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L'Architettura Romanica nel Novarese - I Monumenti



CAVAGLIETTO - San Pietro

I. - Quantunque manomessa, sconsacrata e quasi irriconoscibile la chiesa romanica di S.Pietro sussiste pressoché intera.
Era ad una sola navata, rettangolare e larga circa 8 metri, terminata da un’abside semicircolare e coperta dal solo tetto sorretto da incavallature (figg.50 e 51).
La muratura si può riconoscere in qualche breve tratto di muro in cui sono caduti gli intonaci: era composta prevalentemente di ciottoli disposti a spina pesce in corsi orizzontali, segnati da striature, pure orizzontali, eseguite sulla calce fresca colla punta della cazzuola (fig.52). Nell’abside, per altro, è fatto uso anche di mattoni, specialmente nelle lesene (fig.51).


II. - Sui muri laterali e sulla facciata non si vede più traccia di cornici, d’archetti pensili e neppure di lesene divisorie. Una porta, nel muro laterale a giorno, aveva l’archivolto ben apparecchiato in mattoni disposti in due anelli concentrici (fig.52).
L'abside conserva invece qualche archetto e le due lesene intermedie (fig.51): gli archetti erano in gruppi di sette od otto, apparecchiati intorno ad un concio di pietra semicircolare: le lesene sono eseguite con mattoni e pezzi di lapidi, sommariamente squadrati e messi anche di piatto; un mattone ha sulla faccia in vista delle incisioni a spina di pesce, tracciate sulla creta molle prima della cottura.
All’esterno dell’abside si vedono tracce anche delle finestre originali, otturate e manomesse.


III. - In Cavaglietto venne rinvenuta una lapide romana, il che prova l’antichità del luogo, chiamato in antico Cavaglio di Mezzo (1).
Il monastero di S.Pietro venne istituito negli ultimi anni del secolo XI, però già prima esisteva in Cavaglio una chiesa dedicata a S.Pietro. Ciò risulta da alcuni documenti elencati in un manoscritto dell’Archivio Capitolare di Novara (2).
Da uno di essi, rogato dal notaio Guillelmo, risulta che il 10 Luglio 1093 Otto ed Otta, giugali, insieme ad altri trentaquattro personaggi, ricordati uno per uno, fecero donazione di un vecchio castello detto di Cavaglio Mediano, coi suoi muri e fossati alla chiesa di S.Pietro que dicitur de Cugnito.
Da un altro, rogato pure Guillelmo, del 18 Luglio 1093 Otto ed Otta giugali, insieme ad Atto ed Otta pure giugali, Drogo ed Operto fecero donazione al Monastero di S.Pietro di Castelletto, dell’ordine cluniacense, della chiesa di S.Pietro di Cavaglio Mediano e della porzione ad essi spettante dei diritti sia su detto luogo che sul Castellazzo con lo stesso Castellazzo e fondi di loro ragione.
Il 10 Marzo 1094 si ha un’altra donazione di Richa, col consenso del marito Adamo, a favore della chiesa di S.Pietro de Cugnito.
Il 1101 agli 11 di giugno si ha un atto di vendita rogato Ansaldo, da parte di Drogone e Adilia giugali, di alcune terre situate in Cavaglietto al Monastero di S.Pietro che risulta così già regolarmente costituito.
Nello stesso Monastero si conserva notizia di Documenti del 1103, 1109, 1120, 1138, 1149, 1174, 1180, 1182, 1183, etc.
Il Bianchini ricorda poi che nel 1094 tre figliole del Casato dei De Capitani (??) si ritirarono nel Castellazzo dove vestirono l’abito religioso, professando l’ordine cluniacense sotto la direzione del priore di Castelletto (3).
Non mi è stato possibile rintracciare la vera fonte di questa notizia, né sapere donde Maggiotti abbia tratto un atto del 1119, 24 aprile per cui Pietro e Giacomo, suo figlio, fanno donazione nelle mani di Agnese priora di S.Pietro e del Prete Ugone e di Zaccaria a nome di Margherita, Giuliana, Sibilia e Bellacara, Monache di S.Pietro, di ogni diritto sulla chiesa di S.Giacomo di Morghengo (4).
Verso il 1240 le monache del Convento cominciarono a mancare ai loro doveri, conducendo una vita irregolare e disonesta e trascurando di ben conservare i fabbricati ed i beni del monastero, tanto che dopo vari tentativi di riforma (5) il Vescovo Cavallazzi ottenne dal Pontefice Innocenzo IV, in data 27 settembre 1253, di sostituire alle Monache Cluniacensi, di cui pare una sola fosse rimasta, quelle dell’ordine di S.Chiara (6).
Le zelanti Suore Francescane fecero restaurare la chiesa e gli attigui edifici: il Maggiotti ricorda un Breve del 12 luglio 1254 (7) in cui Innocenzo IV in vista della supplica delle Suore, le quali intendevano restaurare la loro Chiesa ed altri edifici necessari al loro uso che minacciavano rovina, concede un’indulgenza a quanti avrebbero visitato la Chiesa e dato qualche limosina alle Monache od al loro nunzio.
Nel 1256 venne concessa alle monache di Cavaglio il Monastero di S.Nazaro alla Costa vicino a Novara, perché vi abitassero più comodamente (8), ma non si può accertare se si stabilirono in tutto od in parte a Novara né si conoscono le angherie ivi subite durante le guerre fratricide fra i Novaresi dal 1257-1262: certo è che nel 1262 la Badessa Cecilia e sei suore in fuga ritornarono a Cavaglio, né vollero più ritornare a Novara, nella chiesa di S.Domenico loro assegnata (9).
Le ulteriori vicissitudini del monastero nei secoli XIII e XIV non hanno interesse per lo studio dell’architettura: ad ogni modo esse furono diligentemente raccolte (10) e non è il caso di insistervi.
Mancano invece notizie di sorta intorno alla vita del Monastero stesso dal sec. XIV al XIX.
Nel periodo gotico, forse nel 1254, vennero costruiti quattro arconi traversi con imposta in mattoni sagomati nell’interno della navata a sostegno del tetto.
Nel sec. XV le pareti e l’abside vennero all’interno ricoperte con affreschi e fu restaurata la cornice della facciata. Nelle epoche seguenti furono aperte nuove finestre, otturando tutte quelle antiche, si costruì un portico davanti alla facciata, e le pareti all’esterno furono ricoperte da intonaco (11) (fig.50).
L’8 giugno 1805 il Governo Napoleonico decretò la soppressione del monastero colla confisca dei beni (12).
Da quel giorno il monumento, ridotto ad uso profano, decadde: ora è tramezzato da luridi muricci ed alberga galline, fieno, legna, maiali, strumenti agricoli e via via.
Per incuria il monumento ha molto sofferto: la cornice dell’abside è rovinata ed i muri hanno pure subito danni qua e là, ma ben più gravi sono gli insulti patiti per mano dell’uomo, specie in questi ultimi tempi: vennero, cioé, tolte le chiavi di ferro che fin dalla origine tenevano in sesto gli arconi trasversi cosicché le spinte di essi hanno lesionato gravemente e fatto strapiombare i muri: il portico antistante, privato di una colonna è in stato di rovina: continuando così le cose, l’edifizio, che sotto gli intonaci e le mascherature conserva quasi intatta la struttura romanica, tra non molti anni sarà ridotto ad un rudere informe da essere demolito completamente.

