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L'Architettura Romanica nel Novarese - I Monumenti



Paolo Verzone *

Paolo Verzone nasce a Vercelli il 16 ottobre 1902 e muore a Torino il 3 settembre 1986. Storico dell’architettura medievale ed antica, progettista e restauratore, docente del Politecnico di Torino, iniziatore della Missione Archeologica Italiana di Hierapolis di Frigia in Turchia, si laurea ingegnere civile a Torino nel 1925.

VerzonePaolo Verzone

Appena ventiseienne è chiamato a restaurare la sede espositiva di Casa Alciati del Museo Leone di Vercelli che, insieme agli interventi alla Basilica di S.Andrea, di poco successivi, costituiscono gli esempi più significativi e connotanti il suo modo di intendere la pratica del restauro architettonico.
Verzone si accinge a tale attività avvicinandosi ai dettami del restauro scientifico teorizzato in quegli anni da Gustavo Giovannoni: i suoi interventi a Vercelli evidenziano la volontà di conoscere, attraverso la dinamica delle vicende storiche e l’analisi dell’esistente, il manufatto architettonico nei suoi processi di formazione e ditrasformazione.

L’osservazione diretta e approfondita dei materiali, delle tecniche costruttive, della realtà fisica dell’oggetto si configura come ideale percorso, che coinvolge sia l’esterno sia l’interno dell’edificio, verso la formazione del giudizio critico alla base dell’analisi storica, come punto di partenza per l’intervento di restauro.
Verzone si accosta al restauro "ispirato al concetto di conservazione e di ripristino delle parti antiche", ma si discosta dalle teorie giovannoniane laddove si pone il delicato tema della reintegrazione.
In merito, la sua figura di ingegnere-storico con particolare sensibilità architettonica, non accetta che, a fronte di una pretesa scientificità dell’intervento reintegrativo nella pedante denuncia degli elementi nuovi, si arrivi a sacrificare l’unitarietà della visione ed i caratteri stessi dell’opera.
Verzone considera come indispensabile il ricucire e il ricomporre un’immagine del manufatto che gli interventi incongrui hanno profondamente alterato, eliminando le superfetazioni e ripristinando le condizioni interpretate come originarie, senza tralasciare comunque di denunciare l'intervento con sottosquadri, lievi cambi di tonalità, tracce degli elementi demoliti…
Dopo gli anni Trenta, Verzone lascerà ad altri l’approfondimento del dibattito sul restauro architettonico, volgendo i propri campi di interesse all’esclusivo studio della storia.

Fin dalle primissime analisi delinea un metodo di indagine che gli deriva dalla precoce conoscenza della lezione, allora pressoché inascoltata nel panorama italiano, di due dei suoi maestri riconosciuti: l’americano Arthur Kingsley Porter ed il catalano Josep Puig i Cadafalch.
Dai loro studi Verzone trarrà spunto per definire il proprio personale ed innovativo metodo di ricerca: un metodo che si fonda sull’osservazione, sul rilievo puntuale e personalmente diretto, sulla conoscenza profonda dell’opera architettonica nei rapporti fra le sue componenti, il loro insieme e nei rapporti con altre opere e sull’approfondita e "rivissuta" conoscenza delle fonti.

Questa impostazione critica è individuabile con chiarezza nelle opere maggiori come negli scritti di minore impegno (L’architettura religiosa dell’Alto Medio-evo nell’Italia Settentrionale, 1942; Da Bisanzio a Carlo Magno, 1967; "Palatia", gli sviluppi dell’architettura civile di lusso della tarda romanità e dell’età paleo-bizantina, inedito).
Questi caratteri distintivi sembrano rappresentare quasi un ostacolo all’assorbimento di altri linguaggi critici quali, per esempio, quelli della polisemia del linguaggio architettonico: nell’analizzare la decorazione artistica, egli si àncora saldamente al dato materiale, alle tecniche di realizzazione, al fatto storico, con riguardo dunque all’oggetto artistico come "cosa" piuttosto che come messaggio o simbolo.
In questo Verzone è molto vicino ancora una volta alle posizioni della cosiddetta Scuola romana, anticipando, addirittura, la formulazione giovannoniana dell’analisi dell’architettura, codificata nei suoi criteri operativi tra il 1938 ed il 1939.
Lo studioso piemontese sarà anche molto legato ai romani da reciproci rapporti di stima e di amicizia, così come lo sarà nei confronti di gran parte della cultura storica ed archeologica internazionale grazie alla posizione di grande prestigio derivatagli dalla chiamata, nel 1951, a tenere, primo fra gli italiani, la cattedra di Storia dell’Architettura all’Università Tecnica di Istanbul.

Il prestigioso incarico permette a Verzone di stringere relazioni culturali e scientifiche con la comunità archeologica internazionale e di collaborare con Arif Müfid Mansel agli scavi di Side in Panphilia; in seguito viene chiamato a fondare e a guidare la Missione di Hierapolis di Frigia, tutt’ora la più importante e consistente ricerca archeologica italiana sul territorio dell’antica Asia Minore.
Dal 1957 la sua direzione dura fino al 1981, organizzando una struttura che vede nella multidisciplinarietà uno dei capisaldi per una missione scientifica d’avanguardia attraverso i contributi del Politecnico di Torino e delle altre Università, che negli anni si sono a questo affiancate.


* La Biografia che qui riproponiamo è stata redatta in occasione del convegno Paolo Verzone 1902-1986. Tra storia dell'architettura, restauro, archeologia, [Politecnico di Torino, 28-29 novembre 2002]