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L'Architettura Romanica nel Novarese - I Monumenti



OLEGGIO - San Michele

I. - È una basilica di ragguardevoli dimensioni, a tre navi terminate da absidi semicircolari e coperte dal solo tetto: le arcate di separazione sono in numero di quattro per ogni lato e mostrano la più grande semplicità essendo sostanzialmente aperture praticate entro ad un muro piano (fig.216).
Era pertanto intenzione dei costruttori dell’edificio di gettare volte sull’ultima campata in tutte tre le navi onde formare un presbiterio coperto da muratura.
I due pilastri iniziali sono infatti provvisti di membrature appropriate (una grossa lesena verso la nave e tre lesene sovrapposte verso le navatelle) ed elementi del genere si trovano appoggiati ai muri laterali delle navatelle (tre lesene sovrapposte) (1bis) e nei punti d’attacco dei muri longitudinali con le absidi (due spigoli a risega): tutte queste lesene sono interrotte ad altezza variabile fra uno e tre metri, il che sta a provare che il progetto venne abbandonato durante i lavori di costruzione.
Furono ultimati invece per tutta l’altezza, a quanto pare, i contrafforti creati esternamente in corrispondenza dei semipilastri appoggiati alle pareti laterali: essi sono rettangolari in pianta ed hanno dimensioni modeste; risultano ricostruiti in gran parte nel restauro (2). Nel presbiterio e nell’abside della navata centrale vi è una cripta semisotterranea a cui si accede per mezzo di due scalette laterali dalle navatelle mentre vi è una scala centrale abbastanza ampia per salire dal piano della chiesa al presbiterio dove è situato 1’altare (fig.217).
La cripta è costituita da tre navatine, con quattro campate ognuna, di volte a crociera: i semipilastri appoggiati al muro a ponente, cioé verso la nave della chiesa, sono formati da tre piccole lesene sovrapposte mentre negli angoli vi sono tre spigoli: lungo gli altri muri si hanno invece gruppi formati di una lesena ed una semicolonna (3).
I supporti mediani sono in numero di sei: quelli della prima coppia, verso ponente, sono monolitici ed hanno sezione rettangolare o quasi (uno è un poco convesso da una parte): gli altri quattro hanno invece sezione ottagonale e sono di cotto apparecchiato.
Le volte sono piccole crociere cilindriche con nervature longitudinali e trasversali che hanno un certo aggetto in chiave e si internano quasi interamente nelle vele all’imposta: nei muri di perimetro vi sono inoltre costole sporgenti.
Il tracciato delle volte non è semicircolare ma rialzato e gli spigoli diagonali sono ad angolo acuto (fig.223).
La muratura dell’edificio è abbastanza rozza ed è costituita di ciottoli e qualche pezzo di mattone: eccezionalmente nella cripta e nei pilastri della navata vi è uso largo ed abbondante di laterizi (figg.218-221).
I ciottoli sono disposti in corsi orizzontali: in qualche punto, vi è una tendenza alla disposizione a spina pesce ma in generale si cerca semplicemente la orizzontalità degli elementi e ne risulta un certo disordine nei paramenti.
Il cotto, pezzi di tegole e mattoni, è tutto di spoglio ed i mattoni appaiono per dimensioni, impasto e cottura, romani: essi sono usati di regola solo nelle spalle delle finestre e delle porte, negli archi e nelle lesene della decorazione esterna e non presentano tracce di lavorazione colla lima nelle superfici piane.
I giunti di calce sono abbastanza spessi anche nelle parti eseguite, regolarmente, in mattoni (cm. 1½-2), ma si è cercato di ridurli al minor numero possibile disponendo i mattoni di piatto, cioé come lastre di rivestimento.
Le volte sono di tracciato ed esecuzione abbastanza rozza.


