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L'Architettura Romanica nel Novarese - I Monumenti



NOVARA - Sant'Ambrogio

I. - I resti dell’antico edificio, incorporati entro una casa di civile abitazione, furono demoliti nel 1925 per la costruzione dell’attuale casa Rossini in piazza del Duomo.
Io ho avuto occasione di visitare brevemente il cantiere durante i lavori di scavo ed osservare i resti dell’antica chiesa che consistevano essenzialmente in semipilastri e piccoli tratti di muro ma non mi è più possibile descrivere in dettagli gli elementi intravisti una sola volta, fra le murature più recenti: posso assicurare tuttavia che i paramenti erano ben curati, essendo composti, specie nei semipilastri semicircolari appoggiati ai muri, di mattoni di buona qualità con sottili giunti di malta.
Dalla descrizione di Cassani risulta che l’edificio era ad una sola navata non molto spaziosa coperta da un tetto su archi traversi o da volte, poiché lungo le pareti vi erano semipilastri di sezione semicircolare: ad oriente esisteva un’abside semirotonda che fu messa alla luce in una fase dei lavori posteriore alla pubblicazione di Cassani, a quanto mi fu comunicato dal Direttore dei lavori Ing. Bronzini.
I paramenti erano di ciottoli e frammenti e buoni mattoni limati nella faccia in vista.


II - L'unico elemento decorativo di cui si ha notizia sono le finestre a doppia strombatura.


III. - La nostra chiesa fu costruita negli anni 1090-1091: il 3 gennaio 1091 infatti Arnaldo canonico e tesoriere del Duomo fece testamento e lasciò le sue proprietà immobiliari ed una somma in denaro perché fosse ultimata la chiesa, incominciata da lui in onore di S.Ambrogio e S.Maurizio su di un terreno pure di sua proprietà vicino all’ospedale di S.Maria (cioé del Duomo) e perché si formasse un beneficio per un sacerdote rettore.
Il documento ci è giunto attraverso copie autentiche del sec. XIII cosicché non vi può essere alcun dubbio sui fatti in esso contenuti: possiamo quindi accettare con confidenza l’anno 1091 come data media della costruzione. Pare che in effetto siano stati poi destinati ben quattro sacerdoti per l’officiatura, creando addirittura un piccolo capitolo: la chiesa non ebbe tuttavia vita lunga poiché, data la sua posizione centrale, fu soffocata da costruzioni civili che le tolsero ogni possibilità di aria e di luce e segnarono la sua condanna.
Sopra l’ingresso fu costruito un locale d’abitazione con solaio e lobbietta, che fu venduto con atto 28 ottobre 1328 (1), e sul lato a mezzodì fu addossato un porticato, i portici dei mercanti, che è citato fin dal 1374 (2).
Nella visita pastorale del 1592, il 7 agosto la chiesa di S.Ambrogio fu trovata dal Vescovo M. Ponzone troppo umida e ristretta tra botteghe e case di laici cosicché il Presule ne ordinò la profanazione e la vendita, destinando la somma ricavata alla formazione di una cappella in onore di S.Ambrogio nel Battistero del Duomo (3): questa prescrizione non fu eseguita per fortuna del Battistero, ma la chiesa di S.Ambrogio non fu restaurata in nessun modo ed il l5 dicembre 1645 precipitò in macerie, corruit trascinando nella propria rovina anche la casa del Varotti (4).
Sulle rovine fu eretta una casa che durò fino al 1925 portando incorporati in sé gli scarsi resti, accennati poc’anzi, dell’antico edificio: essi furono poi demoliti completamente per la costruzione dell’attuale palazzo.
Data la certezza della data di costruzione, questa è per noi. una perdita dolorosa, tanto più che mancano le fotografie ed i rilievi che potrebbero far rivivere quanto è stato sacrificato alla moderna edilizia novarese.


Appendice
L. CASSANI, La Chiesa di S.Ambrogio in Novara, pagg. 350-351.

... dai ruderi emersi nella demolizione che si sta eseguendo, risulta evidente che questa chiesa era ad una sola nave; aveva la lunghezza di m. 12 e la larghezza di m. 8 circa (misura ad occhio), i muri perimetrali fatti con ciottoloni di fiume e con residui anche marmorei, di altri edifici; i pilastri semicircolari, aggettati alla parete, fatti con magnifiche formelle in terra cotta, storiate a mano libera, e ricoperti d’affreschi; le finestrelle, a due metri circa dal suolo, a doppia strombatura, larghe non più di trenta centimetri ed alte un metro, e innanzi alla porta un piazzaletto, che i documenti non osano chiamare «pasquario» ma semplicemente terra vacua.
L’abside dell’edificio non è ancora venuta in luce, ma non tarderà ad apparire, se il restauro della casa verrà proseguito verso oriente, e precisamente nell’ufficio di oreficeria. Questa abside doveva avere il volto a semicatino, in buona muratura e tutto affrescato.
Il soffitto era certamente a grandi capriate con travi a quattro fili perfetti, sia perché tale era l’uso come anche perché non si riscontrano contrafforti per sostenere le spinte della volta.

»»» NOVARA. – S. Maria d’Ingalardo..

(1) BSSS: LXXXIX doc. CCLXVII. per hoc meum testamentum confirmo ut sedimen quod est iuxta hospitale sancte matris dei nouariensis ecclesie in quo ecclesia est incohata.. ... iudico ut deueniant et sint in iure ecclesie que est incepta in suprascripto sedimine et que debet edifficari in honore sancti ambroxii et sancti maurici et uolo et iudico ut ista ecclesia sit in regimine archidiaconi et archipresbiteri….
(2) CASSANI: La chiesa di S.Ambrogio in Novara pag.350-352.
(3) Ibid.: pag.352.
(4) Ibid.