Notiziario   [BSPN XV [1921] fasc. IV - pp. 154-161]

Come Novara celebrò il secentenario della morte di Dante Alighieri.

Novara sentì che non avrebbe potuto essere immemore delle sue antiche e gloriose tradizioni nel culto del grande Fiorentino. La città che si onora dei nomi di M. P. Nibia, di O. F. Mossotti, di C. Negroni, non doveva restare assente dal plebiscito italiano verso il Nume tutelare della nostra gente.

Non vogliamo diffonderci in troppe parole, poiché l'opera di cui, in questo stesso fascicolo, si pubblica la recensione, Dante e Novara, consacra degnamente e interamente l'impresa. L'introduzione a quel volume è una nitida cronistoria delle onoranze novaresi; né vogliamo ripeterci oziosamente.

Il Comitato Novarese si propose il non facile compito di chiamare il popolo alla celebrazione dantesca e lo raggiunse con le letture del divino Poema promosse di comune accordo con la locale Società di Coltura, e specialmente con la conferenza di Padre Se-meria (Teatro Coccia, 14 giugno 1921) su Il Patriottismo in Dante, e con la recitazione del poeta Pastonchi (Teatro Coccia, 4 novembre 1921) che disse vividamente una canzone dantesca e alcuni canti del Poema. A questo scopo riusci anche assai efficace la mostra dei cimeli danteschi (codici ed edizioni rare o preziose) posseduti dalla Biblioteca Negroni, curata dal dott. G. Bustico (4-14 novembre 1921).

Il secondo intento del Comitato Novarese fu quello di tramandare alla memoria dei posteri l'avvenimento in modo degno e duraturo. Il volume Dante e Novara, fu ideato e condotto, per ciò, a compimento con ferma fede e con fervido lavoro: esso è una rievocazione di tutto il tributo già assolto da Novara alla memoria di Dante ed è, nel medesimo tempo, un'offerta novella d'indefesso amore; è una tappa davanti a un luminoso panorama, una diana squillante armoniosa di tutti gli echi che nei nostri piani e nelle nostre valli la grande voce possente dell'Alighieri suscitò nei secoli passati; è gioioso raccoglimento vibrante d'orgoglio cittadino ed è monito e promessa per l'avvenire.

Le lodi facili e copiose zampillano dalla penna; ma a che gioverebbero? Meglio è il silenzio; ognuno di noi s'acqueti nell'intimo compiacimento d'aver contribuito, o poco o molto, all'opera nobile e italianamente bella di onorare il nume indigete, anche in questa nostra terra novarese non ricca soltanto di biade e d'uomini….

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Museo Civico - Archivio Storico di Novara
DONI 1921

1) Decorazione di guerra, austriaca, di proprietà di un Comandante dell' Adamello.
Dono del Sig. Bartolomeo Spreafico.
2) Atlante di 22 carte, all'1:144000, della Dalmazia e delle sue isole, di diversi autori e incisori (Lang, Steingruber, Wellisch, Knorr, etc.) edita tra il 1868 e il 1873; pubblicazione ufficiale dell'Istituto Geografico militare austriaco.
Dono del Sig. Aulari di Novara.
3) Lettera autografa del Generale Ramorino al Sig. Intendente di Arona, contro il sequestro della sua persona, in data 25 marzo 1849; altra lettera autografa del maestro Carlo Coccia in data di Novara, 10 luglio 1863 (dichiarazione fatta come censore dell'Istituto Musicale di Novara al Maestro dell'Istituto stesso e Direttore del Teatro, Sdosetti (?).
Dono della Signora Adele Malusardi Merlo.
4-5) Fucile ad avancarica, canon à ruban, a percussione, doppia canna, con la dicitura, sopra i cani: Luigi Master. Spadino da corte, dell'epoca del 1° Napoleone, ageminato nella parte superiore della lama, con la scritta a nastro trasversale: Vive Napoleon. Guaina e cinturino di cuoio.
Dono della On. Amministrazione della Biblioteca Negroni.
6) Minerali, 343 pezzi; fossili, 155; frutti marini e concrezioni, 43; conchiglie diverse, 161; curiosità e frammenti archeologici romani.
Dono dell'avv. Luigi Canella Rossi Palermo.
7) Lire cento.
Dono della Banca Popolare di Novara.
8) Bandiera in seta della ex Società dei Subalterni del Comune di Novara, con l'asta e i nastri, e due diplomi di benemerenza della Società.
Dono del Signor Ferrari per incarico dell'ex Consiglio Direttivo.
9) Dieci grandi fotografìe riproducenti diversi punti dell'edificio del Castello Visconteo Sforzesco di Novara.
Dono dell'architetto ing. E. Andreoni.
10) Un fondo di libri già appartenenti al compianto prof. G. B. Morandi, costituito da 95 opere con 181 volumi, tra cui una diecina di opuscoli. In questo fondo sono notevoli la Storia Letteraria di G. Tiraboschi, ediz. di Venezia 1823, in 27 volumi, e importanti opere di storia della nostra regione.
Dono dell'ing. Giuseppe Cucchi e della Signora Elena Morandi Cucchi.
11) Gruppo di incisioni (7) incorniciate riproducenti fatti storici del risorgimento italiano; una antica incisione riproducente la Tentazione di Adamo con la sigla L; una tela di Madonna con Bambino in cornice; 4 incisioni dell'incisore vicentino Dell'Acqua riproducenti le figurazioni dei quattro elementi.
Dono del Signor ing. G. Cucchi e della Signora Elena Morandi.
12) Due grandi pacchi di carte attinenti ai secc. XVII, XVIII, XIX: editti, ordini, relazioni, gride, proclami, convenzioni, etc. di governi vari e di istituti, in gran parte riferentisi al Milanese e al Novarese, oltre a due del sec. XV, due del XVI e una piccola pergamena di locazione semplice del 26 novembre 1487; un pacco di carte mss. riguardanti stime, inventari di beni Duelli, Nibbia e d'altri, o riferentisi al Culto durante l'Amministrazione del Dipartimento d'Agogna.
Dono dell'avv. Luigi Cunetta Rossi Palermo.
13) Due timbri di metallo: uno per inchiostro della Municipalità di Novara (Regno d'Italia) con l'aquila napoleonica; l'altro per ceralacca della Civica Amministrazione di Novara.
Dono del sig. Santino Console.
14) Gruppo di monete varie così distribuite:
► 39 imperiali romane di bronzo;
► 10 medioevali comunali di bronzo;
► 1 bronzo arabo;
► 2 bronzi di Giorgio III di Inghilterra;
► 1 tre centesimi di Napoleone I, Regno d'Italia (1812);
► 6 monetine d'argento autonome greche con lo scorpione nel verso.
Interessanti sopratutto sono 10 terzaruoli di Novara del sec. XII-XIII così distribuiti:
► 6 col Novaria al recto e nel verso la leggenda Imperator intorno, e nel campo: ↷ S. T. G.;
► 4 col Novaria al recto e nel verso Imperator intorno e G nel campo.
Tesoretto pregevole, questo di Novara, perché rare assai sono le monete novaresi.
Dono dell'on. Amministrazione della Biblioteca Negroni Civica.

