Bollettino Storico per la Provincia di Novara - CIII (2012) I - II

«Sulle testimonianze novaresi del 1859 e dintorni, offerte da due militari dello Stato Maggiore e dallo scrittore Luigi Gramegna, nonché corredate da importanti lettere per Giuseppe Torelli»

di Giulio Quirico e Bianca Maria Sguazzotti

Sfogliare un epistolario, allorché la lettera stia diventando un genere letterario e un mezzo comunicativo fuori corso, sembra a noi atto formativo, nella prospettiva della romantica bildung.
La ricerca storiografica è soggetta a condizionamenti, legata a privilegi, radicata in una particolarità. In funzione di questa situazione si instaurano dei metodi, si precisa una topografia d’interessi, si organizzano i dossier e le questioni da porre ai documenti.
Lo storico, come il filosofo, si pone e suscita domande: non pretende di fornire risposte definitive.
Lo studio si articola in tre linee di ricerca: l'analisi della corrispondenza tra Carlo Colli e Enrico Tornielli; quella relativa alle corrispondenze di Giuseppe Torelli conservate presso la Fondazione Marazza di Borgomanero ed infine un inizio di approfondimento biografico sulla figura di Paolo Solaroli. Ne riproponiamo qui alcuni estratti.

Cinque lettere di Carlo Colli a Enrico Tornielli.

La corrispondenza prende avvio all’indomani dello sgombero austriaco di Novara (sarebbe non del tutto pertinente parlare di «liberazione»), seguita agli scontri di Palestro, Vinzaglio e Casalino che posero fine a quella specie di drôle de guerre di un mese, seguita all’inizio delle ostilità il 27 aprile, caratterizzata da una sospesa incertezza. Gli eventi sono praticamente narrati in tempo reale, a caldo, stante la persistente difficoltà delle comunicazioni, incluse quelle ufficiali.
Colli avverte subito la gravità delle perdite di vite umane. Personalità aliena da fronzoli, fornisce cifre e valutazioni realistiche, indicative nella loro sospensione.
La guerra cavouriana, e del re, accettata dalla popolazione - lasciamo da parte il popolo - senza l’eccessiva enfasi di adesione sbandierata dalla propaganda e le continue accuse di inumanità ai nemici si presenta con caratteri ben diversi dalla guerra albertina: si è già detto del fervore entusiastico del ‘48, alimentato dal motto «L’Italia fa da sé».


Interludio con Giuseppe Torelli. Un’importante serie di lettere autografe presso il Fondo Molli della Biblioteca Marazza di Borgomanero.

Le lettere di Cavour al Torelli sono ovviamente il nucleo più visitato delle missive a Giuseppe Torelli per la centralità storica del conte. A nostro avviso però altre, a personaggi minori, sono storicamente anche più significative. Nella prima - a parte una breve nota - delle lettere a un Torelli non ancora con lui in confidenza, non datata, ma risalente all’ottobre ’49 per le notizie sul capitano Cugia, Cavour inizia ringraziando il giornalista/scrittore novarese per le notizie sui mazziniani dopo la fine della Repubblica Romana e con l’elogio all’esordio del conte in Parlamento. Si è concluso il Risorgimento della rivoluzione, inizia il Risorgimento dei moderati e della diplomazia...

Caro Torelli, avete fatto bene, a cedere le azioni omnibus al buon Massimo [D'Azeglio] al pari: e spero che la vostra industria andrà bene. Massimo del resto non sarà mai un azionista che vi disturbi: vi farà anzi una dichiarazione in proposito.
Accossato l’ho tranquillizzato: le azioni le ha date a me ed io poteva cederle a chi volevo. Massimo vi avrà già detto che forse andrete con lui in una missione: però ci andrete gratis vene prevengo!
Addio
C. Cavour
5 luglio [1859]


Il generale Paolo Solaroli aiutante di campo e braccio destro della iniziativa diplomatica di Vittorio Emanuele nel 1859.

Paolo Solaroli è tra i personaggi di maggior spicco nel significativo brogliaccio personale di Giuseppe Massari e una figura di assoluto rilievo nell’estate-autunno del 1859. I due hanno frequenti incontri pubblici e abboccamenti privati, il generale è seguito dal politico-giornalista nella sua missione a Londra, si parla successivamente di lui per una missione nell’Italia Centrale dove la situazione prolungata di incertezza politica minacciava derive incontrollabili. Solaroli e Massari fanno da tramite tra il re, il governo e il milieu che ruota attorno alla politica: il primo longa manus del re, il secondo degli uomini di potere. Solaroli appare costantemente associato alla presenza di Hudson.
Come sottolienano gli autori, manca, tutt'oggi, una biografia aggiornata del generale Solaroli come già indicato, quasi quaranta anni fa, dal professor Aspesi che, nel tracciare un profilo del generale e marchese, si rammaricava che questo generale novarese, il quale più di uno storico ebbe a definire avventuriero[…]non abbia mai avuto una biografia completa sulle sue vicende in Italia e all’estero.