Da caserma a campus universitario.
Le vicende della “Perrone” nella storia d'Italia

Caserma Perrone

Presentazione

di Massimo Cavino
Direttore del Dipartimento di Studi per l’Economia e l’Impresa dell’Università del Piemonte Orientale

Il Campus Perrone dell’Università del Piemonte Orientale comprende, nell’area un tempo militare, l’edificio storico della Caserma e una serie di nuovi fabbricati, costruiti nel quadro di un recupero molto attento a coniugare le esigenze di un moderno Ateneo con il rispetto delle originarie scelte architettoniche.

Aule continuamente aggiornate alle necessità della didattica, laboratori informatici, la bellissima biblioteca intitolata a Rita Fossaceca, l’auditorium intitolato a Gaudenzio Cattaneo, così come la residenza studentesca, la mensa e la palestra gestite dall’Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario del Piemonte (EDISU), sono elementi di una delle strutture universitarie più accoglienti del nostro Paese.

La frequenta una comunità di più di cinquemila persone tra studenti, docenti e personale tecnico amministrativo; concentrati nelle loro attività di studio e di lavoro, o rilassati nell’intervallo tra le lezioni o tra le diverse incombenze cui attendono, vi trascorrono una parte significativa della loro vita.

Quanti di loro conoscono la complessità delle vicende che hanno animato questo luogo? Quanti saprebbero illustrare la figura di Ettore Perrone, andando oltre la definizione toponomastica di “Generale”? Sicuramente pochi, e non per neghittosità: la frenesia dei tempi che viviamo, le continue sollecitazioni del quotidiano, l’abitudine a contesti virtuali più comodi di quelli reali, ci distolgono dall’interessarci a vicende che non paiano di immediata utilità. Si tratta però di una lacuna non accettabile per una comunità universitaria: se nostro compito è elaborare e trasmettere conoscenza, non possiamo immaginare di svolgerlo con coerenza ignorando la storia del luogo in cui viviamo.

Muovendo da questa considerazione abbiamo pensato che il Dipartimento di Studi per l’Economia e l’Impresa dovesse promuovere la consapevolezza del nostro posto nella storia di questo luogo, nella convinzione che questo luogo abbia un posto significativo nella nostra storia a venire. E poiché le nostre competenze scientifico disciplinari non sono sufficienti per un compito di questo tipo, ci siamo rivolti alle istituzioni culturali novaresi votate a custodire la memoria storica delle vicende di cui questo luogo è stato teatro: la loro risposta è stata davvero generosa. Così dalla collaborazione con la Società Storica Novarese, con l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nel Novarese e nel Verbano-Cusio-Ossola “Piero Fornara”, con gli Amici del Parco della Battaglia Onlus/ETS, con la Sezione di Novara della AAssociazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, ha preso avvio il progetto di ricerca di cui pubblichiamo i risultati con questa iniziativa editoriale.

Presentiamo così una ricerca che ripercorre le diverse stagioni vissute nella Caserma Perrone fino alla sua trasformazione nella nostra sede universitaria: storie di uomini e donne nella Storia d’Italia. Le nostre storie, la nostra storia.

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La Caserma Perrone diventa sede universitaria

di Eliana Baici e Carmen Aina

U.P.O.

Negli anni Sessanta, un’analisi dell’Istituto Ricerche Economico-Sociali del Piemonte1 mise per prima in evidenza l’urgenza di ripensare il sistema universitario regionale.

Tra il 1961 e il 1967, il numero degli studenti iscritti – comprensivi dei fuori corso e di quelli del Politecnico – passò da 14.660 a 26.792, con un incremento dell’83 %. Nell’anno accademico 1968/1969 gli studenti sfioravano le 29.000 unità, pari al 6,7 ‰ della popolazione piemontese.

