dei ruderi messi in luce dagli scavi per il nuovo edificio della Banca d' Italia.
Dono del sig. Direttore della B. d'Italia, sede di Novara.
► Tre lettere autografe di G. Mazzini da Lugano (22 sett., 3 ott., 24 ott. del 18…), già edite.
Dono del sig. cav. avv. A. Tadini.
► Fotografie del progetto di restauro del Castello Visconteo-Sforzesco, degli architetti Bergomi e Rizzotti.
Dono del sig. geom. U. Rizzotti.
► Vocabolario ital.-lat. e lat.-ital. (ediz. di Torino, tip. regia 1772, già di proprietà del poeta Giuseppe Regaldi.
Dono del sig. A. Brughera di Torino.
► Tre vasi di terra rossa, di fattura rozza, con sette monetine di rame dell'epoca di Costantino in cattivo stato di conservazione.
Dono del sig. Antonio Rossi di Vignale.
► Pistola a due canne, ad avancarica. (sec. XIX, princ).
Dono del giovane Annibale Colombo di Novara.
► Sesino di G. Galeazzo Visconti.
Dono del sig. geom. cav. Rosei, assessore del Comune.
► Medaglione in gesso della testa del dott. Martelli, dello scultore Z. Carestia.
Dono della Presidenza dell'Ospedale Maggiore.
► La Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde nella evoluzione economica della Regione. Milano, Alfieri e Lacroix. Vol. in 8° gr. di 572 pp.
Dono della Cassa di Risparmio delle P. L.
► Due fotografie di affreschi del pittore Merli già nella Chiesa di S. Giulio.
Dono del geom. U. Rizzotti di Novara.
► Tre cranii e un piedino di mummia, avvolti nelle bende, provenienti da tombe della Valle dei Re (Egitto).
Dono del sig. Banchi di Novara.
► I benefattori dell'Istruzione per cura di E. Canestrini e A. Corradi; l'originale dell'epigrafe per la lapide a G. Mazzini; opuscoli.
Dono del sig. G. Gaddi di Novara.
► Due bicicli di invenzione del sac. architetto G. Marietti.
Dono del Rettore del Coll. Gallarmi, don A. Fenini.
► Medaglia di bronzo dorato. Recto: ritratto di Pio IX a sin. e la scritta Pius IX Pont. Max. Verso; nel campo: corona di quercia e lauro con la scritta II 22 marzo 1848; intorno: All'Eroica Milano V. Italia Libera…
Dono del sig. Bassani, impiegato municipale.
► I documenti pontifici riguardanti l'Università di Pisa per cura di C. Fedeli; Pisa, Ed. Fr. Mariotti 1908. Vol in 4° in carta a mano di 250 pagg.
Dono dell'on. E. M. Gray, deputato al parlamento.
► 1) Acquerello in corn. dor., rappresent. giovane donna dopo il bagno (30 x 50); (2) dipinto ad olio su tela in corn. dor. rappresent. una sirena sullo scoglio (40 x 50); ritratto ad olio del sig. Saini; altro su tavola dello stesso. Dipinti e bozzetti del pittore Buschini.
Provenienti dal legato Saini al Municipio di Novera.
► Tre piccoli bronzi di Costantino: un picc. bronzo di Costantinopoli. Tre terzaruoli autonomi novaresi (arg. scodell.); una bolla di papa Clemente XI (1702).
Dono del sig. avv. A. Tadini.
► Ediz. della Divina Commedia su cartoni, in fregi e miniature (riprodotti a stampa) per cura dell'ing. Razzolini di Firenze.
Dono della signora Maria Grassi Bazzani.
► Calco della testa del Cieco; partic. del monum. ideato dallo sculaore Baroni per il S. Michele.
Dono del cav. A. Giannoni.
► Le origini delle Diocesi antiche d'Italia. Studio critico di Mons. Francesco Lanzoni. Roma Tip. poliglotta vaticana. Vol. in 8° gr. di 672 pp. con carta geografica.
Dono della Ven. Biblioteca Vaticana.
► Statuetta in legno scolpito e colorato di rozza fattura, rappresentante Nicodemo (?) proveniente da Challant S. Victor.
Dono del sig. geom. V. Rizzotti.
VISITE AL MUSEO CIVICO NEL 1924.
