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L'Architettura Romanica nel Novarese - I Monumenti



VARALLO POMBIA - Santi Vincenzo ed Anastasio (Parrocchiale)

I. - Nell’attuale edifizio barocco si conservano ancora parti del campanile e della basilica romanica.
Il campanile appare più antico di forma rettangolare con tre piani di cornici.
La sua muratura è rozza, composta di ciottoli e frammenti lapidei disposti disordinatamente.
La basilica fu costruita con una orientazione diversa intorno al campanile che venne così a creare una rientranza nell’angolo tra la facciata ed il muro a giorno, rientranza tanto più sensibile in quanto la facciata sporgeva notevolmente oltre il filo del campanile.
È possibile accertare che tale basilica era ad una navata sola di notevole ampiezza (circa m. 9,50) coperta dal solo tetto.
Infatti se si osserva dal sottotetto il muro di facciata attuale non si vedono tracce di volte né del muro tra la nave e la navatella a notte, ma il paramento appare intatto in tutta la sua superficie mostrando anche i fori che ricevevano le travi del tetto a due falde.
I soli residui di antichità ora visibili sono la facciata (fig.30), il muro a giorno (fig.31) ed un breve tratto del muro a notte fra una cappella barocca ed il transetto attuale.
Il parroco attuale mi confermò per altro che tutto il muro a notte si conserva nella sua struttura romanica avendo potuto osservare l’antico paramento nei recenti restauri: è possibile che anche il transetto, che pare barocco, conservi sotto agli intonaci attuali muri romanici e che la basilica avesse transetto sporgente ma non è possibile averne certezza e stabilire così la lunghezza della basilica ed il numero delle absidi.
La muratura della facciata e dei muri laterali (figg.30 e 31) è composta di blocchi squadrati frammisti a scapoli ed a mattoni disposti in coni orizzontali.
Nella parte superiore dell’edificio, specialmente in facciata, la muratura è di apparecchio, relativamente, curato: nella parte inferiore invece l’uso di scapoli rozzamente forgiati e disposti in spessi strati di calce è più frequente: nelle lesene è fatto uso talvolta di blocchi messi verticalmente o di piatto (fig.31).


II. - La decorazione del campanile è limitata ai soliti archetti pensili, a due a due nel piano inferiore, risultando la cornice per ogni facciata di quattro con una lesena intermedia, a quattro a quattro nel piano superiore, cioé senza lesene intermedie, a cinque a cinque sopra la cella campanaria: l’esecuzione di tali archetti è rozza.
La chiesa ha invece cornici d’archetti in gruppi numerosi: in facciata vi è un gruppo di archetti di dodici ed un altro di tre: questi sono apparecchiati con una certa cura, generalmente in cotto, intorno ad un concio semicircolare di pietra (fig.30): il muro a giorno ha archetti simili in gruppi pure numerosi (fig.31).
Un interesse particolare destano le finestre del muro a giorno centinate ed a strombatura: l’archivolto di esse è formato da due anelli in pietra concia aggettati uno sull’altro e di un terzo anello, doppio, in cotto.
Tale anello in cotto è composto di un archivolto con losanghe (rombi) apparecchiate circondato da mattoni messi nel senso della lunghezza (fig.31).
Il frontone della facciata reca in sommità una croce luminosa.


III. - Varallo Pombia vanta certo una notevole antichità: sul suo territorio vennero trovate numerose lapidi romane di cui una era conservata nel Museo della Canonica di Novara (1): nel cortile della casa parrocchiale di Varallo Pombia è tuttora conservato un fusto di colonna finemente scannellato a spirale. Nell’epoca romana e nell’Alto Medio Evo Varallo Pombia doveva cedere per importanza alla vicina Pombia sede di Municipio e Comitato (2): col XII secolo pare invece che le cose siano cambiate perché nella Bolla di Innocenzo II del 1133 si ricorda plebem Varadi cum capellis suis (3). Siccome non vi è dubbio che si tratta del nostro Varallo e non di quello di Valsesia per altre espressioni della Bolla già messe in evidenza dal Gabotto (4), parrebbe certo che la dignità plebana sia stata trasferita da Pombia a Varallo: fatto che pare confermato da un passo dei testimoniali del 1157, in cui il Prete Ottone di Varallo ricorda poi l’elezione di un maestro Nuvolone o Nebulone in Archipresbiterum in plebe Varadi (5). La cosa non è invece così chiara: in un elenco fatto eseguire dal Vescovo Guglielmo Amidano nel 1347, citato dal Bescapé e conservato nell’archivio della Cattedrale di Novara (6), Arnoldo è ricordato col titolo di Pievano della chiesa di S.Vincenzo di Pombia mentre di Varallo Pombia è ricordato solo un Giacobino da Casteno chierico e beneficiato della chiesa di S.Vincenzo di Varallo. Viceversa secondo il compilatore di Novara Sacra 1932 ai parroci di Varallo fin dal sec. XVI era dato il titolo di Arciprete (7). Nel periodo barocco la chiesa venne trasformata. La rientranza tra la facciata ed il campanile venne tolta di mezzo colla costruzione di un corpo a filo colla facciata (fig.30) (in questa costruzione vennero impiegati anche blocchi romanici di spoglio) la parte anteriore della chiesa, più stretta della rimanente per causa del campanile, venne ridotta con volta sostenuta anche da una rozza colonna intermedia come una specie di nartece e separata così dal resto della chiesa che venne sopraelevata e provvista di un nuovo presbiterio e di cappelle sul lato a notte. Davanti alla facciata venne costruito un portichetto (fig.30), le finestre furono chiuse o alterate di forma e le pareti furono intonacate. Le date di tali restauri ci sono in parte note: sul muro a giorno è murata una lapide che ricorda che la chiesa, già tempio dedicato a Nettuno(?), venne sopraelevata e abbellita nel 1755 (8) e nel presbiterio è murata un’altra lapide che ricorda la consacrazione avvenuta il 3 agosto 1758 per mano del Vescovo M. A. Balbis Bertone. In epoca più recente venne sopraelevata anche la parte anteriore (fig.30): in questi ultimi tempi la chiesa venne all’interno decorata completamente con stucco colorato e lucidato a finto marmo ed il portico di facciata ridipinto. Anche il campanile nel corso dei secoli venne rimaneggiato, specialmente nella cella campanaria.

»»» VILLA LESA - S. Giorgio e S. Giovanni (Parrocchiale).

(1) SCARZELLO: XXXVI, 2 cfr. anche RACCA pag.70 C. I. L.: n. 6565 SCARZELLO: XXXI n. 4.
(2) E. GABOTTO: in Boll. Stor. Nov. 1917, fasc. I-II pag.5 ss.
(3) BSSS.: LXXIX, doc. CCCXX.
(4) F. GABOTTO: in: Boll. St. Nov. 1918 - II pag.61.
(5) BSSS: LXXIX, doc. CCCXCIV.
(6) Novara Sacra, pag.68 cc. - Ed. Ravizza pag.86.
(7) Novara Sacra 1932 pag.224.
(8) ( ... Vetustate sublime mole assurgebat....).

Immagini

Fig. 30 - Varallo Pombia - Parrocchiale - Facciata
Fig. 31 - Varallo Pomba - Parrocchiale - Muro a giorno