ACQUISTI 1921.
1) Gruppo di libri d'occasione:
► Scaciga Della Silva, Storia dell'Ossola, Vigevano 1842;
► Giovio, Vita dei dodici Visconti, Milano 1645 (incis.);
► Spolverini, La coltivazione del riso, Bergamo 1764;
► L'Iride. Giornale della Divisione di Novara, 1837, 1838, 1839;
► Genala, Il Palazzo di S. Giorgio, Firenze, 1889 (incis.);
► Curioni, Appendice all'arte di fabbricare, Torino 1881 (tavole);
► Perronet, Atlante di 73 tavole di costruzioni, Parigi, 1782.
2) Blocco di disegni, carte geografìche e stampe riguardanti Novara e il suo territorio (Bogogno, Borgomanero, Ceppomorelli, Crescentino, Crevacuore, Crevola, Galliate, Gattinara, Novara, Oropa, Orta, Santhià, Suno, Trino, Varallo, Vercelli: notevoli una Pianta della Città dì Novara del principio del settecento, inedita, e una di Suno della stessa epoca. Tutto materiale utile per la storia geografica e topografica della città e della regione novarese.

DEPOSITI 1921.
Ritratto a olio dello Storico Lazaro Agostino Cotta; copia di un ritratto dell' Arienta. Biblioteca Negroni.



Visitatori del Museo Civico nel 1921.

Il numero complessivo dei visitatori domenicali al nostro Museo Civico fu nello scorso anno di 5796; in tale numero non son comprese le visite dei giorni feriali e delle comitive. La media dei visitatori per le 44 domeniche di apertura, è di circa 132 ogni domenica e corrisponde approssimativamente alla media del 1920.
In prevalenza sono sempre, tra i visitatori, gli operai e gli studenti.



Un breve commento alle notizie riguardanti il Museo Civico - Archivio Storico di Novara.
Il nostro Museo Civico - Archivio Storico va accogliendo intorno a sé nuove e sempre maggiori simpatie. Si compiono in questi giorni (16 gennaio) i 12 anni della sua riapertura dopo il profondo rinnovamento voluto dal Morandi e dai suoi autorevoli collaboratori; dal 1910 i doni e i depositi sono andati aumentando, ogni anno, di numero e di valore e ormai i locali si dimostrano troppo ristretti alla ressa degli oggetti accolti; i visitatori vanno confortevolmente moltiplicandosi e dimostrando un sempre crescente interesse per l'istituto.
Dal canto suo l'Amministrazione Comunale non lesina i mezzi disponibili entro i limiti del bilancio, per un sempre maggiore incremento e vorrà certamente fare di più, quando si allenti la crisi attuale dei locali e delle finanze. Così va spezzandosi ostensibilmente l'apatia e l'incuria da cui, nelle cittadine di provincia dedite agli affari, restano soffocate istituzioni come la nostra; così si viene a piano a mano comprendendo che se la vita ha le sue tiranniche esigenze economiche che campeggiano sul primo piano, contiene anche altre esigenze e altri valori che non sono ultimi elementi nel quadro complessivo della civiltà di un paese.
Se il presente e l'avvenire predominano nelle preoccupazioni pratiche della vita, il passato contribuisce non poco alla stona e alla gloria di un paese. Il nostro Museo - Archivio, come fu già scritto da autorevoli studiosi, racchiude tesori preziosi per la nostra storia cittadina dai lontani secoli della civiltà preromana fino ai nostri giorni. Tutto ciò ch'esso raccoglie e custodisce è qualche cosa di salvato dalla rovina e dalla dispersione. Così esso va raccogliendo e ordinando piccoli tesori il cui valore aumenterà con il trascorrere dei tempi; così mentre offre un prezioso contributo allo sviluppo morale e culturale della vita cittadina, il nostro istituto strappa alla dispersione e alla distruzione oggetti e documenti che sarebbero più tardi ricercati invano anche ad alto prezzo.

