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L'Architettura Romanica nel Novarese - I Monumenti



CASALVOLONE - San Pietro

I. - Era in origine una chiesa a tre navate, come attualmente, ma i pilastri di separazione dovevano essere di sezione rettangolare e le navi prive di volte. In un secondo tempo l’edificio venne completamente rimaneggiato formando i pilastri a fascio, le volte ed i contrafforti attuali e ricostruendo anche parte dei muri perimetrali (fig.226).
Non è possibile riconoscere tutte le opere eseguite nella seconda fase: pare ad ogni modo che oltre alla creazione degli elementi costruttivi inerenti alle volte sia stato rifatto il muro esterno a giorno (nella parte anteriore che non segue l’allineamento dell’absidiola), sopraelevato il muro a notte ed i due frontoni della nave, ricostruiti in parte i due muri mediani coi pilastri ad eccezione, fra l’altro, dell’ultima coppia di arcate prima dell’abside: queste furono però ristrette d’ampiezza per creare un breve tratto (un metro circa) di presbiterio prima delle conche absidali (figg.226 - 227 - 228 - 229 - 230 - 231).
Non è chiara l'epoca di costruzione del campanile a pianta quadrata con cinque piani di finestre e cornici (fig.227): esso ha muratura e decorazione simili a quelle della prima chiesa a tre navi ma taglia ed interrompe in modo così maldestro la navatella a giorno che lascia perplessi ed indecisi e farebbe quasi pensare che fosse stato innalzato per il servizio di una cappelletta preesistente all’edificio attuale e più piccola di esso.
Ad ogni modo la nostra basilica è di tre navi con quattro campate ognuna, terminate da brevi tratti di presbiterio e da absidi semicircolari: le volte sono a crociera rialzata quasi cupoliforme provviste, di regola, di costole trasversali e di nervature sporgenti dal muro: la penultima campata della nave, prima del presbiterio ha anche costole diagonali.
Le volte della nave reggono sull’estradosso direttamente il materiale di copertura: l’esecuzione dell’unica volta a costoloni è molto mediocre: gli archi diagonali sono pesanti, grossi e di apparecchio irregolare: sull’intradosso delle unghie si scorgono le impronte delle assicelle del manto.
A dire il vero lo studio dei pilastri dimostra che era intenzione dei costruttori di gettare volte a crociera costolonata su due o tre delle campate della navata centrale.
Mentre infatti i semipilastri appoggiati ai muri laterali, gli elementi dei pilastri rivolti verso le navatelle e quelli rivolti verso la nave nell’ultima campata prima del presbiterio sono formati generalmente (1) di una lesena e di una semicolonna sovrapposte formando un fascio di sostegni adatto all’imposta di una volta a crociera semplice, gli elementi dei pilastri relativi alle tre prime campate della nave hanno una semicolonna fra due lesene disposte diagonalmente per volte a costoloni come a Sannazzaro Sesia (2) nell’antico Duomo di Novara (3) nel S.Giulio di Dulzago (4) nell’Abbaziale di Muleggio presso Vercelli (5).
In altri pilastri si osservano grossi cilindri apparecchiati di laterizi come in quelli della basilica di S.Bassiano a Lodi Vecchio (6), antichissima chiesa lombarda provvista di volte a costoloni diagonali.
Nel senso assiale, cioé a sostegno delle arcate longitudinali, sporgono di regola, dal nucleo di pilastri, altre semicolonne (7).
L’opera di contrasto alle spinte orizzontali della volta è disimpegnata nei muri laterali delle navatelle da un sistema di speronature esterne (fig.229): le volte della nave non hanno invece contrafforte alcuno (8).
Nel senso longitudinale si ha un effetto resistente dal breve tratto di presbiterio, con volte a botte, che precede le absidi: in facciata si ha, inoltre, un piccolo pronao o meglio un portichetto coperto da una volta a botte il quale, oltre ad un ufficio pratico di difesa dei fedeli, all’uscita della chiesa, contro le intemperie, ne aveva anche uno statico di rinforzo contro le spinte delle volte e degli archi.
La muratura della parte più antica è veramente caratteristica (fig.230): è formata di ciottoli e frammenti di tegole e laterizi a spina pesce alternati a grossi mattoni del tempo messi orizzontalmente o di piatto.
Quella della parte più recente, che può essere studiata nella sopraelevazione del muro a notte, è più regolare di quella descritta ed è formata di frammenti di cotto, messi a spina pesce con notevole abilità, e laterizi orizzontali: nel tetto dell’edificio si conservano parecchi degli embrici primitivi del tipo romano.
Il paramento del campanile è costituito, anch’esso, da pochi mattoni e molti frammenti di cotto a spina pesce ed è di esecuzione abbastanza rozza.