»»» CAVAGLIO. – S. Ambrogio.

(1) C.I.L: T. V. p. II n. 6594; RAVIZZA: La Novara Sacra pag.121; MAGGIOTTI: Notizie di Cavaglietto pag.5 ss.
(2) È un manoscritto del secolo XVIII intitolato Indice repertorio delle pergamente compendiate e registrate nel presente libro esistenti nell’Archivio del Ven. Monastero In origine di S.Pietro di Cavaglio, di S.Nazaro della Costa e fuori di Porta Nova della città di Novara, di S.Domenico in detta città, ora di S.Agnese, in essa sono compendiate 310 pergamene distinte in gruppi e mazzi, dal sec. XII in avanti.
(3) BIANCHINI: Spigolature pag.205 e dopo di lui tutti gli altri che si sono occupati dell’argomento.
(4) Il documento è riportato per intero in Notizie di Cavaglietto pag.57 nota 3.
(5) MAGGIOTTI: pag.67-72: ed il repertorio citato a nota (2).
(6) MAGGIOTTI: pag.71 sS.VIGLIO: San Nazaro pag.26.
(7) MAGGIOTTI: pag.75.
(8) MAGGIOTTI: pag.77, 78; VIGLIO: pag.26-27 e pag.89 ss.
(9) MAGGIOTTI: pag.79-87; VIGLIO: pag.27 ss.
(10) MAGGIOTTI: pag.87 ss.; VIGLIO: San Nazaro passim.
(11) Una minuta descrizione della chiesa del 1617 è contenuta nel libro di MAGGIOTTI a pag.106-107.
(12) MAGGIOTTI: pag.109; Novara Sacra 1930 pag.297.

Immagini

Fig. 50 - Cavaglietto - S.Pietro
Fig. 51 - Cavaglietto - S.Pietro - Abside
Fig. 52 - Cavaglietto - S.Pietro- Particolare del muro a giorno