II. - L’esterno dell’edificio è decorato da specchiature di lesene ed archetti pensili: di regola vi sono gruppi di tre archetti ma nel muro a giorno della nave sopra al tetto della navatella vi è un gruppo di due, e due gruppi di quattro: nella parte sottostante della navatella pure uno di quattro.
Nel muro della nave a notte vi è poi un gruppo di due, uno di quattro, uno di cinque, uno di dieci ed uno di undici oltre a tre specchiature coi soliti archetti a tre a tre.
Degne di nota sono la disposizione orizzontale degli archetti pensili della facciata (4) e la posizione eccentrica della porta d’entrata, dovuta probabilmente ad un edificio, (forse un campanile) che era situato in origine davanti alla facciata stessa e che impediva quindi la formazione di un ingresso assiale (5).
Le finestre esterne sono a doppia strombatura con archivolto semicircolare e nei due frontoni vi sono croci luminose: le porte sono semplicissime sormontate da un arco di scarico con lunetta in isfondo.
La cripta è priva di decorazioni: le colonnette ottagonali, ben eseguite, i due pilastrini in pietra ed i semipilastri appoggiati alle pareti sono sprovvisti di basi e capitello e le membrature delle volte hanno inizio direttamente dai supporti senza soluzione di continuita.
Le finestre laterali sono a doppia strombatura mentre quelle di testa, verso la nave, hanno spalle rette avendo funzione di fenestella: sono degne di nota anche le due nicchie che ornano i fianchi della cripta stessa verso le navatelle (questi elementi sono stati integrati nel recente restauro).
Nella navatella a giorno vi è un antico pozzo, destinato senza dubbio a fornire l’acqua per gli usi liturgici: è molto semplice, di pianta rettangolare.
L’ornamento più interessante e pregiato dell’edificio è costituito, pertanto, dagli affreschi romanici che ricoprono gran parte della nave e delle absidi (6): nella facciata è rappresentato il Giudizio Universale, nell’abside maggiore la famosa scena dei Cavalieri, nell’abside a giorno e nelle pareti della nave (non ancora del tutto scoperte) altre scene sacre sulle quali non è il caso di dilungarci qui.


III. - La storia del monumento non è priva di interesse ma non ci dice nulla dell’epoca di costruzione di esso.
L’antichità del luogo di Oleggio è fuor di causa: in un documento del 973 si parla esplicitamente di esso ma non si può dedurre che anche la chiesa di S.Michele esistesse già: nella pergamena si cita fra le coerenze di un fondo la parte Sancti Michaelis ma non si specifica se si tratti di una chiesa di Oleggio o d’altro (7).
La Basilica di S.Michele è citata in un documento del 982 per cui Aupaldo, vescovo di Novara, permuta beni con Adalberto di Oleggio, prete, ma anche qui non possiamo acquistare materiale certezza che la chiesa citata fosse in Oleggio (8).
Questo è ricordato come pieve nella Bolla di Innocenzo II del 1133 (9) ed è probabilissimo che la chiesa plebana fosse proprio il S.Michele: non solo abbiamo un indizio al riguardo nel cimitero circostante ma si è conservata una esplicita testimonianza del 1347 che assicura essere S.Michele Arcipretura cioé capo di Pieve (10).
Nel sec. XV fu eretta la nuova chiesa dei SS.Pietro e Paolo (11) e ben presto le funzioni parrocchiali furono in essa trasferite per maggior comodità d’accesso: non si conosce tuttavia l’anno precise del trapasso.
Nel periodo barocco il monumento fu restaurato nel gusto del tempo: i presbiteri delle navatelle ridotti a cappelle con formazione di nuovi muri divisori, volte e sopraelevazione della navatella e dell’absidiola a notte il presbiterio della nave parimenti alterato con la costruzione di una nuova scalea e le navi soffittate di assi inchiodate.
All’esterno fu rinforzato il muro a giorno della navatella che era in condizioni statiche infelici, alterate di forma le finestre e le porte, distrutte in parte le cornici d’archetti pensili, deturpati i muri con intonaci sovrapposti: venne altresì eseguito nella facciata un affresco funebre che ricorda la morte di alcuni membri della famiglia Negri durante la peste del 1631.
Nel 1920 fu intrapreso un restauro radicale (12): dopo aver migliorate le condizioni statiche del monumento, rimettendo a piombo la parete a giorno della navatella, fu ripristinato il tetto cogli antichi embrici, riaperte e rifatte le finestre a strombatura e la porta (rintracciata per metà nell’antica forma), abbassata la navatella a notte, tolti gli intonaci, raschiati in parte e restaurati gli affreschi nell’interno.
Durante i lavori vennero alla luce le basi, molto rozze, dell’ambone che fu innalzato ex novo su di esse e fu ricostruita la scala centrale della cripta ripristinando le aperture laterali (fig.222).