II. - La decorazione esterna del monumento è costituita dalle solite specchiature e cornici d’archetti pensili: in facciata vi sono gruppi di due e di quattro, di tre nelle absidi, di quattro nel muro a notte e nel campanile.
Le finestre erano del tipo a feritoia, arcuate nella parte superiore: una, nel muro a giorno, che conserva ancora le forme originali, ha lo sguancio e l’archivolto esterni percorsi da una ghiera, cioé la strombatura è ottenuta mediante due successive riseghe ad angolo retto.
Nel muro a notte vi sono le tracce di una porta molto semplice ad arco (fig.229): essa appartiene alla seconda fase costruttiva poiché interrompe una lesena e la sua muratura nelle spalle e nell’archivolto è di laterizio, apparecchiato con una certa cura.
Nell’interno gli unici elementi decorativi romanici sono i capitelli dei pilastri eseguiti con mattoni e cotto di varia provenienza, tagliato in forme appropriate e limato poi ad opera finita per ottenere migliore risultato (figg.231 - 232 - 233).
Le forme son molto semplici e si possono distinguere in tre categorie:
a) Capitello del tipo cubico ad abaco ispirato nella forma ed ornamenti da quello del capitello corinzio classico: cuscino limitato da superfici piane, di proporzioni varie, tagliato negli angoli da scantonature (fig.232).
b) Semplice tavola sagomata come l’abaco del capitello corinzio, con rozzo fiore centrale, sovrapposta ad un collarino (fig.233 a) (9) .
c) Capitello cubico cogli angoli del cuscino limitati da porzioni di superficie sferica e profile della faccia principale segnata da una linea incisa, senza collarino ne abaco (fig.233 a).
L’esecuzione di questi capitelli è rozza ma appare anche peggiore di quanto sia in realtà per gli intonaci sovrapposti che hanno alterata la superficie primitiva e per il materiale usato, il laterizio, che non permette lavori fini.
La decorazione del campanile è costituita, come si è visto, da archetti pensili: le finestre dei due piani inferiori sono monofore (10) quelle dei due superiori bifore con pilastrino centrale in mattoni.


III. - Il paese di Casalvolone ebbe una certa importanza in epoca molto antica per la potenza assunta dai suoi signori: un Walberto, conte di Casale, intervenne alla donazione del 995 fatta da Adelegide (Adelaide) madre di Ottone alla chiesa di Vercelli (11) ma il personaggio più importante dev’essere Guala, da cui probabilmente il paese prese nome (Casale Gualonis); venne gratificato di un diploma imperiale il 4 maggio 1039 che gli conferì fra l’altro il possesso di vari castelli (12).
Nel 1133 la Bolla di Innocenzo II alla chiesa di Novara menziona plebem de casali et capellas de castro et uilla de eiusdem casali: evidentemente la rostra chiesa di S.Pietro era la pieve poiché è tuttora circondata dal cimitero e le altre due chiese citate nella Bolla (quella del castello e quella dell’abbazia di S.Salvatore) erano in altre località del paese.
La chiesa di cui ci occupiamo fu consacrata ai tempi del Vescovo Riccardo (1118-1119) (14): infatti nei citati testimoniali del 1157 troviamo la deposizione del Prevosto di S.Giulio il quale uidit tempore episcopi richardi in consecratione ecclesie de casale aginum canonicum paratum etc... (15).
Evidentemente l’espressione ecclesia de casale si riferisce alla chiesa plebana cioé a S.Pietro poiché non sarebbe mancata una esplicita menzione del titolo qualora si fosse trattato di una cappella del castello oppure di quella dell’abbazia.
La storia posteriore dell’edificio non ha molta importanza per noi perché la struttura romanica si conserva quasi intatta.
Le pareti sono coperte di affreschi del sec. XV, in parte datati: 1424, 1469, 1478, 1495; un prudente restauro ne metterebbe in luce altri conferendo all’edificio, ora deturpato in parte da orribili tinte azzurre e rossastre scure, una grande dignità ed eleganza.
Il danno maggiore subito dal monumento è il restauro delle finestre ridotte a forma moderna e l’otturazione delle absidiole, ma anche qui non sarebbe necessario un grande lavoro per rimettere ogni cosa in pristino, togliendo di mezzo anche 1’umidità che ora affligge la piccola basilica adibita al servizio del cimitero.