La frequenza delle visite al Museo Civico continua in modo confortevole. Dai registri risulta che i visitatori furono anche nel 1924 intorno ai cinquemila.
Sepolcreti della prima età del ferro scoperti nel Novarese.
Riproduciamo, col cortese consenso dell'egregio dott. P. Barocelli, del R. Museo di antichità di Torino, questa breve ma interessantissima relazione-primizia sugli scavi di Ameno e di S. Bernardino di Novara edita in: Bollettino di Paletnologia Italiana, A. XLIV, 1924. Su tale argomento il B. sta preparando una estesa relazione che sarà completata quando prossimamente verranno ripresi e terminati gli scavi in territorio di S. Bernardino, sotto gli auspici del nostro Comune. Ringraziamo anche la Direzione della Rivista, alla quale inviamo i sentimenti del nostro più profondo e fraterno cordoglio per la perdita improvvisa del suo Direttore, Luigi Pigorini, onore della scienza paletnologica e della patria italiana.
A[lessandro] V[iglio]
L'anno 1915 furono scoperte casualmente alcune tombe della prima età del ferro ad Ameno, presso Orta, nell'alto Novarese, e precisamente presso l'abitato di Lortallo (1). Successivamente, esplorazioni della Sopraintendenza delle antichità, generosamente coadiuvata dall'ispettore onor. ingegnere Giulio Decio, rivelarono numerose altre tombe. Le esplorazioni furono condotte a varie riprese, man mano che fu possibile e solo quest'anno poterono essere portate ormai a termine.
Altri scavi regolari ebbero luogo a cura della Sopraintendenza stessa, col concorso del Museo Civico di Novara, in un sepolcreto della medesima età, presso San Bernardino di Briona, non molto a nord di Novara.
I risultati ottenuti arrecano utili contributi alla conoscenza di quella civiltà «di Golasecca» che finora, in Piemonte, ci era nota solamente ed in modo incompleto dai sepolcreti della regione di Castelletto Ticino e di poche altre località.
Il sepolcreto di San Bernadino è veramente molto esteso: risulta tuttavia sempre più evidente che nella parte occidentale dell'Italia del Nord, anche nelle località nelle quali più progredita e diffusa appare essere stata la civiltà, non esistevano grandi centri abitati, come quelli della parte orientale della pianura padana.
Le tombe di Lortallo erano raggruppate in vari piccoli sepolcreti, un po' discosti l'uno dall'altro. Tombe non disposte in ordine regolare e sempre individuali, pur essendovi indizi di aree appartenenti a persone unite da legame familiare od altro a noi ignoto. Il pozzetto o la buca sepolcrale, scavata nel terreno, era per lo più rivestita internamente da lastre di pietra di varia dimensione, giustaposte con maggiore o minore cura, in modo da formare una specie di cassa rettangolare od irregolarmente poligonale, o quasi circolare. Spesso, invece di lastre, era utilizzato pietrame vario a secco, tratto anch'esso dai depositi morenici della località.
La copertura di rado mancava ed era solitamente costituita da uno o più lastroni sovrapposti: qualche volta parve dover esservi stato un voltino, ora franato, di pietre collocate a contrasto.
Nel pozzetto o buca le ossa combuste, solitamente entro l'urna fittile, coperta dalla ciotola. La suppellettile piuttosto abbondante, in parte entro il cinerario, in parte intorno ad esso. Sopra le tombe, oltre ai lastroni di copertura, della buca o pozzetto, era spesso abbondante pietrame, qualche volta posto a mucchio, spesso disposto con un certo ordine a muretti a secco, a recinti, ad aree «lastricate», a specie di sentieri eoe.: costruzioni tutte che per la loro irregolarità si confondono spesso le urne colle altre, tanto più che si ritrovano frammiste, e, pel complesso tutte dovevano servire a scopi uguali od affini. Dalla relazione dello scavo risulteranno le numerose varietà di costruzione non solo di queste tombe, ma anche di quelle dei sepolcreti di Castelletto Ticino e delle varie disposizioni di pietrame che le proteggevano o le segnalavano; varietà di cui non si è tenuto sufficiente conto nelle notizie lasciate dal Castelfranco e dal Montelius sui sepolcreti della civiltà; di «Golasecca».