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(1) I fasci di membrature rivolti verso le navatelle sia nei pilastri che nei muri laterali hanno gli spigoli a riseghe verso l’abside e una superficie unica, piana, verso 1’ingresso, quasi si trattasse di una lesena unica: evidentemente questa forma dimostra che solamente la campata del presbiterio era provvista di volta e che invece le altre delle navate laterali dovevano esserne esenti.
(2) In parte le membrature sporgenti dai pilastri e dai muri ed i contrafforti furono ricostruiti durante il restauro.
Una esatta descrizione dello statu quo ante è in A. K. PORTER: Lomb. Arch. III pag.116-117: dalle parole dell’archeologo americano risulta che prima dei restauri mancavano:
1° il semipilastro appoggiato al muro nord,
2° i due spigoli negli angoli dell’abside nord,
3° il contrafforte esterno a sud,
4° il contrafforte a nord da 70 cm. in su
(3) Questi semipilastri sono riuniti da un basamento sporgente formante sedile, che ricorre per tutta la parete curva.
(4) Di regola nelle facciate gli archetti pensili seguono l’andamento rampante del frontone.
(5) Le tracce delle fondamenta vennero scoperte durante i restauri ma non ho potuto avere rilievi precisi per riprodurle sulla pianta.
(Cfr. CASSANI: La Basilica di S.Michele in Oleggio) (Boll. Stor. Prov. di Novara 1920 pag.131).
(6) MORANDI: L’affresco dei Cavalieri in S.Michele d’Oleggio pass.; TOESCA: La pittura e la miniatura nella Lombardia pag.98 ss.
(7) BSSS: LXXXVIII doc. LXXIII.
(8) BSSS: LXXXVIII doc. LXXIX.
La Basilica Sancti Michaelis Archangeli citata nella pergamena era già stata identificata dal Frasconi con la omonima chiesa novarese; MORANDI: (L’affresco dei Cavalieri etc., Boll. Stor. Prov. Novara 1908) per primo ha rivendicato il documento alla chiesa di Oleggio.
(9) BSSS: LXXIX doc. CCCXX plebem olegii cum capellis suis.
(10) Novara Sacra 1929 pag.135.
È una consegna fatta dal1’Arciprete di Oleggio di beni, case e possedimenti spettanti a S.Michele.
(11) In un documento del 17 novembre 1468 è chiamata la nuova chiesa dei SS.Apostoli Pietro e Paolo (Novara Sacra 1929. Ibid.).
(12) Lo stato della chiesa prima del restauri appare dalle descrizioni e dalle fotografie pubblicate da PORTER e da CASSANI prima del restauro.

Immagini

Fig. 216. - Oleggio - S.Michele - Pianta
Fig. 217. - Oleggio - S.Michele - Cripta
Fig. 218. - Oleggio - S.Michele - Absidi
Fig. 219. - Oleggio - S.Michele - Facciata
Fig. 220. - Oleggio - S.Michele - Lato a notte e facciata
Fig. 221. - Oleggio - S.Michele - Lato a giorno
Fig. 222. - Oleggio - S.Michele - Interno
Fig. 223. - Oleggio - S.Michele - Cripta