Bollettino Storico per la Provincia di Novara - CVII (2016) I/II
Un medico novarese sul fronte Macedone

Luigi Vercelli e il Diario

di Sandro Callerio

Prima pagina del manoscritto

Il manoscritto conservato da Antonella, nipote del dottor Luigi Vercelli, e che "impropriamente" definiamo diario, è, in tutta evidenza, frutto di una successiva - presumibilmente dei primi anni Venti - rielaborazione di quello che doveva essere stato l'effettivo diario quotidiano redatto "sul campo".
Si compone di 29 fascicoli, generalmente composti da due fogli di carta fligranata a quadretti, di 32 x 44 centimetri, piegati a formare otto pagine. Complessivamente si tratta di 268 facciate, 181 delle quali contengono il testo, redatto con bella grafa e "giustificato" con regolarità, quasi a ipotizzare la simulazione di una bozza di stampa. Le pagine bianche sono 16. Delle 289 fotografe, inizialmente poste, a fronte del testo, sulle pagine pari, sono rimaste le didascalie, non sempre corrispondenti a quanto indicato sulle foto stesse che, staccate dal manoscritto, costituiscono ora un album di 85 facciate, per complessive 278 immagini.
La numerazione, posta a matita in alto a destra delle sole pagine dispari presenta una discontinuità tra la pagina 124 e la pagina 135, chiaramente imputabile ad un errore di "riporto", poichè il testo non presenta alcuna lacuna.
Ai fascicoli 3, 5, 7, 21, 22 e 23 sono stati successivamente aggiunti fogli singoli, non numerati, di sole immagini. Il distacco delle fotografe ha provocato, in alcuni casi, il parziale strappo della pagina, con piccole lacune del testo. In altri casi la pagina è stata tagliata, completamente o in parte, ma senza provocare interruzioni del testo.
L'impaginazione delle fotografe nel manoscritto ci suggerisce l'ipotesi dell'iniziale impostazione di un "racconto" destinato ad una possibile pubblicazione; ciò trova solo parziale riscontro nella sequenza delle foto nell'album che, dopo una iniziale sequenza temporale, pare manifestare l'intenzione di un raggruppamento tematico delle immagini.

Alcune foto, stampate in formato 16 x 24 centimetri, riportano l'indicazione manoscritta "Dott. Vercelli", seguita da un numero progressivo. Si tratta delle immagini che erano state scelte per la pubblicazione del volume La Guerra – la Macedonia, "dalle raccolte del reparto fotografico del Comando Supremo del Regio Esercito," pubblicato per i tipi di Treves nel giugno del 1917.
Il diario di Luigi Vercelli, quasi quarantenne professionista avviato ad una brillante carriera nelle strutture sanitarie novaresi, si caratterizza per la limitata presenza di notazioni relative agli episodi bellici propriamente detti e, a complemento di ciò, per le acute osservazioni di tipo sociologico e per la pertinenza delle descrizioni geografche, somigliando – e ciò non vuol essere un giudizio riduttivo – più ad un diario di viaggio che ad una cronaca di guerra.
Non mancano, invero, giudizi anche aspri - il generale Sarrail ... rammollito e vanitoso [1] - sulla conduzione delle vicende belliche, così come precisi resoconti sintetici dell'attività svolta - Nel mese [di aprile] entrarono 2246 ammalati o feriti [2] ... In Maggio furono ricoverati nell'ospedale 3313 militari [3] – ma ciò che più colpisce è l'attenzione ai dettagli della vita e delle abitudini quotidiane - La disciplina francese lascia assai a desiderare: l'ubriachezza è consuetudinaria [4] -, attenzione spesso venata di profonda ironia - Tutti parlano francese lo sappiano o non lo sappiano [5].
Un resoconto, quello di Luigi Vercelli, che ci permette di superare, quasi di astrarre, la crudezza degli eventi bellici e che ci fornisce, attraverso piccoli indizi che appaiono qua e là nel testo, l'anticipazione di una diversa e complessa chiave di lettura per quelli che saranno gli anni immediatamente successivi al termine della Grande Guerra.

leggi Luigi Vercelli e il Diario

(1) – vedi «Diario ott. 1916 – dic. 1917», Bollettino Storico per la Provincia di Novara, CVII [2016], pag 65.
(2) – vedi «Diario ott. 1916 – dic. 1917», Bollettino Storico per la Provincia di Novara, CVII [2016], pag 123.
(3) – vedi «Diario ott. 1916 – dic. 1917», Bollettino Storico per la Provincia di Novara, CVII [2016], pag 132.
(4) – vedi «Diario ott. 1916 – dic. 1917», Bollettino Storico per la Provincia di Novara, CVII [2016], pag 115.
(5) – vedi «Diario ott. 1916 – dic. 1917», Bollettino Storico per la Provincia di Novara, CVII [2016], pag 49.

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17 ottobre 1916 - 1 dicembre 1917

trascrizione di Antonella Vercelli

Il Capitano medico Luigi Vercelli

Alle ore 18.00 del 17 ottobre 1916 mi imbarcavo isolatamente per Salonicco nel Porto di Napoli sulla Solunto, una nave per passeggeri in servizio militare della velocità di dieci miglia all'ora. A bordo si trovavano già circa cinquecento soldati di varie armi comandati dal Maggiore Rossetti e dal Sottotenente Tacchini di Fanteria e dal Tenente del Genio Ing. Ido Garrano. Partivano pure isolatamente il Capitano Medico Prof. Pontano e i Tenenti Medici Brunetti e Foscarini. Un Maggiore Commissario era comandato di servizio sulla nave. Questa trasportava inoltre una grande quantità di materiale destinato al nostro Corpo di Spedizione in Macedonia.

Parecchie famiglie del personale della nave erano sul ponte a dare l'ultimo saluto e il buon viaggio ai loro cari: l'intensità e la commozione degli abbracci lasciavano intuire in tutti il timore della possibilità di non rivederli mai più. Non poche lacrime solcavano i volti dei partenti e soprattutto di coloro che rimanevano. Mentre a lumi spenti, nonostante la semioscurità, la nostra nave si staccava dalla banchina, salpava pure per l'America il grosso transatlantico Patria carico di emigranti. Scambiammo con quegli sconosciuti che come noi andavano incontro all'ignoto con lungo agitare di mani numerosi saluti: nell'animo commosso si sprigionava il più puro amore dell'Italia che stavamo per lasciare, forse alcuni, forse tutti, per sempre...

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Dall'Album fotografico