La costruzione di queste tombe si mantiene modesta, come modesta è la suppellettile, come ben minore è la ricchezza rispetto alle genti che in quei tempi occupavano la parte orientale della pianura padana.
Al margine del piano novarese, dove cessano al tutto le ultime lievi ondulazioni terrazzate delle propaggini prealpine, presso San Bernardino di Briona, non è che sottosuolo di ghiaia e scansi sono i ciottoli e di mediacri dimensioni, non adatti per qualità e quantità a costiruire tombe come quelle di Lortallo e Castelletto Ticino.
Il sepolcreto di San Bernardino, estendentesi su vasta zona, è composto perciò di tumuli di terra, alcuni dei quali, dove non furono abbassati o distratti dalle coltivazioni emergono ancora ben visibili sul piano di campagna.
Sotto il tumulo qualche volta era una sola tomba, e nel centro di esso; altre volte un certo numero di tombe. Anche qui si penserebbe a persone tra loro congiunte da legame di parentela od altro a noi ignoto. Le tombe erano ordinariamente costituite da fosse scavate nella nuda ghiaia: solo qualche ciottolo alle pareti della fossa quasi a segnarne i contorni.
Sotto alcuni tumuli, al livello dell'orlo delle fosse, qualche volta una breve area selciata a ciottoli.
Le fosse erano di forma per lo più rettangolare, raramente irregolare, e, salvo poche eccezioni, erano tali da poter contenere cadaveri inumati perfettamente distesi.
L'umidità del terreno, in alcune stazioni veramente acquitrinoso, fece sparire completamente ogni traccia di ossa, fossero esse di inumati o combuste e deposte sul fondo delle fosse senza protezione. Una sola volta alla testata di una fossa, lunga m. 1,95, si trovò un'urna cineraria ancora contenente avanzi combusti.
Le pochissime altre urne cinerarie venute in luce negli scavi regolari, erano in piccoli pozzetti sia al medesimo livello delle fosse, sia ad un livello più alto.
Salvo rare eccezioni, la scarsità dei corredi, specialmente dei vasi fittili, nelle tombe a fossa non ne giustificherebbe le dimensioni; né la disposizione di essi rivela se il cadavere, qualora si tratti di inumazione, sia stato deposto coi suoi ornamenti e vesti, anche per essere i bronzi corrosi e distrutti dall'umidità. Il vasellame, quando v'era, si trovò sempre collocato ad una delle testate della fossa, al pari dell'urna cineraria sopra ricordata, quasi si fosse evitato di occupare uno spazio destinato al cadavere inumato. Aggiungasi che la orientazione delle fosse è piuttosto uniforme (nord-sud) e che le pochissime fosse rettangolari di piccole dimensioni non si sarebbero prestate a contenere un cadavere inumato se non di persona di giovane età o in qualche modo contratto.
La grandissima parte almeno delle tombe di Lortallo, tutte quelle di San Bernardino finora esplorate, appartengono al periodo caratterizzato dalle fibule a sanguisuga a lunga staffa e dalla fibula ad arco serpeggiante pure a lunga staffa. Queste infatti le fogge di fibule più frequenti nei due sepolcreti, nei quali presentano diverse varietà.
Le urne fittili, finora raccolte a San Bernardino, hanno tutte il maggior diametro orizzontale a circa tre quarti dall'altezza e sono accuratamente ornate, per la maggior parte, colla tecnica dello stralucido (secondo periodo di «Golasecca», secondo il Castelfranco). Nelle tombe di Lortallo, accanto alle urne numerose della foggia predetta sprovviste però in genere di ornati a stralucido, erano poche altre della foggia a maggior diametro orizzontale a circa metà altezza, ed ornate delle note fasce di denti di lupo incisi. Queste urne, insieme a poche fibule, richiamerebbero il primo periodo della civiltà «di Golasecca», quale fu determinato dal Castelfranco.
Numerose e svariate sono le fogge del vasellame fittile e degli oggetti di bronzo nei corredi delle tombe di Lortallo e di San Bernardino: maggior ricchezza si ha tuttavia in questi ultimi, che comprendono anche vasi di bronzo laminato ed elmi di bronzo.
Piero Barocelli.
(1) Not[izie] d[egli] Sc[avi], 1918, pag. 81.