»»» BRIGA - S. Tommaso.

(1) In realtà tutti i pilastri hanno irregolarità e diversità notevoli dall’uno all’altro per quanto riguarda le sezioni e basta dare un’occhiata alla pianta per rendersene persuasi. Alcuni dei semipilastri appoggiati ai muri laterali sono costituiti semplicemente da una semicolonna senza la lesena sottostante: alcuni dei pilastri mediani hanno due spigoli in un angolo rientrante invece di uno solo.
(2) Cfr. A. K. PORTER: Lombard. Arch. III pag.370 sS.P. VERZONE: L’Architettura romanica nel vercellese pag.5 ss.
(3) Cfr. la breve monografia sul Duomo di Novara.
(4) Cfr. Sopra la breve monografia sul S.Giulio di Dulzago.
(5) Cfr. La mia Architettura Romanica nel Vercellese pag.49 ss.
(6) SANT’AMBROGIO: Lodi Vecchio S.Bassiano pasS.A. K. PORTER: Lombard Arch. II pag.490 ss.
(7) L’ultima coppia di arcate prima del presbiterio che appartiene ancora alla prima fase costruttiva della chiesa ha piedritti a spigoli vivi, cioé lesene invece che semicolonne.
(8) In uno studio precedente (Nuove ricerche sull’origine della basilica lombarda a volte) avevo sostenuto essere le volte contemporanee alla primitiva costruzione. A quest’affermazione ero pervenuto osservando uno dei contrafforti il quale appariva legato con la muratura sottostante. Un esame nuovo ed accurato, compiuto in collaborazione al Dott. Arch. Puig-Y-Cadafalch nel 1931 mi ha persuaso che insieme alla costruzione del contrafforte era stato rifatto un tratto del muro sottostante cosicché si devono affatto considerare due epoche distinte.
(9) A dire i1 vero il tipo b) con collarino ed abaco corrisponde ad un capitello del tipo a) in cui sia stata omessa tutta la parte mediana.
(10) Questi due piani di bifore, sono compresi in un’unica specchiatura cioé non sono separati da una cornice d’archetti pensili.
(11) Mon. Hist. Patriae Chart. I col. 303.
(12) Mon. Hist. Patriae Chart, II, col. 128 ss.; PEROSA: Bulgaropag.278.
(13) BSSS: LXXIX doc. CCCXX.
(14) SAVIO: Vescovi: Piemonte pag.268.
(15) BSSS: LXXIX doc. CCCXCVIII.

Immagini

Fig. 226 - Casalvolone - S.Pietro - Pianta
Fig. 227 - Casalvolone - S.Pietro - Absidi e campanile
Fig. 228 - Casalvolone - S.Pietro - Facciata e lato a notte
Fig. 229 - Casalvolone - S.Pietro - Lato a notte
Fig 230 - Casalvolone - S.Pietro - Particolare della muratura
Fig. 231 - Casalvolone - S.Pietro - Interno
Fig. 232 - Casalvolone - S.Pietro - Interno
Fig. 233 - Casalvolone - S.Pietro - Capitelli