Le proiezioni elaborate dall’IRES in quello studio stimavano che entro il 1980 la domanda di formazione universitaria sarebbe pressoché raddoppiata, raggiungendo una platea compresa tra i 58.000 e i 62.000 iscritti: circa la metà concentrati nell’area torinese, la restante parte distribuita tra i poli universitari di Ivrea, Pinerolo, Asti e Cuneo.

Questo quadro delineava con chiarezza la peculiarità del Piemonte nel panorama nazionale.

Mentre regioni come Lombardia, Veneto o Emilia-Romagna già disponevano di più università generaliste attive sul territorio, il Piemonte si caratterizzava per la presenza di un unico grande ateneo – l’Università di Torino – cui facevano capo decine di migliaia di studenti e numerose sedi esterne.

Si trattava di un modello fortemente centralizzato, la cui sostenibilità nel lungo periodo appariva sempre più problematica.

Novara, seconda città piemontese per popolazione e importante polo manifatturiero – la cui provincia, fino al 1995, comprendeva anche l’attuale Verbano Cusio Ossola – avvertiva un senso di penalizzazione a causa di questa concentrazione regionale di risorse e iscritti...[leggi l'intero testo].

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Il Generale Ettore Perrone di San Martino.
Una vita generosa per la libertà e l’indipendenza

di Paolo Cirri

Ettore Perrone

Il generale Ettore Perrone di San Martino fu la vittima più illustre della battaglia di Novara del 23 marzo 1849 e di tutta la 1ª guerra d’Indipendenza 1848-’49. Non solo perché il militare più alto in grado a perdere la vita – luogotenente generale, comandante della 3ª Divisione dell’Armata Sarda – ma anche in quanto esponente politico di rilievo: figura importante dei moti del 1821 in Piemonte, deputato nel 1848, ministro degli Esteri nell’agosto 1848 e, quindi, Presidente del Consiglio dall’ottobre a metà dicembre dello stesso anno.

Senza citare la sua brillante carriera militare in Francia, sua seconda patria (aveva ottenuto la naturalizzazione francese), e i rapporti politici lì coltivati...[leggi l'intero testo].

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Le origini della Caserma Perrone

di Gian Luca Chiericati

Caserma 1

Lo stato di vetustà e di rovina in cui sono i "quartieri" di Novara, e particolarmente il maggiore di S. Chiara, chiamò da molti anni l’attenzione del Governo. Dal 1825 in poi ben 12 diversi progetti furono per ordine del ministero della guerra compilati dal corpo del genio per l’erezione d’una caserma, nell’area del castello, ovvero per la rinnovazione ed ampliazione dell’esistente di S. Chiara già citato; ma per varii motivi nessuno di essi poté essere mandato ad effetto.

Così il 26 marzo 1851 s’apriva, alla Camera dei Deputati di Torino, la discussione che dibatteva la proposta di stanziamento di una prima tranche di fondi per l’erezione dell’edificio che sarebbe diventato nel nuovo millennio una delle sedi dell’Università del Piemonte Orientale, dopo aver assolto per circa 140 anni alla sua vocazione militare...[leggi l'intero testo].

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Onor di cronaca per gli ospiti della Perrone

di Antonella Vercelli

Caserma 3

La Nuova Caserma, innalzata con celerità e definita dal giornale L’Iride Novarese del 19 giugno 1854 come un «superbo edificio che formerà fra breve uno de' più belli ornamenti di questa nostra città», nonostante fosse ancora incompiuta e più ristretta rispetto all’originario progetto, venne inaugurata e dedicata al fu Generale Perrone la mattina del 10 luglio 1854 dalle LL. AA. il duca di Genova Ferdinando Maria e la consorte duchessa Maria Elisabetta, già in città dal 9 per l’inaugurazione della grande Ferrovia «Monumento dell’arte» da Alessandria a Novara, che «ebbero dalle truppe e dalla popolazione novelle testimonianze di amore e di simpatia».

