Notiziario   [BSPN XVII [1923] fasc. IV - pp. 334-337]

Addii e arrivederci in famiglia.
La riforma della scuola media ci porta via amici preziosi e cari e li manda lontani dalla città ch'essi avevano eletta come residenza e avevano amata con amore operoso e tenace; voglio dire dei professori Rinaldo Lampugnani, Andrea Leone, Antonio Massara; Lampugnani va ad Alessandria, Leone (che era Ispettore onorario dei Monumenti per il nostro Circondando) a Cuneo e Massara a Carmagnola.
Se dovessi dire delle loro benemerenze verso la nostra città nel campo degli studi storici ed artistici dovrei scrivere a lungo: coloro, del resto, che hanno predilezione per i nostri studi sanno bene chi essi sono e che cosa hanno fatto da tanti anni per illustrare la nostra storia cittadina con pubblicazioni, con saggi consigli, con opere sempre inspirate alla tutela degli interessi culturali di Novara.
La nostra famiglia si discioglie e disperde: dal '915 ad oggi quanti dolorosi addii! Ci sta fitta nel cuore la spina di non aver potuto almeno far sì che gli addii riuscissero una larga e cordiale testimonianza di affetto e di riconoscenza. Ci conforta però una speranza; che tutti, o presto o tardi, possano ritornare alla città dei loro studi e del loro cuore, alla città nella quale lasciarono sincero e duraturo ricordo nell'animo degli amici e prova della loro coltura e segni non fuggevoli della loro operosità intellettuale.

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Scoperte archeologiche a Baveno.
A Baveno negli scavi per la costruzione del nuovo tram verbanese, in territorio della frazione di Romanco, in mezzo ad un terreno geologicamente molto interessante, vennero rintracciate importanti vestigia dell'epoca Romana. Romanco e Tappa, tra Arona e Miggiandone, hanno vie battute dagli eserciti Romani diretti nella Gallia. A metri cinque circa sotto il terreno attuale e a metri 12 dal livello del lago, vennero scoperti un massiccio muro, una grossa sfera di granito lavorata e delle monete di rame. A seguito di sopraluoghi del geologo prof. Mariani del Politecnico di Milano, del conservatore dei monumenti architetto Bottini e dell'ispettore agli scavi dott. Barocelli di Torino, si ritiene che il muro sia l'antico molo lacuale di Romanco. La sfera di granito un proietto; quanto alle monete il museo numismatico di Milano le attribuisce all'imperatore Gallo dal 300 al 400 dopo Cristo e sono dello stesso tipo di quelle già trovate negli scavi di Arona.

[Dal Secolo di Milano del 23-VI-23].

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La morte dello scultore Vittorio Aimone.
Il Corriere di Novara (6 ottobre 1922) pubblicava queste parole di elogio dello scultore Vittorio Aimone a cui la nostra città deve lo snello monumento all'ambasciatore Tornielli Brusati; lo scultore Aimone, nato a Carpignano Sesia può ben dirsi novarese.
È scomparsa in questi giorni una simpatica figura d'uomo che col suo ingegno seppe tenere alto all'Estero il nome artistico d'Italia.
La figura di Vittorio Aimone, insigne scultore in legno e maestro dell'intarsio, morto giorni fa a Parigi all'età di settantanni.
Nacque a Carpignano Sesia da modesti genitori borghesi. Giovanissimo dimostrò la sua inclinazione per l'arte. Ancora in giovane età se ne venne a Novara ove sotto la guida di Serra e Rossi potè sviluppare la bella inclinazione ed apprendere i più minuti segreti dell'arte. Diciottenne lasciò la sua terra e andò a cercar fortuna oltr'Alpe. Ammirabile ed instancabile lavoratore, dotato di poderosa energia, in breve si fece una invidiabile posizione, vincendo innumerevoli concorsi e cospicui premi e fondando un grandioso stabilimento di mobili artistici. Circondato da valenti collaboratori, dalle sue officine uscirono opere meravigliose che andarono ad ornare reggie e principesche dimore. Riconosciuto ufficialmente il suo alto valore, venne decorato con la Croce della Legione d'onore francese, e creato Ufficiale della Corona d'Italia.
Allo scoppio della conflagrazione mondiale si arruolò fra i volontari di Peppino Garibaldi e come umile gregario compì il dovere dal quale, per l'età, era esentato. Come artista e cittadino era popolare nella Colonia Italiana e da tutti amato. Fra le sue opere insigni va ricordato il monumento al conte Tornielli Brusati che adorna l'allea di Novara. Caramente ricordando l'insigne scomparso inviamo ai congiunti di lui le nostre sincere e sentite condoglianze.

G. P.

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Scoperta di nuovi preziosi affreschi a Gionzana.
Erano già ben noti gli affreschi quattrocenteschi della chiesetta della Madonna del latte di Gionzana che furono rispettati nella indecorosa imbiancatura con cui si credette di abbellire le pareti della bella chiesa campestre. Lo stesso imbianchino si permise ohimè! di riverniciare qua e là le vesti e i volti a madonne e a santi. Si sapeva però che sotto la calce dell'imbiancatura esistevano lungo tutte le pareti altri affreschi e si sperava di poter un giorno o l'altro metterci le mani per riscoprirli. Senonchè, a compiere il desiderio che forse per le condizioni dei tempi non avrebbe potuto effettuarsi, ecco soccorrere l'opera intelligente e tenace del sacerdote don Giudici, parroco di Gionzana. Con ammirabile pazienza e con delicata cura egli è venuto riscoprendo gli affreschi sepolti sotto la calce; visi freschi nelle linee pure e ingenue di santi e madonne e bimbi riapparvero sorridenti o doloranti lunpo tutte le pareti a riannodare la bella ghirlanda stupidamente spezzata. È un tesoro d'arte rivelata; e don Giudici continua nel suo lavoro prudentemente e instancabilmente perché egli vuoi ridare alla chiesetta affidata alle sue cure il primitivo splendore di colore e di vita spirituale; e lode gli sia.
La chiesetta, monumento nazionale, è affidata alle cure del nostro Comune: confidiamo che il Municipio di Novara, enti e privati cittadini vorranno prossimamente contribuire al definitivo riassetto e restauro della chiesetta qua e là minacciata nel tetto e nei muri per contenderla amorosamente all'opera distruggitrice del tempo. Ne riparleremo.

A[lessandro] V[iglio].

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