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L'Architettura Romanica nel Novarese - I Monumenti



GHEMME - San Pietro

I. - Era ad una sola nave coperta da tetto.
Attualmente si conserva solo l’abside e un piccolo tratto della navata in piena rovina (fig.121).
La muratura è composta di ciottoli disposti in corsi listati da file di mattoni di spoglio, romani: l’archivolto dell’abside è pure di mattoni romani.
Attiguo, verso notte, vi era un campanile di pianta quadrata, di cui vi sono alcune rovine: la muratura è di ciottoli ma negli spigoli vi sono blocchi di pietra rozzamente foggiati (fig.121).


II. - La decorazione esterna della cappella era limitata all’abside con archetti in gruppi di tre: le finestre, di cui si conserva ancora un esemplare nell’abside stessa, erano a doppia strombatura.
All’interno vi sono traccie di affreschi romanici eseguiti con una sola tinta rossastra su fondo bianco: l’effetto è quello di un disegno a sanguigna: nel giro dell’abside vi erano santi di cui si conservano ancora alcune teste (fig.122), e nella parte superiore la figura del Salvatore in maestà di cui si conserva solo più un piede.
Nelle pareti vi erano altre rappresentazioni quasi interamente scomparse ed irriconoscibili.
Il campanile era ornato da archetti pensili: si conserva ancora una lesena di separazione.


III. - Ghemme è certamente luogo di grande antichità: nel suo territorio vennero ritrovati lapidi e materiali dell’epoca romana (1).
Dubito tuttavia che possa identificarsi colla città Agaminis ad palatium ricordata nella lettera di S.Eusebio da Scitopoli (2).
La chiesa di Ghemme aveva dignità pievana: come pieve è ricordata nell’atto del 1013 già citato altre volte e nella Bolla del Pontefice Innocenzo II del 1133 (3); essa fu ricostruita e consacrata dal vescovo Litifredo (1122-1148).
Nei ben noti testimoniali del 1157 si legge la deposizione del Prete Guglielmo di Sizzano: Ego uidi episcopum Litefredum consacrare ecclesiam de Pretorio et plebem de Agamio (4).
Ma questa chiesa non può essere identificata con S.Pietro, semplice oratorio campestre: secondo l’opinione comune la Pieve occupava infatti lo stesso luogo dell’attuale parrocchiale costruita fra il 1666 ed il 1690 (5).
Non ho potuto ricavare nessuna notizia particolare sulle vicissitudini della cappella di S.Pietro; nel sec. XV fu decorata nell’abside da un affresco tutt’ora riconoscibile.
L’edificio è attualmente in piena rovina: ha il tetto in completo sfacelo ed i muri sono percorsi da screpolature: se non si pone qualche rimedio è destinato a perire in breve tempo.

»»» CASTELLAZZO NOV. - S. Maria di Camodea.

(1) SCARZELLO: Il Museo: arch. XIV, I XLIX, 5, Novara Sacra 1930 pag.168-170.
(2) FERRERO: Sancii Eusebii ... vita (ed. Marta) pag.56.
(3) BSSS: LXXVIII doc. CXXXVII e BSSS: LXXIX doc. CCCXXI.
(4) BSSS: LXXIX doc. CCCXCVI pag.313: altre deposizioni confermano il fatto: quelle precedenti dello stesso Guglielmo (pag.303), quelle del Prete Alberto de britima (pag.303 e 314) e del Prete Alberto di Camodea (pag.304).
(5) Questa chiesa era ad una sola nave e fu demolita perché era ridotta quasi a segno da esser sospesa sopratutto per l’umidità che le proveniva da molte piante che si estendevano coi loro rami sopra il tetto. (Novara Sacra 1930 pag.171): pare che essa avesse un battistero separato (cioé un edificio a struttura centrale) demolito esso pure nel periodo barocco: Bescapé Novaria Sacra pag.100 ed. Ravizza pag.114, Novara Sacra 1930 pag.171. Dal passo citato del Bescapé appare che anche Sizzano aveva il Battistero separato ma quello di Ghemme era in migliori condizioni magis integrum atque aptum.

Immagini

Fig. 121 - Ghemme
Fig. 122 - Ghemme - Affreschi nell’Abside