Grandi lodi furono tributate alla bella gigantesca fabbrica della nuova Caserma Perrone, per cui il Sovrano promosse a maggiore il capitano del Reale Corpo del Genio Militare ing. Federico Pescetto autore del progetto...[leggi l'intero testo].

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Dopo l’Unità

di Sandro Callerio

Caserma 2

Capita talvolta che proprio la deprecata noiosa pedanteria burocratica riesca a suggerire una diversa chiave di lettura per fenomeni apparentemente scontati.

Il confronto tra i documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Novara e le trascrizioni degli Atti del Consiglio Comunale ci permette di puntualizzare talune precedenti imprecisioni relative alla lunga e complicata vicenda della costruzione della caserma Perrone.

Diversamente da quanto avviene giocando a Risiko l’esito di uno scontro militare “nel mondo vero” dipende principalmente dal potenziale delle forze in campo e solo occasionalmente dal caso, rappresentato nel gioco dal lancio dei dadi.

È quindi ragionevole ritenere che la disposizione sul territorio delle forze militari derivi “in tempo di pace” da sofisticate ipotesi strategiche e tattiche elaborate sulla base delle necessità della difesa della Nazione.

Come potremo ben vedere la documentazione che segue descrive, per le truppe novaresi, uno scenario legato ad altre motivazioni...[leggi l'intero testo].

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La Caserma Perrone nella stagione fascista

di Carla Pizzo

attentato

Se esiste una memoria dei luoghi, quella della Caserma Perrone può considerarsi una riserva preziosa per chiunque voglia approfondire le articolate vicende novaresi durante il Ventennio fascista e la Seconda guerra mondiale.

Infatti, data la molteplicità di eventi e dinamiche che nel suddetto periodo coinvolsero l’edificio, esso può essere considerato una cartina di tornasole.

Il presente articolo si pone l’obiettivo di indagare il modo in cui la Caserma fu percepita e vissuta dalla società civile novarese e i suoi utilizzi e, attraverso essi, tracciare l’evoluzione delle diverse fasi del periodo in esame...[leggi l'intero testo].

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La Caserma Generale Ettore Perrone
sede del Centro Raccolta Profughi (1945-1956)

di Antonio Leone

profughi

L’Italia, nei mesi che seguirono la fine del Secondo conflitto mondiale, non era solo un paese alle prese con i problemi della sua ricostruzione materiale e istituzionale, con i problemi di carattere sanitario e alimentare: era anche un paese in movimento.

Mentre le città maggiori con fatica contavano i danni causati dai bombardamenti e le comunità si interrogavano sull’orrore della guerra e della brutalità dell’occupazione tedesca, una sconfinata marea umana si spostava in lungo e in largo per la penisola in cerca di assistenza e rifugio.

Ex-prigionieri, militari internati, ex lavoratori coatti al servizio dei tedeschi, sbandati, stranieri e apolidi, sinistrati, partigiani, ebrei e minoranze scampate all’olocausto si aggiungevano agli sfollati che rientravano nelle proprie città, a volte senza avere la certezza che le abitazioni abbandonate in fretta fossero ancora in piedi...[leggi l'intero testo].

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Il filo del tempo: l’area dell’ex Caserma Perrone, da margine cittadino a cuore pulsante dell'eccellenza universitaria novarese

di Diana Negro e Claudio Tambornino

Campus

L’area dove attualmente si trova l’ex Caserma Perrone, oggi una delle sedi dell’Università del Piemonte Orientale, localizzata nella porzione orientale del perimetro urbano, è stata considerata per molti secoli periferica, benché non troppo distante dal cuore civile e politico cittadino.

Il presente contributo si pone l’obiettivo di ricostruirne le vicende storiche e costruttive inserendole all’interno del contesto evolutivo del centro abitato, nonché di illustrare il progetto che ha condotto alla riqualificazione e alla trasformazione della Caserma in epicentro della vita accademica novarese...[leggi l'intero testo].