A[lessandro] V[iglio]

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Concorso al premio "Marco Formentini".

Un concorso con un premio di L. 1000 per un contributo alla storia economica della Lombardia in periodo anteriore alla dominazione spagnola è bandito dalla Società Storica Lombarda (Milano, Castello Sforzesco) con termine, per la consegna dei mss., al 31 dicembre 1922. Per le modalità del concorso rivolgersi alla Direzione dalla Società Storica Lombarda.

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Museo Calderini e Pinacoteca di Varallo.

La vitalità di queste istituzioni valsesiane è segnata annualmente in un modo particolare dai doni di Valsesiani e di Amici della Valsesia. Anche nel decorso anno 1921 si registrarono con piacere non pochi doni, alcuni dei quali di un certo valore.
Il Museo Calderini ricevette in deposito dall'onorevole Municipio di Varallo una collezione di edizioni rare del 1500 e varii incunaboli provenienti dalla Biblioteca dell'ex Convento dei Francescani del Sacro Monte. La Signora Dina Bassi ved. Duprà di Varallo donò una decina di volumi, edizioni del 1500, due pi-stoloni e varii oggetti minuti. Il Rev. Don Maurilio Fossati, Rettore del Sacro Monte, regalò le opere del Cervetto (G. Gaggini da Bissone a Genova; Il Natale; L'Immacolata; S. Caterina) e la Storia della Società di S. Cecilia: volumi in quarto riccamente illustrati, rilegati in tela.
La Pinacoteca arricchì le collezioni «Intagli» e «Disegni» con i doni preziosi avuti dal sig. Fuselli Luigi di Varallo e dal Sig. Maestro Zeffirino Longhetti di Varallo. Il primo cedette gratuitamente, in seguito a domanda del Direttore, quattro intagli (misteri del Rosario) del 500 chiusi in cornice del 700; esistenti già nella sacrestia dell'Oratorio della Cappelletta di proprietà del donatore. Il sig. Maestro Longhetti regalò una cartella contenente varie incisioni e buon numero di schizzi, disegni del defunto suo fratello pittore Annibale Longhetti. Questa raccolta di disegni viene ad accrescere la preziosa collezione di cartoni, disegni e schizzi di artisti valsesiani posseduta dalla Pinacoteca, collezione interessantissima per la conoscenza della tecnica dei nostri artisti.
Infine, non sarà inutile ricordare che la Società di conservazione delle Opere d'Arte e dei Monumenti in Valsesia, proprietaria della Pinacoteca, nel decorso anno ha provveduto al restauro di alcune cappellette a Rocca Pietra (dipinte dall'Orgiazzi e dal Basetti) e ha bilanciato una somma rilevante per contribuire a importanti restauri che si faranno nel 1922 in S. Maria delle Grazie di Varallo e in S. Giovanni di Quarona, d'accordo con l'Ufficio regionale di Belle Arti.

Giulio Romerio.

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È morto il pittore Costantino Longhetti nativo di Varallo, non ancor cinquantenne, artista valoroso e modesto, che fu per trent'anni collaboratore devoto di Luigi Cavenaghi, non solo nell'opera di restauro della quale questi fu insuperato maestro, ma anche conducendo a compimento i grandi lavori di affresco dal Cavenaghi intrapresi e sopra tutto quelli del Duomo di Caravaggio. Morto il Cavenaghi, il Longhetti continuò ad esercitare la sua opera di restauratore, anche per conto di enti pubblici. Durante la guerra diede l'opera sua con disinteresse per lo spostamento delle opere di maggior pregio in Lombardia. Del suo maestro aveva ereditata la coscienziosità e la modestia; era disegnatore fortissimo e conoscitore profondo dei procedimenti pittorici di tutte le scuole; godeva la stima di artisti e cultori d'arte e in questi ultimi tempi aveva lavorato alla conservazione dei Luini del Monastero Maggiore e di S. Giorgio, ai restauri dei ritratti dei benefattori dell'Ospedale Maggiore e dei migliori quadri dell'Arcivescovado.

[Dal: Corriere della Sera, 14 gennaio, 1922].

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